Può un pensionato aprire la partita Iva forfettaria? A fornire chiarimenti è l’Agenzia delle entrate che ha risposta a un interpello presentato da un cittadino residente in un Paese dell’Unione europea che intende aprire la partita Iva in Italia stabilendovi la residenza fiscale. Nella domanda, il pensionato fa presente di percepire, quale unico reddito, una pensione per raggiunti limiti di età quale ex dipendente della Commissione europea. L’importo mensile della pensione supera i 30mila euro al mese. A tal proposito, inoltre, l’interpellante chiarisce che il trattamento di pensione corrisposto agli ex funzionari della Commissione europea sono esenti dalla tassazione nazionale degli Stati membri. In base alle informazioni fornite dal pensionato, l’Agenzia delle entrate ha chiarito quali siano da considerare come criteri per l’apertura della partita Iva. Si presuppone infine lo svolgimento di un’attività lavorativa, come indicato dal richiedente.  

Apertura partita Iva forfettaria con pensione, si può? 

L’apertura di una partita Iva a regime forfettario di un percettore di pensione deve rientrare nei parametri fissati dalla legge 190 del 2014 che permette il sistema fiscale di favore a determinate condizioni. In primis, ed è questo il maggiore dubbio del richiedente, l’importo della pensione superiore a 30mila euro rappresenta una causa ostativa all’apertura della partita Iva.

La condizione sussiste anche se il trattamento sia soggetto a tassazione nel territorio di un Paese estero. Lo specifica l’Agenzia delle entrate nella risposta all’Interpello numero 311 del 2023. Secondo quanto prevede la lettera d) ter, del comma 57, della legge 190 del 2014, infatti, la richiesta di accesso al regime forfettario delle persone fisiche che nel passato anno abbiano percepito redditi da lavoro alle dipendenze e assimilati a esso, con importo superiore a 30mila euro, rappresenta una causa ostativa anche per i pensionati, il cui reddito può essere assimilato a quello da lavoratore dipendente. 

Partita Iva forfettaria pensione, quali sono i limiti fissati dalla legge? 

Nel chiarimento fornito dall’Agenzia delle entrate, peraltro, assume poco rilievo la circostanza di percepire una pensione da ex dipendente della Commissione europea, trattamento esente da tassazione nazionale. Quanto, piuttosto, l’importo stesso della pensione, che supera il limite ammissibile per l’apertura di una partita Iva a regime di vantaggio fiscale. Lo sforamento del tetto fissato dalla legge 190 del 2014 – che sussiste anche nel caso di lavoratori attualmente dipendenti che vogliano aprire partita Iva forfettaria – contrasta con la ratio della disposizione che avvantaggia i lavoratori non occupati attraverso la concessione di un regime fiscale agevolato, quale è quello dei forfettari. L’unica eccezione ammessa al pensionato è quella che prevede la cessazione, nell’anno precedente la richiesta di apertura della partita Iva, del lavoro alle dipendenze o assimilato. Trattandosi, quindi, di un trattamento di pensione, è escluso che il richiedente possa aver terminato di percepire il pensionamento nell’anno prima. 

Cumulabilità redditi da pensionamento quota 103 e lavoro occasionale 

L’apertura della partita Iva a regime forfettario nel caso dei pensionati comporta delle accortezze anche per altre modalità di pensionamento. Ad esempio, nel caso della quota 103, in continuità con quanto già sperimentato con quota 100 e quota 102, lo svolgimento di un’attività lavorativa è ammessa entro specifici e gravosi limiti reddituali. La cumulabilità del reddito di pensione con quello da lavoro è ammissibile solo a fronte di un’attività lavorativa, meramente occasionale, autonoma e non alle dipendenze, che comporti una retribuzione fissata al limite dei 5.000 euro lordi all’anno. In tal caso, l’apertura di una partita Iva a regime forfettario è da valutare rispetto al criterio dell’occasionalità della prestazione che fa ritenere ammissibile la cumulabilità dei redditi soltanto nel rispetto del tetto di reddito da lavoro che ne deriva.