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Tag: meme coin

Floki Inu mette in guardia dai token FLOKI falsi su Solana e Base

Il team degli sviluppatori di Floki Inu ha deciso di diramare un avviso, al fine di mettere in guardia gli utenti sulle truffe che vedono al centro il token. In pratica, i truffatori stanno cercando di accreditare la tesi secondo la quale sarebbe possibile trovare FLOKI anche sulle blockchain di Solana e Base. Queste criptovalute, come ricordato dal post pubblicato sui social media dall’azienda, sono assolutamente false e messe in campo nel preciso intento di ingannare gli investitori più ingenui. La speranza è che con questo allarme si riesca a circoscrivere al massimo la truffa in atto. Resta da capire se, almeno stavolta, gli interessati assumeranno comportamenti meno permeabili ai raggiri.

Floki Inu: attenti alle truffe, avverte il team di sviluppo

I token FLOKI sono negoziabili anche su Solana e Base: questo è l’assunto che i truffatori stanno cercando di far passare, per poter raggirare gli investitori più ingenui. È stata la stessa squadra di sviluppo di Floki Inu a diramare un vero e proprio alert, in un post pubblicato sul proprio account ufficiale di X.

Il messaggio è teso a mettere in guardia i propri utenti e la più ampia comunità crypto, contro i token falsi messi in campo dai truffatori per cercare di confondere le idee. Questo il tenore del messaggio pubblicato: “Abbiamo portato alla attenzione generale sull’esistenza di truffe che sostengono che Floki abbia un token su Base o Solana. Nota: $FLOKI è negoziabile SOLO sulle catene $BNB e $ETH”.

Tutto molto chiaro, così come è chiaro l’invito agli utenti di cercare di verificare sempre le informazioni da fonti ufficiali. Un modus operandi il quale potrebbe largamente impedire agli stessi di cadere vittima di raggiri perdendo i propri soldi.

Il boom delle meme coin su Solana e Base

L’avvertimento di Floki Inu arriva in un momento molto particolare per il mercato delle criptovalute. Stiamo infatti assistendo ad una vera e propria esplosione di monete meme lanciate sulle blockchain di Solana e Base. Una effervescenza tale da porre le basi per una proliferazione di truffe le quali prendono di mira ignari appassionati e trader di criptovalute

Proprio quella dei token falsi, con link dannosi a corredo, è una delle modalità preferite dai truffatori, che possono fare leva sulla presenza di una miriade di progetti tra i quali diventa abbastanza complicato orientarsi al meglio.

Anche Floki Inu è oggetto di queste truffe. Il progetto è preso di mira proprio dopo aver lanciato una tabella di marcia estremamente ambiziosa, tale da aver calamitato grandi attenzioni. Tra le principali tappe della stessa, il varo di un bot di trading, conti bancari basati su FLOKI, nome di dominio, staking di FLOKI e lancio della mainnet Valhalla.

Una serie di iniziative le quali hanno permesso al token di installarsi al quinto posto tra le meme coin, alla spalle di Dogecoin, Shiba Inu, Pepe e Dogwifhat. Un risultato reso possibile da una capitalizzazione di mercato pari a 1,6 miliardi di dollari. Occorre peraltro ricordare che all’inizio di giugno FLOKI aveva conseguito un nuovo massimo storico, prima di ritracciare a causa di un raffreddamento del mercato.

Anche Floki Inu sta giovandosi di un interesse sempre più esteso

Anche FLOKI, quindi, si sta giovando dell’interesse sempre più esteso nei confronti delle meme coin. Un interesse agevolato dai microprezzi, i quali creano le basi per crescite improvvise e guadagni di grande rilievo.

Una caratteristica tale da attrarre grande interesse anche da parte dei fondi speculativi. Un trend indicato all’interno di un rapporto di Pantera Capital sulle meme coin. Lo stesso in cui si afferma senza mezzi termini che ormai questa nicchia si è definitivamente consolidata ed è qui per restare. Affermazione che è del resto confermata dall’eloquente gradimento di una miriade di trader al dettaglio.

RIZZ, mentre il fondatore presenta la meme coin il token crolla del 90%

Com’è ormai noto, le criptovalute rappresentano un asset estremamente volatile. Tale da chiedere a chi ne fa compravendita il massimo di attenzione, per non ritrovarsi a contare perdite sanguinose.

Quanto è accaduto al fondatore di RIZZ sembra però andare oltre l’immaginazione. Proprio mentre stava presentando la sua meme coin, infatti, lo sviluppatore che probabilmente riponeva grande fiducia nel suo progetto ha visto il token svalutarsi addirittura nell’ordine del 90%. Un crollo il quale ha causato grande disagio anche tra coloro che avevano deciso di assistere all’evento programmato su Spaces, un livestream di X. Andiamo quindi a vedere cos’è accaduto nell’occasione.

RIZZ: il crollo è avvenuto in diretta

RIZZ è una nuova meme coin lanciata la scorsa settimana sulla piattaforma di Solana. In un primo momento le cose sembravano volgere al meglio, tanto da spingere più di qualcuno all’ottimismo sull’ennesimo progetto lanciato su questa blockchain.

Tra questi c’era anche il team di Bubblemaps, il quale ha quindi deciso di dare vita ad un evento su Spaces, una diretta in streaming su X, teso alla presentazione di RIZZ. Se l’intento evidente era quello di far capire ai trader le potenzialità di questo nuovo token, le cose hanno però ben presto una piega assolutamente non prevista.

È stata la stessa squadra di Bubblemaps a spiegare quanto accaduto: “Con un ottimo volume di 8 milioni di dollari, il fondatore è stato invitato a presentare il suo token in diretta su Spaces. Tuttavia, le cose sono andate rapidamente a rotoli.”

Per RIZZ una piega assolutamente imprevista

Durante la trasmissione live dell’evento di presentazione, il team di Bubblemaps ad un certo momento ha iniziato a capire che qualcosa non stava andando nel modo previsto. Alcuni cluster, infatti, mostravano chiaramente come un quantitativo assolutamente sproporzionato di RIZZ facesse riferimento a pochi wallet.

In pratica, quello che andava in diretta era il disvelamento della totale assenza di un fattore reputato chiave in ambito crypto e, in particolare, proprio tra le meme coin. Una nicchia che vede nelle comunità folte e coese una caratteristica in grado di fare le fortune di un determinato progetto. Una caratteristica la quale, però, non era presente in questo caso.

In pratica, l’80% dell’offerta totale era in mano a pochi indirizzi. Andando in tal modo a smetire di fatto la pretesa decentralizzazione che, pure, costituisce un presupposto ideologico per ogni criptovaluta che voglia dirsi tale.

A quel punto è iniziato il sell-off, la vendita selvaggia dei token, da parte di coloro che erano riusciti ad accaparrarsi l’asset nei primi minuti successivi al lancio. E, naturalmente, il prezzo è letteralmente crollato, nell’ordine del 90%, nel comprensibile sbigottimento di tutti. A partire, naturalmente dal diretto interessato.

Il commento di Nicolas Vaiman

A commentare l’accaduto è stato il CEO di Bubblemaps, Nicolas Vaiman. Pur non essendo stato invitato all’evento su X, questi aveva comunque deciso di assistervi, condividendo di conseguenza l’atmosfera di imbarazzo che si è presto diffusa nello studio in cui avveniva la diretta dal vivo.

Queste le sua affermazioni su quanto accaduto: “Quando il prezzo è crollato, il fondatore di RIZZ sembrava turbato e non mi sentivo a mio agio a fare domande. A un certo punto ho persino pensato che stesse per mettersi a piangere.”

Aggiungendo, però, un altro particolare di non poco conto. Il fondatore, infatti, non era al comando del progetto. Il quale era invece stato affidato ad un gruppo già noto nell’ambiente. Ancora Vaiman, al riguardo: “A gestire il tutto è stato invece un gruppo di sviluppatori di Singapore, noti per la creazione di memecoin… e di truffe. Questi sviluppatori cercano di mantenere un’ampia porzione dell’offerta ricevendo i token dai deployer wallets iniziali, oppure acquistandoli nei primi minuti dopo il lancio tramite indirizzi appena creati, finanziati con fondi provenienti dagli exchange centralizzati. Tutto ciò rende difficile rintracciare i wallet, ma esaminando le tempistiche delle transazioni è possibile rivelare queste connessioni.”

Una spiegazione che dovrebbe essere tenuta a mente da chi intende investire in criptovaluta. Un settore ancora troppo permeabile a truffatori di ogni risma.

Hackerato il profilo X di 50 cent per lanciare una meme coin con il pump and dump

Il profilo X di 50 Cent, nome d’arte di Curtis James Jackson III, sarebbe stato hackerato insieme al suo sito web per promuovere una meme coin e favorire un’operazione di pump and dump che ha fruttato circa 300 milioni di dollari.

Non è il primo episodio in tal senso, considerato come rug pull di questo genere abbiano già fruttato grandi quantitativi di denaro e truffato un gran numero di ingenui investitori. E sicuramente non sarà neanche l’ultimo, alla luce del grande appeal che le meme coin continuano ad esercitare nei confronti di molti trader al dettaglio.

50 Cent: cosa è accaduto

L’ennesima truffa crypto è stata condotta con il varo di una nuova meme coin, chiamata GUNIT. Una volta architettata e lanciata sulla blockchain di Solana, c’era soltanto bisogno di una potente leva per richiamare il massimo numero possibile di investitori interessati a fare soldi in poco tempo. Leva che è stata individuata nei profili social di 50 Cent, rapper il quale vanta un formidabile seguito di follower, a livello globale.

Basti pensare che sono ben 12,9 milioni gli appassionati che lo seguono su X, cui vanno aggiunti i 32,8 vantati su Instagram. Una base di manovra formidabile per chi ambisce a colpire in maniera fraudolenta, che è stata quindi utilizzata per attirare investitori con una serie di messaggi in cui si pubblicizzava il token lanciato su Solana tramite Pump.fun.

Se qualcuno ha provato a mettere in guarda da possibili truffe, in molti hanno però deciso di non seguire il consiglio. Hanno quindi puntato il proprio denaro su GUNIT, salvo assistere alla scomparsa della liquidità dopo che il suo prezzo si era impennato dell’8000% in quaranta minuti.

L’allarme di 50 Cent sulla meme coin GUNIT

Di fronte ad una situazione la quale stava montando di minuto in minuto, il rapper statunitense ha quindi deciso di passare alla controffensiva. Lo ha fatto il 21 giugno, pubblicando un post su Instagram, poiché quello su X era nel frattempo stato bloccato.

Nel suo messaggio 50 Cent ha messo i suoi 32,8 milioni di follower al corrente di quanto stava accadendo, affermando che il suo account X e il suo sito web erano stati hackerati. Confermando inoltre come una quantità significativa di fondi delle vittime era stata prosciugata da chi si muoveva dietro al progetto GUNIT.

Questo il tenore del suo messaggio: “Twitter ha lavorato rapidamente per bloccare il mio account. Chiunque sia stato ha guadagnato 300.000.000 di dollari in 30 minuti”. Per poi precisare di non avere alcun legame con la nuova criptovaluta.

Dopo questa rivelazione, il token ha iniziato a precipitare in maniera estremamente rapida, sino ad una capitalizzazione pari a 150mila dollari. Intanto, però, stando ai primi calcoli effettuati, il rug pull avrebbe permesso ai responsabili di collezionare 300 milioni di dollari.

In precedenza era toccato a Hulk Hogan

Come già ricordato in avvio, 50 Cent è solo l’ultimo volto celebre usato per questo genere di truffe, almeno per ora. Pochi giorni prima, infatti, anche il celebre wrestler Hulk Hogan era stato utilizzato allo scopo dai truffatori.

