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Nella Turchia e nella Siria terremotate, la culla della civiltà umana



Nella Turchia e nella Siria terremotate, la culla della civiltà umana

L'archeologo Fabrizio Polacco, autore di oltre 20 reportage sulla Turchia, è stato intervistato da Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus per raccontare il profilo culturale dei luoghi distrutti

Le zone colpite dal terribile terremoto del 6 febbraio 2023, che ha raso al suolo oltre 100 mila edifici solo in Turchia, hanno una rilevanza fondamentale nella storia dell’uomo. Sono infatti la culla della civiltà. “La Mesopotamia non copre, come molti pensano, solo il suolo dell’attuale Iraq – spiega il professor Polacco – ma inizia in Turchia, sulle cui alture hanno origine i due famosi fiumi Tigri ed Eufrate che, scendendo a valle, creano la zona fertile in cui si insediarono e svilupparono le prime grandi civiltà. Per questo noi consideriamo quell’area geografica la culla della civiltà.”
“In quella regione ci sono dei luoghi di straordinaria importanza storica che non vengono mai visitati, non solo dai turisti, ma anche dai Turchi stessi, come ad esempio un tempio che si trova vicino ad una delle città più colpite dal sisma, con delle sculture andromorfe e zoomorfe scolpite, che risale addirittura a 12.000 anni fa. Un periodo di 6000 anni più antico dei primi capolavori dell’Egitto. E’ impressionante pensare ora che proprio lì si trovi il più antico santuario e le più antiche sculture che l’umanità ci abbia dato.”