Ci sono storie di italiani all’estero che hanno un lieto fine, altre contorte e altre ancora distorte. Ma ci sono pure storie di italiani dimenticati e abbandonati all’estero. Quest’ultimi di chi sono figli e cittadini? Non solo. Nomi e cognomi. Cosa hanno in comune Ilaria Salis, Chico Forti e Matteo Falcinelli? Tutti e tre hanno dovuto subire trattamenti al limite della dignità umana. Legati, picchiati e abusati da forse dell’ordine di Paesi che si definiscono civilizzati. Tuttavia, ci sono altri nomi, quelli di Filippo Mosca e Luca Cammalleri, ad esempio.

Due vite, due famiglie, affetti, amici, strappati con violenza dalle mani dei due giovani siciliani, le cui storie sono rimbalzate su tutte le pagine di cronaca dei giornali italiani. Due ragazzi, neppure 30enni, rinchiusi in un carcere-lager in Romania per un reato che non hanno commesso.

Filippo e Luca abbandonati dall’Italia: Governo troppo impegnato con la Salis, Forti e Falcinelli? Le opposizioni?

Lascia alquanto perplessi e amareggiati sapere che agli occhi dello Stato non siamo tutti uguali. Sì, perché, a quanto pare, i politici che si affannano a fare campagna elettorale e si fanno paladini dei più deboli, poi, non si fanno scrupoli a fuggire alle domande scomode.

E l’amarezza aumenta, si fa acre, a leggere l’evidente disparità di trattamento riservata a Filippo e Luca rispetto che all’ormai celebre Ilaria Salis, avviata sulla strada della politica, proprio da AVS (Alleanza Verdi e Sinistra), e candidata alle Europee 2024.

Oppure ancora all’altrettanto giovanissimo Matteo Falcinelli, vittima dell’abuso di potere della polizia di Miami, che lo ha legato, deriso e incaprettato. Le immagini della bodycam degli agenti hanno indignato e sconvolto tutta Italia, che ha chiesto giustizia per il 25enne. Il Governo si è subito mobilitato per fare luce sull’accaduto e ora la Farnesina lo sta assistendo legalmente.

Ma non c’è due senza tre. Un altro nome è finito sotto i riflettori: Chico Forti, dopo oltre 24 anni di carcere è tornato nel nostro Paese, dove finirà di scontare la condanna all’ergastolo per l’omicidio di Dale Pike. A prenderlo all’aeroporto di Pratica di Mare direttamente Giorgia Meloni in persona. Soddisfatto, ovviamente anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ultimamente si è vantato del suo “silenzioso lavoro, che porta risultati“.

E Filippo Mosca e Luca Cammalleri? Dove si collocano all’interno dell’agenda di questo impegnatissimo governo? Opposizioni comprese, ovviamente.

La mamma di Filippo: “Speravo che il governo italiano ci aiutasse, ma non è intervenuto nessuno”

In esclusiva a Tag4.it Ornella Matraxia, mamma di Filippo, ha confessato di aver coltivato la speranza di un aiuto o un sostegno da parte del governo. Speranza morta sul nascere:

Purtroppo non si è mosso niente. Io speravo che il nostro governo facesse qualcosa per accertarsi che le cose fossero fatte bene. Però no, non è intervenuto nessuno, altrimenti sicuramente non avremmo avuto questo risultato. O forse posso pensare che l’Italia non abbia un peso sufficiente a far muovere le cose in un Paese come la Romania. Ha vinto la polizia alla fine

Che sia perché il caso di Filippo e Luca non abbia avuto abbastanza risonanza mediatica? O la questione è un’altra? Secondo la mamma del giovane Mosca, la risposta potrebbe essere chiara:

Filippo non è stato un caso politicizzato nel modo più assoluto e questo chiaramente ha fatto la grande differenza. Comunque, noi siamo una famiglia normalissima, con le risorse di una normalissima famiglia nella media, per cui se non hai un supporto importante di una parte politica o di una grossa associazione, o di qualcuno di veramente agganciato politicamente è difficile insomma avere attenzione.

