Le Olimpiadi a Roma non si faranno. Il premier ha stroncato la candidatura della Capitale: “Troppe incognite e costi non chiari”. Petrucci e Alemanno amareggiati. Contento Bossi: “Lì fanno solo casino”.

La stroncatura di Mario Monti alla candidatura di Roma ai Giochi del 2020 è stata presa male dal sindaco Alemanno e dai membri del comitato organizzatore. Il premier ha valutato troppo onerosa questa sfida, ricca di “incognite e costi non chiari”. “Il governo non si sente, nelle attuali condizioni dell’Italia, di assumere questi impegni di garanzia”. Secondo il premier, le Olimpiadi a Roma sono “un’operazione che potrebbe mettere a rischio i denari dei contribuenti, proprio mentre siamo sottoposti nei prossimi vent’anni ad un’operazione di rientro dal debito, operazione condivisa e accettata in sede europea dal precedente governo”. Nella scelta del “no”, oltre alla critica condizione finanziaria italiana, ha pesato anche la valutazione di Atene 2004 (anche per organizzare quei Giochi, la Grecia si è ridotta sul lastrico) e i costi raddoppiati per l’Olimpiade che si svolgerà a Londra (27 luglio-12 agosto 2012).

Il rifiuto di firmare la lettera di garanzia, sebbene atteso, è stato preso male dal sindaco Alemanno, dal presidente del Coni Petrucci e dai membri del Comitato Organizzatore. “Serviva più rispetto – ha dichiarato Petrucci -. Ci sono rimasto molto male”. “Siamo arrivati all’ultimo giorno – ha aggiunto -, mi ero illuso”.

“L’esito è stato negativo”, ha commentato amareggiato ieri Alemanno, appena uscito dall’incontro a Palazzo Chigi. Il sindaco, però, non si dà per vinto e respinge con forza le voci che lo volevano dimissionario: “Mi spiace deludere gli oppositori – ha detto -, ma non mi dimetto”.

In tutto questo carosello di delusi, c’è però qualcuno che sembra soddisfatto. Il leader leghista Umberto Bossi ha infatti commentato così la scelta di Monti: “Una decisione ottima, la condivido, a Roma fanno solo casino”.

P. Pigliapoco