Il token HULK, a lui ispirato, ha infatti dato vita a scambi per 82 milioni di dollari, prima della denuncia del famoso lottatore statunitense. Si può comunque essere certi che i rug pull che prendono in prestito le celebrità continueranno ad infestare la scena crypto nel corso dei prossimi mesi. Confidando, del resto, sulla propensione di molti trader al dettaglio nei confronti delle meme coin.

Proprio l’atmosfera di grande euforia intorno a questi progetti di carattere ironico si sta rivelando una preziosa alleata per truffatori di ogni genere. I quali, del resto, confidano apertamente sull’ingenuità di molti investitori, a ragione.

SolJu, si avvicina il lancio della nuova meme coin su Solana che promette grandi guadagni

Il 18 giugno verrà lanciata SolJu, una nuova meme coin su Solana che promette grandi guadagni, in particolare ai suoi primi detentori. Il nuovo protocollo già dal nome va ad unire una popolare bevanda alcolica della Corea del Sud, Soju, con le robuste dosi di innovazione che hanno favorito le fortune di Solana. Un binomio che potrebbe rivelarsi vincente, in un momento in cui questo genere di prodotti crypto stanno incontrando un gradimento sempre più diffuso da parte degli investitori.

SolJu: cos’è e cosa si propone

SolJu va in pratica a unire il mondo della tecnologia e la cultura popolare, in particolare quella sudcoreana. Il Soju, infatti, è una delle principali bevande alcoliche coreane, tradizionalmente distillata dal riso. E, in quanto tale, rappresenta il simbolo di una tradizione duratura.

Il binomio con Solana, l’avveniristica catena che si propone di spezzare il dominio di Ethereum nel settore della finanza decentralizzata, sembra prefigurare una miscela in grado di imporsi con grande forza, nel corso dei prossimi mesi.

A rendere probabile tale scenario è il fatto che proprio l’Oriente si propone di guidare il mercato rialzista nel corso dell’immediato futuro. Un intento il quale potrebbe essere facilitato da un atteggiamento più laico e favorevole delle istituzioni nei confronti degli asset digitali, soprattutto se paragonato alle chiusure e ai ritardi palesato dall’Occidente nei loro confronti.

Il lancio del 18 giugno

Se questi sono i presupposti ideologici su cui si basa SolJu, per quanto riguarda la vera e propria roadmap il primo snodo cruciale è previsto per il 18 giugno. Ovvero il giorno in cui la nuova meme coin sarà proposta al grande pubblico, tramite un lancio equo.

Cosa si intende per lancio equo? In pratica il token sarà proposto con un meccanismo di distribuzione incentrato sulla comunità, su Jupiter e Raydium. A differenza delle prevendite o delle vendite private, un lancio di questo genere non prevede token riservati al team o ai portafogli interni. Proponendosi, con tutta evidenza, di conseguire il massimo di trasparenza possibile.

Per quanto concerne la tokenomics, SolJu prevede una fornitura totale di 100 milioni di token. Al suo lancio, la liquidità iniziale sarà di 12mila dollari, con ogni coin al prezzo di 0,00012 dollari. Un importo che, nelle speranze degli sviluppatori, è destinato a lievitare enormemente nel corso dei prossimi mesi. Soprattutto se, come è indicato nella roadmap, il nuovo coin sarà incluso dai CEX (Centralized Exchange) nelle proprie contrattazioni.

Le prospettive di SolJu

SolJu fa il suo esordio sul mercato in un momento di grande visibilità, per le meme coin. In pratica non passa giorno senza il lancio di un progetto analogo, spesso e volentieri accolto da grande entusiasmo. Un entusiasmo del resto spesso gratificato dagli ottimi ritorni, favoriti da quei microprezzi estremamente graditi dai trader.

Una tendenza la quale, nel corso delle ultime settimane, è stata abbracciata anche dagli hedge funds. Stando ad un documento emesso al riguardo da Pantera Capital, i fondi speculativi sembrano trovare pane per i loro denti in questa nicchia di mercato. Un comparto in cui le grandi crescite sembrano all’ordine del giorno, preparando il terreno per grandi guadagni.

Per quanto riguarda SolJu, occorre sottolineare che, almeno al momento, delle caratteristiche tecnologiche del progetto non si sa praticamente nulla. Anche sul sito dell’azienda si trovano solo pochi particolari e nessun accenno agli sviluppi futuri. Il fatto che si rivolga in particolare alla Corea del Sud e alla sua cultura popolare, potrebbe però garantirne il successo presso i tanti investitori di quella parte del globo. Anche se la concorrenza è in effetti molto vigorosa, considerato il fatto che sono ben sei le meme coin nella Top 100 di CoinMarketCap.

MAGA Again ha festeggiato il compleanno di Donald Trump regalandogli 10 milioni di token

Il wallet di Donald Trump continua ad arricchirsi. L’ultima donazione al portafogli elettronico del candidato repubblicano alla Casa Bianca è quella arrivata da parte del team degli sviluppatori di MAGA Again (MAAGA). Il token è stato lanciato proprio questa settimana e come mossa promozionale l’azienda ha pensato di donare ben dieci milioni di esemplari al miliardario, in concomitanza con il suo compleanno, il 14 giugno. Una mossa pubblicitaria che ha del resto sortito effetti notevoli.

Donald Trump, anche MAGA Again ha deciso di arricchire il suo wallet

Il passato 14 giugno, Donald Trump ha festeggiato il suo compleanno, il 78° della serie. Un evento che è stato colto anche dagli sviluppatori di una meme coin, MAGA Again (MAAGA), per farsi pubblicità dopo il lancio del token, avvenuto nel corso della stessa settimana.

Proprio mentre si riversavano i messaggi celebrativi sulla ricorrenza, infatti il team dietro il token lanciato sulla Ethereum Virtual Machine (EVM) ha annunciato l’invio di ben 10 milioni di token al portafoglio ERC-20 del candidato repubblicano alla presidenza. Per effetto delle quotazioni attuali, si tratterebbe di un vero e proprio tesoro, pari a oltre 28 milioni di dollari.

Si tratta in effetti di una delle partecipazioni più rilevanti in assoluto, all’interno del wallet di Trump. Che non è stato il solo ad avvantaggiarsi della mossa pubblicitaria, considerato che grazie ad essa il token MAGAA ha iniziato a correre ed apprezzarsi. In linea, del resto, con l’intento dell’iniziativa.

MAGAA: di cosa si tratta

MAGA Again è l’ennesimo rappresentante di quella categoria di meme coin che è stata ribattezzata PoliFi. Ovvero i token dedicati a personaggi della politica, che stanno riscuotendo una buona accoglienza sul mercato delle criptovalute.

Interpellato da International Business Times, il team di sviluppo del token ha cercato di chiarire il senso dell’operazione cui sta dando vita. Lo ha fatto affermando: “Supportata da un team di esperti di marketing e addetti ai lavori politici, MAGAA cerca di creare un seguito simile a un culto attorno a sistemi di credenze condivise e di ottenere un impatto significativo sul mercato attraverso il coinvolgimento strategico di influencer e partnership con i media”.

Per poi aggiungere che questo genere di progetti, si propongono alla stregua di movimenti che uniscono le persone attorno a ideali condivisi e creano slancio per il cambiamento. L’annuncio dell’airdrop di MAGAA è arrivato a pochi giorni di distanza da un evento di X Spaces, il quale ha attirato l’incredibile cifra di 273mila utenti, la passata domenica, al fine di celebrare il lancio su Ethereum della meme coin.

Si è trattato di uno dei più grandi eventi mai accaduti su Spaces, tale da far capire come le criptovalute siano ormai in grado di influenzare non poco le competizioni di carattere politico. Un dato su cui i democratici sembra abbiano iniziato a riflettere, almeno stando alle ultime notizie provenienti dal fronte pro-Biden.

Biden cerca sponde nella criptosfera: è troppo tardi?

Tra le notizie più gustose della settimana, occorre ricordare quella relativa a Joe Biden. Il presidente statunitense, infatti, sta cercando finanziamenti tra le aziende blockchain. Un ravvedimento che, però, non solo sembra tardivo, ma che ha anche suscitato l’ironia, non proprio lieve, della criptosfera.

Le azioni condotte dalla sua amministrazione nei confronti delle aziende blockchain, infatti, sembrano ormai aver scavato un fossato impossibile da colmare. Troppi gli avvisi Wells recapitati agli attori del settore, per poter sperare realmente in un sostegno da parte loro. Anche perché molti di essi sembrano aver ben presente il proverbio turco relativo all’ascia votata dagli alberi, per il semplice fatto di avere un manico in legno. E, allo stato delle cose, non sembrano molte le aziende del settore decise a votare per l’ascia.

PepeFork: andiamo alla scoperta della meme coin nata da un fork di Pepe Coin

Anche la popolare meme Pepe Coin ha avuto l’onore di un fork. Si tratta di PepeFork (PORK), un protocollo che pur non riuscendo a spodestare il proprio genitore dalla posizione di assoluto rilievo che occupa nella classifica di settore, ha comunque attirato un buon numero di investitori, trovando una sua dimensione con il trascorrere del tempo.

Andiamo dunque a scoprirne più da vicino le caratteristiche, per comprenderne al meglio le effettive potenzialità. Soprattutto in considerazione del fatto che proprio le meme coin si candidano ad assumere un ruolo sempre più importante in ambito crypto.

PepeFork: di cosa si tratta e cosa si propone

PepeFork, come del resto attestato dal suo nome, è il risultato di un fork intervenuto nel 2021 nell’ambito della comunità di Pepe Coin. Anche nel suo caso stiamo parlando di una valuta virtuale che punta alla decentralizzazione e ad un utilizzo accorto della tecnologia blockchain teso a rendere possibili transazioni non solo sicure, ma anche distinte da robuste dosi di riservatezza. Oltre che dall’assenza di commissioni di transazione, un caso più unico che raro in ambito criptovalutario.

Il protocollo è basato su un meccanismo di consenso Scrypt e in sede di tokenomics prevede il rilascio di un quantitativo massimo pari a 100 milioni di token. Stabilendo in tal modo un meccanismo chiaramente deflattivo, che nelle intenzioni della squadra di sviluppo dovrebbe sostenerne il prezzo, nel lungo termine.

Il suo utility token è PORK, cui spetta il compito di fungere da carburante per le transazioni interne alla rete. Naturalmente, anche nel caso di PORK un ruolo chiave è affidato alla comunità che si è radunata intorno al progetto. Una comunità che non varia sostanzialmente dalle altre raccolte intorno alle meme coin, puntando a fare di PepeFork un ecosistema più leggero rispetto ai progetti crypto che si propongono di converso il sovvertimento dell’ordine finanziario esistente.

Il risultato del lavoro condotto sin qui si è concretizzato sinora nel conseguimento del 502° posto nella classifica relativa alla capitalizzazione di mercato. Un market cap attestato al momento a circa 77 milioni di dollari, che risente però del -10% collezionato nel corso delle ultime 24 ore.

Le prospettive per il futuro

PepeFork è l’ennesima meme coin che si propone di sfruttare l’onda lunga creata da Dogecoin. Un progetto incentrato sull’ironia, senza particolari prerogative di carattere tecnologico, che ha comunque saputo catalizzare un buon consenso, sino ad ora.

Proprio l’appartenenza ad una nicchia di mercato così particolare, sembra del resto essere il suo reale punto di forza. Le meme coin, infatti, sono state tra le principali beneficiarie della rinnovata aria di fiducia che spira sul settore. Tanto da attirare le attenzioni degli hedge funds, i quali hanno ravvisato nei micro prezzi che le distinguono la chiave di volta su cui agire.