Io tutte le volte che ho sentito gli interventi da parte dei nostri ministri sono stati interventi atti a dire: “Eh beh, ma i detenuti italiani all’estero sono più di 2mila. Noi ci prendiamo cura di tutti”. E io penso che non è vero, Non è stato vero per Filippo. Ma conosco anche Francesco Flauto, che è l’altro ragazzo che è stato proprio lì a Porta Alba per un’altra faccenda. Conosco Luca e la ragazza che è lì dentro. Per la Salis si è mossa tutta un’area politica a supporto e hanno fatto benissimo ovviamente. Stessa cosa per per gli altri ragazzi e per lo stesso Matteo Falcinelli e anche il caso eclatante di Chico Forti”

Ornella Matraxia: “Sono persone, non casi”

Ma Salis, Forti, Flauto e persino Falcinelli sono solo “emblemi” del tornaconto dell’una o l’altra fazione politica. Simboli utili per fare campagna elettorale o, eventualmente, mostrare che “il governo c’è e si preoccupa” come piace tanto spesso dire alle Schlein, Salvini, e compagnia di turno. Tuttavia, come la stessa Maraxia ha detto “Fa piacere che siano tornati, però non dovrebbero essere dei casi“:

“Tra le altre cose quello di Filippo è stato un caso che si è conosciuto con Le Iene, che hanno mostrato quali fossero i grossi errori presenti all’interno della sentenza, però nessuno ha preso le carte in mano e ha battuto i pugni per lui. Io non so se dovevo forse muovermi in maniera diversa, sento forse di non avere fatto abbastanza. E questa è una cosa che non mi fa stare bene.

È davvero scandaloso che dei ragazzi innocenti stiano pagando una sentenza così dura. E anche se fossero colpevoli, per 100 grammi di droga non è possibile che tre ragazzi incensurati prendano 24 anni assieme. Quando lo stesso tribunale, proprio in questi giorni, hanno dato 3 anni e mezzo ad una persona che aveva 2 kg e mezzo di pillole. C’è un accanimento.

Ed è dispiaciuto anche il fatto che i giudici abbiano preso questi ulteriori tre mesi perché prima avevano stabilito la data ad aprile. Poi ho saputo che la decisione di rigetto dell’appello l’hanno presa solo il giorno prima. È una sofferenza inutile per i ragazzi lì dentro e per le famiglie fuori. Sono indignata, da madre sarei indignata a conoscere una situazione del genere. Non capisco come mai questa indignazione non sia più diffusa”

Il supporto delle associazioni

Nel desolato panorama politico di voci grosse, le uniche ad aver fornito vera assistenza e vero supporto alle famiglie Mosca e Cammalleri sono state le associazioni, alle quali la signora Matraxia ha espresso la propria gratitudine:

“Ci sono sempre state le associazioni “Nessuno tocchi Caino” di Rita Bernardini e anche Katia Nedda con “Prigionieri del silenzio”. Sono sempre state molto carine e molto vicine. Però per il resto, assolutamente nulla. Io ho pure scritto al Presidente Mattarella mesi fa, non ho ricevuto alcuna risposta. L’europarlamentare Donato che è andata a visitare i ragazzi è stata molto carina. Ha mandato un messaggio non personalmente a me, sempre tramite media della vicinanza e del dispiacere di questa situazione

L’associazione “Prigionieri del silenzio”, il giorno dell’udienza, era venuta a darci supporto con un interprete rumeno-italiano, in modo da farci capire quali sarebbero state le parole del procuratore. Purtroppo, gli stessi giudici stessi hanno fatto accomodare fuori tutti, compresi i funzionari dell’ambasciata”

E aggiunge:

“Filippo mi ha detto che lui è pronto a parlare con i giornalisti, perché ce ne sono alcuni che vogliono andare proprio lì ad intervistare direttamente lui. Io gli ho detto che prima deve sbrigare la procedura per poter ricevere dei visitatori nel nuovo carcere. Poi potrà parlare con i giornalisti, in modo che, magari, ascoltando le sue parole qualcuno si rende conto del dramma che sta vivendo