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Tag: Lautaro

Inter, la reazione con l’Udinese e i gol di Lautaro. Pistone: “Era questione di tempo. Obiettivo? La Champions”

Dopo la sconfitta nel derby contro il Milan, l’Inter era chiamata a dare una risposta nell’impegno odierno contro l’Udinese e questa volta ha risposto presente. I nerazzurri sono passati subito in vantaggio, grazie al gol di Frattesi e poi hanno chiuso il match, terminato 3 a 2, con la doppietta di Lautaro Martinez, finalmente in gol alla sesta giornata di Serie A. La squadra di Runjaic ha riaperto la partita accorciando le distanze all’83’, quando ormai però era troppo tardi. I ragazzi di Inzaghi devono ripartire da qui. Sono partiti con qualche difficoltà in più rispetto a ciò che i tifosi avevano previsto, ma adesso è tempo di ingranare. Le note positive non mancano. Buona la reazione dell’Inter con l’Udinese, ma soprattutto, cosa succederà ora che sono arrivati i primi gol di Lautaro? Alessandro Pistone, che ha indossato la maglia nerazzurra per due stagioni, ha risposto a Tag24.

Inter, la reazione con l’Udinese e i gol di Lautaro. Pistone a Tag24

D: Buona la reazione dell’Inter con l’Udinese, ma la nota più positiva sono i primi due gol di Lautaro Martinez?

R: Il gol è fondamentale, ma più che altro per la fiducia che un calciatore può avere e sentire su di sè. Detto questo, Lautaro ha già grande esperienza e ha già garantito una quantità infinita di reti durante le passate stagioni e non si può discutere. Era solo una questione di tempo, perchè ha avuto impegni importanti questa estate e ha iniziato la preparazione in ritardo. Doveva rimettersi in forma, ma la squadra gioca come ha sempre fatto, ed era palese che prima o poi si sarebbe sbloccato. Più che altro influisce perchè ora sono sicuro che si sentirà in fiducia e più sta bene, più rende.

D: Quanto è importante il fatto che si sia sbloccato e quanto conta l’aspetto mentale per un attaccante?

R: Per un attaccante è determinante. Il fatto che siano arrivate delle critiche è anche abbastanza normale, ma spesso servono anche per mantenere l’attenzione alta. L’importante è che siano critiche positive. Poi ci sono le polemiche inutili e i giudizi, che non servono su un giocatore che ha già ampiamente dimostrato il suo valore.

D: L’Inter era chiamata a dare una risposta: oggi torna ha vinto e si è rilanciata per il campionato?

R: Il campionato appena iniziato ed è veramente lungo. L’Inter è una squadra che ha dimostrato di essere compatta. Anche nelle difficoltà, riesce a trovare le soluzioni, non affidandosi solo ai singoli, ma al modo di giocare che è chiaro e definito. La prestazione nel derby è stata al di sotto di quelle che erano le aspettative, ma semplicemente perchè i nerazzurri in Coppa avevano sprecato tante energie e nonostante questo la davano tutti per vincente. Invece se ad inizio campionato non sei al 100%, non hai ancora inserito i nuovi, e sprechi energie, ci può stare che ci sia un calo fisico. E poi di fronte c’era comunque un avversario che aveva già dimostrato a sprazzi di avere qualità. Gli ultimi risultati del Milan dimostrano anche che è in fase crescente. ha cambiato molto e ha bisogno di tempo, ma ha grandi giocatori.

La lotta scudetto

D: L’Inter però non sembra la macchina da guerra dello scorso anno. Sarà una lotta scudetto più aperta?

R: Io me lo auguro per il bene del campionato italiano. Se ci sono due, tre o quattro squadre che lottano fino alla fine, è normale che tutto diventa più avvincente. Da tifoso uno si augura sempre di veder vincere la propria squadra a 10 giornate dalla fine, ma così è più bello.

D: C’è qualche squadra in particolare che ti ha convinto?