A testimoniare questo interesse un recente rapporto stilato da Pantera Capital, che non sembra lasciare dubbi sull’atmosfera di fiducia che sostiene questo genere di criptovalute. Nel caso di PepeFork, però, occorre sottolineare che non c’è molto di più rispetto a questo entusiasmo. Non ci sono infatti casi d’uso reali o aperture alla DeFi, come avviene ad esempio nel caso di Shiba Inu.

Altro dato da ricordare è poi la pratica mancanza di un vero e proprio piano di sviluppo. Diversamente da quanto accade nel caso di quasi tutte le criptovalute, PepeFork non indica obiettivi e strategie di sviluppo a lungo termine.

Sin qui, abbiamo visto il bicchiere mezzo vuoto. Per quanto riguarda quello mezzo pieno, va invece messo in rilievo il fatto che a indicare le nuove direzioni sarà proprio la comunità. Con gli sviluppatori chiamati a declinare sul campo le indicazioni fornite di volta in volta. Rendendo in buona sostanza reale quel principio della decentralizzazione che è spesso soltanto declamato da altri token.

Meme coin, Iggy Azalea e Abdrew Tate accusati di insider trading nella promozione dei propri token

La piattaforma di analisi blockchain Bubblemaps ha lanciato una pesante accusa nei confronti di Iggy Azalea e Andrew Tate, impegnati nella promozione delle proprie meme coin MOTHER e DADDY. L’accusa è di aver in pratica condotto attività di insider trading al fine di sfruttarne le variazioni del prezzo.

Le accuse sono state pubblicate nel dettaglio in un thread del 12 giugno e hanno rivelato come, al momento del lancio dei due progetti, gli addetti ai lavori avessero già acquistato una parte estremamente rilevante dell’offerta di token. Un’accusa che ha naturalmente sollevato un’accesa discussione tra i criptofans.

MOTHER, le accuse di insider trading contro Iggy Azalea

Per quanto concerne la rapper australiana, Bubblemaps ha affermato che gli addetti ai lavori hanno acquistato il 20% della fornitura di MOTHER al momento del lancio. Per poi vendere l’equivalente di due milioni di dollari in token, approfittando della sua forte crescita nelle ore successive.

L’indagine si è concentrata su un wallet che ha acquistato 109 trilioni di token MOTHER prima di distribuirli su altri sette. La maggior parte di questi fondi sono stati venduti, ottenendo un profitto di 1,4 milioni di dollari, mentre il rimanente sarebbe valutato circa 400mila dollari stando alla quotazione attuale. Questo portafoglio, inoltre, ha provveduto al trasferimento di fondi ad altri che hanno a loro volta venduto circa l’8% della fornitura, con un introito complessivo pari a circa 800mila dollari.

Accuse quindi molto circostanziate, di fronte alle quali Iggy Azalea non ha per il momento ritenuto di dover fornire chiarimenti. Preferendo occuparsi dei piani di marketing, in particolare quelli che vedono la collaborazione con la sua compagnia telefonica.

DADDY, le accuse nei confronti di Andrew Tate

In relazione al caso di DADDY, sempre stando alla ricostruzione di Bubblemaps, gli addetti ai lavori avrebbero acquisito il 30% della fornitura di token. Il totale raggranellato nell’occasione sarebbe di oltre 45 milioni di dollari, distribuiti su 21 portafogli.

A scatenare i sospetti una transazione del 9 giugno, con lo spostamento del 40% della fornitura di DADDY nel portafoglio di Andrew Tate. Operazione avvenuta poco prima che iniziasse a promuovere la moneta sulle sue piattaforme di social media.

I dati on-chain di Bubblemaps rivelano che 11 wallet, finanziati simultaneamente tramite Binance con importi quasi identici, hanno acquistato il 20% di DADDY il 9 giugno, prima dell’annuncio ufficiale del progetto. Wallet che ora detengono collettivamente circa il 19% dell’offerta totale, per un valore di 30 milioni di dollari.

L’azienda ha suggerito che i portafogli collegati appartengono potenzialmente allo stesso gruppo. Al tempo stesso, ha dovuto ammettere: “Dato che sono finanziati tramite Binance, non possiamo confermare al 100% che appartengano allo stesso gruppo. Tuttavia, i tempi e gli importi suggeriscono con forza che sia così”.

Bubblemaps ha inoltre scoperto l’acquisizione del 10% della fornitura di DADDY da parte di altri due investitori, collegati da un wallet. Anche in questo caso l’operazione, per un importo complessivo pari a 16 milioni di dollari, è avvenuta prima che Tate iniziasse le sue attività promozionali.

Il dibattito e la risposta di Tate

Bubblemaps ha anche messo in guardia gli investitori. Ha infatti ricordato che la vendita dei token messi da parte e non sottoposti a burning, potrebbe impattare con forza sulla liquidità delle due meme coin. Si tratta, soltanto nel caso di DADDY, del 40% dell’offerta totale.

Le accuse in questione, hanno naturalmente acceso il dibattito all’interno della comunità crypto, come è facilmente immaginabile. Se alcuni ritengono normale quanto accaduto, altri non hanno esitato a stigmatizzare pratiche così opache e potenzialmente dannose per i trader.

Andrew Tate ha dal canto suo reagito con noncuranza alle critiche. In particolare, ha affermato: “Non venderò mai ciò che è stato inviato al mio portafoglio, lo brucerò e lo comprerò solo.” Nessun chiarimento, quindi, su quanto accaduto.

MOTHER, Iggy Azalea annuncia che il token potrà essere utilizzato per l’acquisto di telefoni e servizi telefonici

I possessori del token MOTHER di Iggy Azalea potrebbero presto essere messi nella condizione di utilizzare la criptovaluta per acquistare telefoni e piani cellulari mensili dalla società di telecomunicazioni della cantante.

Una mossa che potrebbe contribuire a rendere ancora più solida la posizione della meme coin da poco lanciata dalla rapper australiana. Un token che ha debuttato collezionando ben presto una capitalizzazione di mercato pari a 186 milioni di dollari, per poi scendere intorno ai 152.

MOTHER: i piani di Iggy Azalea per il suo sviluppo

I possessori dei token MOTHER potrebbero presto essere in grado di utilizzare la criptovaluta per i pagamenti collegati all’acquisto di telefoni e servizi della società di telecomunicazioni progettata dalla rapper australiana. L’annuncio è stato dalla stessa cantante, che sembra intenzionata a sostenere la sua meme coin assicurandogli la sua visibilità pubblica.

L’annuncio di Iggy Azalea, fa seguito al lancio di un negozio di merchandise MOTHER, considerato da molti osservatori alla base del rally del token, che in poche ore ha accresciuto il suo valore del 90%. Una mossa la quale fa parte di uno sforzo più ampio teso ad incrementare l’utilità della criptovaluta, sostenendone per questa via il prezzo.

Anche in questo caso, l’annuncio della rapper australiana ha sortito i risultati sperati. MOTHER è infatti cresciuta del 18% in un arco temporale di 24 ore, sovraperformando i guadagni ottenuti dal settore delle meme coin nello stesso arco temporale, secondo i dati di DEXTool.

L’annuncio di Iggy Azalea

“Domani finalmente rilancerò la società di telecomunicazioni che ho co-fondato e potrete acquistare telefoni o piani cellulari mensili utilizzando MOTHER o Sol”: questo il messaggio affidato da Iggy Azalea a X, l’ex Twitter. Per poi aggiungere: “Campagna pubblicitaria e lancio da seguire alla fine di questo settimana.”

In un tweet successivo, ha poi affermato che Unreal Mobile è un fornitore di servizi per i telefoni e che ci sarebbe “una selezione di telefoni da acquistare, se necessario”. L’infrastruttura di pagamento sarà affidata alle cure di Sphere Labs, con piani di pagamento che vanno da 20 a 80 dollari al mese.

Quello dei telefoni sta diventando un campo sempre più praticato dalle aziende crypto. Una tendenza iniziata con la decisione di vendere smartphone, denominati Saga e Chapter 2, sulla blockchain da parte di Solana. Decisione salutata da notevole successo, anche perché accompagnata dalla fornitura di una dotazione di token BONK a favore degli acquirenti.

Tutte le unità di Saga sono andate esaurite nel corso del 2023 in corrispondenza della crescita del sentimento favorevole alle meme coin basate su SOL. Tanto da spingere al varo di un secondo modello che ha superato le 100mila prenotazioni in prevendita.

Il dibattito intorno a MOTHER

MOTHER è l’ennesima meme coin emessa da una celebrità, nel preciso intento di sfruttare un filone di successo. Lanciato a fine maggio su Solana, il token ha dato luogo a movimenti violenti, in un senso e nell’altro, favoriti anche dall’incertezza intorno a chi l’avesse effettivamente emessa.

Nel dibattito si è andato a inserire anche Vitalik Buterin, molto critico verso questo genere di operazioni. Un intervento che ha dato luogo ad un batti e ribatti con Iggy Azalea, il quale ha costituito una vera e propria campagna pubblicitaria a costo zero per MOTHER.

A godere della situazione che si è andata creando, sono in particolare coloro che avevano aderito alla prevendita iniziale. In poche settimane, infatti, la capitalizzazione di mercato del token è passato da meno di dieci milioni a poco meno di 200 milioni di dollari.

A contribuire in maniera massiccia alle fortune di MOTHER è stata proprio l’accorta politica di divulgazione condotta da Iggy Azalea. Una campagna che sembra ora destinata a proseguire, grazie all’intreccio con la compagnia telefonica di cui la stessa rapper è proprietaria.

Meme coin in grande spolvero, ma possono rappresentare un problema

Dal debutto di Dogecoin, avvenuto nel corso del 2013, il mercato delle meme coin ha registrato una crescita estremamente significativa, tanto da conseguire una capitalizzazione di mercato totale di 60 miliardi di dollari in questo mese di giugno.

Al momento ben sei di si attestano nella Top 100 di CoinMarketCap, con DOGE a tirare naturalmente il gruppo, dall’alto del suo ottavo posto. Un vero e proprio magic moment, il quale cela però più di un rischio per le comunità che alimentano il fenomeno. Vediamo perché.

Il rapporto di CoinShares sulle meme coin

Solo nel mese di marzo, l’asset class ha attirato ben 13 miliardi di dollari in volumi di scambi spot sui vari scambi. Un dato tale da superare le principali criptovalute blue-chip come Ethereum e Solana. Si tratta però di un dato da prendere con molte precauzioni da parte dei trader. Per non rischiare di bruciarsi le dita.

Il settore, infatti, presenta dei rischi di non poco conto da cui guardarsi. Ad affermarlo è un rapporto stilato dagli analisti di CoinShares, secondo i quali la forte concentrazione di asset tra i possessori di monete meme evidenzia un notevole rischio di manipolazione del mercato e problemi di liquidità.

Occorre ricordare che le balene (whale), detenendo grandi quantità di token sono in grado di avere un impatto estremamente significativo sul prezzo dello stesso. Ogni volta che si muovono, infatti, danno vita a grandi operazioni, causando enorme volatilità. Inoltre, se un numero limitato di indirizzi detiene la maggior parte dei token, possono sorgere problemi di liquidità. Un dato di fatto particolarmente vero nel caso in cui gli stessi indirizzi controllano anche la fornitura di liquidità sugli scambi decentralizzati.

