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Biossido di silicio, i dubbi sull’additivo alimentare anti agglomerante



Biossido di silicio, i dubbi sull’additivo alimentare anti agglomerante

Il direttore del mensile Il Salvagente, Riccardo Quintili, racconta i sospetti sul biossido di silicio, additivo alimentare presente in molti prodotti in polvere. L’intervista nella trasmissione Società Anno Zero condotta da Livia Ventimiglia ed Annalisa Colavito 

Si chiama biossido di silicio, ma si legge E551. Una sigla che ai consumatori dice poco, ma che si trova sulle etichette di alcuni alimenti in polvere, come brodo granulare, preparati per bevande, edulcoranti in polvere. Ma anche in confezioni di patatine, nacho e tortillas. Il mensile, leader dei test in laboratorio contro le truffe ai consumatori, ha dedicato un focus a questo additivo usato come anti agglomerante negli alimenti in polvere e che suscita più di un sospetto sulla sicurezza. Il problema, come spiega nell’articolo Daniele Mandrioli, Direttore del centro di Ricerca sul Cancro dell’Istituto Ramazzini di Bologna, è il grande buco nero nelle conoscenze sui nano materiali, come per il biossido di titanio.

“Nel 2018 l’Efsa, Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, basandosi sugli studi, aveva già espresso dubbi sul biossido di silicio in quanto potrebbe contenere nanoparticelle pericolose per l’organismo. Queste microscopiche particelle infatti possono depositarsi negli organi causando un’infiammazione cronica che può portare a problemi più gravi. Recentemente l’Efsa ha chiesto di riesaminare la sicurezza dell’ E551 richiamando l’attenzione sui potenziali rischi per la salute. Bisogna sottolineare che ancora non ci sono certezze sulla pericolosità dell’assunzione di questo additivo, le ricerche sono in evoluzione. Però da consumatori vorremmo che fosse il principio di precauzione a guidare le scelte ed i regolamenti europei, per evitare di avere evidenze scientifiche quando queste sostanze sono state autorizzate per anni.”

Riccardo Quintili, Direttore Il Salavagente

E’ bene sapere che, come spiegato da  Il Salvagente, più un alimento è trasformato più aumenta il numero di additivi utilizzati; questa è già un’indicazione per chi desidera evitare determinati rischi. Infatti per la pasta, per l’olio di oliva o il miele, non è consentito l’uso di queste sostanze.