R: In questo momento si vedono giocate a sprazzi. Il Napoli è tornato a macinare punti ed ha una buona dose di cattiveria, sicuramente grazie a un allenatore in grado di tirare fuori il 110% dai propri ragazzi. C’è la Juventus che ha una solidità difensiva invidiabile e subisce pochissimi gol. E’ una squadra ancora da scoprire. C’è l’Inter che si deve confermare, ma che negli ultimi anni ha fatto una crescita straordinaria. Tutti si aspettano che lotti per lo scudetto. Poi ci sono Milan e Roma, che hanno cambiato tanto, ma che hanno fatto grandi acquisti ed investimenti. Mi aspetto un gran bel campionato.

Obiettivo Champions

D: Pensi che l’Inter abbia il pallino della Champions, prima di quello dello scudetto?

R: Io credo di si. Il campionato resta sempre importantissimo e lo scorso anno si pensava costantemente alla seconda stella. Però i nerazzurri sono arrivati a un certo punto negli ultimi due anni e credo che nella testa dei giocatori e della società, ci sia questo obiettivo. La squadra si sente pronta per la crescita esponenziale fatta. Puntano anche alla Champions, ma ci sono tanti aspetti da tenere in considerazione e che possono rendere l’impossibile, possibile. Di sicuro però puntano ad arrivare in fondo.

Il derby è del Milan, Inter sottotono? Pasinato: “Pensano alla Champions! Lotta scudetto più avvincente”

Come spesso accade, la squadra che parte con i favori del pronostico esce sconfitta nel derby di Milano. Praticamente allo scadere del tempo regolamentare, Gabbia la butta dentro, regala al Milan di Fonseca la gioia più grande e scaccia, almeno per ora, la possibilità di un avvicendamento in panchina. Difficile parlare di crisi superata, ma ieri i rossoneri hanno affrontato il match con un piglio completamente diverso rispetto a quanto fatto finora. Iniziano invece le polemiche nei confronti dei nerazzurri che per adesso, in 5 gare di campionato, hanno incassato una sconfitta e due pareggi e sembrano lontanissimi dall’essere la macchina da guerra che ha vinto lo scudetto pochi mesi fa. Dunque il derby è del Milan, ma perchè l’Inter è così sottotono? Giancarlo Pasinato, che nel corso della sua carriera ha vestito entrambe le maglie, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Il derby è del Milan, Inter sottotono? Pasinato a Tag24

D: Nei minuti finali, il Milan si aggiudica il derby e l’Inter incassa la prima sconfitta dell’anno, dimostrando di essere ancora sottotono. Hai visto la squadra di Inzaghi scarica?

R: È vero che il Milan non partiva favorito nel derby e che le ultime stracittadine le ha sempre vinte l’Inter, ma anche i numeri che non escono mai, prima o poi vengono estratti. Doveva succedere, e sicuramente i nerazzurri ieri non hanno giocato come sanno fare e quindi la squadra di Fonseca ha meritato il risultato. Credo che la partita dei ragazzi di Inzaghi mercoledì a Manchester, abbia fatto sprecare tante energie sia fisiche che psicologiche e per questo non hanno giocato da Inter.

D: L’Inter sta incontrando molte più difficoltà rispetto allo scorso anno. Ti aspetti una lotta scudetto più avvincente, oppure i nerazzurri restano favoriti?

R: A parte la Juventus, che lo ha vinto per tanti anni consecutivi, ripetersi per lo scudetto è sempre complicatissimo. Credo che lo scorso anno i nerazzurri avessero un unico obiettivo che era quello di vincere il ventesimo tricolore della storia del club. Quest’anno invece ho la sensazione che si voglia puntare a fare molto bene in Champions League e quindi sono convinto che si potrà perdere qualcosa per strada in Serie A. L’Inter però ha praticamente due squadre e quindi credo che non debba mollare nulla. Ad esempio contro il Monza, in nerazzurri non sono neanche scesi in campo. Direi però che è meglio così, perché sono convinto che fino alla fine avremo due o tre squadre che si giocheranno il titolo e questo renderà la Serie A più avvincente. 