L’elevato coefficiente Gini di circa 0,8 per queste monete meme indica una significativa centralizzazione del possesso di token. Questo indice, rappresenta una metrica fondamentale per riuscire a valutare la distribuzione dei token tra diversi indirizzi. Una centralizzazione tale da comportare rischi di potenziale manipolazione del mercato, obbligando ad una maggiore cautela gli investitori, se vogliono evitare danni.

Secondo gli analisti di CoinShares, il mix tra questi aspetti deve essere valutato con ancora maggiore attenzione nel caso delle meme coin. Cosa che, al contrario, viene spesso sottovalutata proprio per l’apparente giocosità che caratterizza questa particolare nicchia di mercato.

La dominanza di Dogecoin e Shiba Inu sta diminuendo

Lo studio di CoinShares evidenzia anche un altro dato interessante, quello relativo al calo di influenza delle meme coin più longeve. Se DOGE e SHIB continuano ad avere una posizione di comando, il dominio sul resto del gruppo sta diminuendo. A scalfirlo nuove soluzioni come PEPE e i nuovi token lanciati sulla blockchain di Solana. Messe insieme, le nuove meme coin rappresentano più del 50% del volume degli scambi.

Un mutamento del quadro il quale va a riflettere il crescente appeal del settore agli occhi degli investitori. Favorito da fattori come la crescita delle comunità, gli ecosistemi blockchain sempre più fiorenti e il potenziale per rendimenti più elevati.

Altro aspetto preso in considerazione dal rapporto di CoinShares è poi quello relativo all’elevato open interest dei future, che andrebbe a suggerire un aumento degli scambi puramente speculativi. A dimostrarlo, in particolare, quello di Dogecoin, che ha proprio di recente raggiunto il record di 1,8 miliardi di dollari. Non meno significativo il dato relativo a PEPE, il cui open interest è aumentato di quasi il 50%, oltrepassando la soglia degli 850 milioni di dollari nel mese di maggio.

Proprio l’aumento dell’open interest, il quale ora ha superato i 3 miliardi di dollari, sta a indicare una maggiore volatilità dei prezzi. Spingendo gli investitori ad utilizzare sempre più posizioni futures al fine di gestire meglio la propria esposizione alle meme coin.

Sealana supera i quattro milioni di dollari in prevendita, mentre si avvicina la quotazione sui DEX

Sealana (SEAL), una delle meme coin più chiacchierate tra quelle in fase di lancio su Solana, ha superato i quattro milioni di dollari in fase di prevendita. Un grande successo che potrebbe diventare ancora più rilevante, man mano che il token si avvicina allo sbarco sui DEX (Decentralized Exchange), in quanto i ritardatari potrebbero assembrarsi intorno a Sealana, per potersi ritagliare migliori condizioni di accesso ad esso.

Sealana: la prevendita prosegue a vele spiegate

Già più di quattro milioni di dollari hanno premiato la prevendita di Sealana (SEAL), l’ennesima meme coin che si prefigge di sfruttare la crescente popolarità delle monete satiriche. Un successo il quale era del resto atteso alla luce del battage pubblicitario che è stato fatto al token dalle continue discussioni sorte online sul progetto.

Un battage favorito anche dal richiamo al patriottismo che caratterizza SEAL. La mascotte del token, infatti, è una paffuta foca avvolta in una bandiera a stelle e strisce, che sembra strizzare l’occhio ad una parte dell’opinione pubblica statunitense, da sempre pronta a scattare sull’attenti ove chiamata a raccolta.

In questa fase, chi intende aderire al progetto, può farlo acquistando il token ad un prezzo scontato, pari a 0,022 dollari statunitensi. Un prezzo di favore il quale ha naturalmente favorito l’affollamento delle prevendita. Una finestra destinata a terminare il prossimo 25 giugno in vista del successivo airdrop, in cui i token saranno rilasciati agli acquirenti, a prescindere dalle valute digitali con cui è stato condotto lo swap.

Dopo l’airdrop Sealana sbarcherà su un DEX

Una volta terminato l’airdrop, sarà quindi l’inizio della fase successiva a coinvolgere la comunità. Una fase che prevede il lancio di Sealana su uno dei DEX basati su Solana. Al proposito, occorre sottolineare che secondo gli utenti del canale Telegram di Sealana, lo scambio decentralizzato in questione sarà quello di Raydium. A spingerli nella formulazione di tale previsione il fatto che proprio questo è stato il DEX su cui sono sbarcati molti progetti analoghi basati sulla blockchain di Solana.

Solana, a sua volta, è ormai diventato un vero e proprio incubatore di meme coin, nel corso degli ultimi mesi. A favorire questa tendenza alcune caratteristiche ben precise, a partire dalla velocità transazionale che ne distingue l’infrastruttura e le basse commissioni.

Caratteristiche le quali, stando alle previsioni di molti osservatori, potrebbero fare da catalizzatore al successo di SEAL. Per il quale stanno spingendo anche alcuni noti influencer, a partire da Oscar Ramos e Zach Humphries. Cui si è aggiunto un celebre YouTuber come ClayBro, il quale non ha esitato a indicare Sealana come una delle meme coin di punta su Solana.

Meme coin all’assalto

Quello delle meme coin è ormai un vero e proprio assalto. Non passa praticamente settimana senza che sul mercato crypto non arrivino nuove soluzioni che si propongono di sfruttare l’onda lunga innescata da Dogecoin.

In particolare, sono proprio quelle lanciate sulla blockchain di Solana a destare grande interesse. Favorite anche dalla reputazione ormai praticamente inattaccabile di una infrastruttura che si sta dimostrando ideale allo scopo.

I nuovi arrivi sono destinati ad intercettare un gradimento molto elevato da parte dei trader al dettaglio, ma non solo. Anche gli hedge fund, infatti, stanno mostrando un elevato interesse nei confronti di questa particolare nicchia di mercato. I micro prezzi che le caratterizzano, infatti, sembrano creare le premesse per grandi crescite, tali da fornire il terreno per altrettanto grandi guadagni.

Una tendenza che è stata di recente fotografata da un rapporto di Pantera Capital, che contiene un’affermazione che è un vero e proprio programma: le meme coin sono qui per restare. Una previsione la quale, almeno al momento, regge alla prova dei fatti, in maniera molto agevole.

Piggy Bankster, la nuova meme coin dedicata al mondo del crimine sta suscitando grandi speranze

Le meme coin continuano ad approdare sul mercato praticamente senza soluzione di continuità. L’ultimo protocollo satirico di cui si è iniziato a parlare da circa una settimana è Piggy Bankster, dedicato al mondo del crimine.

La sua narrazione ruota attorno a un maiale gangster, che è riuscito ad emergere dai bassifondi di Swine City per diventare un boss del crimine temuto e rispettato. Una presentazione quindi molto diversa da quella consueta, che vede prevalere cani e altri animali.

Le previsioni per Piggy Bankster, comunque, non mutano sostanzialmente da quelle che sono state formulate per un gran numero di progetti della stessa nicchia di mercato. Sono infatti in molti a prevederne un notevole successo.

Piggy Bankster: di cosa si tratta?

Piggy Bankster è l’ennesima meme coin lanciata sulla blockchain di Solana. A differenziarla rispetto ad altre soluzioni analoghe è il mondo cui si richiama, quello del crimine di strada. Un mondo da cui il maiale vestito con un abito di alta sartoria è emerso con tutto il rispetto dovuto ad un campione dello stesso.

Indossando un abito gessato, Piggy Bankster è solito affrontare i rivali con spietata efficienza. Tra le sue caratteristiche, l’apprezzamento verso coloro che gli sono leali, con lauti premi ai suoi collaboratori. Mentre riserva una durezza draconiana verso coloro che, al contrario, decidono di tradire la sua fiducia.

La storia a tinte fosche di Piggy Bankster è poi accompagnata da uno slogan che è un vero programma del suo modo di agire: “Tutto quello che ho a questo mondo è la mia parola e il mio muso. E non li rompo per nessuno”. Accompagnato da un altro teso con tutta evidenza a far capire come, in fondo, si tratti dell’ennesimo scherzo: “Quando metti in difficoltà i migliori, diventi pancetta”.

Naturalmente, il tutto ha lo scopo di attrarre una vasta comunità, ormai diventato il vero tratto distintivo delle meme coin, sin dalla nascita del loro progenitore, Dogecoin. Che sulla formazione di una comunità di sostenitori folta e fedele ha costruito le proprie fortune.

La tokenomics di Piggy Bankster

In sede di tokenomics, è stata prevista una fornitura completamente circolante pari a cento milioni di token PIGS. Il lancio è stato impostato in modo da garantire la massima equità possibile. In particolare, è stato perseguito l’obiettivo di fare in modo che la scoperta dei prezzi avvenga in maniera aperta e trasparente.

La liquidità iniziale fornita per il token è di 12mila dollari, fissando il prezzo iniziale a 0,00012 per PIGS. Un modo per evitare le insidie che accompagnano di solito i token pre-minati, assicurando così condizioni di parità alla totalità degli investitori.

Naturalmente, gli sviluppatori sono consapevoli della grande concorrenza con cui si devono confrontare. Basti pensare, in tal senso, che al momento sono sette le meme coin assise nella Top 100 di CoinMarketCap.

Un novero cui vanno aggiunti altri progetti in fase di crescita, in particolare quelli dedicati agli uomini politici, a partire da Donald Trump e Joe Biden. Accomunati da quei micro prezzi i quali sembrano in effetti rappresentare il vero motivo del loro appeal presso i trader al dettaglio. E non solo.

Le meme coin attraggono anche i fondi speculativi

Se nella fase iniziale a puntare sulle meme coin erano quasi esclusivamente i piccoli trader, conquistati dalla giocosità dei token, ora la situazione sta mutando profondamente. Stando a quanto affermato da un recente studio di Pantera Capital, infatti, anche gli hedge fund, le stanno acquistando in maniera massiccia.

A spingere i fondi speculativi in tal senso, è proprio la grande volatilità che caratterizza questi protocolli. Una caratteristica che, se è comune nelle criptovalute, è ancora più evidente in questo particolare ambito. Ponendo le basi per quei lauti guadagni che sono praticamente la ragione di fondo che muove questo genere di società finanziarie.

La leggenda del wrestling Hulk Hogan accusato di aver promosso una meme coin truffa

La vera e propria mania che sta interessando le meme coin sembra destinata a generare una catena di truffe. Un assunto dimostrato da quanto sta accadendo in queste ore, con la leggenda del wrestling Hulk Hogan accusata di aver promosso uno di questi progetti, a lui dedicato.

La criptovaluta incriminata si chiama HULKAMANIA (HULK) ed è stata varata sulla blockchain di Solana. L’atleta avrebbe dato vita ad alcuni post per pubblicizzarla, per poi cancellarli. Operazione, la seconda, che è stata seguita da un fortissimo calo del valore di mercato del token.

HULKAMANIA: cosa sta accadendo intorno alla meme coin

A riportare i contorni della vicenda è stato l’account dei social media di Step Finance, Solana Floor. Stando alle ricostruzioni che girano al momento, la leggenda del wrestling Hulk Hogan avrebbe pubblicato alcuni messaggi tesi a promuovere una meme coin recante il suo nome.

La ratio di questa mossa è facilmente prevedibile: sfruttare la popolarità del suo nome tra i tanti patiti di questa disciplina a metà tra lotta libera e avanspettacolo e spingerli ad acquistare la moneta virtuale. Poi, però, anche se ancora non sono chiari i motivi, l’atleta statunitense avrebbe cancellato i post. Affermando al contempo di non essere l’esecutore dei messaggi promozionali, facendo quindi intendere che il suo profilo sarebbe stato hackerato.

