Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica, commenta le parole di Giuliano Amato sulla strage e chiede al governo italiano di fare pressioni su quello francese.
Strage di Ustica, Bonfietti in pressing sul governo italiano perché ottenga risposte da Macron: “Non bello che alleati ci trattino così”
Un vero terremoto.
Le parole pronunciate a Repubblica da Giuliano Amato sulla strage di Ustica (“Il Dc9 fu abbattuto da un missile francese“) vedono, per la prima volta, un ex presidente del Consiglio confermare chiaramente una verità sospettata e pronunciata da molti, nel corso di questi 43 anni, sebbene non sostenuta da condanne e accertamenti giudiziari, ostacolati da decenni di depistaggi e omissioni.
Parole che provocano, inevitabilmente, la reazione immediata delle persone che hanno visto morire i loro cari, quella sera del 27 giugno 1980. Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica, accoglie con estremo favore le parole di Amato.
La Bonfietti sottolinea come quella di Amato sia “una corretta ricostruzione“ di quanto accaduto quella notte, e un’importante conferma da parte delle istituzioni italiane di fatti conosciuti da anni da chi, come il compianto giornalista Andrea Purgatori, si è sempre battuto per risalire alla verità su quella terribile vicenda. Una verità cui, però, è sempre mancato proprio il sostegno esplicito di esponenti della politica.
Ora, però, dopo poche settimane dal 43mo anniversario della strage, il vaso è stato scoperchiato e le risposte devono arrivare. In particolare dalla Francia, dichiara risoluta la presidente Bonfietti, che chiede al governo italiano di alzare la voce in questo senso.
“Con questa nuova sollecitazione importantissima si tratta di far tornare con forza l’attenzione sulla vicenda e di far capire che la nostra dignità nazionale è stata molto lesa dai comportamenti degli alleati. Mi aspetto qualcosa dalla Francia e mi aspetto che il Governo della Repubblica si attivi per farsi rispondere. Non è bello che i nostri alleati ci trattino così”.