Ponte Morandi crollo, Egle Possetti(familiari vittime):”I rischi erano noti”. Dopo la deposizione dell’ex Ad Mion davanti ai giudici, dove secondo la ricostruzione del manager, nel corso di una riunione, emerse il pericolo di crollo, la vicenda del ponte Morandi, gia tragica di per se, si arricchisce, nel caso tutto fosse confermato dai giudici, di un capitolo che mostra il volto peggiore delle responsabilità che potrebbero emergere penalmente.
Ponte Morandi crollo, Egle Possetti(familiari vittime):”I rischi erano noti”
Oggi sulla carta stampata trova leggittimamente spazio la difesa di chi avrebbe partecipato alla riunione sulla sicurezza del ponte citata da Mion. I legali negano, parlano di contraddizioni nel racconto processuale. Allora proviamo a rivolgercia chi assiste come spettatore attivo e sofferente al processo. Sono i familiari delle 43 persone che hanno perso la vita nel 2018. Egle Possetti, con uno sforzo encomiabile, è divenuta la portavoce del dolore ma soprattutto della ricerca della verità e dei responsabili del crollo del ponte Morandi.
L’abbiamo chiamata a partecipare nella trasmissione “L’Italia s’è desta” su Radio Cusano Campus. La Possetti si sofferma sulle dichiarazioni di Mion ma poi fa subito capire che quello che sorprende l’opinione pubblica, non ha scosso particolamente i familiari delle vittime in quanto “chi ha seguito il processo in tutte le sue fasi, sa che la testimonianza di Mion va sulla scia di altre testimonianze che hanno riferito la gravità della situazione riguardante il Ponte Morandi. Il fatto che Mion ora sia considerato inaffidabile fa un po’ ridere. L’inaffidabilità della persona semmai è dovuta al fatto che all’epoca sia stato zitto anziché denunciare quello che sapeva. Quella di Mion è una delle tante testimonianze che vanno nello stesso senso.
Ponte Morandi crollo e criticità
Sul crollo del ponte Morandi, quindi, grava l’ombra di un rischio che si è voluto prendere sulla pelle dei cittadini: “Erano perfettamente note le criticità che riguardavano lo stato del ponte.” I familiari ne sono convinti, come sono convinti che anche lo Stato dovesse controllare “è stata una roulette russa, un gioco sulla vita di chi transitava tutti i giorni su quel ponte”.
Processo a richio?
Quando passiamo in rassegna l’elenco delle problematiche che riguardano il paese, non è possibile trascurare quello dei tempi della giustizia. Il pericolo della prescrizione incombe anche sul percorso giudiziario riguardante il crollo del ponte Morandi. Egle Possetti ne é consapevole: “i processi sono troppo lunghi, abbiamo bisogno di una giustizia più veloce, non sommaria, ma più rapida. Dovrebbe essere un po’ riformato il processo penale, per alleggerire la burocrazia. Temiamo la prescrizione, perché ci sono cavilli e cose strane che possono saltare fuori. Ricordiamoci che siamo al primo grado. E’ importante che tutti gli elementi raccolti non vadano persi. Tutto quello che c’è è assurdo che non diventi poi una conclusione processuale positiva”.