L’atleta, il cui vero nome è Terry Gene Bollea, ha cercato di mettere una toppa in tal senso il 5 giugno, utilizzando all’uopo Instagram. In particolare ha affermato: “Per favore, non prestate attenzione a nessun post pubblicato oggi. Non provengono da me e verranno prontamente rimossi.”

Non appena sono scomparsi i messaggi e si è diffusa la versione di Hogan, il token che reca il suo nome è naturalmente crollato. La sua quotazione è infatti scesa da 17 a 2 milioni di dollari in pochi minuti.

A pubblicare gli screenshot dei messaggi incriminati è stata la piattaforma di social media X, ex Twitter. Ora non resta che cercare di chiarire il vero ruolo di Hulk Hogan, ancora oggi amatissimo dai fans del wrestling, in quello che è accaduto.

Celebrità e meme coin

Le monete meme sono diventate sempre più popolari, nel corso degli ultimi anni. Dopo Dogecoin, un gran numero di progetti si è proposto di ripercorrerne le orme, con esiti diversi.

La novità degli ultimi mesi, però, risiede nel fatto che ora questi token a sfondo ironico sono molto più facili da lanciare, grazie a piattaforme ideate allo scopo. Basti pensare che solo nel mese di maggio sono stati creati oltre mezzo milione di token sulla blockchain di Solana.

Una tendenza che sta creando non poca preoccupazione, in quanto tra i tanti ci sono protocolli espressamente creati al fine di truffare gli incauti investitori. Tra cui quelli ispirati ad alcune celebrità, che non sempre danno il proprio benestare all’operazione.

E quando lo fanno, suscitano critiche molto serie, come quella elevata dal co-fondatore di Ethereum, Vitalik Buterin. In un articolo pubblicato a marzo, proprio lui ha indicato quelle che ritiene siano le caratteristiche essenziali affinché le monete meme siano considerate onorevoli e rispettabili.

Ha suggerito che oltre ad arricchire i primi utilizzatori e le celebrità, tali progetti dovrebbero puntare ad avere obiettivi di bene pubblico legati a progetti artistici o enti di beneficenza, essere progettati per durare almeno un decennio e includere meccanismi coinvolgenti come il voto simbolico e le organizzazioni autonome decentralizzate (DAO). Ovvero caratteristiche che attualmente non sono presenti nelle meme coin.

L’ultima tendenza: i protocolli dedicati alle celebrità

Un’accusa sostanziata da quanto accaduto nel corso delle ultime settimane, con molte celebrità decise a sfruttare il trend. Tra di esse, Caitlyn Jenner, un tempo olimpionico di nuoto, i rapper Rich The Kid e Iggy Azalea, e il musicista nigeriano Davido.

La maggior parte di questi token hanno illuso i trader che li avevano adottati sperando in pingui guadagni. In particolare, JENNER è sceso del 75,0% rispetto al suo massimo storico, mentre Timeless Davido (DAVIDO) ha visto calare il suo prezzo del 68,2% rispetto al picco.

Ce ne sono però stati altri i quali, al contrario, sono riusciti a resistere meglio nel confronto con il mercato. A partire dal token della rapper australiana Iggy Azalea, MOTHER, il quale ha recentemente raggiunto il massimo storico, conseguendo una capitalizzazione di mercato di 134 milioni di dollari nella giornata di ieri. Ovvero nei minuti successivi alla promesso fatta da Amethyst Amelia Kelly, questo il suo vero nome, di ripulire il suo token.

FightNight, anche il pugilato ora ha la sua meme coin

Anche il pugilato vanta ora la sua meme coin. Si tratta di FightNight, token dedicato in particolare a due icone della nobile arte, Muhammad Ali e Mike Tyson, lanciato in prevendita il passato primo giorno di giugno. Considerato il largo seguito che questa disciplina continua a vantare, nonostante un certo declino rispetto ai tempi d’oro, proprio i fans del pugilato più in sintonia con l’innovazione finanziaria potrebbero rappresentarne un eccellente supporto.

FightNight: di cosa si tratta?

Dopo un gran numero di meme coin a tema canino, ora è la volta dello sport a fare il suo ingresso in una nicchia di mercato sempre più affollata. È infatti iniziata, il primo giorno di giugno, la prevendita di FightNight (FNIO), un token espressamente rivolto al mondo della boxe.

Sostenuto da celebrità come Mike Tyson e Jake Paul, il nuovo protocollo si propone come una miscela tra sport, gioco su blockchain e finanza decentralizzata. E come tale potrebbe rappresentare qualcosa di effettivamente nuovo all’interno di una scena largamente dominata dai cani.

Proprio il gioco ispirato alla figura di Tyson sembra poter rappresentare un motivo di largo richiamo. Al suo interno, infatti, i giocatori assumono le vesti del leggendario peso massimo e si sfidano per accumulare premi. Ogni pugno assestato o evitato e i risultati degli incontri sono infatti annotati sulla catena, concorrendo a fissare una graduatoria.

Oltre ai giochi su blockchain, FightNight propone anche lo staking, consentendo agli utenti di assicurarsi una rendita passiva, depositando i propri token. Inoltre, si propone come crypto casino, proponendo naturalmente come tema il pugilato. I giochi presenti all’interno della piattaforma sono infatti ispirati alla boxe e, in particolare, alle leggende che hanno contribuito a scriverne le pagine più gloriose.

La tokenomics di FightNight

Per quanto concerne la tokenomics, FNIO prevede un’offerta totale pari a 200 miliardi di token. Ha quindi un carattere deflattivo, caratteristica che dovrebbe stabilizzarne il prezzo nel lungo periodo. Gettoni virtuali che saranno allocati nel seguente modo:

  • Vendita privata: 2% (4 miliardi di token)
  • Prevendita: 24% (48 miliardi)
  • Staking: 24% (48 miliardi)
  • Marketing: 10% (20 miliardi)
  • Listing e liquidità: 10% (20 miliardi)
  • Sviluppo: 12% (24 miliardi)
  • Fondo per i progetti: 15% (30 miliardi)
  • Donazioni: 3% (6 miliardi).

L’ICO (Initial Coin Offering) è iniziata il 1° giugno 2024 e terminerà il prossimo 30 luglio 2024. Durante questo periodo, FNIO sarà disponibile al prezzo di 0,0009 dollari. Per poter procedere alla sua acquisizione è necessario dotarsi di ETH, USDT e BNB. Il soft cap è fissato a 48 miliardi di token, la metà dell’hard cap.

Le prospettive di FNIO

L’esordio di FightNight avviene in un momento di grande spolvero per le meme coin. Ben sette di loro sono infatti posizionate nella Top100 di settore, con alcuni progetti che continuano ad aumentare la propria capitalizzazione di mercato in maniera estremamente significativa.

Un momento positivo testimoniato anche dall’interesse dei fondi speculativi verso questa particolare nicchia. A rivelarlo è stato di recente un rapporto di Pantera Capital, indicando nella loro elevatissima volatilità l’aspetto in grado di renderle appetibili per gli hedge fund. Una volatilità la quale sembra fatta apposta per invogliare fondi sempre alla ricerca di asset in grado di ripagare in maniera molto significativa l’investimento effettuato.

FNIO si propone ai trader con alcune caratteristiche le quali potrebbero agevolarne l’affermazione. A partire dal fatto di mixare staking e gioco su blockchain. Quella dei crypto casino è infatti un’altra delle tendenze che si vanno affermando sul mercato. Agevolata dalla possibilità per i giocatori di bypassare quelle verifiche KYC le quali sono viste come il fumo negli occhi.

Considerata la vera e propria febbre che sta accompagnando l’esordio di molte meme coin, non stupirebbe eccessivamente il successo di un progetto come FightNight, che sembra strutturato in maniera molto accorta.

Turbo, meme coin creata da ChatGPT, tiene fede al suo nome e cresce del 2262% in appena tre mesi

Turbo è l’ultimo fenomeno nel settore delle meme coin. Il token, creato con l’ausilio di ChatGPT, ha infatti tenuto fede al suo nome, dando vita ad una crescita nell’ordine del 2262% in soli tre mesi. Un rally prolungato che gli ha permesso di accumulare una capitalizzazione di mercato pari a 649 milioni di dollari. Un trend che sembra poter proseguire anche nel corso dei prossimi mesi, considerato l’appeal di questo genere di coin presso un gran numero di investitori.

Turbo: quali i motivi del suo successo?

Il mondo delle criptovalute è pieno di sorprese. Quella rappresentata da Turbo è l’ennesima conferma di questa caratteristica. Creata utilizzando la tecnologia GPT-4 di OpenAI, questa meme coin ha visto il suo valore salire alle stelle, raggiungendo l’incredibile valutazione di 649 milioni di dollari in appena tre mesi trascorsi dal suo esordio sul mercato.

Un successo che testimonia non solo la presa delle meme coin, ma anche il ruolo sempre crescente dell’intelligenza artificiale anche nel settore dell’innovazione finanziaria. A lanciare quello che sembra profilarsi come un vero fenomeno, è stato un artista digitale, Rhett Mankind. È stato lui a creare il concept, la tokenomics e gli smart contract di Turbo, appoggiandosi a ChatGPT. A rendere ancora più sorprendente la vicenda il budget da lui utilizzato per condurre in porto l’operazione: 69 dollari!

Il nuovo protocollo ha rapidamente calamitato l’attenzione di una vasta comunità, permettendogli di incrementare la sua popolarità in maniera esponenziale, con il progredire del tempo. Sino ad affermarsi come uno dei progetti più di tendenza in assoluto, degli ultimi tempi.

Le meme coin sono sempre più popolari

Nel corso delle ultime 24 ore il prezzo di Turbo è cresciuto nell’ordine del 32%. Un dato che gli ha consentito di portare la sua capitalizzazione di mercato da 27 a 649 milioni di dollari. Per effetto dei quali ha già occupato il 235° posto nella classifica di CoinMarketCap.

A rendere possibile questa crescita è stata proprio la comunità raccolta da Rhett Mankind a sostegno del suo progetto. Una comunità la quale non si è fatta pregare per essere coinvolta, ad esempio partecipando ai sondaggi lanciati su aspetti fondamentali del piano di sviluppo del token, come il suo nome e la mascotte da adottare.

Il mix tra il coinvolgimento della comunità e l’utilizzo di tecnologie di ultima generazione ha ben presto catturato l’attenzione di un gran numero di trader. A conferma di una tendenza sempre più forte, quella rappresentata dalle meme coin. Talmente evidente da spingere anche gli hedge fund ad interessarsi del fenomeno.

Per Turbo e le meme coin la tendenza è al rialzo

Secondo i dati pubblicati da Coinglass, proprio Dogecoin e le sue sorelle sono tra i token che vedono il maggior impiego della leva finanziaria. Tanto che, nella giornata di ieri, ben quattro dei primi dieci token con l’Open Interest (OI) più elevato, erano meme coin.

L’Open Interest rappresenta il valore totale di tutti i contratti futures e di opzioni sull’asset che non sono stati ancora chiusi, liquidati o esercitati. Viene considerato un indicatore di grande importanza, in quanto è in grado di fornire una misura della liquidità e del coinvolgimento del mercato in termini di trading sui derivati crypto. Un OI in crescita indica uno slancio rialzista, proprio perché i trader a leva aprono più contratti in previsione di un aumento.

Un dato il quale sembra porre le basi per una tendenza al rialzo che non dovrebbe venire meno nel breve termine. Basta del resto vedere l’andamento di Pepe, arrivato al 21° posto della classifica di settore, nonostante un cedimento di oltre nove punti percentuali nel corso delle ultime 24 ore, per capire come per questa nicchia di mercato ci sia ancora spazio di crescita.

