Donne multitasking e ultrasensibili, ma ancora aggrovigliate intorno alla stessa annosa questione: carriera o famiglia? Nel 2017 dovrebbe essere possibile poter conciliare entrambe le cose, invece è come se fossimo fermi a qualche decennio prima. Tant’è che molte mamme nonostante lavorino arrancano a gestire il denaro ed altre risorse, ben più importanti, come il tempo da dedicare alla famiglia. L’associazione Mamsitter, che ad oggi opera in Abruzzo e nel Lazio, vuole aiutare donne in situazioni simili creando una rete tra chi lavora e chi trascorre tutto il tempo a casa, in modo da creare uno scambio del tempo in baratto. Ne ha parlato Paola Cimaroli, presidente di Mamsitter, a #genitorisidiventa su Radio Cusano Campus, sottolineando anzitutto che nel mondo del lavoro la parità di genere è un optional, “nonostante la nostra Costituzione all’art. 37 dica che la donna lavoratrice deve avere gli stessi diritti dell’uomo”, specifica la Cimaroli.
“Le madri vengono viste dalle aziende come risorse problematiche perché devono occuparsi dei figli, difficilmente faranno straordinari. Chiedere part – time è un’utopia. Per queste ragioni circa dieci milioni di donne (fonte Istat) rinunciano al lavoro. Tutte le altre che si occupano sia della famiglia, che della professione, dovranno destreggiarsi tra problemi economici e psicologici. Se non si ha la fortuna di avere dei nonni che ci aiutano ad occuparci di figli molto piccoli si deve ricorrere al nido privato, dal momento che in quello pubblico è impossibile accedere, il costo incide moltissimo sullo stipendio. In città come Roma la retta mensile oscilla dai quattrocento ai seicento euro. Quanto ai problemi di gestione se abito in periferia e lavoro in centro dovrò spostarmi con l’automobile, la qualità della vita ne risente. Non è un problema solamente economico. Subentrano anche altre questioni come il senso di colpa. In Italia si ricorre al Fertility Day per dibattere del perché procreare e non si affrontano i problemi reali. Se si vuole fare un figlio la donna per la maggior parte dei casi sceglierà di stare a casa ad accudire il proprio figlio. L’associazione Mamsitter utilizza una serie di risorse femminili fatte di mamme che lavorano e altre che accudiscono i propri figli facendo in modo che da questa interazione nasca una nuova filosofia del sostegno: il mamsharing. Serviva un nuovo modo di gestire i bambini, è una rete di mamme localizzate in Abruzzo e Lazio, che offrono il proprio tempo, barattano, scambiano, la prima che lavora riceve un aiuto concreto che sarà ospitata da un’altra mamma, che fa solo la mamma. Così che la prima sia anche sicura che l’ambiente sia piccolo, che il bambino si ammali meno. L’arrivo di un bambino in una coppia incide su un equilibrio che dev’essere resettato. A molte mamme è precluso del tempo in solitudine col partner. Mettiamo in correlazione questi due tipi di mamme che diventano complementari tra loro.”
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