A “Crimini e Criminologia”, domenica scorsa Fabio Camillacci ha approfondito i tanti lati oscuri legati alla morte di Enrico Mattei. L’aereo privato di Enrico Mattei, decollato da Catania, precipitò a Bascapè nel pavese il 27 ottobre 1962. Inchieste giornalistiche e giudiziarie nel corso degli anni hanno parlato di una bomba a bordo del velivolo di Mattei: una bomba piazzata nel carrello di atterraggio che l’avrebbe innescata alla sua apertura poco prima di atterrare all’aeroporto milanese di Linate. Ma autorevoli esperti di sicurezza volo non sono d’accordo con questa ipotesi.
Caso Mattei, riaperte le indagini?
Recentemente, l’ex consigliere EXOR, pilota, esperto di sicurezza volo, e imprenditore aeronautico Lupo Rattazzi, ha riportato sul quotidiano diretto da Maurizio Belpietro “La Verità”, il frutto della sua inchiesta. E si tratta di scoperte importanti e clamorose: il libretto di volo dissequestrato smonta la tesi del complotto. Dal documento di volo, infatti, emerge che il giorno dell’incidente l’aereo di Mattei aveva già fatto due viaggi e quindi al suo interno non potevano esserci ordigni nel carrello di atterraggio, altrimenti la bomba sarebbe esplosa prima. Inoltre, lo stesso Lupo Rattazzi proprio per testare le caratteristiche del velivolo in questione, ha cominciato da pochi giorni un corso di volo su un modello di Morane-Saulnier MS.760 Paris. E in trasmissione a “Crimini e Criminologia” ha aggiunto altri importanti particolari.