Continua il toto-nomi in casa Pd per la candidatura a segretario del partito in cui potrebbe inserirsi anche l’ex ministro Andrea Orlando. Mentre il Partito Democratico vaglia la possibilità di affidare il proprio destino a Stefano Bonaccini o Elly Schlein – tra i più papabili – salgono le voci che anche Orlando possa inserirsi in questa corsa a due.
Voci che però lo stesso Orlando ha voluto allontanare in maniera netta anche perché in questo momento dal suo punto di vista vanno sostenute le idee e non i candidati. Partendo proprio dal binomio Bonaccini-Schlein, l’ex ministro ha dichiarato:
Se Bonaccini rappresenta il vecchio ed Elly Schlein il nuovo sì vedrà nello sviluppo del lavoro del comitato costituente ma a sorpresa le istanze di novità e di cambiamento arriveranno dal mondo cattolico, dal mondo ambientalista. C’è una dialettica del tutto nuova tra chi pensa che le cose vadano bene cosi come sono e che con un po’ di buongoverno si possano evitare i danni più macroscopici e chi invece ritiene che per evitare quei danni sia necessario mettere le mani al funzionamento del sistema, pensare a politiche di redistribuzione, pensare a politiche di transizione ecologica, perché le cose non andranno da sole in quella direzione.
Quanto alla sua posizione:
Io candidato per la guida del Pd ? Aggiungere un nome a quelli di chi già si è candidato alla segreteria non mi sembra un modo di risolvere il problema ma semmai di aggravarlo. Continuo a insistere sull’esigenza di mettere al centro le idee.
Governo, Orlando allontana la candidatura al Pd e parla di lavoro e manovra
Passando alle idee, per l’appunto, Andrea Orlando ha voluto poi sviare dal discorso legato alla segreteria del partito per parlare di temi più fondati; prima però un passaggio sul possibili “rebranding” del partito:
Chiamarci Partito Democratico e del Lavoro? Sono pienamente d’accordo, a livello simbolico avrebbe una grandissima forza. Anzi dovremmo proporre questo nome con un referendum, in parallelo alle primarie.
Da qui lo spunto proprio sul lavoro:
Il lavoro non è più quello della fabbrica, fordista di una volta, ma tutto il mondo della piccola impresa, degli autonomi è schiacciato dei soggetti sovranazionali. In Italia il 12% dei lavoratori sono sotto la soglia di povertà. Si dice che i giovani non sono attratti dal lavoro ma un conto era il lavoro del passato che ti dava la possibilità di crescere e un conto il lavoro di oggi che non consente non solo di mantenere una famiglia ma neppure di vedere una crescita per il futuro. Un Partito democratico nuovo dovrebbe rivolgersi a una platea molto vasta perché l’inflazione colpisce anche il ceto medio, anche quel pezzo di società che si sentiva al riparo.
Infine, una battuta conclusiva sulla manovra ed in particolare sul tema legato al pos che ultimamente crea sempre più dibattito tra i banchi del Parlamento e non solo:
Il rischio di un aumento dell’evasione fiscale limitando i pos è evidente. Il segnale è “se non usate strumenti che rendono tracciabili i pagamenti noi siamo contenti“. Le conseguenze le tragga poi ognuno.