La recente sentenza emessa in Australia, che dichiara l’obbligo vaccinale come illegale, ha generato un ampio dibattito e sollevato significative questioni legali ed etiche riguardo all’obbligo del vaccino anti-Covid.
Questo pronunciamento storico rappresenta un importante punto di svolta nel contesto della lotta contro la pandemia e pone in risalto la complessa intersezione tra i diritti individuali e la responsabilità collettiva nella gestione della salute pubblica.
L’obbligo vaccinale durante la pandemia è scattato in tutti i paesi, con conseguenze più o meno gravi.
Vediamo ora le motivazioni dietro questa decisione e le implicazioni che essa porta con sé e come influirà sulla scelta degli altri paesi.
Obbligo vaccinale illegale: sentenza storica in Australia
Una storica sentenza in Australia riguarda le vaccinazioni contro il Covid19. La Corte Suprema del Queensland ha dichiarato illegale l’obbligo vaccinale, soprattutto per i dipendenti pubblici che altrimenti non avrebbero potuto lavorare senza essere vaccinati.
Con tutta probabilità ora ci saranno migliaia di ricorsi da parte di tutti coloro che hanno dovuto rinunciare al loro lavoro e al loro stipendio.
La sentenza della Corte Suprema del Queensland potrebbe essere solo la prima di molte cause legali simili. Esperti di diritto ritengono che questa decisione potrebbe avere un impatto su altri stati.
Decine di dipendenti del Queensland Police Service (QPS) e del Queensland Ambulance Service (QAS) hanno contestato l’obbligo vaccinale nel 2022.
Ora, quasi due anni dopo, il giudice Glenn Martin ha stabilito che quell’obbligo violava alcune disposizioni dello Human Rights Act (HRA). Come è accaduto nel nostro Paese. Anche qui, quegli obblighi hanno violato molte norme costituzionali.
Quali sono le motivazioni di questa storica sentenza
Nella sentenza, il giudice Martin ha stabilito che le direttive che stabilivano l’obbligo vaccinale, violavano la sezione 58 dell’HRA, che richiede ai dipendenti del servizio pubblico di considerare adeguatamente i diritti umani prima di prendere decisioni e di agire in modo conforme a tali diritti.
Il premier Steven Miles ha dichiarato che il governo del Queensland ha chiesto consulenza legale dopo la decisione della Corte e sostiene che le azioni intraprese durante la pandemia sono servite solo a garantire la sicurezza dei residenti.
Ha sottolineato che non ha rimpianti riguardo alle misure adottate, affermando che sono state le scelte giuste e che hanno dato buoni risultati.
Quali saranno le conseguenze di questa storica sentenza sull’obbligo vaccinale?
Cosa significa tutto questo ora? Wendy Bonython, professore associato di legge presso la Bond University, prevede che nei prossimi mesi ci saranno sicuramente altre richieste presentate nei tribunali del Queensland e in altre giurisdizioni.
“Questa è solo la prima di una serie di azioni legali che vedremo portate davanti ai tribunali”, ha detto. “È una decisione significativa perché è la prima di questo genere“.
In altri stati, qualsiasi controversia su linee simili, potrà essere affrontata allo stesso modo e ottenere lo stesso tipo di sentenza.
L’impatto della sentenza riguarda tutti i lavoratori pubblici, insegnanti, operatori sanitari. Purtroppo non permette il reintegro immediato sul posto di lavoro, ma è un importantissimo passo avanti.
I lavoratori australiani licenziati per l’obbligo vaccinale, basandosi su questa sentenza, potranno portare avanti un percorso per essere reintegrati nel loro impiego.
I lavoratori licenziati per l’obbligo vaccinale potranno ottenere un risarcimento?
Che dire di un eventuale risarcimento? Bill Potts, avvocato penalista ed ex presidente della Queensland Law Society, dice che spetta ai tribunali decidere se i lavoratori avranno successo nel richiedere un risarcimento per “perdita di lavoro” o “danni subiti”.
L’importante è che un tribunale, la Corte Suprema, abbia finalmente stabilito che quel terribile obbligo era totalmente illegale.
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Perché l’obbligo vaccinale è incostituzionale
Un obbligo generale di vaccinazione viola importanti diritti fondamentali, tra cui:
- il diritto alla vita e all’integrità fisica;
- alla libertà di credo e coscienza;
- al diritto dei genitori di prendere decisioni per i propri figli;
- alla libertà professionale dei medici.
Le autorità possono limitare questi diritti solo se l’intervento è proporzionale. Tuttavia, un obbligo generale di vaccinazione contro il coronavirus non è proporzionato perché non è efficace nel raggiungere gli obiettivi di politica pandemica, perché, essendo un vaccino imperfetto, non impedisce il contagio e la diffusione del virus.
Inoltre questo tipo di obbligo potrebbe minare la fiducia nello Stato e nella democrazia. Infine, un tale obbligo non rispetta il principio dello Stato di diritto e viola la dignità umana, poiché toglie ai cittadini la decisione personale di vaccinarsi in situazioni di incertezza scientifica e di sicurezza dei vaccini.