Un attore poliedrico e multiforme, che nel corso della sua carriera è riuscito ad interpretare i ruoli più disparati: da Fabrizio De André a Benito Mussolini, Luca Marinelli, grazie al suo talento, torna al Festival del cinema di Venezia 2024. Arriva alla kermesse dedicata alla settima arte per la serie “M. Il figlio del secolo”, basata sul romanzo scritto da Antonio Scurati (vincitore del Premio Strega nel 2019). Scopriamo quali sono gli altri personaggi famosi che ha interpretato Luca Marinelli davanti alla cinepresa.

Da De André a Mussolini, Luca Marinelli: i personaggi tra film e serie

Dai Fabrizio De André a Benito Mussolini, Luca Marinelli nei film e nelle serie, si è calato nei panni di personaggi storici realmente esistiti o di pura fantasia, completamente diversi tra loro. Il volto dell’attore è uno dei più amati sul piccolo e grande schermo dal pubblico negli ultimi anni. Le sue collaborazioni con registi di fama internazionale hanno contribuito ad aggiungere successi nel suo percorso lavorativo, al punti di portarlo a vincere un David di Donatello (2016), due premi al Festival del cinema di Venezia (2015; 2019) e due Nastri d’Argento (2016; 2023).

Tra i personaggi di Luca Marinelli che hanno avuto maggior riscontro ricordiamo Cesare in Non essere cattivo (2015) di Claudio Caligari, dove è un ragazzo romano problematico, invischiato in un giro di droga, alla ricerca disperata di una vita migliore e “normale” insieme all’amico di sempre Vittorio (Alessandro Borghi). Nello stesso anno Marinelli lavora sul set di un altro film che lancerà la sua carriera tra le stelle, Lo chiamavano Jeeg Robot, diretto e prodotto da Gabriele Mainetti. Qui è lo Zingaro, il cattivo della pellicola che lotta contro il supereroe dai modi rozzi ma dal cuore buono, Enzo Ceccotti/Jeeg Robot (Claudio Santamaria).

Nel 2018 l’attore è il protagonista di Fabrizio De André – Principe libero, il biopic sul leggendario cantautore genovese italiano, distribuito prima nelle sale e poi mandato in onda in tv sulla Rai. Marinelli si immedesima nella vita dell’artista, offrendo uno spaccato sulle sue origini, l’inizio della carriera, l’arrivo della fama, l’impegno politico, l’amore con Dori Ghezzi, il famoso rapimento in Sardegna e, soprattutto, i retroscena della creazione delle canzoni.

Un altro personaggio che ha segnato il percorso di Luca Marinelli è il poeta e scrittore dalle umili origini, Martin Eden (2019), nato dalla penna di Jack London nel 1909, diventato film grazie alla regia di Pietro Marcello. La pellicola è stato presentata in concorso alla 76esima edizione del Festival di Venezia: l’attore ha vinto la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile. Nel 2021 Marinelli interpreta un altro iconico ruolo, quello di Diabolik, nel film dei fratelli Manetti, l’adattamento cinematografico del leggendario fumetto.

Luca Marinelli a Venezia 2024 per “M. Il figlio del secolo” | VIDEO

All’81esima edizione del Festival del cinema di Venezia, oltre che per le pellicole in e fuori concorso, c’è grande hype anche per le serie tv. Oltre all’opera prima in puntate del regista Alfonso Cuaròn, “Discalimer”, la curiosità degli appassionati del mondo dello spettacolo ricade anche su un prodotto che parla della storia italiana.

Si tratta di “M. Il figlio del secolo”, la serie targata Sky, diretta da Joe Wright, tratta dall’omonimo romanzo dello scrittore Antonio Scurati, che racconta l’ascesa al potere di Benito Mussolini. Ad interpretare i panni del leader del Fascismo italiano è Luca Marinelli. L’attore è ospite alla Mostra del cinema di Venezia 2024, insieme al regista e al cast della serie, proprio per la presentazione fuori concorso del progetto.

La narrazione di “M. Il figlio del secolo” parte dal 1919, dal periodo in cui vennero fondati i Fasci Italiani, passando per il celebre discorso di Mussolini pronunciato in Parlamento nel 1925, subito dopo l’omicidio di Giacomo Matteotti, e offre uno spaccato delle vicende personali del Duce.

Luca Marinelli, in conferenza stampa a Venezia, ha confessato ai giornalisti le difficoltà di interpretare questo ruolo:

“Credo che per fare questo lavoro onestamente sia importante approcciare al personaggio sempre sospendendo il giudizio. E diciamo che da antifascista aver sospeso il giudizio per quei sette mesi è stata una delle cose più dolorose che io possa aver mai fatto nella mia vita”.