Democrazia diretta. Se i principii della democrazia ateniese, poi ripresi dalle democrazie moderne, sono la libertà e l’uguaglianza dei cittadini e una forma embrionale di solidarietà, non bisogna però dimenticare che nell’ antichità essi valgono solo per la comunità dei cittadini, maschi liberi, adulti e cittadini. Da una serie di diritti, primo fra tutti la partecipazione alla vita politica, sono escluse le donne, gli stranieri residenti, chiamati Meteci e, naturalmente, gli schiavi. In epoca moderna sono state rimproverate alla democrazia ateniese queste discriminazioni, soprattutto al suo interno, cioè la condizione di subalternità delle donne ed il fatto che un regime libertario si reggesse sullo sfruttamento di una massa di schiavi impiegati nelle famiglie e nei vari settori della produzione: dall’agricoltura allo straziante lavoro nelle miniere.
Anche i contemporanei di diverso orientamento politico, gli aristocratici e gli oligarchi, criticarono i democratici ateniesi non solo per aver affidato il potere alla parte peggiore del popolo, alla massa incolta ed irrazionale, ma pure per avere nei confronti dei loro stessi alleati democratici un atteggiamento tirannico e prevaricatore, lontano dai principii di libertà e di uguaglianza rivendicati nella politica interna. Tucidide definisce l’atteggiamento degli Ateniesi verso gli alleati della Lega Delio-Attica “Imperialismo”, termine che ritroveremo, in epoca moderna, riferito alla politica degli Stati Uniti. In sintesi, libertà ed uguaglianza all’interno, atteggiamento dispotico a livello internazionale. La riflessione degli studenti della facoltà di giurisprudenza dell’Università Niccolò Cusano che con il loro professore Enrico Ferri, docente di Filosofia del diritto, hanno partecipato al progetto di comunicazione radiofonica “Cusano Academy” nel programma di Radio Cusano Campus condotto da Livia Ventimiglia.