Arriva la tabella del taglio delle pensioni dopo la pubblicazione, da parte dell’Inps, della circolare numero 78 del 3 luglio 2024. Le istruzioni dell’Istituto di previdenza riguardano il nuovo sistema di computo introdotto dalla legge di Bilancio del 2024. A subirne le conseguenze sono i lavoratori cosiddetti “statali” (o “ex statali”), ai quali verranno applicati nuovi coefficienti di calcolo delle pensioni al ribasso rispetto ai vecchi indici.
Non per tutti e per tutte le pensioni. La misura della quale si parla nella circolare dell’Inps riguarda il vecchio progetto di riforma delle pensioni che colpisce i lavoratori aventi iscrizione alle Casse Cpdel (per i lavoratori degli enti locali), Cps (per i sanitari), Cpi (per gli insegnanti) e Cpug (per gli ufficiali giudiziari).
I tagli si applicano alle uscite a partire dallo scorso 1° gennaio, mentre le pensioni maturate fino al 31 dicembre 2023 rimangono intatte dalla misura di riforma. Infine, il taglio dipende dal tipo di pensione: in prima battuta si può dire che a essere penalizzati saranno soprattutto gli iscritti alle Casse di cui sopra che escano con la pensione anticipata e come lavoratori precoci.
Tabella taglio pensioni dopo la circolare Inps 78 del 2024, di cosa si tratta?
È arrivata la tabella dell’Inps in merito ai nuovi coefficienti di calcolo delle pensioni per determinate categorie di lavoratori della Pubblica amministrazione, iscritti alle Casse previdenziali degli enti locali, dei sanitari, degli insegnanti e degli ufficiali giudiziali. Le categoria lavorative erano state investite a fine anno scorso dal progetto di riforma che implica l’applicazione di indici che entrano nel calcolo dell’assegno di pensione più bassi rispetto a quelli utilizzati per le pensioni datate entro la fine del 2023.
Restano esclusi, dunque, i contribuenti che abbiano maturato i requisiti di pensionamento entro il 31 dicembre scorso, più i lavoratori che rientrino in altre specifiche misure di salvaguardia.
Per chi i tagli della futura pensione? Colpiti lavoratori enti locali, sanitari, insegnanti e ufficiali giudiziari
In primis, nel determinare chi subirà gli effetti restrittivi sulle future pensioni si guarda al sistema previdenziale di provenienza. I tagli saranno applicati alle nuove pensioni, decorrenti dal 1° gennaio 2024, di lavoratori del sistema retributivo, ovvero di chi abbia maturato l’anzianità contributiva entro il 31 dicembre 1995 (fino al 31 dicembre 2011 per i lavoratori che, entro fine 1995, avevano almeno 18 anni di contribuzione). Quel che si va a ridurre nel calcolo della pensione è il peso degli anni di lavoro nel sistema retributivo.
Chi rientra in questi due parametri e sia iscritto alle Casse della previdenza di cui sopra, subisce la revisione delle aliquote rispetto a quanto avveniva fino al 31 dicembre 2023. La differenza è consistente: fino al 2023, infatti, si applicava un indice del 2,5% per ogni anno di anzianità, da uno a 15 anni. Si poteva arrivare, dunque, a un indice massimo del 37,5%. Dal 1° gennaio 2024 il coefficiente da applicare è notevolmente ridotto, come si può verificare sulla tabella allegata alla circolare 78 del 3 luglio 2024 dell’Inps.
Taglio pensione anticipata, ecco di quanto per applicazione nuovi coefficienti 2024
Il calcolo della pensione con l’applicazione dei nuovi coefficienti porta a verificare dalla tabella che, prima della riforma, un mese di anzianità corrispondeva a un indice di calcolo del 23,865%, mentre dal 1° gennaio scorso l’indice scende allo 0,208%.
Proseguendo con chi subirà dei tagli alla pensione perché richiesta dal 1° gennaio 2024 in poi, troviamo coloro che usciranno con la pensione anticipata o con la pensione destinata ai lavoratori cosiddetti “precoci” (quota 41 di contributi più un anno di versamento entro la maggiore età più i requisiti dell’Ape sociale).
Per quali pensioni e pensionati non ci sarà il taglio della tabella Inps 2024?
La stretta non si applica ai contribuenti che abbiano maturato i requisiti prima del 1° gennaio 2024, ai lavoratori in uscita per il raggiungimento dei limiti di età, di servizio o di collocamento a riposo d’ufficio in rapporto a quanto prevedono le attuali norme sull’ordinamento dei lavoratori del pubblico impiego.
I vecchi coefficienti continueranno a essere applicati anche nei casi di uscita con pensione di vecchiaia (ad oggi, a 67 anni di età con 20 anni di contribuzione), quota 100 (con diritto di uscita anticipata già cristallizzato entro il 31 dicembre 2021 a 62 anni unitamente a 38 anni di contributi), pensione anticipata flessibile (64 anni di età unitamente a 20 anni di contribuzione e a una pensione maturata di almeno tre volte la pensione sociale per chi abbia iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995), lavori pesanti e faticosi (prima del 1° gennaio 2024), pensione di inabilità e indiretta.