Tutti la attendevano ed Elodie non ha deluso le aspettative al Festival di Venezia 79 in cui debutta come attrice con Ti mangio il cuore, il racconto della prima pentita del Gargano diretto da Pippo Mezzapesa. Un film splendido per regia, scrittura e soprattutto interpreti perché oltre ad Elodie abbiamo una favolosa Lidia Vitale alla miglior prova della carriera. Applausi a scena aperta anche per Tommaso Ragno, Francesco Di Leva e Francesco Patanè.
Ti mangio il cuore girato in bianco e nero è un film con un fortissimo colore nella sua anima e trova nella debuttante Elodie un’interprete piena di forza, capace di creare un magnetismo è un trasporto verso un personaggio difficilissimo per un’opera prima. Il film arriverà nelle sale il 23 settembre, ma è molto più di una mera operazione commerciale costruita attorno a una delle stelle della musica italiana del momento, ma bensì un’opera di denuncia sociale necessaria per raccontare una delle mafie più cruente e meno conosciute del nostro paese. Dopo il debutto sullo schermo poi ci sarà l’uscita in streaming su Paramount Plus, a riprova di come in questo prodotto siamo in tantissimi a credere e ne hanno ben donde.
I flash come detto sono tutti per Elodie, splendida alla presentazione così come lo era stato ieri allo sbarco al lido di Venezia: “Avevo pensato sarebbe stato bello fare un’esperienza come attrice, aspettavo un qualcosa di magico per poter esprimere quello che con il mio lavoro di cantante non riesco a fare, ho letto questo personaggio così sfaccettato e ho capito che era il tipo di storia che volevo raccontare. Ho pensato che il personaggio di Marilena fosse soprattutto vero. Questa era una grande occasione di andare in profondità perché la mia è musica di intrattenimento. Ho avuto la fortuna di lavorare con Lidia Vitale che si è messa a completa disposizione. Recitare, rispetto a cantare, mi ha fatto toccare vibrazioni più profonde di me stessa. È un po’ come andare in analisi. Mi piacerebbe scegliere altri progetti come questo con cura, il cinema può avere per me una funzione di terapia e cura dell’anima”.
Immancabili le domande sulla politica, con la querelle tra Elodie e Giorgia Meloni che sembra destinata a non avere fine: “Sono una cittadina e in quanto tale mi interesso di politica è del tutto normale, anche perché credo che ci sia un un livello dei diritti umani sotto il quale non si deve mai andare. Se ci fosse un candidato di destra con idee interessanti lo voterei pure e confesso che, ad esempio, non ho mai votato Pd. Il fatto è che tutti mi vogliono etichettare”, mentre sui diritti LGBT dopo essere stata protagonista del Roma Pride sottolinea “Si sono fatti molti passi avanti. Oggi anche in terza elementare si parla di ‘fluidità’, certo è inevitabile che ci sarà sempre chi è contro”.
Pippo Mezzapesa è il regista che ha fortemente voluto realizzare questo film e creduto in Elodie: “Mi hanno proposto il libro su questa quarta mafia efferatissima, che uccide togliendo la faccia. Leggendo tra le varie storie di questo romanzo ho individuato una storia quella della prima pentita della magia del Gargano. È stato un incontro casuale tra una storia che conoscevo ed ho individuato nel romanzo di Carlo Bonini e Giuliano Foschini. Per me ci sono stati due punti di partenza: il bianco e nero ed Elodie“, poi spiega com’è nato il coinvolgimento della cantante: “Eravamo a pranzo con Nicola Giuliano e si ragionava sulla possibilità di avere un’attrice per un personaggio forte e variegato, ricco di contrasti e con grande grinta. Non so perché, ma istintivamente ho pensato ad Elodie. Lui è rimasto spiazzato, siccome è una persona istintiva ha accolto questa proposta. Abbiamo accerchiato Elodie facendole leggere la sceneggiatura, lei molto coraggiosamente si è tuffata nell’esperienza perché inizia un percorso con un personaggio tanto complesso”.
