Prezzo medio benzina: “Favorisce il rialzo dei costi del carburante”. Lo dice la Fegica, battagliero sindacato dei benzinai che nella giornata di ieri attraverso un comunicato, riapriva le danze nel conflitto con il governo che aveva avuto il suo apice con lo sciopero delle scorse settimane. Il sindacato con una nota firmata dal Presidente Roberto Di Vincenzo, sottolineava subito la distanza con il governo in quanto si legge nel comunicato “il Governo dimostra di avere un unico obiettivo: mostrare i muscoli alla prima categoria che ha osato dirgli no!
La “sostanza” della questione non ha alcun valore, né peso nelle posizioni che il Governo sta continuando pervicacemente ad assumere.
Il livello dei prezzi dei carburanti, il livello di illegalità che drena miliardi di euro alle casse dello Stato e ferisce a morte ogni capacità di concorrenza e competizione nel settore, fare riemergere e punire oltre 4.000 impianti scomparsi letteralmente dal radar di MrPrezzi, non interessano minimamente questo Governo.”
Prezzo medio benzina: “Favorisce il rialzo dei costi del carburante”
Quello che conta per l’esecutivo, secondo la Fegica, è dare dimostrazione alla propria “tifoseria” che “si tira dritto”, anche a costo di dovere gettare nella spazzatura persino le sottolineature dell’Antitrust che censura non solo il “cartello del prezzo medio benzina”, ma direttamente la pubblicazione in ogni forma di “media aritmetica di prezzo”, come elemento capace di favorire il rialzo dei prezzi e non il contrario.
Prezzo medio benzina e l’emendamento peggiorativo
“L’emendamento appena depositato in X Commissione dal Governo, oltreché essere persino più confuso e peggiorativo del Decreto stesso, rappresenta l’ennesima ostentazione della ratio con la quale si sta procedendo in Parlamento e, quel che è peggio, sulle strade di questo Paese.” Con questo passaggio il Presidente Di Vicenzo riporta indietro nel tempo il dibattito che aveva inasprito i rapporti tra i lavoratori dei distributori e il governo. I benzinai non accettano il fatto di essere attenzionati e denunciano con forza “l’uso che della Forza Pubblica si sta facendo pare proprio indirizzata a punire una categoria di lavoratori che ha la sola colpa di avere osato opporsi dicendo no! Che ha la sola colpa di non avere accettato supinamente di essere individuata come la responsabile delle scelte compiute dal Governo che hanno rialzato i prezzi dei carburanti di oltre 30 centesimi al litro in appena un mese. Di essere additata come una categoria di furbetti e speculatori con i suoi 3 cent/lt lordi di margine, in un settore dove allignano, a cominciare dal livello internazionale del mercato, interessi giganteschi, spesso ignoti e inconfessabili, che godono di coperture politiche inossidabili. Passare sopra la pelle dei benzinai per una mera questione di comunicazione, potrà pure facilmente riuscire, ma solo per dare la misura della esemplarità della punizione impartita.”
Zavalloni: “La situazione è inascoltata”
Alessandro Zavalloni, presidente di Fegica, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta da Gianluca Fabi e Emanuela Valente su Radio Cusano Campus. Nel ragionamento fatto con lui è emerso che dal suo punto di vista “il problema non sono le sanzioni sui cartelli del prezzo medio benzina, il problema vero è che questa situazione continua ad essere inascoltata. Quali sono i problemi del settore? I benzinai furbetti. Il governo non ha trovato niente di meglio che dire che i benzinai sono quelli che speculano anziché dire che il mancato rinnovo delle accise ha fatto rialzare il prezzo. La Guardia di finanza è stata mandata negli impianti mica per cercare chi prende la benzina clandestina, per cercare di capire se sono impianti nelle mani della mafia, mica per andare a trovare quelli che i prezzi al Ministero non li pubblicano, è stata mandata per scovare i benzinai furbetti. Questo significa distogliere l’attenzione. Stiamo qui a parlare delle multe dei benzinai per un cartello e nessuno parla dei problemi strutturali”.