Masal Pas Bagdadi, psicoterapeuta e scrittrice, è intervenuta a #genitorisidiventa su Radio Cusano Campus, sui bambini adottivi, sottolineando la condizione emotiva difficoltosa dovuta alla totale assenza di radici e relazioni affettive stabili. “Gli adottivi hanno una storia, ma non hanno radici”, ha affermato Masal Pas Bagdadi.
Molti di loro, infatti, hanno vissuto in istituti, sono stati maltrattati, per questo è necessario favorire le adozioni.
L’adozione è un’occasione di riscatto, rinascita, per i bambini e gli adulti. La certezza che hanno i genitori adottivi, nell’affrontare l’arrivo di un figlio adottivo, è di riuscire a regalare amore. Ma non è la soluzione al problema. Gli adottivi soffrono l’abbandono, il compito dei nuovi genitori è rendere accoglienti le famiglie ove vengono presi in carico e restituire loro sicurezza. La certezza che non verranno nuovamente abbandonati, e che sono amati e accettati al cento per cento. Ma quale idea hanno gli adulti dei bambini?
Idealizziamo i bambini
“Gli adulti idealizzano, e le radici che i bambini hanno vengono mistificate. Immaginate come può sentirsi un bambino posto in un’istituzione. Questo non è un luogo che crea radici, per questo il dolore dell’abbandono è profondo in ognuno di loro”, ha sottolineato la Bagdadi.
Tutti abbiamo sperimentato l’abbandono. Meglio adottare durante la primissima infanzia
“Il vissuto umano dell’abbandono l’abbiamo tutti: siamo lasciati all’asilo, a scuola. Per evitare o alleviare il dolore sarebbe bene adottare un figlio durante la primissima infanzia, è più facile che diventi nostro. Più piccoli sono, più si può lavorar bene.”
Mentre l’adozione in adolescenza è più problematica. Adottare un bimbo già grande significa tentare di guarire, oltre ai vecchi problemi, anche i disagi che l’età adolescenziale porta con sé. Le famiglie adottive hanno il compito di dare da mangiare se questi bambini “hanno avuto fame, attaccarli al corpo se hanno sofferto carenze d’affetto.”
Masal Pas Bagdadi si è soffermata anche sulla funzione degli istituti dicendo: “I bambini che provengono dagli istituti sono molto disciplinati, come fossero soldatini. L’istituto fa questo, è una caserma di bambini molto piccoli. In quei luoghi hanno imparato che i bambini devono dormire e non piangere. Quello è anche il luogo che causa molti problemi.”
La mamma immaginaria
Gli adottivi hanno un’idea della vera mamma immaginaria, “per molti di loro la mamma è quella che non hanno conosciuto, è una persona di fantasia.” Chi è la mia vera mamma? parla di rinascita, che è l’opportunità della vita.