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Venezia 79, Cate Blanchett a TAG24: “Sto ancora diventando chi sono, TAR è metafora della fiducia”



Venezia 79, Cate Blanchett a TAG24: “Sto ancora diventando chi sono, TAR è metafora della fiducia”

L’attrice premio Oscar Cate Blanchett straordinaria protagonista nel film Tar a Venezia 79, noi l’abbiamo incontrata.


Il secondo giorno del Festival del Cinema di Venezia avrà tutti gli obiettivi dei fotografi puntati su Cate Blanchett, attrice meravigliosa plurivincitrice dell’Oscar che presenta il suo nuovo film TAR in cui interpreta la direttrice d’orchestra lesbica Lydia Tar da un passato tormentato e noi di TAG 24 l’abbiamo incontrata. Durante la presentazione del film abbiamo chiesto a Cate Blanchett se nella vita si sia mai trovata a vivere un rapporto come quello che c’è tra la sua Maestro e l’assistente personale Francesca, interpretata da Noemi Merant.


“Credo che sto ancora diventando chi sono, sto ancora spiccando il voto. Non ho mai visto l’identità come una cosa statica. È una costante evoluzione, la cosa bella è che si può cambiare come individui e questo mi dà fiducia verso il nostro paese. Quando si lavora con le persone a qualsiasi contesto si creano rapporti molto intimi”, spiega Cate Blanchett rispondendo alla mostra domanda è fa sorridere la sala: “Non ho mai fatto l’assistente personale a nessuno anche se ora mi sembra di esserlo per il mio figlio 14enne”. 

Uno degli aspetti principali del film è il valore da dare alla fiducia secondo l’artista: “Ciò che è veramente importante in ogni rapporto è la fiducia. La metafora del film è che la fiducia è essenziale. Io e Todd abbiamo parlato molto del background del personaggio: penso che Lydia sia stata molto bullizzata, tradita e per lei fidarsi delle persone è un atto di fede, perdonare non è facile”. Un personaggio che ha tutto ma che finisce con lo sprofondare: “Lidya ha un qualcosa che la tormenta dal suo passato, che cerca di portare in un riscatto come artista. Li è nell’Olimpo, mentre come essere umano è conscia che nel passo successivo tornerà nell’orrore”, spiega sulla discesa del suo personaggio Cate Blanchett.

L’attrice viene poi interrogata sull’orientamento LGBT del suo personaggio come già accaduto in Carol, ma qui la situazione è molto diversa: “Parlare di importanza e arte, le persone possono essere disgustate o ispirate. Questo va al di là del nostro controllo, era una cosa necessaria ma non avevo mai pensato al genere del personaggio e alla sessualità. Se oggi guardi a Carol prima non c’eta un personaggio come quello. In quel momento ho capito quanto fosse importante è necessario”.



Il regista Todd Field svela che questo film è stato realizzato per l’attrice : “Ho scritto il film non avendo in mente Cate Blanchett, ma l’ho fatto esclusivamente per lei. Ho trascorso mesi con lei senza che lo sapesse”, è poi continua “Guardo il film, ma ogni volta che lo guardo ci vedo un film diverso. Per lei è un lungo viaggio in un breve periodo di tempo. La incontriamo così e ci sono forze esterne che agiscono, di cui abbiamo poca conoscenza. Succede qualcosa che le cambia la vita”.
 
Nina Hoss è la donna al fianco della protagonista Cate Blanchett: “Cambiamo personaggio rapidamente, facilmente e per me è stato incredibile studiarlo con Todd. Cate è stata bellissimo, un dono lavorare con lei. Essere accanto a lei è stato fantastico, mi ha aiutato il fatto che sono in grado di suonare pianoforte e ho studiato il vìolino. Un lavoro davvero particolare, ho la sensazione che eravamo entrati in un ritmo musicale proprio perché lidya aveva questo ritmo e Todd marcava il tempo. Questo è un film dal ritmo musicale”, mentre Noemi Merlant interpreta Francesca: “Un mondo che non conoscevo, interessante perché Francesca è una donna che vuole diventare Lidya e per adesso sta facendo altro. Il fatto che adora la musica senza aver mai toccato uno strumento. Il fatto di fare l’attore è interessante perché io stessi siamo strumenti. Ho utilizzato il fatto”.