Le parole di Dino Baggio sul doping rilasciate in una intervista a TV7 hanno scatenato una bufera mediatica, tanto da dover chiarire con una nuova intervista alla Gazzetta dello Sport. “Chiedo scusa a tutti. Io volevo dire antidoping e non doping” ha tenuto a precisare l’ex centrocampista di Juventus e Parma dopo il polverone mediatico delle scorse ore. Tanti i passaggi che hanno sollevato polemiche, su tutti le dichiarazioni impaurite sulla morte di Gianluca Vialli: “Bisognerebbe investigare sulle sostanze che abbiamo preso in quel periodo. Il doping c’è sempre stato. Bisogna capire se certi integratori col tempo hanno fatto male. Ho paura anch’io, sta succedendo a troppi calciatori“.

Dino Baggio su doping. Il centrocampista si scusa

Colpa mia. Chiedo scusa a tutti. Io volevo dire antidoping e non doping. Infatti ho aggiunto che robe strane non ne abbiamo mai prese, perché non si poteva: c’erano i controlli. Mica si scherzava. È un errore che nasce dalla consuetudine. Noi calciatori, quando andavamo a fare il test nella stanza a fianco dello spogliatoio, dicevamo: ‘Anche stavolta mi tocca il doping…’. E così questo modo di dire me lo sono portato dietro”, ha spiegato Dino Baggio alla Gazzetta dello Sport.

Gli integratori fanno male? I dubbi restano

Il mio ragionamento è figlio del dolore che mi porto dentro per la scomparsa di Vialli, che ho sempre considerato un amico e che tanto mi ha aiutato, di Mihajlovic e di altri ragazzi che, come me, hanno giocato a pallone negli anni Novanta. Sono tanti, troppi, quelli che se ne sono andati. Credo sia necessario investigare sulle sostanze farmacologiche prese in quei periodi. Magari non c’entrano nulla, magari si scopre qualcosa. L’erba? Avete presente l’odore che si sentiva quando si entrava in campo negli anni Novanta? Era un odore acre, a volte persino fastidioso. A quell’epoca, per tenere i terreni in ordine, si usavano prodotti che contenevano sostanze oggi non più consentite. Adesso, invece, per fortuna è tutto diverso. Ma quelle sostanze che io le ho respirate, si sono incollate al mio corpo. Mi faranno male? Avrò il diritto di sapere o no?” conclude Dino Baggio.

La carriera di Dino Baggio

Dino Baggio è nato a Camposampiero il 24 luglio 1971. Ex centrocampista, attualmente è un allenatore di calcio . Nel 1994 è stato vicecampione del mondo con la nazionale italiana ai mondiali giocati negli Stati Uniti. Comincia a muovere i primi passi a cinque anni nel campo, in provincia di Padova. A tredici anni viene notato dai dirigenti del Torino che lo portano in maglia granata dove cresce ed esordisce esordisce in Serie A il 9 settembre 1990, con i granata vincerà la Serie B del 1989-1990 e l’anno successivo vinceranno la Coppa Mitropa 1991 .

Divenuto presto titolare, alla fine della stagione in maglia granata colleziona 25 presenze e un gol. Nel 1991 viene ceduto alla Juventus per 9,8 miliardi, che lo gira in prestito all’Inter per una stagione, durante la quale il giocatore colleziona 27 presenze e un gol.

Tornato alla Juventus, diviene titolare vincendo la Coppa UEFA in finale contro il Borussia Dortmund: è stato il protagonista della doppia finale segnando il gol del pareggio all’andata (3-1) e una doppietta nel ritorno (3-0). Rimane ancora una stagione coi bianconeri prima di passare definitivamente al Parma di Nevio Scala per 14 miliardi di lire, con ingaggio da 1,8 miliardi netti a stagione per quattro anni.

Con il nuovo millennio arriva anche una nuova squadra, si trasferisce alla Lazio ma senza mai trovare la continuità delle esperienze passate. L’esperienza in biancoceleste non è fortunata e il centrocampista cerca fortune prima in Inghilterra con un prestito al Blackburn per poi rientrare, sempre in prestito, in Italia con la maglia dell’Ancona. Rimane di proprietà della Lazio fino al 2005 quando riesce a svincolarsi dopo aver vinto una causa per mobbing.

Nel 2005 passa alla Triestina, per ripartire con una nuova esperienza dalla Serie B; dopo tre presenze decide, nell’ottobre dello stesso anno, di rescindere il contratto con gli alabardati e di ritirarsi. Nel febbraio del 2008, dopo due anni e mezzo dal suo apparente ritiro, torna al calcio giocato. All’età di quasi trentasette anni milita in Terza Categoria, nella squadra del Tombolo, allenata dal suo primo allenatore, Cesare Crivellaro.