Ognuno vive l’amore come può. Ai tempi di internet le abbiamo viste, e sentite, quasi tutte: alcune per interposta persona, altre direttamente. C’è anche chi celebra le nozze, e vive la quotidianità, a distanza, in videochiamata; c’è chi intrattiene diversi rapporti contemporaneamente, i cosiddetti poliamorosi; c’è chi sembra quasi disperato per la condizione di singletudine cronica, ma si autosabota scegliendo persone impegnate. Così, la sparuta quantità di persone regolarmente coniugate, felicemente in coppia, sembra essere una fortunata élite. Tra i tanti modi di vivere l’amore i sovversivi sembrano essere proprio loro: a quale gruppo senti di appartenere?
Scusa celebre che evita l’inizio di una relazione: “Ho da poco chiuso un’altra storia”
Sarà capitato a tutti di incontrare una persona gradevole che ha declinato l’idea di cominciare una relazione. “I cosiddetti ‘vorrei ma non posso‘: persone che con un pretesto plausibile dicono all’altro/a che nonostante la volontà, ed i sentimenti, non possono stabilire un rapporto solido. Uno dei motivi più frequenti è riconducibile ad un’esperienza sentimentale naufragata da poco, di cui ancora si portano addosso le ferite. Ecco un modo abbastanza manipolativo per indurre a fare di tutto per alleviare quella fantomatica sofferenza – ha spiegato la psicoterapeuta Maria Tinto – questa è una modalità riscontrabile maggiormente negli uomini, purtroppo le donne ci cascano irrimediabilmente.”
Perché si ha paura di entrare in una relazione?
Gli uomini non sono più soli, ormai, tante donne si comportano allo stesso modo: c’è chi appena si accorge che il rapporto comincia a prendere forma prende le distanze, chi banalmente fa sapere all’altro di non essere realmente interessato, o pronto, per un bel rapporto, chi finge una sessualità promiscua, o l’ha per davvero. Insomma, le scuse sono talmente tante e assurde che potremmo classificarle in ordine alfabetico. “Spaventa il confronto con un’altra persona, il fatto di mettersi in gioco e rinunciare alle proprie abitudini. Cambiare non è facile per nessuno, nonostante ci sia la volontà di condividere la propria vita, c’è comunque qualcosa che lo impedisce: cambiare è faticoso. Il cambiamento richiede impegno e costanza, ed oggi più di ieri non si è disposti a dare il proprio tempo a nessuno. Siamo diventati, consentimi il neologismo, “tempocentrici” – ha aggiunto l’esperta – centrati su noi stessi e sul nostro tempo.”
Le donne hanno le stesse paure degli uomini
“La paura di entrare nel ‘due’, ovvero di essere una coppia, qualche tempo fa era maggiormente presente negli uomini, oggi riguarda anche le donne, tant’è che cercano relazioni dove c’è già qualcun’altra. Gli uomini, mettono in atto strategie svincolanti che riguardano il lavoro, molti erotizzano il lavoro, che diventa la sola modalità da cui ricevere vero piacere – ha fatto notare Maria Tinto – le paure sono tante: si ha paura di fallire, o di ‘perdere tempo’ senza costruire nulla, di soffrire per qualcuno, e tutto questo nonostante si abbia paura di restare da soli è un vero paradosso dei nostri tempi.”
Educare all’amore per imparare ad amare
“La ‘paura di amare’ riguarda tutti. Quando ci troviamo di fronte ad una persona e ci rendiamo conto delle sue ‘resistenze’ ad abbandonarsi ad un rapporto, che possa stabilire un legame, non serve scappare né aspettare. Se l’altro/a non c’è nella relazione, se svincola e non ci rende felici, bisogna lasciarla andare senza rimpianti – ha affermato la psicoterapeuta, autrice del libro “Il sole a strisce “ – non aspettare che cambi. Non restare in attesa, come fanno molte donne. Gli uomini sono più risoluti: quando non c’è riscontro, dall’altra parte, difficilmente si mettono in attesa.”
No all’amicizia dove c’è stato amore, o anche un tentativo vano
“L’amore è un valore che si aggiunge alla nostra vita. Non deve riempire ‘vuoti’, né offrire un ‘rifugio’ alle nostre fragilità. L’amicizia non è possibile, se c’è stata una relazione o un tentativo di legame, tra i due ci sarà sempre un’ombra, a meno che non si tratti di due persone che hanno consapevolmente accettato lo stato delle cose.”
Amare rimanda ad un concetto fondamentale per ognuno di noi, l’attaccamento: ecco perché amare non è facile
“L’attaccamento si sviluppa attraverso le modalità con cui abbiamo ricevuto le cure e ci siamo sentiti accolti nel momento in cui siamo venuti al mondo. L’amore si insegna, significa che è l’abbraccio della madre rispecchia l’amore per il figlio. Gli abbracci, le coccole, l’accoglienza di uno sguardo, hanno radici nella nostra infanzia. Ecco perché è così importante l’allattamento al seno materno. Questo non vuol dire che coloro che sono cresciuti in un orfanotrofio e che non hanno ricevuto cure amorevoli, non sanno amare, ma come tutto ciò che riguarda l’ambito dei sentimenti umani, ognuno reagisce alle proprie esperienze in maniera del tutto personale. Certamente è più probabile che possano sviluppare una incapacità ad amare piuttosto che il contrario.”
Perché è così difficile dire la verità, anzitutto a se stessi?
Dovrebbe essere più facile la sincerità alla menzogna, anzitutto con se stessi, ma il viaggio è lungo e non tutti sono disposti ad affrontarlo. Dire la verità chiarirebbe da subito le intenzioni, rendendoci agli occhi dell’altro persone risolte e consapevoli, ma a giudicare dalla quantità di attenuanti che ci è toccato sentire la verità è una chimera. “La sincerità è un’ipotesi, non esiste una sola verità, esiste la verità più comoda, quella che utilizziamo più frequentemente. Diciamo che ci piace raccontarcela, talvolta al punto di crederci, pur sapendo che non è così che stanno le cose. La natura, anche in questo caso ci protegge – si è congedata l’esperta – aiuta a trovare la risposta migliore. Una risposta che è buona solo per noi, beninteso, ma questo ci basta per sopravvivere, evidentemente.” Tuttavia, il tempo delle menzogne dura quello che dura: niente in confronto all’eternità.