Nella suggestiva cornice delle Terme di Caracalla è tornata dopo la pausa dovuta alla pandemia la stagione estiva del Teatro dell’Opera di Roma. Un annata che ha visto susseguirsi sul palco incastonato tra le bellezze della Roma Antica artisti del calibro di Claudio Baglioni, fino ad arrivare a Roberto Bolle con il suo Bolle and Friends. Ritrovati momenti di cultura e aggregazione, che hanno anche portato al Teatro dell’Opera di Roma spettacoli come il balletto di Notre Dame e opere come la Carmen e Il Barbiere di Siviglia, con cui si chiude proprio la stagione estiva.
Noi di TAG 24 abbiamo avuto il piacere d’incontrare proprio in occasione dello spettacolo conclusivo Francesco Giambrone, sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma dallo scorso novembre quando raccolse il testimone da Carlo Fuortes diventato nel frattempo ad della Rai. Una lunga intervista in cui si è parlato delle serate tutte sold out, per una stagione che ha visto il ritorno di tanti romani vogliosi di riabbracciare la cultura teatrale, fino alle sfide per il futuro contro il covid-19 e l’immancabile polemica sugli artisti russi esclusi dalla Scala di Milano. Potete ascoltare un estratto dell’intervista al sovrintendente del Teatro dell’Opera nel video oppure leggere l’intervista integrale a seguire.
Siamo nella cornice delle Terme di Caracalla con il sovrintendente del Teatro dell’Opera Francesco Giambrone. Serate sempre sold out con grandi artisti che si sono susseguiti sul palco, da Baglioni fino a Roberto Bolle. Stasera c’è Il Barbiere di Siviglia, questo primo anno da sovrintendente sta andando bene?
“Sta andando benissimo perché qui è sempre pieno, siamo tornati a Caracalla che è anche un luogo simbolico. Questo è sempre stato il luogo dove i romani e le romane venivano d’estate per vedere gli spettacoli del Teatro dell’Opera, ma la pandemia ci aveva allontanati. Ora siamo tornati, tutte le sere è sempre pieno. Siamo davvero molto contenti, anche stasera per la recita di Barbiere c’è il tutto esaurito. Spero che questo sia di buon auspicio per il futuro”.
Che bilancio dà a questi primi mesi da sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma?
“Personalmente un bilancio molto importante perché sono entrato in sintonia ed in rapporto con una grande casa d’opera. Questo è un grande teatro con grandi professionalità e artisti importanti da tutto il mondo. Il tutto davanti ad un pubblico bellissimo. Il tutto poi in concerto con due grandi sfide che arrivano a breve per la città e che riguarderanno anche il Teatro dell’Opera di Roma: la prima arriva a brevissimo perché sarà il Giubileo del 2025, mentre la seconda è EXPO 2030 che è una scommessa importante per tutti. Su questa seconda sfida noi ci sentiamo una parte importante”.
Avete annunciato da poco la nuova stagione, la programmazione non si ferma.
“Abbiamo annunciato da pochi giorni la prossima stagione che si inaugura il 27 novembre 2022, l’inaugurazione sarà sempre il 27 novembre anche per il 2024 e 2025 per lo stesso giorno ed è una data simbolica. Il Teatro dell’Opera di Roma guarda avanti abbracciando le sfide della città e programmando per tempo. Ci spingiamo sempre avanti, è una scommessa continua”.
Una scommessa anche per la situazione attuale dato che il covid-19 è sempre presente. Il Teatro dell’Opera è pronto anche a questa sfida?
“Siamo stati pronti anche nel periodo più buio, quando il Teatro dell’Opera di Roma è rimasto aperto per trasmettere spettacoli per il pubblico inventandosi nuove modalità di spettacolo dal vivo senza pubblico. Ci sono nuovi casi di contagi, ma ci siamo attrezzati per andare avanti trovando un nuovo equilibrio nella pandemia. Penso che dovremo conviverci ancora un po’, ma ci siamo attrezzati”.
Parlava di nuove forme per fare teatro, sappiamo che nel piazzale antistante il Teatro dell’Opera di Roma ci saranno dal 10 agosto delle proiezioni cinematografiche.
“Quella è un’iniziativa che ha una doppia finalità. La prima è continuare a tenere compagnia alle romane e ai romani che rimarranno nella città ad agosto, non è più vero che le città si svuotano. L’altra finalità è cominciare a riqualificare lo spazio intorno al teatro che è bello ma non è stato mai valorizzato. A partire dal 10 agosto che è la Notte di San Lorenzo in cui bisogna guardare le stelle cadenti il Teatro dell’Opera di Roma vi invita a guardarle con noi. Mostreremo per quattro sere delle opere straordinarie: tre sono Barbiere di Siviglia, Traviata e Boheme realizzate da Mario Martone durante il lockdown ed infine mostreremo l’ultima sera il 13 due film girati con il nostro corpo di ballo alla Galleria Borghese e a Palazzo Farnese”.
La Guerra in Ucraina prosegue, il Teatro dell’Opera di Roma inviterà ballerini e rappresentanti della cultura russa nella prossima stagione?
“Sì, li abbiamo. Non credo che sia questo il tema, l’importante è essere contro la guerra. Gli artisti russi hanno regalato al mondo delle pagine straordinarie in tutti i campi, nessuno potrebbe pensare di non ascoltare più la musica di Čajkovskij o di non leggere più opere di Dostoevskij. Diverso è il caso di artisti apertamente schierati a favore di Putin, ma la maggior parte si sono schierati contro. Il messaggio è che il Teatro dell’Opera di Roma è contro la guerra, contro tutte le guerre ed è un luogo di pace come debbono essere tutti i teatri”.