Cuoche Combattenti. Nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne la trasmissione Società Anno Zero di Radio Cusano Campus ha dedicato la rubrica CommunicationLab, progetto di comunicazione dedicato agli studenti dell’Università Niccolò Cusano, al racconto di storie di rinascita di donne vittime di violenza domestica. La studentessa Giovanna Coppini ha intervistato Nicoletta Cosentino, fondatrice dell’impresa sociale “Le cuoche combattenti“, progetto che nasce dall’elaborazione del percorso di fuoriuscita dalla violenza domestica, presso il Centro antiviolenza Le Onde ONLUS di Palermo, e dall’urgenza di condividere con altre donne le consapevolezze acquisite, di proporre un esempio positivo di riscatto e autodeterminazione femminile.
Il laboratorio
“Il nostro è un vero e proprio laboratorio di produzione alimentare: produciamo confetture di frutta di stagione e marmellate, conserve dolci e salate, prodotti da forno. Tuttavia, creiamo anche occasioni di incontro per fare in modo che il nostro messaggio possa essere d’aiuto per tante donne: sogniamo un mondo in cui queste possano avvalersi di strumenti di riscatto, rimettersi in sesto e riprendere in mano le proprie vite.”
Le etichette antiviolenza
Ogni prodotto ha un’etichetta parlante che intende contrastare la violenza sulle donne, smontare stereotipi e ruoli relazionali che “autorizzano” abusi, smascherare la violenza, rinforzare l’autostima e la libertà personale. Per questo il progetto è rivolto a tutte le donne, per una conoscenza comune e condivisa. Dall’esigenza di condividere le consapevolezze acquisite nasce il progetto delle “Etichette Antiviolenza” che vengono apposte in ogni produzione delle cuoche Combattenti.
Il manifesto di Cuoche Combattenti
Cuoche Combattenti è lo strumento per acquisire competenze personali, tecniche di lavoro, autonomia, capacità imprenditoriali, oltre che mezzo utile a trasmettere gioia.
I prodotti artigianali nascono da ricette tradizionali, utilizzando materia prima a Km 0 da coltivazioni Biologiche per garantire il rispetto della Terra e la genuinità del prodotto finale.
Il progetto prende forza e si sviluppa a partire dall’acquisizione di alcune importanti consapevolezze: la violenza non è solo fisica ma più spesso psicologica può succedere a tutte e succede a tante.
La violenza psicologica ha tanti alleati: il silenzio che può essere imposto dall’abusante, dettato dalla paura della vittima e poi c’è il silenzio omertoso di tutto il tessuto sociale che ci circonda.
La cultura di un amore romantico che ci lega in relazionali che contemplano il possesso.
O che ci lega stereotipi come Piccole Donne bisognose di protezione.
O che ci propone un amore assoluto e indissolubile che poi porta gli uomini a non accettare la separazione.
La dipendenza economica che spesso è una condizione creata nel tempo dell’abusante.
La paura che consente all’abusante di perpetrare la violenza anche per anni e che è anche il termometro della violenza psicologica.
Perché è quando si ha paura, allora non si tratta più di un semplice conflitto coniugale, ma si sta subendo violenza