Fondi PNRR scuola: si respira una certa preoccupazione sulla distribuzione del denaro, è un’opportunità che non tornerà a breve termine e l’occasione che serve alle strutture scolastiche situate in aree svantaggiate del Paese. Il PNRR ha la funzione di arginare il divario già esistente tra Nord e Sud, senza dimenticare la disomogeneità interna a città e regioni d’Italia. “La parte del PNRR destinata alla scuola, istruzione, ammodernamento degli edifici scolastici, corrisponde a 20 miliardi di euro. Sappiamo della ripartizione sulla base dei bandi, ma non sappiamo ancora quali sono stati approvati e come verranno distribuiti sul territorio – ha osservato Luca Bianchi, direttore de La Svimez, su Radio Cusano Campus, ad Open Day – l’impressione è che, pur superando la quota prevista per il Sud, del 40%, non ci sarà coincidenza tra i fabbisogni reali e la distribuzione delle risorse. Le risorse verranno ripartite in base ai bandi, ma abbiamo riscontrato che in comuni medio-piccoli del mezzogiorno c’è una difficoltà a fare richiesta. La distribuzione del denaro, quindi, ,segue le richieste amministrative e non i fabbisogni reali.”
Fondi PNRR scuola: “A Sud gli asili nido e le scuole primarie non hanno palestre, né mense”, ha affermato Luca Bianchi ad Open Day
Fondi PNRR scuola: sulla base delle mappe territoriali realizzate si evince che molte scuole non hanno mense, né palestre (il 60%). “In Sicilia soltanto un bambino su quattro ha il tempo pieno a scuola e le strutture per fare sport a pomeriggio: è lì che bisogna concentrare gli interventi – ha affermato Bianchi – ovviamente parliamo soprattutto di asili nido e scuole primarie.”
Come avvengono le richieste d’accesso ai fondi?
“Le richieste d’accesso ai fondi avvengono attraverso i comuni, per questo motivo è necessario intervenire nei piccoli comuni, dove il problema dello spopolamento e dell’emigrazione è più forte – ha aggiunto il direttore Bianchi – il PNRR è schiacciato su un meccanismo competitivo. Il governo dovrebbe supportare le aree più deboli, dovrebbe servire a ridurre le disuguaglianze, lei ha citato Bologna, Palermo, sono le città che hanno avuto più finanziamenti, ma sono fondi che forse servirebbero a Crotone”.
Un Paese diseguale è più debole
Riflettere sull’importanza della scuola è importante e giusto, “dove si fa scuola si fa comunità. Se la scuola chiude il Paese si svuota, lo sottolineo in un momento in cui i fondi per l’istruzione hanno subito tagli importanti, con una piccola inversione di tendenza negli ultimi anni. Ma è tra i banchi di scuola che si formano cittadini del futuro. E a proposito del divario Nord – Sud, dove c’è un divario di istruzione c’è un divario di povertà. Investire sull’istruzione vuol dire investire sulle politiche di sviluppo – ha aggiunto il direttore de La Svimez – l’altro progetto che spaventa è quello di autonomia differenziata, dividerebbe ulteriormente il Paese, e un paese diseguale sarebbe più debole. In conclusione, il PNRR deve ridurre le distanze non ampliarle. Un bambino di Palermo, che non ha il tempo pieno a scuola elementare, non ha l’asilo nido e il tempo pieno alle elementari, alla fine della quinta elementare è come se avesse frequentato la scuola un anno in meno rispetto agli altri. E’ ciò che determina quel divario di competenze che emerge dai dati INVALSI. Quando diciamo che i bambini del Sud hanno meno competenze, perché stanno meno tempo a scuola! La scuola rischia di essere più debole dove dovrebbe diventare più forte.”