Le meme coin dedicate a Donald Trump prendono il volo subito dopo il suo intervento alla convention del Libertarian party

Il connubio tra meme coin e politica si sta dimostrando sempre più promettente. A dimostrarlo, in queste ore, sono i token dedicati a Donald Trump, il miliardario di nuovo in corsa per la Casa Bianca. In particolare sono stati MAGA e TRUMP a segnalarsi in tal senso, dando vita ad una crescita nell’ordine del 32% nelle ore immediatamente successive all’intervento del candidato repubblicano ad un evento del Libertarian Party. Un balzo in avanti che promette di continuare nel corso dei prossimi mesi.

TRUMP, il token dedicato allo sfidante di Biden spicca il volo

È bastato l’intervento di Donald Trump alla Convention nazionale del Libertarian Party, per riproporre in tutta evidenza il tema della volatilità crypto. Nelle ore immediatamente successive all’intervento del tycoon, infatti, due meme coin a lui dedicate, MAGA e TRUMP, hanno dato vita ad un vero e proprio rally, che sta perdurando.

Un volo verso l’alto che nel corso delle ultime 24 ore ha prodotto un +32%, tale da condurle entrambe al proprio massimo storico in termini di market cap. Capitalizzazione che è di particolare rilievo per MAGA, al momento posizionata al 231° posto nella classifica crypto con quasi mezzo miliardo di dollari di market cap.

I progressi fatti registrare da questa meme coin, peraltro, sono destinati a fare doppiamente felice il candidato repubblicano alla Casa Bianca. Proprio lui, infatti, è stato gratificato dal regalo di quasi 580mila token da parte degli ideatori del progetto.

Una mossa di marketing ormai usuale, che nel suo caso gli consente di possedere 6,7 milioni di dollari in MAGA all’interno del proprio wallet. Un bottino che è salito di 1,6 milioni nell’ultimo giorno. Tanto da far pensare che la sua apparizione all’evento del Libertarian Party sia stata doppiamente proficua. Ha cioè portato risultati in termini politici, ma anche finanziari. Strano che nel Paese ove il conflitto di interessi è curato con grande attenzione, nessuno abbia messo in luce quello che si viene a verificare nel caso di Trump.

Cosa ha detto Donald Trump alla convention del Libertarian Party?

L’intervento di Trump alla convention del Libertarian Party ha destato un certo clamore. Come era logico, il miliardario candidato per il partito repubblicano ha posto particolare enfasi sui temi del liberismo. Temi che sono particolarmente sentiti dai militanti di questo partito.

Il Libertarian Party, infatti, promuove il tema delle libertà civili, del non interventismo statale nell’economia, del liberismo senza freni e della massima limitazione dei poteri statali. Trump ha fatto atterrare su questi temi il suo nuovo cavallo di battaglia, ovvero le criptovalute.

Ha infatti promesso di difendere l’innovazione finanziaria dagli “scagnozzi” di Elizabeth Warren e affermato che gli USA devono guidare il settore. Ma, soprattutto, ha promesso di concedere la grazia a Ross Ulbricht. Ovvero al controverso creatore di Silk Road, un mercato della darknet in cui tra il 2011 e il 2013 sono avvenuti traffici di stupefacenti, armi ed esseri umani.

Le meme coin sulle presidenziali potrebbero essere di tendenza, nei prossimi mesi

Alla luce di quanto sta accadendo in queste ore, non è azzardato prevedere che nel corso dei prossimi mesi, quelli che separano dalle presidenziali statunitensi , le meme coin a tema politico possano rappresentare un trend molto forte.

Se Trump si è già posizionato all’interno di quella che viene chiamata PoliFi, il suo rivale Joe Biden non è da meno. Vanta infatti già sei token: Joe Biden, JOE, Jeo Boden, Dark Brandon, Dark Boden e Biden Token.

Naturalmente, non tutti sono ispirati dall’apprezzamento verso la sua figura, ma resta il fatto che il connubio tra politica e criptovalute si sta rivelando fertile. Come dimostrano anche i casi di Cynthia Lummis ed Elizabeth Warren. E chissà che nei prossimi mesi non arrivino altre meme coin analoghe.

Elon Musk twitta sulla morte di Kabosu e le meme coin tornano a correre

Il famoso cane Kabosu, il volto di Dogecoin e di molte altre meme coin a tema canino, è morto nella giornata di ieri, alla bella età di 17 anni. A segnalarne la scomparsa il suo proprietario, che ha in tal modo innescato una vera e propria ondata di commozione all’interno della comunità raccolta intorno a questo particolare settore della criptosfera.

Tra coloro che hanno commentato l’evento, c’è stato anche Elon Musk. E, come al solito, il suo commento pubblicato su X ha immediatamente provocato la forte crescita di molti token ispirati a Kabosu e altre meme coin. Confermando ancora una volta la straordinaria presa del fondatore di Tesla su queste criptovalute.

La morte di Kabosu e il commento di Elon Musk fanno di nuovo scatenare la febbre delle meme coin

La morte di Kabosu, il cane Shiba Inu che ha ispirato i creatori di Dogecoin e di altre meme coin a tema canino, ha colpito enormemente la comunità raccolta attorno a queste criptovalute. Tanto da spingere un gran numero di utenti a salutare per l’ultima volta l’animale.

Tra coloro che lo hanno fatto, non poteva mancare Elon Musk, il CEO ad honorem di DOGE. L’uomo più ricco del mondo non ha mai nascosto la propria predilezione per Dogecoin, apprezzandone in particolare lo spirito lieve e giocoso.

Nel corso degli anni ha dedicato un gran numero di tweet al token, spingendolo sempre più in alto. Come ha fatto stavolta. Nei minuti immediatamente successivi al suo intervento su X, il social media un tempo noto come Twitter di cui è ora proprietario, il prezzo di DOGE è salito del 5% raggiungendo il massimo della sessione di 17,3 centesimi. Mentre Shiba Inu è a sua volta cresciuto del 3%.

In questo caso i progressi si sono rivelati di breve durata, in quanto nelle ore successive entrambe le criptovalute hanno ridotto i guadagni. Nonostante ciò, nelle ultime 24 ore hanno sovraperformato l’indice CoinDesk 20, che è risultato al contrario piatto.

Molto meglio è comunque andata a Pepe. La meme coin ispirata ad una rana, infatti, ha confermato il trend di crescita che sta evidenziando ormai da giorni. Nel suo caso, infatti, il prezzo è salito del 6,36% nel corso delle ultime 24 ore. Se il riferimento è all’ultima settimana, la crescita è invece nell’ordine del 62,74%, tale da portare il protocollo al 20° posto nella classifica di CoinMarketCap.

Perché ogni volta che Elon Musk twitta sul tema, le meme coin crescono?

Quanto è accaduto ha naturalmente riproposto il tema relativo all’influenza di Elon Musk sul mercato criptovalutario. Non solo per quanto riguarda le meme coin, ma anche Bitcoin, anche se in questo caso l’influsso è minore.

Naturalmente, questo comportamento del mercato, e l’associazione ai messaggi del fondatore di Tesla, spingono molti curiosi a chiedersi quale sia il collegamento. La spiegazione è abbastanza semplice: secondo molti trader, Musk possiede un gran numero di meme coin. Se non si sa per Dogecoin la realtà, al contrario è risaputo che alcuni team di sviluppo hanno pensato bene di regalargli un notevole quantitativo di token dei propri progetti.

Naturalmente questa bizzarra consuetudine, il regalare monete virtuali a personaggi che già sono straricchi per proprio conto, innesca un’altra legittima domanda: a cosa è dovuta? È molto semplice: si tratta di una mossa di marketing. Chi la effettua conta sul fatto che si parlerà molto di questo atto e della meme coin implicata nell’operazione. Il tutto dando luogo ad una campagna a costo contenuto, in quanto nella fase iniziale i token in oggetto valgono solitamente molto poco.

Nel caso di Musk, poi, c’è anche un altro fattore da tenere presente. Molti pensano che prima o poi integrerà Dogecoin in un sistema di pagamento su X e, magari, su Tesla. In effetti per quanto concerne le auto elettriche da lui prodotte era già stato accettato il Bitcoin, prima di tornare indietro sulla decisione a causa delle polemiche sugli eccessivi consumi della sua blockchain.

Per quanto riguarda X e DOGE, invece, si è parlato spesso di questa ipotesi, senza che però piani al proposito siano stati condotti a termine. Ciò, però, non esclude che lo siano nell’immediato futuro. Nel frattempo, la presa del miliardario di origini sudafricane sulle meme coin continua a dare copiosi frutti.

Gary Gensler, numero uno della SEC, ora è diventato una fonte di ispirazione per gli sviluppatori di meme coin

Gary Gensler è ormai un vero e proprio bersaglio per i criptofans. A renderlo tale la costante offensiva condotta dal presidente della Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti, contro le criptovalute.

La spedizione di un gran numero di avvisi Wells a importanti società della scena crypto, ha in pratica spinto Gensler sul proscenio facendone una figura centrale nella querelle tra politica e asset digitali. Una figura centrale, ma non proprio popolare.

Anzi, si può a buona ragione affermare che il numero uno della SEC rappresenta una vera e propria bestia nera per i sostenitori dell’innovazione digitale. Tanto che stanno facendo il proprio esordio sul mercato meme coin dichiaratamente ispirate alla sua figura e alle sue politiche.

NotWifGary: il giro di vite della SEC sulle criptovalute innescala moda delle meme coin ispirate a Gary Gensler

La sempre più serrata battaglia in atto tra la SEC e la criptosfera si sta traducendo in una nuova mania, quella delle meme coi ispirate a Gary Gensler. A dimostrarlo è il lancio di NotWifGary, moneta virtuale lanciata da un gruppo di utenti stanchi delle mosse dell’autorità di vigilanza dei mercati finanziari statunitensi contro le criptovalute.

Il gruppo è composto da dodici utenti crypto, capeggiati da Marco Monaco, cofondatore di Linea e direttore dei progetti strategici EMEA all’interno di Consensys. Una figura quindi di spicco in ambito blockchain, che ha deciso di non restare alla finestra mentre Gensler si arroga il compito di sceriffo della criptosfera.

Il drappello di coraggiosi da lui guidato ha deciso di lanciare un progetto ben preciso: formare una comunità di utenti blockchain talmente numerosa da rendere impossibile alla politica ignorarlo. Persone unificate dalla frustrazione per la continua aggressione della SEC all’innovazione finanziaria.

NotWifeGary: di cosa si tratta?

Occorre sottolineare che se la meme coin deve ancora fare il suo esordio sul mercato, il sito web è già attivo. Al suo interno si ribadiscono le tesi già note a chi segue la questione. In particolare, si afferma che i software open source alla base di Ethereum e altri progetti non dovrebbero essere regolamentati alla stregua di security. Innescando presso gli sviluppatori il timore di una punizione a norma di legge per aver contribuito alla loro produzione.

Il token sarà comunque lanciato sulla blockchain di Linea, sotto forma di ERC-20, con un limite di fornitura di 69 miliardi di token. A far capire meglio lo spirito dell’iniziativa è una circostanza ben precisa: la liquidità sarà bloccata al 100% per 66 anni, in modo da onorare l’età di Gary Gensler. A consentirne il funzionamento sarà un pool di liquidità Ether finanziato dalla comunità tramite StationX, su Linea.

Considerato il dibattito scatenato dai continui raid della SEC, a suon di avvisi Wells verso un gran numero di aziende operanti nel settore crypto. NotWifeGary potrebbe in effetti andare incontro ad un successo. Nella peggiore delle ipotesi offrirà una valvola di sfogo agli utenti di Ethereum frustrati da una repressione normativa che, a detta degli interessati, impedisce a EVM di conseguire il suo pieno potenziale.