L’assenza di Lautaro Martinez

D: Primi mugugni anche nei confronti di Lautaro Martinez, che non è ancora riuscito a segnare. Che succede?

R: Lautaro ha finito molto tardi la scorsa estate, visto l’impegno che ha avuto con la sua Nazionale. Credo che per ora sia ancora scarico, sia fisicamente che mentalmente. Lui gioca molto per la squadra, ma vive per il gol e quando non ci riesce qualcosa perde. Rispetto alle partite precedenti però, mi sembra che lui stia iniziando ad ingranare.

Il Milan e Fonseca

D: Con la vittoria di ieri, Fonseca scaccia almeno per ora la possibilità di essere esonerato?

Credo che ci fossero molti milanisti pronti a perdere il derby, pur di vedere esonerare Fonseca. La situazione al momento è delicata, ma credo che si debba dare tempo al tempo. Prima che arrivasse in finale di Champions League, anche Inzaghi veniva messo spesso sulla graticola ma questo fa parte del calcio. Oggi servono soltanto i risultati, a partire addirittura dalle serie minori e settimana dopo settimana è sempre pieno di tecnici a rischio esonero. 

Lautaro Martinez segna e vince la Copa America, Paganin: “Uno dei migliori al mondo, ha leadership”. Poi sul mercato dell’Inter…

E’ stata una battaglia, ma alla fine è l’Argentina ad aggiudicarsi la Copa America. Decisivo il gol di Lautaro Martinez che, al 112′ , sfrutta alla perfezione l’assist di Lo Celso, e segna la rete che vale il trofeo. Quarto titolo in tre anni per la Selecciòn guidata da mister Scaloni, e classifica capocannonieri vinta dal capitano interista. Inzaghi, che ha appena firmato il rinnovo di contratto fino al 2026, non vede l’ora di poter riabbracciare il Toro, e nel frattempo lavora con il resto della squadra e con i nuovi acquisti. Per commentare il mercato dell’Inter e la vittoria della Copa America per Lautaro Martinez, Antonio Paganin, ex calciatore nerazzurro, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Il gol Lautaro Martinez vale la Copa America: Paganin a Tag24

Dopo aver vinto da assoluto protagonista lo scudetto con la maglia dell’Inter, Lautaro Martinez si conferma a livello mondiale e trascina la sua Argentina verso la conquista della Copa America. Un gol importantissimo, siglato al 112′ contro la Colombia, che vale il trofeo per la squadra di Scaloni, ancora una volta sul tetto del mondo. L’Albiceleste ha aperto un ciclo vincente da far invidia, e non intende fermarsi più. Festeggiano anche i nerazzurri, che ritroveranno sicuramente un capitano soddisfatto e orgoglioso, pronto ad iniziare a lavorare in vista della prossima stagione, ovviamente dopo essersi goduto qualche giorno di vacanza. Per commentare il mercato dell’Inter e la vittoria della Copa America per Lautaro Martinez, Antonio Paganin, ex calciatore nerazzurro, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

D: Lautaro Martinez segna il gol decisivo che vale la Copa America per l’Argentina. Adesso è ufficialmente uno dei più forti al livello mondiale?

R: Assolutamente sì, e il suo gol è stato un fantastico spot per lui e per il nostro calcio, perché fa seguito alla vittoria dello scudetto con la maglia dell’Inter. Tutto questo certifica la grandezza di questo giocatore che, con il passare degli anni, ha acquisito quella leadership in Italia, con la maglia nerazzurra ma anche con la sua Nazionale. È chiaro che con l’Argentina c’è sempre Messi, che non è mai un partner da sottovalutare, ma non possiamo più dire che questo ragazzo non abbia fatto un salto di qualità incredibile. Da interista sono molto contento per lui e sono sicuro che, al suo ritorno in Italia, troveremo un giocatore davvero molto motivato.