Il regista risponde le accuse che la scelta della cantante sia stata dettata dal marketing: “Elodie impreziosisce un cast che abbiamo scelto con impegno e attenzione, un cast ricco che potesse anche mimetizzarsi con la realtà. Credo di esserci riuscito e credo anche che il pubblico debba dialogare con il film riportandolo in sala. Penso che persone come Elodie con la sua forza possano aiutare”, poi si sofferma sulle differente tra la Marilena di Elodie e la Teresa di Livia Vitale: “Due donne che amano di un amore differente, ma comunque forte. Due donne che rimangono una irretita da un contesto e prigioniera di un amore ossessivo, mentre Marilena è l’amore salvifico di Andrea da questo contesto che però in modo ineluttabilmente si compie. Il personaggio di Marilena è paragonato ad Elena di Troia, ma fa delle scelte forti in modo attivo”.
Francesco Patanè è il coprotagonista al fianco di Elodie: “Un personaggio che parte da spensieratezza e voglia di un giovane amore, ma si trasforma in qualcosa di diverso. Lavorare su questo personaggio è stato divertente perché andava a lavorare su sensazioni positive, è stato molto faticoso perché dover restituire con onestà quella che è una ferita relazionandosi con un senso di colpa irreparabile può portare ad un dolore da risolvere dovendolo sfogare con ferocia. Vedere altri film di mafia imitandoli non sarebbe stato giusto, il lavoro di ricerca sul libro è stato importante per filtrarlo con la mia emotività”.
Michele Placido è una delle grandi star del film nei panni di un capomafia: “Pippo sa come pescare e buttare l’amo, la maggior parte del film è stato girato al paese dove sono nato io. Poi ha lanciato anche un altro amo incontrandosi con Brenno. Dopo un po’ è andato da un mio amico che lo ha aiutato per la ricerca degli ambienti. Lui ha tessuto una ragnatela per avermi, chiedeva cosa facessi. Non sapevo ancora che avrei fatto il ruolo del padre, ma ho detto subito si. Mi dovevano mandare la sceneggiatura, ma io mi sono affidato da prima. Abbiamo fatto un film su uno dei territori più sfortunati come Foggia, credo ci sarà un bel ritorno. Ho capito il primo giorno che sarebbe stato magnifico”
Tommaso Ragno è l’altro capofamiglia: “Sono legato a quello che è stato l’ambiente, non ho pensato al capofamiglia ma ricordo quei giorni in bianco e nero. Non riesco a parlare del personaggio perché mi sembra di far parte delle metope di un tempio greco. A me la serietà di Pippo e la sua seduzione ha portato a tirare fuori il meglio attraverso il mezzo cinematografico. Io non uso un metodo, quello lo stabilisce il regista”, mentre Lidia Vitale è una madre orgogliosa e ferita : “Questo film per me è stato segnato da due dediche, mi hanno preso il giorno quando è morto Libero De Rienzo mio carissimo amico. Durante questo film è morto miglior amico di mia figlia quindi lo dedico a loro. Per la prima volta ho incontrato una collega è un’attrice che ha avuto il coraggio di sfidarsi insieme a me affrontando il lavoro in maniera profonda. Questa società di mafia è così silente con solo due donne come pentite, andare là dentro serviva a porsi la domanda su quelle ferite che l’avevano fatta diventare così. Teresa non riesce a dire basta ed è destinata a riprodurre questa normalizzazione del male con modelli predefiniti”.
Francesco Di Leva di nuovo in un ruolo ricco di sfumature dopo quello del prete di Nostalgia che gli è valso il Nastro d’Argento: “Pippo è venuto a Napoli sul motorino per convincermi, l’ho fatto perché questo è un film con una parte commerciale con Elodie che ora è una grande attrice italiana che porterà la gente al cinema. Leggendo il libro ho pensato ai 400 morti a Foggia di mafia per quella che è una vera emergenza. Io sono uno di quelli che ha fatto Gomorra prima del libro è ho sentito la necessità di raccontare un qualcosa che noi italiani non conoscevamo, dobbiamo difendere quel vastissimo è bellissimo territorio. Ora la mia voce va all’atto politico e sociale di un film, sono dalla parte di Marilena e di tutte le donne”.