Accoltella vicino di casa per bestemmia. E’ quello che è successo a Villa Verucchio, città a sud di Rimini, quando un 31enne ha accoltellato il vicino di casa di 41 anni.
L’aggressione, avvenuta alle ore 19:00, lungo via Rossini, è l’esito di una lite conclusasi drammaticamente, in seguito ad alcune bestemmie pronunciate dalla vittima. Scattato l’allarme sul posto, i soccorsi si sono subito precipitati e il ferito è stato trasportato d’urgenza al pronto soccorso.
Accoltella vicino di casa per bestemmia: la dinamica
Tra il colpevole, un 31enne di condizioni instabili, e la vittima, il vicino di 41 anni sembrava esser scoppiata una lite furiosa: il motivo? Le bestemmie che la vittima continuava a pronunciare e che al più giovane davano particolare fastidio.
Il 31enne, all’improvviso, durante l’accesa discussione, sfodera un coltello e colpisce l’avversario con quattro fendenti, che per poco non sfiorano il polmone della vittima. Fortunatamente, i carabinieri della Stazione di Villa sono intervenuti celermente, insieme all’ambulanza che ha portato in pronto soccorso il ferito.
La vittima non si trova in uno stato grave per la sua salute e le ferite che ha ricevuto sono soltanto superficiali; il colpevole, invece, è stato condotto dai carabinieri alla caserma e la sua posizione è stata messa al vaglio dagli inquirenti, che procederebbero, vedendo la sueprficialità delle ferite, con l’accusa per lesioni.
Questa è la versione diffusa riguardo la dinamica dei fatti. La vittima, tuttavia, afferma che non ci sia stata alcuna lite, ma che il colpevole lo abbia accoltellato senza motivo. Di seguito, riportiamo le sue parole, che sono state diffuse, dopo la dimissione dal pronto soccorso:
“Non c’è stata nessuna lite. Il mio vicino di casa, verso le 19, ha suonato alla mia porta e senza dire nulla mi ha sferrato le coltellate che mi hanno preso di striscio alla spalla, alla schiena, alle braccia quando mi sono difeso. Non ho idea dei motivi per i quali mi ha aggredito.”
Accoltella vicino di casa: le bestemmie sono reato?
Per lungo tempo, le bestemmie sono state considerate reato dall’ordinamento giuridico italiano ed erano inserite nella sezione del codice penale relativo alle contravvenzioni «concernenti la polizia dei costumi».
Ma il Codice Rocco, entrato ufficialmente in vigore a partire dal 1931, prevedeva che solo le bestemmie contro la Religione di Stato, ovvero la religione cattolica, fossero definite come reato.
La legge prevedeva che fossero classificabili come bestemmie anche tutte le offese contro tutte le figure venerate dal cattolicesimo.
Il testo, infatti, recitava: “Chiunque pubblicamente bestemmia, con invettive o parole oltraggiose, contro la Divinità o Simboli o le Persone venerate nella religione dello Stato è punito con l’ammenda da lire ventimila a seicentomila.”
Tra le bestemmie erano inserite anche le pubbliche manifestazioni oltraggiose verso i defunti.
Chi bestemmia commette reato? Cosa dice l’articolo 724 del codice penale?
Nel 1999, quando la governo si trovava Massimo D’Alema, la bestemmia è stata depenalizzata e trasformata in un illecito amministrativo.
Attualmente, l’articolo 724 del Codice Penale recita questo: “Chiunque pubblicamente [266 4] bestemmia, con invettive o parole oltraggiose, contro la Divinità è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 51 a euro 309. La stessa sanzione si applica a chi compie qualsiasi pubblica manifestazione oltraggiosa verso i defunti.”
Sebbene tale legge sia da molti considerata anacronistica (a partire dall’UAAR) e nonostante la stessa Unione Europea abbia cercato di far abrogare le leggi anti-blasfemia, ancora oggi esiste la legge contro la bestemmia.