Pignoramenti telematici sul conto corrente: nuove regole. L’Agenzia delle Entrate – Riscossione chiude definitivamente la partita con i debitori attraverso i pignoramenti veloci. Non sarà facile per i contribuenti sfuggire alle nuove regole sul pignoramento del conto corrente. Nella bozza del testo del disegno di legge di Bilancio c’è una svolta per la Riscossione.
Nella riforma fiscale, sono state eliminate le procedure che rallentavano il recupero dei crediti da parte dell’Amministrazione finanziaria. A partire dal 2024, l’Ente impositore avrà libero accesso ai dati sui conti correnti dei debitori, il che implica che avrà margini più ampi.
Ciò permetterà l’attuazione di pignoramenti rapidi, bypassando la richiesta di dati bancari e informazioni relative ai rapporti bancari dei debitori. È chiaro che gli istituti di credito saranno posti nella posizione di effettuare pagamenti in qualità di terzi creditori. Esaminiamo insieme la nuova legge sul pignoramento del conto corrente.
Pignoramenti telematici sul conto corrente
Non ci sono buone notizie: l’Agenzia delle Entrate – Riscossione non avrà più bisogno di richiedere informazioni bancarie relative alle giacenze dei conti correnti dei debitori, ma avrà accesso automatico alle disponibilità del conto.
Si tratta di un nuovo meccanismo che permetterà di “guadagnare tempo”, accelerando le procedure di recupero dei crediti.
Così, la politica del “fisco amico” si trasforma in una nuova minaccia per tutti coloro che hanno debiti pendenti con la Riscossione, a meno che non abbiano avviato un piano di rientro dei debiti iscritti a ruolo.
In futuro, sarà introdotto anche il divieto di compensazione per i debiti iscritti a ruolo superiori a 100 euro.
Quante volte l’Agenzia delle Entrate può pignorare il conto corrente?
Conformemente alle indicazioni fornite dalla Riscossione, il pignoramento presso terzi si riferisce ai crediti che il debitore ha nei confronti di terzi. È importante sottolineare che se il pignoramento coinvolge stipendi o altre forme di emolumenti derivanti dal lavoro, l’Ente impositore deve rispettare diversi limiti, tra cui:
- fino a 2.500 euro la quota pignorabile è un decimo;
- tra 2.500 e 5.000 euro la quota pignorabile è un settimo;
- sopra i 5.000 euro la quota pignorabile è un quinto.
L’Agenzia delle Entrate – Riscossione avvia i pignoramenti telematici, ecco come
Le anticipazioni sulle nuove disposizioni introdotte per l’Ente impositore (ex Equitalia) sono state incluse nella legge delega, in cui è stato definito l’automazione delle procedure relative al prelievo forzoso sui conti correnti. Una procedura molto contestata, tanto da spingere l’Esecutivo a girare il tiro sulla semplificazione dei processi di informatizzazione.
Tuttavia, nella bozza della legge di Bilancio, si reintroduce l’accesso automatico alle giacenze dei conti correnti da parte dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione. La nuova procedura di pignoramento è contenuta nell’articolo 23 della bozza della Manovra 2024. Inizialmente, verrà applicato un diverso meccanismo di recupero dei crediti che consentirà all’Agenzia delle Entrate – Riscossione di agire tramite pignoramenti telematici rapidi e veloci.
Questo processo elimina la necessità di richiedere informazioni sui dati bancari, accelerando i tempi delle procedure di circa 30 giorni. Di conseguenza, se vengono individuati crediti del debitore nelle disponibilità di uno o più istituti finanziari, l’Ente impositore emetterà e notificherà telematicamente al terzo l’ordine di pagamento. La notifica di pagamento dovrà essere inviata al debitore entro e non oltre trenta giorni dalla notifica al terzo, pena la nullità.
Pignoramenti telematici sul conto corrente: chi può farlo?
In base alla normativa vigente, sia una persona fisica che una persona giuridica, che sia un privato o l’Amministrazione finanziaria, può richiedere il pignoramento del conto corrente del debitore, a condizione di essere in possesso di un titolo esecutivo.
In conclusione, l’Agenzia delle Entrate – Riscossione, con le nuove regole automatizzate per il pignoramento del conto corrente, attiva un meccanismo indispensabile per ridurre il carico di crediti insoluti e non riscossi. L’Ente impositore procede al pignoramento del conto corrente solo se rileva la copertura adeguata, evitando la dispersione di energia e risorse, spesso senza risultato.
Grazie al libero accesso alle giacenze dei conti correnti, la Riscossione procede al pignoramento solo se la procedura risulta fruttuosa, notificando l’ordine di pagamento al terzo (la banca). Il debitore riceverà la notifica delle somme a debito pignorate entro 30 giorni. Questa non è l’unica iniziativa volta a contrastare l’evasione fiscale prevista nell‘articolo 23 della bozza di legge di bilancio 2024.