Le bandiere dei palazzi della Regione Piemonte saranno esposte a mezz’asta, domani, in occasione del lutto regionale proclamato in concomitanza con i funerali di tre dei cinque operai morti nell’incidente ferroviario di Brandizzo. Un gesto simbolico, voluto dal presidente Alberto Cirio per mostrare solidarietà e vicinanza alle loro famiglie per la tragedia che le ha colpite.

Strage di Brandizzo, lutto regionale domani in Piemonte per i cinque operai morti

Il via libera da parte dell’autorità giudiziaria alla sepoltura dei corpi delle cinque vittime della strage era arrivato ieri: con la riconsegna dei corpi alle famiglie – dopo tutti gli accertamenti del caso – sono quindi state fissate le date delle esequie. Domani, 28 settembre, si terranno quelle di Giuseppe Aversa, 49 anni, Giuseppe Saverio Lombardo, 52 anni e Michael Zanera, 34 anni.

Venerdì sarà invece la volta del funerale di Giuseppe Sorvillo, 43 anni. L’ultimo, in programma per sabato mattina, a esattamente un mese dalla strage, sarà quello della più giovane delle vittime: Kevin Laganà, 22 anni, l’unico che sarà tumulato nel cimitero della sua città, dal momento che per gli altri i familiari hanno scelto la cremazione.

Come fa un padre ad accettare di abbracciare la bara di suo figlio senza nemmeno sapere che cosa c’è dentro? – si domanda intanto Massimo Laganà in un’intervista al Corriere della Sera -. È una cosa che non mi entra nella testa. Abbiamo aspettato un mese, contavo di riportarlo a casa, stare un po’ con lui almeno un giorno. Parlargli. E invece rimarrà lì dov’è (in obitorio, ndr) e io potrò stare davanti alla sua bara soltanto il giorno del funerale.

Ai giornalisti l’uomo ha raccontato di aver vissuto per un mese come “sospeso”, aspettandosi che il figlio rientrasse da un momento all’altro dalla porta da cui l’ha visto uscire per l’ultima volta il 30 agosto scorso. Quella sera, come i suoi colleghi, Kevin si era recato presso la stazione ferroviaria di Brandizzo per effettuare dei lavori di manutenzione e sostituzione di alcuni binari.

È suo il video girato pochi attimi prima che in cinque venissero travolti e uccisi da un convoglio che arrivava a tutta velocità sulle rotaie e in cui si sente il tecnico Rfi incaricato di supervisionare i lavoratori mentre spiega loro cosa fare – e da che lato spostarsi – in caso di arrivo del treno.

La ricostruzione dell’incidente

Antonio Massa, questo il nome dell’uomo iscritto nel registro degli indagati per disastro ferroviario e omicidio plurimo con dolo eventuale insieme al caposquadra della Sigifer di Borgo Vercelli, sapeva bene che la circolazione, in quel tratto, non era ancora stata interrotta. E si sarebbe comunque assunto il rischio di mandarci gli operai.

Per tre volte la dirigente movimento di turno a Chivasso gli aveva chiesto di aspettare. Ma sembra che quella di avviare le operazioni prima del previsto fosse ormai una prassi. Un modo per “velocizzare” i lavori e far sì che le aziende coinvolte non dovessero pagare delle penali. A raccontarlo agli inquirenti sono stati alcuni ex dipendenti dell’impresa di cui le cinque vittime facevano parte, i cui vertici sono ora finiti nel mirino della Procura.

Mentre le indagini proseguono serrate per fare luce sulla verità, l’obiettivo delle istituzioni locali è fare in modo che i fari sulla vicenda “non si spengano”. Lo ha riferito il sindaco di Brandizzo Paolo Bodoni nell’annunciare l’organizzazion di una marcia silenziosa in onore degli operai morti. Domani in loro memoria alle 12 si terrà invece un minuto di silenzio su tutto il territorio regionale.

Leggi anche: “Dio vuole dirmi qualcosa”: l’ultimo post di uno degli operai morti nell’incidente ferroviario di Brandizzo