D: L’Argentina negli ultimi anni ha dimostrato di essere una macchina da guerra, quanto è stato importante l’arrivo di Scaloni?

R: Fondamentale, e questo è un messaggio molto forte da mandare al mondo del calcio. La storia recente dell’Argentina fa capire quanto sia ancora importante la guida tecnica. Serve un allenatore che si sappia fondere bene con l’ambiente e capace di entrare nella testa dei giocatori. Scaloni ha portato anche delle idee importanti. Ho visto giocare l’Argentina e ha un’identità precisa, sfrutta bene la rosa che ha a disposizione, non è integralista a livello di modulo ed è capace di valorizzare il prodotto alla perfezione. Questa Nazionale sforna talenti ad ogni generazione.

Il mercato dell’Inter

D: L’Inter nel frattempo si sta muovendo sul mercato. Cosa ne pensi dei colpi chiusi finora?

R: Non c’era bisogno di fare tantissimo, perché parliamo di una squadra che ha vinto il campionato con largo anticipo. Questo significa che era nettamente in vantaggio rispetto alla concorrenza che oggi si sta rinforzando, ma ho l’impressione che l’Inter sia ancora la squadra da battere. La differenza può farla la fame, che talvolta viene a mancare quando le squadre iniziano a vincere. Non penso però che questo sia il caso dei nerazzurri. Non credo che vedremo un gruppo con la pancia piena, ma una squadra che vorrà spingere ancora sull’acceleratore.

D: Si continua a parlare di Gudmundsson, un profilo seguito da mesi. Ti piace?

R: A me piace molto, devo essere sincero. Se l’Inter ha messo gli occhi su questo ragazzo qui, vuol dire che ci vede, non solo per il presente ma anche per il futuro, un prospetto adeguato. Questa dirigenza si è sempre mossa con largo anticipo per trovare giocatori in grado di dare continuità nell’arco degli anni. Se non dovesse essere quest’anno, mi aspetto un’opzione per la prossima stagione, e magari nel frattempo lui potrebbe consacrarsi. Vedremo come vorrà muoversi la società.

D: Ufficiale il rinnovo di contratto di Simone Inzaghi, un’operazione quasi obbligatoria per quanto fatto sul campo?

R: Inzaghi ha meritato sul campo questo rinnovo. Onestamente non mi nascondo, sono stato uno di quelli scettici al suo arrivo sulla panchina nerazzurra. I risultati delle prime stagioni non erano in linea con le aspettative e le sconfitte arrivate erano state davvero troppe. Quest’anno invece ha spazzato via ogni dubbio. Non solo ha vinto, ma ha proposto qualcosa di nuovo. Questa squadra costruisce calcio in maniera differente, e io lo definisco marchio Inzaghi. Questa è la prerogativa dei grandi allenatori e lui oggi può definirsi tale.

D: Tra quelle che inseguono ce n’è una che ti preoccupa maggiormente?

R: Io dico il Milan, non perché sono nostri cugini e c’è sempre una sana battaglia sportiva, ma perché credo che si stia muovendo bene. Penso che ci sia ancora a distanza, ma loro faranno di tutto per cercare di ridurre questo gap. 

Inter, Muraro: “Lautaro non è solo il capitano, ma un simbolo. Oaktree? L’importante è mantenere Marotta e Ausilio”

La vittoria dello scudetto, il cambio di proprietà, il passaggio ad Oaktree e il timore sul futuro. Poi i proclami della nuova proprietà, la garanzia sulla continuità sportiva, ma al tempo stesso i dubbi sulla permanenza di Lautaro Martinez e la distanza dal punto di vista contrattuale. Dopo aver vissuto qualche giornata col fiato sospeso, ora i tifosi nerazzurri possono festeggiare un accordo che è già stato trovato. Per commentare il futuro dell’Inter e il rinnovo di Lautaro Martinez, Carlo Muraro, ex calciatore che in nerazzurro ha vissuto gran parte della sua carriera, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Inter, Muraro a Tag24