Il precedente di Gensler Devil

NotWifeGary non è la prima meme coin ispirata al presidente della SEC. È infatti stata preceduta da Gensler Devil, che non nasconde le sue rilevanti ambizioni. Lanciata sulla blockchain di Solana, questa meme coin afferma addirittura di voler competere con Dogecoin e Shiba Inu.

Gensler Devil è al momento disponibile sugli scambi centralizzati (DEX) di Solana, in particolare Jupiter Raydium. Si prospetta quindi un vero e proprio duello tra due progetti espressamente ispirati a quella che è da considerare al momento la figura più avversata dai criptofans, a livello istituzionale. Cui, però, ben presto se ne potrebbero aggiungere altri, ispirati allo stesso tema.

Gli hedge fund stanno virando verso le meme coin: vediamo perché

Gli hedge fund sono sempre più attratti dalle meme coin. Il motivo di questo evidente feeling è rappresentato proprio dalle prospettive di guadagno che Dogecoin e le sue sorelle sono in grado di evidenziare. Prospettive che per strumenti dichiaratamente speculativi, fanno evidentemente premio su ogni altro genere di considerazioni.

A ribadirlo è stato di recente il fondo dedicato alle criptovalute Pantera Capital, il quale non ha esitato ad affermare che “le meme coin sono qui per restare”. Aggiungendo che questi particolari token, solitamente caratterizzati da intenti satirici, sono in grado di creare gigantesche opportunità. Quelle che sono espressamente cercate dagli hedge fund.

Hedge fund e meme coin, un legame sempre più stretto

Quando nel mese di dicembre Dogwifhat è diventato il token più popolare nel settore criptovalutario, Stratos, di stanza a Newport Beach, in California, ha lanciato un fondo liquido contenente il token, la cui mascotte è, ovviamente, un cane che indossa un berretto.

L’apprezzamento del token di oltre 300 volte, ha fatto sì che nel primo trimestre tale fondo registrasse un rendimento pari al 137%. Sovraperformando di oltre il doppio il resto del mercato di riferimento. L’azienda, che ha indicato la presenza tra i suoi soci accomandanti di venture capitalist come Marc Andreessen e Chris Dixon, non è stata l’unico hedge fund a tuffarsi nelle meme coin.

Anche un peso massimo della macroeconomia come Brevan Howard ha fatto un “piccolo” investimento nel settore, almeno stando alle rivelazioni non ufficiali di una persona a conoscenza della questione. A spiegare il motivo di questo interesse è stato Rennick Palley, socio fondatore di Stratos. Nel corso di un’intervista ha infatti affermato: “La verità non detta è che se il fondo non lo fa, lo fanno le persone che lavorano nel fondo”.

Basta del resto vedere i dati rilasciati da Dex Screener, per capire meglio. In base ad essi, infatti, si può notare come nel corso degli ultimi mesi questi particolari token stanno registrando il volume di scambi più elevato sui DEX (Decentralized Exchange). Mentre il data tracker CoinMarketCap indica come il valore di mercato complessivo delle meme coin sia salito a circa 54,7 miliardi di dollari.

Lo scetticismo di gran parte della criptosfera verso le monete meme

Nonostante i dati ricordati, lo scetticismo dei criptofans sulle meme coin continua ad essere molto elevato. Se inizialmente l’atteggiamento era di benevolenza, soprattutto nei confronti di Dogecoin, con il tempo l’atmosfera si è trasformata in una vera e propria strategia di trading speculativo. Di cui cercano di approfittare progetti che non di rado si rivelano alla stregua di rug pull o poco più.

Quinn Thompson, fondatore dell’hedge fund Lekker Capital è molto chiaro, al riguardo: “È semplicemente una frenesia al dettaglio, è proprio quello che hai visto su GameStop e sulle azioni meme nei mercati tradizionali. È la punta della lancia per la speculazione. È un gioco d’azzardo.” Può dirlo avendo lui stesso preso parte al gioco, per poi abbandonarlo.

Mentre dissente parzialmente Cosmo Jiang, gestore di portafoglio di Pantera: “Le monete meme sono iniziate chiaramente come uno scherzo. Col passare del tempo si sono però evolute.” In effetti molti degli ultimi progetti sono stati concepiti come progetti culturali, magari affermando l’appartenenza a una cultura o a un gruppo di persone unificate da un sistema di credenze condiviso.

L’evoluzione in atto

Dogecoin è stato lanciato nel 2014 e da allora sono stati creati migliaia di protocolli analoghi. Se molti investitori al dettaglio hanno puntato con forza sulla tendenza in atto, quelli professionali hanno invece optato per restarne alla larga. Almeno sino all’ultimo boom criptovalutario, che ha modificato tale stato di cose.

A facilitarne la grande affermazione anche la facilità di lanciare i vari progetti, grazie ad app come Pump.fun, la quale consente agli utenti di coniare monete in pochi minuti. Mentre blockchain come Solana e Base offrono commissioni di negoziazione basse, tanto da essere state letteralmente invase da questi token. Senza contare il fatto che anche i bot di Telegram, a partire da Bonkbot, hanno enormemente facilitato il loro scambio.

Una tendenza di cui hanno preso atto anche gli exchange più importanti, a partire da Gemini, l’exchange centralizzato fondato dai gemelli Winklevoss. E, soprattutto, facilitata dal fatto che i progetti presentati negli ultimi mesi sono non solo più rifiniti dal punto di vista tecnologico, ma anche più liquidi. Come messo in rilievo da Josh de Vos, responsabile della ricerca presso il ricercatore CCData: “Gli scambi centralizzati hanno sviluppato sofisticati mercati dei futures per le principali meme coin, consentendo agli hedge fund di capitalizzare i loro movimenti volatili e coprire efficacemente la loro esposizione.”

La conseguenza è stata che gli hedge fund hanno deciso di seguire l’esempio degli investitori al dettaglio che da tempo vedono nei microprezzi della maggior parte di queste monete un’opportunità reale per collezionare enormi rendimenti in poco tempo. Anche a dispetto della mancanza dei fondamentali necessari.

Bitcoin Pups, andiamo a scoprire la prima meme coin lanciata sulla blockchain regina

Le meme coin continuano a uscire una dietro l’altra, con un semplice intento: sfruttare l’onda lunga creata da Dogecoin, di cui si propongono di rinverdire il successo. Un trend favorito dalla predisposizione di un gran numero di trader al dettaglio che sperano di veder lievitare il proprio investimento.

Tra le ultime arrivate si segnala Bitcoin Pups, noto anche come PUPS. Si tratta del primo esemplare di meme coin lanciato sulla blockchain di Bitcoin e già questo è un motivo di differenziazione con molti progetti analoghi.

Se ne è parlato molto in corrispondenza di una crescita del 1.000% nel breve volgere di una settimana. Un dato che non poteva restare inosservato presso chi scruta ansiosamente i mercati, sperando di trovare asset in grado di remunerare con rendimenti elevati il rischio corso nell’acquistarli. Andiamo quindi a vedere di cosa si tratti e le sue effettive potenzialità.

Bitcoin Pups: cos’è e cosa si propone

Bitcoin Pups è la prima meme coin ad essere stato ideata sulla blockchain regina. Un lancio caratterizzato anche da un airdrop del suo token BRC-20, al quale hanno avuto accesso esclusivamente coloro che posseggono NFT Bitcoin Puppets

Il progetto si propone di radunare una folta comunità intorno ad un’idea di etica incentrata sulla socialità, senza alcuna utilità DeFi in grado di aiutare gli utenti a guadagnare. Nonostante questo limite è riuscito a guadagnare il 1.000% nel corso della prima settimana di presenza sul mercato. Un dato reso possibile dall’approssimarsi del quarto halving di Bitcoin che, nelle previsioni degli analisti, dovrebbe provocare una crescita esponenziale di tutte le soluzioni collegate in qualche modo all’icona crypto.

Nella sua crescita stanno peraltro rivestendo un ruolo chiave alcuni testimonial d’eccezione, a partire da trader come Ansem e DeeZe. Proprio loro stanno in pratica rivestendo il ruolo di influencer svolto nel caso di DOGE da Elon Musk.

La roadmap di Bitcoin Pups e il passaggio al protocollo Runes

Bitcoin Pups prevede un piano di sviluppo ben preciso. il calendario prevede le seguenti fasi:

  • Fase 0: fondazione e lancio equo al 100% del token guidato dalla community. In questa fase è previsto l’airdrop per i possessori di OPIUM, senza alcuna allocazione a favore del team di sviluppo;
  • Fase 1: attivazione e lavoro teso al coinvolgimento della comunità mediante eventi per i possessori di Bitcoin Puppets e OPIUM. E, ancora, pianificazione della migrazione al protocollo decentralizzato Runes con distribuzione di Rune Puppets;
  • Fase 2: posizionamento di Bitcoin Pups come il token leader sulle piattaforme BRC-20 e Ordinals, da ottenere tramite la capitalizzazione del suo vantaggio di early mover e il sostegno della community prima del definitivo passaggio a Runes;
  • Fase 3: migrazione e conseguimento del predominio della nicchia di mercato formata dalle meme coin incentrate su Bitcoin.

La migrazione a Runes

Come abbiamo appena visto, quindi, un ruolo chiave nella roadmap di Bitcoin Pups è rappresentato dalla prevista migrazione su Runes. Una migrazione suggerita dalla possibilità di sfruttarne le funzionalità avanzate sulla rete Bitcoin.

Il protocollo, infatti, utilizza un sistema basato su UTXO al quale è affidato il compito di garantire l’autenticità e l’unicità di ogni Bitcoin tracciandone le origini dalle transazioni precedenti. Grazie a questo approccio è possibile confermare l’integrità di ogni token interessato.

Runes, inoltre, utilizza in modo univoco il campo OP_RETURN della transazione Bitcoin per l’archiviazione dei dati sulla blockchain. Un utilizzo che si traduce nella riduzione al minimo della congestione di rete, in quanto riesce ad evitare la creazione di UTXO non necessari che potrebbero contribuire a degradarne le performances.

Infine, il protocollo è in grado di integrarsi con Lightning Network, producendo un miglioramento della velocità delle transazioni e una riduzione dei costi. Un modus operandi che va in definitiva ad aggirare i ritardi e le commissioni salate che caratterizzano Bitcoin.

Pump, meme coin lanciata su Solana si appresta a diventare un vero e proprio fenomeno

Le meme coin continuano a dare segnali di persistente vitalità, un esordio dopo l’altro. L’ultima che sta calamitando l’attenzione degli investitori è Pump, un progetto lanciato su Solana cui molto preconizzano un grande futuro.

Il protocollo è stato lanciato soltanto all’inizio di marzo, ma nel lasso di tempo intercorso dal suo debutto ha già collezionato dati importanti. A partire da quello relativo alle commissioni, che si sono già attestate a quota 5 milioni, con una proiezione che la darebbe al momento a quota 66 milioni di dollari nell’arco di un anno.

Pump: di cosa si tratta?

Come abbiamo già ricordato in avvio, Pump è una meme coin lanciata sulla blockchain di Solana. A questa prima caratteristica ne aggiunge però altre non meno importanti. A partire dall’approccio adottato nel preciso intento di riuscire a garantire la sicurezza e l’equità dei token creati sulla sua piattaforma.

La missione che si propone Pump è di impedire i rug pull. Per farlo mette in campo un meccanismo in base al quale tutti i token vengono lanciati senza prevendite e senza assegnazioni preliminari ai team. In tal modo viene a ridursi la possibilità di iniquità iniziali, conferendo ai vari progetti un reale grado di decentralizzazione, troppo spesso soltanto vantato da molti protocolli.

