Nei prossimi giorni, il centrodestra ha in programma un vertice per fare il punto non solo in seguito alle sconfitte elettorali patite in Umbria ed Emilia Romagna, ma soprattutto per serrare nuovamente i ranghi e riportare al chiuso delle stanze di governo tutte le frizioni che scuotono l’unità della maggioranza.

Del resto, dopo l’ok a Raffaele Fitto commissario europeo, si apre la partita della sua sostituzione in seno all’esecutivo e già avanza la nomination della direttrice degli 007 italiani Elisabetta Belloni.

Inoltre, l’iter della legge di Bilancio è prossimo a entrare nel vivo.

Il summit del centrodestra: tutti i nodi che deve affrontare

L’ultimo vertice tra i leader di governo risale al ritorno dalle ferie estive, quando il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni dovette richiamare all’ordine Matteo Salvinie Antonio Tajani, i suoi due litigiosi vicepremier che avevano passato le vacanze a punzecchiarsi a distanza su diversi temi, primo tra tutti quello della riforma della legge sulla cittadinanza.

Ora, invece, occorre un incontro chiarificatore prima della fase finale della discussione sulla legge di Bilancio e per individuare come, quando e con chi sostituire Raffaele Fitto, appena nominato commissario della squadra di Ursula von der Leyen a Bruxelles. È qui che si nasconde il diavolo: con vari esponenti della maggioranza che tirano per la giacca il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti per vedersi finanziare le norme che hanno più a cuore. E con i partiti che si contendono la delega al Pnrr che lascia in eredità Fitto.

Un’agenda piena di spine

Tra i temi all’ordine del giorno ci saranno, quindi, gli emendamenti alla legge di Bilancio. Giorgia Meloni ha già fatto sapere che vorrebbe limitare il numero delle proposte emendative presentate dalla maggioranza. In totale, sono arrivati più di 4500 correzioni alla Manovra di cui più di mille firmati dai quattro partiti di maggioranza: Forza Italia che ne ha presentati 501, la Lega 421, Fratelli d’Italia 191 e Noi Moderati 142.

Come sostituire Raffaele Fitto? L’ipotesi Belloni

All’ordine del giorno anche il dopo Fitto. Il ministro per gli Affari europei, la coesione e il Pnrr dovrebbe dimettersi il primo dicembre, giorno dell’insediamento della Commissione Europea in cui avrà il ruolo di vicepresidente esecutivo.

Chi prenderà il suo posto? L’ipotesi più accreditata è uno spacchettamento delle deleghe e la ridistribuzione agli altri ministeri ma, nelle ultime ore, è cominciato a circolare il nome di Elisabetta Belloni. Del resto, per molto tempo è stata tra i possibili candidati alla nomina a commissario europeo per l’Italia proprio al posto di Fitto.

Verso le elezioni 2025, i casi Veneto e Campania

Le scorie della sconfitta elettorale alle regionali umbre ed emiliane non sono state ancora smaltite. Probabilmente, nel vertice del centrodestra, si parlerà anche di questo gettando, però, uno sguardo alle prossime sfide elettorali: nel 2025 si voterà in Veneto e Campania.

La Lega non vuole lasciare la guida del Veneto e Matteo Salvini ha già avanzato l’ipotesi di una modifica della legge sul limite del terzo mandato, così da consentire al governatore Luca Zaia di candidarsi nuovamente. Gli alleati, però, non sarebbero disposti a cedere: Fratelli d’Italia e Forza Italia già stanno pensando a possibili alternative.

In Campania, invece, sono già due i big che si contendono la candidatura a Governatore per il centrodestra: Fulvio Martusciello per Forza Italia e Edmondo Cirielli per Fratelli d’Italia.

In conclusione

Nel prossimi giorni, è previsto un vertice tra Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi. I leader del centrodestra devono affrontare diverse questioni politiche ed economiche.

Tra i temi principali, la gestione degli oltre 4500 emendamenti alla legge di Bilancio, con l’esigenza di limitarne il numero; la successione di Raffaele Fitto, con la possibile redistribuzione delle deleghe o la nomina di Elisabetta Belloni; e le elezioni regionali del 2025: in Veneto, Salvini lavora per una nuova candidatura di Luca Zaia nonostante le resistenze degli alleati, in Campania il centrodestra deve evitare di spaccarsi tra Martusciello e Cirielli.