Nomine Ue, una batosta su tutta la linea o quasi. Alla fine i nomi dei “Top Jobs” sono quelli che giravano da giorni, ovvero Von der Leyen, Costa e Kallas. E tutto grazie agli accordi che sono stati fatti dai gruppi su proposta dei popolari, socialisti e liberali in modo che ci si possa affidare per l’ennesima volta a Ursula von der Leyen del Ppe per un secondo mandato alla guida della Commissione europea.

Nomine Ue, Meloni si è astenuta su Von der Leyen ma aveva detto no a Costa e Kallas

IN tutto questo pacchetto nuovo, c’è la decisione su Antonio Costa per la presidenza del Consiglio Europeo e Kaja Kallas per la carica di alto rappresentante Ue per la politica estera, oltre, naturalmente, alla conferma di maltese Roberta Metsola alla guida dell’Europarlamento. Una sconfitta bruciante per il presidente del Consiglio Giorgia Meloni che, a quanto si apprende, da fonti diplomatiche, si sarebbe astenuta sul voto da dare a Ursula von der Leyen, mentre c’è stato un secco e perentorio il no al socialista Costa alla presidenza dell’Europarlamento e pure su Kaja Kallas come Alto rappresentante per la politica estera Ue.

Insomma, una decisione che sarà dura da mandare giù soprattutto per quello che aveva fatto e detto la Premier italiana nel Parlamento, facendo ampiamente capire che la direzione che si stava prendendo non era quella che arrivava dal voto espresso dalle persone. Ora bisognerà vedere come interagirà Meloni da qui ai prossimi giorni e come si posizionerà l’Italia, anche perché erano anni che non risultava decisiva sulle nomine del Consiglio Europeo.

Il voto per la ratifica delle nuove nomine è atteso per luglio. Ursula Von der Leyen avrà il secondo mandato a capo della Commissione Ue. Al voto della Plenaria è legato anche quello della premier estone Kaja Kallas che è stato scelto dai leader europei, tranne Melonoi e Orban, come Alto Rappresentante per la politica estera. Per quanto riguarda l’ex premier portoghese Costa prenderà il posto di Charles Michel alla guida del Consiglio europeo, ma per la sua posizione non serve il voto della Plenaria.