Quasi Orfano è arrivato al cinema con protagonisti Riccardo Scamarcio e Vittoria Puccini, che interpretano una coppia che a seguito di un incidente si ritrova a fare i conti con la perdita di memoria. Un meccanismo narrativo visto più volte, al cui interno viene contestualizzata nella commedia francese originale la riscoperta della famiglia del sud che arriva al nord per ritrovare i rapporti con il padre. Una serie di eventi porterà il personaggio di Riccardo Scamarcio e quello di Vittoria Puccini a cambiare molto. La nostra intervista esclusiva ai due protagonisti.
Quasi Orfano è tratto da una commedia francese, voi l’avevate vista? Cosa vi ha colpito di più dei vostri personaggi?
Vittoria: “Io non ho visto il film, proprio per non imitare qualcosa ma sentirmi libera di interpretare. Mi divertiva far incontrare questi due mondi così diversi che alla fine si insegneranno qualcosa dando qualcosa l’uno all’altro. La commedia è leggera e mi divertiva molto ironizzare su certe realtà esasperandole, come scherzare sulla modo milanese ed è sempre bello scherzare su se stessi”.
Riccardo Scamarcio: “Rispetto al film francese in questo film viene messo un intercalare davanti, per noi invece era fondamentale mantenere il pugliese dove siamo gli unici a pronunciare cosa in modo diverso e questo già fa ridere. Ci sono parole che ci identificano subito, ho pensato fosse un’occasione molto interessante da sfruttare riappropriandoci nelle nostre radici”.
Vi è mai capitato come per i vostri personaggi in Quasi Orfano di sacrificare il vostro privato?
Riccardo Scamarcio: “Ho messo sempre in primo piano il mio privato, io lavoro per vivere le esperienze ma poi è chiaro che sei sempre a rischio di contaminarti. Nel film questo è abbastanza chiaro, qualcuno rinnega la propria famiglia per emergere”.
Vittoria Puccini”Non mi piace sacrificare il privato, casomai farei il contrario. Mi sento privilegiata in questo. Ho una figlia e penso di essere la mamma più giovane della mia generazione e l’ho voluta, penso che sia fondamentale. Rinunciare al privato e ai sentimenti ti inaridisce e se sei arido lavori male, nel nostro lavoro devi mettere il tuo quotidiano”.
Mi ha colpito molto la frase dove si dice “L’eleganza è privazione” e la trovo molto in contrasto con un mondo attuale come quello dei social dove la cosa più importante è apparire. Voi che ne pensate?
Riccardo Scamarcio: “Non ho social e non so neppure come si usano, ho scelto di non averci a che fare. Questo è un problema serio e una piaga sociale sotto un certo punto di vista. Le nuove generazioni che ci sono cascate dentro da piccoli c’è la possibilità di perdere la concezione della realtà, gli ingegneri stessi si sono dimessi consapevoli di aver creato strumenti infernali. Questo è un problema sociale”.
Vittoria Puccini: “Sono d’accordo che l’eleganzia sia privazione, trovo che il mostrare in modo in maniera esasperata sia sbagliato e non elegante”.
Cosa avreste voluto fare se non aveste fatto gli attori?
Riccardo Scamarcio: “Io da piccolo volevo fare l’attore e il contadino, ho realizzato entrambi i sogni”.
Vittoria Puccini: “Io mi ero iscritta a giurisprudenza ma non ho mai dato un esame, mi sarebbe piaciuto insegnare non so a quale livello. La regia? No per carità”