Ci sono romanzi che colpiscono per la loro semplicità e per l’altrettanta forza del messaggio che contengono. Uno di questi è “Il monaco che amava i gatti”, il primo libro di Corrado Debiasi, scrittore trentino appassionato di cultura orientale, che in breve tempo ha ottenuto un notevole successo. Racconta di un saggio monaco amante dei gatti e il lettore che ha la fortuna di leggere il libro porterà con sé, nella vita di tutti i giorni, importanti insegnamenti. Sottoponiamo alla vostra riflessione questo pensiero dello scrittore che ci invita a non essere un cercatore di crepe: “Un cercatore di crepe? In che senso?” domandai incuriosito. “È colui che cerca sempre la crepa nel muro, colui che cerca il negativo nel positivo, colui che vede sempre qualcosa che non va, ovvero il brutto nel bello”. Per il monaco saggio amante dei gatti “questi sono i cercatori di crepe, persone la cui unica preoccupazione è trovare sempre un riscontro negativo. Vedere la vita in questo modo non è altro che farsi del male. C’è così tanta bellezza intorno a noi. Dobbiamo solo riconoscerla, allora la vita ci sorprenderà”.

Gli insegnamenti del monaco che amava i gatti

I cercatori di crepe sono come i ma-oisti, che non hanno nulla a che vedere con il famoso Mao Tze Tung, ma sono quelle persone che trovano da ridire su ogni cosa, quelli che “è bello ma…” che “è bravo ma…”. I ma-oisti, appunto.

Stefano Bisi