Blue Monday 2023: tutto quello che c’è da sapere su questa giornata. Dopo la leggerezza delle feste e la gioia per l’arrivo del nuovo anno, una nube di tristezza sembra stagliarsi all’orizzonte di tutti: è il Blue Monday, il giorno più triste dell’anno. Cade sempre il terzo lunedì del mese di Gennaio e si dice che sia stato calcolato sulla base di un’equazione, per quanto il Blue Monday appartenga più al reame della pseudo-scienza. Scopriamo insieme, qui su tag24, com’è nata la festività più triste di tutto l’anno e come si è arrivati a ricordare una data del genere.

Blue Monday quando è? Quest’anno arriva il 16 gennaio 2023.

Blue Monday 2023 significato della giornata

Blue Monday: lunedì blu. O, meglio, lunedì triste. Nella lingua inglese il blu viene spesso associato alla tristezza e l’aggettivo che indica il colore è adoperato per indicare, appunto, qualcosa di non lieto.

L’associazione del blu con la tristezza, comunque, affonda le sue radici nel XIV secolo: è il 1385, infatti, quando il celeberrimo poeta inglese Geoffrey Chaucer in “The Complaint of Mars” scrive: “Wyth teres blewe and with a wounded hert”, ovvero “With tears blue and with a wounded heart”. Questo verso può essere facilmente tradotto in italiano con “con delle lacrime blu e un cuore ferito”.

Il blu è associato alle lacrime e, dunque, anche alla tristezza.

Nel 1785, l’associazione era registrata nell’A Classical Dictionary of the Vulgar Tongue di Francis Grose, un tomo volto a registrare il parlato di Londra e tutte quelle espressioni definite inadatte per il vocabolario pubblicato qualche anno prima da Johnson (1755).

Nel 1807 fu utilizzato da Washington Irving come sinonimo di tristezza. Si riferiva in quell’occasione ai blue devils che descrivevano, fin dall’età elisabettana, una presenza inquietante e minacciosa.

Di questa locuzione si ha traccia anche nel Dictionary of Americanisms di Barrett, in cui era indicata la connessione decisa tra la tristezza e questo colore.

Perché il Blue Monday è il giorno più triste dell’anno?

Perché il 17 gennaio è il Blue Monday? Nonostante il Blue Monday si basi su un’equazione, in cui bisogna tenere in considerazione ben sei parametri (ovvero il trascorrere del tempo all’aria aperta -O-, la natura -N-, l’interazione sociale -S-, i ricordi d’infanzia delle vacanze estive -Cpm-, la temperatura -T- e il desiderio di andare in vacanza -He-, la motivazione per il quale il terzo lunedì di gennaio viene definito il giorno più triste si basa semplicemente sulla consapevolezza che le vacanze invernali sono ormai finite e, dunque, che è necessario ritornare alla vita di tutti i giorni.

Questo risultato, ovviamente, sembra assai scontato, eppure il motivo per il quale l’equazione in questione fu escogitata la rende un vero e proprio colpo di genio pubblicitario, per promuovere la prenotazione di nuove vacanze. Scopriamo insieme in che modo.

Com’è nato?

A dichiarare il primo Blue Monday è stato un comunicato stampa di Sky Travel nel 2005.

Cliff Arnall, psicologo dell’Università di Cardiff, era stato colui che lo aveva escogitato, dopo essersi reso conto che i clienti tendevano a prenotare i viaggi quando si sentivano maggiormente di malumore.

Per riuscire a combattere la tristezza, allora, era necessario prenotare un bel viaggio. Cercare di motivare scientificamente la tristezza era stato un tassello fondamentale per rendere più credibile il bisogno di viaggiare negli acquirenti e per promuovere gli spostamenti.

Ma il Blue Monday rimane pseudoscienza e la stessa università di Cardiff ha pubblicato sul giornale The Guardian, che aveva seguito l’intero caso, un comunicato stampa col quale dichiarava di prendere le distanze da Cliff Arnall, che aveva proposto per primo l’equazione.

Insomma, il Blue Monday rimane una geniale trovata pubblicitaria, mascherata da verità scientifica, che ancora oggi tenta le persone di tutto il mondo: non sono pochi, infatti, gli articoli che consigliano attività per viziarsi e per ricominciare al meglio, dopo questo giorno infausto. Nonostante questo, bisogna ricordare che, però, non eisste alcun fondamento scientifico e che non è necessaria una ricorrenza per prendersi giustamente cura di sé.