Skip to main content

Ministro Istruzione Patrizio Bianchi intervista a TAG24 sul rapporto Ocse 2022: “Università offre corsi non strutturati, va ripensato il modo di farla”



Ministro Istruzione Patrizio Bianchi intervista a TAG24 sul rapporto Ocse 2022: “Università offre corsi non strutturati, va ripensato il modo di farla”

Ministro Istruzione Patrizio Bianchi, intervista alla presentazione del rapporto Ocse presso la sede di Save The Children.

Ministro Istruzione Patrizio Bianchi è intervenuto in occasione della presentazione del rapporto dell’Ocse sull’istruzione presso la sede di Save The Children a Roma, che evidenzia come la crescita di quest’ultima in Italia sia minore rispetto a quella degli altri paesi. Un dato che sicuramente può essere sottolineato da una spesa di investimento minore per quanto riguarda l’Università, con invece una media che viene mantenuta fino alle scuole secondarie di Primo Grado. Il Ministro Istruzione Patrizio Bianchi ha rilasciato un’intervista ai microfoni di TAG24.

Ministro Istruzione Patrizio Bianchi ribadisce con forza la bontà della riforma approvata a maggio: “Nella riforma che abbiamo approvato a maggio è evidente che si combatte il rischio della desertificazione delle nostre province, abbiamo dato un incentivo a chi sceglie di insegnare in queste zone periferiche. La retribuzione deve essere calcolata anche in base alle attività che si svolgono ed è straordinariamente importante. Stiamo lavorando molto sul personale tecnico amministrativo. Abbiamo quasi 800 mila insegnante e 500 mila persone tecniche fondamentali”.

C’è una ministra dedita all’Università“, spiega sorridendo ai microfoni di TAG “ma da vecchio rettore e da titolare della cattedra Unesco di educazione crescita e uguaglianza penso che il motivo sia semplice. Mentre i corsi strutturati difficilmente vengono abbandonati, penso a Medicina che ha un percorso molto strutturato, molti corsi italiani non sono strutturati. Sono ad accesso libero, il che può essere anche positivo, ma non sono strutturati. C’è un aspetto che impariamo dall’ITS, il corso di laurea non può essere dato da un numero di esami in batteria, ma dovrebbero essere i luoghi dove sviluppi capacità tecniche, laboratoriali, relazionali. Ho l’impressione che sia arrivato il momento di ripensare a questo, ma dipende dall’autonomia universitaria che è sacra”.