Tra le tante movimentazioni sindacali che si tengono venerdì c’è anche lo sciopero della scuola: il 17 novembre 2023 i lavoratori e le lavoratrici del comparto dell’istruzione potrebbero incrociare le braccia e non prestare servizio, insieme al personale del pubblico impiego. A proclamarlo sono state importanti sigle come Cgil e Uil. Le stesse hanno anche indicato le motivazioni di questa agitazione.
Sciopero scuola 17 novembre 2023: le motivazioni
Lo sciopero della scuola di venerdì 17 novembre 2023 è “un atto dovuto e necessario” di fronte alle mancanze del Governo e a tutte le problematiche presentate dai sindacati ma rimaste senza risposta. Questo è quanto hanno dichiarato le sigle sindacali che hanno proclamato lo sciopero generale. Esso riguarda anche il settore dei trasporti, della sanità (qui maggiori indicazioni) e altri ancora.
Secondo Cgil, come si legge sul suo sito web ufficiale, l’esecutivo sarebbe inaffidabile e indisponibile al confronto. I sindacalisti hanno spiegato che, nei mesi scorsi, ci sono state assemblee e manifestazioni in cui sono state raccolte le richieste dei lavoratori e delle lavoratrici del settore della conoscenza. Dunque del personale scolastico (sia statale che privato), universitario, di quello per l’alta formazione professionale e la ricerca.
Con lo sciopero di venerdì, gli italiani chiedono al Governo di rispondere alle richieste rimaste inascoltate. In particolare si rivendicano:
- Un piano strutturale per valorizzare i giovani lavoratori e i precari
- Una maggior flessibilità per uscire dal mondo del lavoro senza penalizzazioni
- Uno stipendio più adeguato rispetto alle capacità e ai servizi offerti dal personale, in relazione anche agli aumenti del costo della vita
- Un maggior investimento nelle infrastrutture e nella qualità dei servizi
Si protesta anche contro i continui tagli che riguardano i servizi pubblici essenziali. Non solo quelli dell’istruzione, ma anche della ricerca, della sanità e del trasporto pubblico. Si lotta contro la privatizzazione dei servizi.
Lo sciopero vuole ribadire inoltre la necessità di schierarsi al fianco degli studenti e delle studentesse. Secondo le motivazioni elencate dai sindacati per questa movimentazione sindacale, ormai la frequenza in università è diventata un lusso che pochi possono permettersi. Si chiede dunque un equo accesso a tutti i livelli di istruzione per ogni persona.
Che cosa succede venerdì?
Venerdì a fermarsi non è solo il settore della scuola e delle università. La protesta riguarda anche il settore della sanità e quello del trasporto pubblico locale. Lo sciopero infatti è stato indetto a livello generale. Dunque tocca vari compartimenti privati e pubblici da Nord a Sud Italia.
Lo sciopero in questi giorni sta facendo molto discutere. In particolare è nato un acceso scontro tra il segretario della Cgil Maurizio Landini e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini.
Oggi sappiamo che lo sciopero è stato ufficialmente precettato da Salvini. Landini, non appena ha appreso la notizia, ha affermato che si tratta di un qualcosa “mai successo” nella storia dell’Italia. Il segretario della Cgil ha detto:
Nella storia del nostro Paese non è mai successo che di fronte alla proclamazione di uno sciopero generale delle confederazioni sulle politiche del governo si arrivi a un atto di limitazione del diritto di sciopero. Non era mai successo, non l’aveva mai fatto nessuno. Quindi è di una gravità assoluta.
Tale precettazione può avere conseguenze anche molto gravi. Dal momento in cui essa viene notificata, tanto il lavoratore quanto i sindacati potrebbero andare incontro a sanzioni. Questo vuol dire dunque che il personale che potrebbe decidere di incrociare le braccia nella giornata di venerdì 17 novembre 2023 poi potrebbe essere soggetto al pagamento di una “multa“.
Dal canto suo il vicepremier, leader della Lega e capo del Mit sta continuando a tenere un pugno duro riguardo tale sciopero generale. Matteo Salvini oggi, mercoledì 15 novembre 2023, ha riferito che coloro che bloccano il Paese “devono pagare”.
Ora si sta valutando come agire per i vari settori, specialmente per quanto riguarda quello dei trasporti. La maggiore preoccupazione delle sigle sindacali è appunto che, con la precettazione, gli scioperanti potrebbero essere costretti a pagare eventuali sanzioni. E questo i sindacati non lo vogliono permettere.
Salvini ha infine diramato una nota dal suo ministero all’interno della quale ribadisce che lo sciopero di venerdì si potrà tenere solamente nella fascia oraria che va dalle 9 alle 13.