Come funziona Pump?

L’iter procedurale adottato in tale direzione è effettivamente molto semplice: una volta che la capitalizzazione di mercato di un token raggiunge i 69mila dollari, una parte della liquidità è automaticamente depositata nella borsa Raydium, basata su Solana, per essere sottoposta a burning. Ovvero alla sua introduzione in un wallet che non dispone di chiavi di accesso, con la pratica eliminazione dalla circolazione dei token bruciati.

Da questo processo ne consegue non solo un aumento di credibilità della piattaforma, ma anche la stabilità del prezzo dei gettoni virtuali generati nel lungo periodo.

Pump, peraltro, consente a chiunque di emettere un token per 2 dollari di capitale. Una volta presa la decisione in tal senso, gli interessati possono procedere all’indicazione del numero di token desiderati, del tema e dell’immagine che deve caratterizzare la meme coin. 

Un token ogni due secondi e mezzo

Emettere token su Pump è quindi molto facile e, soprattutto, conveniente. Proprio queste caratteristiche hanno spinto molti sviluppatori ad adottare la piattaforma per il lancio dei propri progetti. Ne consegue un dato di grande rilievo: ogni due secondi e mezzo, nei momenti di picco, viene creato un nuovo coin.

CoinDesk, ad esempio, ha calcolato un totale di 35 emissioni in un periodo di un minuto nelle ore mattutine asiatiche di martedì. Un dato che potrebbe naturalmente mutare in base ai fusi orari e all’interesse per nuovi progetti, ma abbastanza indicativo.

Un’attività molto intensa la quale, però, non si riflette negativamente sulle possibilità di successo dei nuovi gettoni virtuali. Se alcuni hanno già superato la soglia dei 10 milioni di euro in termini di capitalizzazione di mercato, ci sono anche casi limite come quelli rappresentati da Shark Cat e Hobbes.

Il primo mette in evidenza un gatto che indossa un berretto da squalo, il secondo prende il nome dal gatto del famoso trader Solana Ansem. I due token, anch’essi rientranti nella categoria delle meme coin, hanno conseguito rispettivamente 100 e 35 milioni di dollari.

Alla luce di questi dati, Pump si profila come un vero punto di riferimento per chiunque intenda lanciare il proprio progetto in maniera semplice e senza dover affrontare spese proibitive. Una caratteristica la quale, secondo analisti e esperti, dovrebbe senz’altro garantire il successo alla piattaforma, nell’immediato futuro.

Le prospettive per il futuro

Pump sta facendo molto parlare di sè. Il motivo è da ricondurre all’attenzione quasi morbosa dei trader nei confronti di ogni nuova meme coin. Attenzione del resto comprensibile, alla luce dell’accoglienza riservata a molte di esse dai mercati.

Nel caso di Pump proprio la sua indubbia utilità nell’aiutare gli sviluppatori che intendono lanciare nuovi token rappresenta un valore aggiunto di non poco conto. Come del resto conferma proprio il dato relativo alle commissioni che stanno affluendo nelle sue casse.

Se al momento il token si trova al 3104° posto nella classifica di CoinMarketCap, non è complicato prevedere una rapida scalata della classifica, soprattutto con l’approssimarsi dell’halving di Bitcoin, che potrebbe trascinare verso l’alto un gran numero di soluzioni, con le meme coin ottimamente posizionate per sfruttare il trend.

Le meme coin anticipano la sfida tra Joe Biden e Donald Trump: chi la sta vincendo?

La corsa per la Casa Bianca sta ispirando anche gli sviluppatori di asset digitali. Nel corso delle ultime settimane, infatti, sul mercato si è abbattuto un gran numero di token ispirati a Joe Biden e Donald Trump, ovvero gli alfieri di democratici e repubblicani che si accingono a ritrovarsi di fronte, dopo le elezioni del 2024 terminate in un mare di polemiche. Naturalmente si tratta di meme coin e proprio il carattere dichiaratamente ironico di questi gettoni virtuali potrebbe contribuire a stemperare i toni di una competizione che si prospetta in effetti molto tesa.

Meme coin ispirate a Biden e Trump in grande crescita su Solana

Secondo i dati di DexScreener, una piattaforma che fornisce dati blockchain in tempo reale, le meme coin ispirate al presidente degli Stati Uniti Joe Biden e all’ex presidente Donald Trump, suo prossimo sfidante, stanno crescendo in maniera vigorosa sulla rete di Solana.

In particolare, stanno emergendo Doland Tremp (TREMP), ispirata naturalmente al tycoon, e Jeo Boden (BODEN), dedicata invece all’attuale presidente. La maggior parte delle transazioni che le riguardano hanno luogo su sull’exchange decentralizzato Raydium.

BODEN ha al momento una capitalizzazione pari a circa 540 milioni di dollari, con un guadagno di oltre 20 punti percentuali nel corso delle ultime 24 ore, che è andato a consolidare un trend sempre più incisivo.

TREMP, a sua volta, vanta una capitalizzazione di mercato intorno agli 85 milioni di dollari, ma anche nel suo caso sta crescendo con grande velocità. Una tendenza che sembra porre le basi per un confronto diretto con la moneta ironica dedicata a Biden. Peraltro il token deve fare i conti anche con una sorta di competizione interna, alla luce della concorrenza portata da MAGA, altra meme dedicata all’ex inquilino della Casa Bianca.

Solana rischia di essere inondata da meme coin politiche

Nel corso delle ultime settimane, le meme coin sono diventate sempre più popolari sulla blockchain di Solana. Un trend favorito dalle ben note caratteristiche di velocità e bassi costi di transazione. Per capirlo basta ricordare un semplice dato: nel corso delle ultime 24 ore sulla blockchain si sarebbero verificati scambi per circa 1,8 miliardi di dollari su di esse. Stando ai dati di CoinGecko, le meme coin basate su Solana hanno una capitalizzazione di mercato combinata pari a 8,15 miliardi di dollari.

Un connubio, quello tra criptovalute e politica, che sta del resto diventando sempre più forte, come dimostra l’irruzione del tema nella campagna elettorale. A cavalcarlo sono soprattutto i repubblicani, a partire proprio da Trump. L’ex presidente, infatti, dopo aver per anni esternato tutta la propria avversione nei confronti dell’innovazione finanziaria, ora ha dato vita ad una vera e propria inversione a U.

Non solo ha affermato di divertirsi nell’osservare le fibrillazioni che caratterizzano il mercato, ma ha aggiunto la necessità della convivenza con Bitcoin. Una convivenza consigliata proprio dall’utilizzo sempre più diffuso dell’icona crypto.

Un atteggiamento molto più conciliante che potrebbe essere riconducibile alla sempre più evidente avversione di settori del partito democratico nei confronti degli asset virtuali. Un atteggiamento che sta spingendo anche la Blockchain Association a scendere in politica. Una discesa in campo che sembra rispondere ad un input ben preciso: avere un Congresso molto più disposto ad ascoltare le ragioni della finanza alternativa.

Esigenza che non sembra al momento molto avvertita dai democratici, a partire da Elizabeth Warren, senatrice del Massachusetts diventata una sorta di bestia nera per i criptofans. A renderla tale la presentazione di un disegno di legge teso a stroncare gli utilizzi impropri delle criptovalute.

Un atteggiamento il quale potrebbe costare caro in particolare a Biden. Secondo un recente sondaggio, infatti, il presidente sarebbe sopravanzato di svariati punti percentuali da Trump presso i detentori di Bitcoin e Altcoin.

BNB Chain alletta gli sviluppatori di meme coin promettendo sino a un milione di dollari a chi le lancerà sulla catena

BNB Chain si sta muovendo con decisione, nell’intento di popolare il proprio ecosistema. Lo sta facendo in particolare nei confronti degli sviluppatori di meme coin, cercando di allettarli con ricompense finanziarie molto elevate.

Lo ha spiegato la stessa azienda, che ha lanciato un vero e proprio evento in tal senso, la “Meme Innovation Campaign”, che durerà dal 10 aprile al 9 maggio. In questo periodo chi riuscirà a lanciare la propria meme coin sulla catena sarà gratificato di un premio che può arrivare sino a un milione di dollari.

Meme Innovation Campaign: di cosa si tratta?

La campagna varata da Binance si propone di dare una decisa accelerata alla crescita del panorama delle meme coin. Il contest è stato spiegato dall’azienda in questo modo: “La campagna, che si svolge all’intersezione tra creatività, cultura Web3 e innovazione, mira a dare la possibilità ai creatori – sia agli sviluppatori esperti che ai nuovi arrivati – di utilizzare la tecnologia blockchain per dare vita alle loro idee.”

Occorre però sottolineare come la partecipazione all’evento sia subordinata al soddisfacimento di criteri abbastanza restrittivi. Per riuscire ad aggiudicarsi la ricompensa più piccola, di 100mila dollari, i token devono aver conseguito un volume di trading compreso fra 2 e 5 miliardi di dollari. Mentre al premio da un milione di dollari avranno accesso solo le meme coin caratterizzate da un volume superiore a 30 miliardi di dollari.

A questo primo criterio, che dovrebbe senz’altro operare una prima decisa scrematura, se ne aggiungono poi altri. Per quanto riguarda la sicurezza i progetti partecipanti dovranno aver dato luogo ad almeno un audit teso a rintracciare eventuali vulnerabilità.

Inoltre i progetti devono essere open source su BscScan, il blockchain explorer di BNB Smart Chain. E, ancora, i token interessati devono essere detenuti da non meno di mille investitori. Infine, non deve mancare l’attività su social media e app di messaggistica come Telegram e Discord.

Le meme coin sono sempre più popolari

La mossa di BNB Chain ufficializza, ove mai ce ne fosse bisogno, la grande popolarità di Dogecoin e delle sue sorelle. Basta in effetti vedere il successo tributato agli ultimi arrivi nel settore, a partire da BONK e Dogwifhat, per capire le aspettative che questi token stanno suscitando.

Se sino a qualche tempo fa molti criptofans guardavano con diffidenza, se non con aperta ostilità, alle meme coin, ora l’atmosfera sta mutando di segno. Tanto da spingere BNB Chain a pensare di popolare il proprio ecosistema attirandole al suo interno.

A concorrere alla loro popolarità è soprattutto il miraggio di grandi guadagni e il fatto che sia possibile investirci sopra anche somme estremamente limitate. Proprio i microprezzi sono stati indicati da molti analisti come il principale fattore della riuscita degli ultimi lanci.

Secondo Arthur Hayes le meme coin possono attirare nuovi utenti verso la blockchain

Tra coloro che si stanno spendendo a favore di Dogecoin e consorelle, c’è anche Arthur Hayes, co-fondatore di BitMEX. Proprio lui ritiene che il settore crypto dovrebbe adottare ben altro atteggiamento e smetterla di considerare tutte le memecoin “stupide e prive di valore”.

Lo ha fatto nel corso di un’intervista rilasciata il passato 30 marzo al CEO di Real Vision Raoul Pal. In quell’occasione, Hayes ha pronunciato, in particolare, le seguenti parole: “Questi asset possono essere definiti stupidi e privi di valore, ma se portano più attenzione e un maggior numero di ingegneri nel settore, allora rappresentano un fattore positivo per la blockchain.”

Ha poi aggiunto un altro aspetto che sembra spiegare al meglio la mossa di BNB Chain: “Le chain che possono sostenere questa cultura saranno quelle che avranno maggior valore.” Il riferimento è in particolare a Solana, che sta vivendo un periodo di grande effervescenza proprio per effetto del lancio di svariate meme coin sulla sua blockchain.

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