Ancora nessun avvistamento o notizie positive di Riccardo Branchini, il 19enne scomparso da Acqualagna, in provincia di Pesaro e Urbino il 12 ottobre 2024.

Un adolescente empatico, lavoratore e riservato, integrato perfettamente all’interno del tessuto della comunità locale ove è residente.

Entrambi i genitori presenti quotidianamente nella sua vita, pochi amici ma buoni, quelli giusti. Tutte persone ora estremamente preoccupate per il suo stato di salute e per le motivazioni legate ad una scelta così drastica, un taglio di ponti senza alcuna spiegazione logica.

Perché allontanarsi nel nulla, ed addentrarsi potenzialmente all’interno della Diga del Furlo di Acqualagna? A queste domande non è ancora pervenuta una risposta, ma le indagini condotte dalle forze dell’ordine, proseguono incessantemente per fornire nel minor tempo possibile una verità ai parenti.

Le ricerche del giovane, invece, sono state ufficialmente interrotte dalla prefettura fino a nuovo ordine, una scelta che ha lasciato interdetti il papà e la madre del ragazzo.

La coppia assistita dal proprio legale ha chiesto lo svuotamento del bacino idrico, una procedura sicuramente costosa, ma fondamentale per poter constatare e scongiurare, il potenziale ritrovamento del cadavere del proprio figlio.

Ma la macchina del dolore non si ferma qui: ai numeri indicati sui post del social network Facebook inerenti alla sparizione di Riccardo, sono arrivate numerose telefonate di mitomani, falsi testimoni e truffatori, pronti a fornire “informazioni utili” in cambio di una lauta ricompensa.

Tag24 ha intervistato in esclusiva l’avvocato Elena Fabbri, rappresentante di entrambi i genitori, su questa drammatica ed intricata vicenda.

Riccardo Branchini, scomparso da Acqualagna: intervista al legale dei genitori del 19enne

L’avvocato Elena Fabbri, a Tag24 ha risposto alle domande del quotidiano relative alle ricerche di Riccardo Branchini, lo svuotamento della Diga del Furlo e su mitomani, truffatori e maniaci che da settimane tormentano i genitori del giovane.

“La madre di Riccardo non risponde più al telefono a causa di contatti molesti che nelle ultime settimane le hanno dato il tormento. A fronte di questa situazione spiacevole, rispondo io al posto suo” spiega il legale dei familiari.

“Le indagini proseguono sotto molteplici punti di vista investigativi, sono condotte dalla Procura e stiamo continuando a raccogliere le segnalazioni delle persone che asseriscono di aver visto Riccardo. I genitori hanno richiesto lo svuotamento della Diga del Furlo, zona in cui è stata ritrovata l’automobile del 19enne” prosegue.

“Precisiamo che le ricerche sono state condotte benissimo e non c’è alcun stigma sull’operato della Prefettura o tantomeno della Procura. Tuttavia, come ben sappiamo, ci sono delle grotte all’interno della diga dove si creano dei vortici e l’acqua è più alta. È chiaro che in questi punti non è stato possibile accedere anche per la sicurezza dei sommozzatori e di tutte le persone impegnate nell’intenso lavoro di ricerca, perché potevano rischiare la vita” racconta.

L’avvocato Fabbri: “Le ricerche devono proseguire, la Diga del Furlo deve essere svuotata”

“Seppur le ricerche sono state condotte nella piena correttezza, non hanno comunque dato modo di appurare tutti i luoghi di una diga abbastanza circoscritta. La richiesta è dunque volta ad avere una certezza, visto che il posto principale dove si era pensato che Riccardo potesse essere, in quanto dalle prime indagini, l’automobile e gli effetti personali sono stati ritrovati in prossimità di quella zona” spiega Fabbri.

“Vogliamo dunque escludere che Branchini possa trovarsi lì. Lo svuotamento è sicuramente dispendioso ma opportuno rispetto ad altre modalità. Stiamo parlando di una vita e ciò che ho evidenziato nell’istanza che ho presentato è che le “ragioni pubbliche devono soccombere” rispetto ad una famiglia in pena da troppo tempo per un suo caro”.

“Capiamo tutti gli interessi economici, ambientali, ma di mezzo c’è la vita di un ragazzo di 19 anni. La famiglia merita pace e i genitori lo stanno cercando in tutti i modi possibili. Vorremmo che queste ricerche non fossero vane. Bisogna dare seguito al grido disperato di una mamma che cerca suo figlio ed è disposta a ricevere una risposta, qualunque sia, purché sia la verità” conclude.

La famiglia di Branchini vittima di truffe, raggiri e falsi avvistamenti

“Non soltanto i falsi avvistamenti che a parer mio sono il lato ‘meno oscuro di questa vicenda’ in quanto i mitomani ci sono sempre stati” prosegue il legale.

“La cosa che mi ha lasciato sorpresa è la volontarietà di alcuni soggetti che mi hanno contattato, alcuni forse pensando fossi la mamma di Riccardo. Hanno utilizzato un sintetizzatore vocale, altri si sono identificati come Riccardo e addirittura hanno simulato ‘urla lancinanti nel cuore della notte’, fingendo che gli stessero facendo del male…’.

“Altre persone hanno dichiarato di essere insieme a lui. Penso che dietro a tutto questo ci sia una perdita di valori morali incredibile e l‘idea di passare impuniti. Naturalmente il primo pensiero è l’impegno nelle ricerche del ragazzo, ma parallelamente ho tenuto conto di tutte le comunicazioni ricevute“.

“La fortuna è aver risposto come studio legale e aver evitato ancor più dolore alla madre e al padre di un 19enne scomparso. Mi sono fatta da scudo per loro, ma non è un lavoro semplice” conclude.