Cos’è il carcinoma ovarico? Sentiamo spesso parlare di tumore dell’ovaio, ma sappiamo che cos’é? scopriamo insieme. Il tumore ovarico è una patologia molto aggressiva che colpisce le ovaie, si manifesta con la crescita e la divisione incontrollata delle cellule dell’ovaio.
Cos’è il carcinoma ovarico?
Di questi tumori ce ne sono diversi tipi, essi sono riconducibili a: tumori epiteliali, tumori germinali e tumori stromali.
- I tumori epiteliali, sono quelli che derivano da un malfunzionamento dell’epitelio mulleriano (il tessuto che riveste l’ovaio) e possono presentarsi in forma benigna o maligna e rappresentano il 60% delle neoplasie che colpiscono l’ovaio.
- I tumori germinali, sono quelli che derivano dalle cellule che danno origine agli ovuli. Raramente si manifestano e quando lo fanno rappresentano il 5% dei tumori maligni dell’ovaio. Colpisce in giovane età, producono marcatori tumorali riscontrabili nel sangue (come l’alfaproteina o la gonadotropina corionica) diversi da quelli prodotti dai tumore di origine epiteliale.
- I tumori stromali, invece sono neoplasie ancora più rare e rappresentano il 4% dei tumori maligni che possono colpire l’ovaio.
- I tumori ereditari hanno origine da fattori genetici che si trasmettono in linea ereditaria. Tant’è che va approfondita la familiarità per risalire alle cause insorgenti.
Come si cura il carcinoma ovarico?
In realtà non c’è la cura ma la soluzione, cioè quella dell’intervento chirurgico qualora servisse per porre rimedio alla patologia. Per quanto riguarda la rimozione chirurgia, il tipo di intervento dipende dallo stadio della malattia ed è sostanzialmente risolutivo ad una percentuale pari al 70 per il primo stadio.
C’è comunque il rischio che la malattia possa riproporsi anche dopo l’intervento chirurgico. La percentuale di probabilità si riscontra intorno al 25/30 per cento e per questo motivo si preferisce adottare una terapia post intervento che consiste in una chemioterapia adiuvante a base di carboplatino/paclitaxel.
La stessa terapia può essere adottata anche prima dell’intervento chirurgico, in questo caso parliamo di neo-adiuvante. Se si sceglie questo tipo di soluzione è perché la chirurgia radicale non è possibile.
Se fino a una decina di anni fa l’unico trattamento farmacologico per le donne era rappresentato dalla chemio, oggi essa è affiancata da terapie a bersaglio molecolare, cioè quelle che vanno ad agire direttamente sulle molecole interessate.
La radioterapia non viene quasi mai impiegata nella terapia del carcinoma ovarico se non a scopo palliativo in presenza di metastasi in alcune sedi.
Come si scopre un carcinoma ovarico?
SINTOMI
Nelle fasi più avanzate i sintomi possono includere:
- senso di pressione o dolore all’addome, pelvico, alla schiena o alle gambe,
- addome gonfio o ingrossato,
- nausea, indigestione, inappetenza, presenza di gas intestinale, costipazione o diarrea,
- dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali),
- sensazione di stanchezza.
Sintomi meno comuni includono:
- dispnea (difficoltà a respirare),
- bisogno di urinare spesso e urgentemente,
- perdite ematiche vaginali (ciclo mestruale abbondante, irregolare, o sanguinamento dopo la menopausa).
GLI ESAMI
Esami di screening specifici per diagnosticare il tumore dell’ovaio, non esistono. Se si vuole, si può seguire un programma di controlli, che a partire da una visita ginecologica, per mezzo dell’ ecografia transvaginale è possibile per identificare precocemente la presenza della malattia. Nel caso c’è il minimo sospetto di tumore dell’ovaio, il percorso è presto tracciato:
- Ecografia transvaginale: esame non invasivo, ben tollerato dalle pazienti, utilizza una piccola sonda a onde sonore inserita in vagina per valutare l’utero e definire l’estensione locale della malattia;
- Esami di laboratorio: si osserva nello specifico il dosaggio nel sangue del CA125, una proteina che aumenta sensibilmente nella maggior parte dei tumori maligni dell’ovaio;
- TAC: esame che utilizza radiazioni ionizzanti per definire la stadiazione della malattia e identificare la presenza di eventuali noduli nel peritoneo;
- Risonanza Magnetica Nucleare (RMN): è indicata solo in alcuni casi, per valutare diverse strutture della pelvi e definire in modo preciso la struttura della massa tumorale;
- PET: permette di identificare le cellule tumorali in attività; si utilizza in caso di sospetto di recidiva;
- Chirurgia esplorativa: questo tipo di intervento serve prima di tutto per confermare la diagnosi di tumore alle ovaie, in secondo luogo eseguito in laparotomia o in larascopia serve per ispezionare le cavità pelviche d eventualmente se presente identificare la tipologia e fare una biopsia.
Quanto si vive con tumore ovarico?
La malattia quando viene diagnosticata può essere classificata in diversi stadi attenendosi a una lista della Federazione Internazionale di Ginecologia e Ostetricia (in abbreviato FIGO): stadio I, stadio II, stadio III, stadio IV, stadio V.
Quando la malattia è diagnosticata in fase iniziale, limitata all’ovaio, il tumore viene classificato come stadio I e la sopravvivenza a 5 anni di pazienti con tumore rientranti in questo stadio è di circa il 90%, mentre la sopravvivenza per un tumore con diffusione fuori dalla pelvi non supera il 40%.
La sopravvivenza scende al 15-20% negli stadi avanzati, III e IV.