Sono state settimane intense quelle vissute in casa Inter, ma adesso i tifosi nerazzurri possono tirare un sospiro di sollievo. Nessuna rivoluzione, nessuno stravolgimento, il club intende proseguire sulla via già intrapresa, nonostante l’ingresso di Oaktree, per continuare a crescere e soprattutto a vincere. Per farlo, l’Inter non può permettersi di rinunciare al suo capitano, Lautaro Martinez, ed è per questo che nel giro di qualche giorno, la dirigenza è riuscita a trovare l’accordo con il Toro. Restano da limare solo alcuni dettagli e poi sarà tutto chiuso: il rinnovo è a un passo e il contratto prevede 9 milioni di euro (più bonus) all’anno, fino al 2029. Per commentare il futuro dell’Inter e il rinnovo di Lautaro Martinez, Carlo Muraro, ex calciatore che in nerazzurro ha vissuto sin dalle giovanili e fino alla prima squadra, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Negli ultimi giorni si è parlato tanto del rinnovo di Lautaro Martinez, ma il Toro ha trovato l’accordo con il club. Un prolungamento che lei si aspettava, o ha temuto il peggio?

“Sinceramente ero sorpreso quando leggevo che il rinnovo di contratto sarebbe potuto andare alla lunga. Per fortuna invece hanno trovato l’accordo e questa è la cosa migliore per i tifosi nerazzurri. Lautaro non è solo il capitano, ma anche un simbolo, uno di quelli che lotta sempre in campo fino all’ultimo secondo per tutta la squadra. Sarei stato molto dispiaciuto se avesse deciso di andare via per motivi economici”.

Considerato uno dei calciatori più forti d’Europa, è giusto che il suo ingaggio diventi così importante?

“E’ giusto, ma al tempo stesso credo che quando si sta bene in un club, in una città, in una squadra, anche i calciatori dovrebbero pensare di accontentarsi. Se lui è felice di stare all’Inter deve anche andare incontro alle esigenze della società. Questo è il mio pensiero personale e credo che così è stato. È normale che ci sono dei momenti in cui la popolarità va sfruttata, anche perché dipende da quello che hai mostrato in campo. Però non bisogna mai andare oltre e non si può correre dietro a chi guadagna molto più di te. Bisogna anche guardare il momento e comprendere le eventuali difficoltà di un club”.

A proposito di società, c’è stato il passaggio di proprietà. Questa cosa la preoccupa?

“Non mi preoccupa dal momento in cui si è già deciso di andare avanti con la stessa struttura dal punto di vista sportivo. Se rimangono gli stessi dirigenti, che hanno operato benissimo finora, senza spendere troppi soldi, sono tranquillo. Credo che ne vada anche dell’interesse di Oaktree. L’Inter è già perfettamente organizzata, sa chi deve acquistare ed è giusto proseguire su questa strada. L’importante è che ci sia continuità dal punto di vista sportivo e che non si mettano in discussione Marotta ed Ausilio, che hanno lavorato perfettamente”.

Considerando com’è andata la stagione e la vittoria dello scudetto in maniera così agevole, pensa che l’Inter, già dal prossimo anno, debba ambire anche alla Champions?

“Per mia mentalità e per quello che ho imparato nel corso della mia carriera, credo che il primo obiettivo sia sempre quello di rivivere il campionato. Ripetersi non è mai semplice. Poi è normale che si dovrà puntare anche a giocare per provare a vincere la Champions, ma questo dipenderà da molti fattori che devono incastrarsi a tuo favore. L’importante sarebbe poter arrivare ai grandi impegni con tutta la rosa a disposizione e senza infortunati o squalificati. Purtroppo questo non sempre capita ed effettivamente anche contro l’Atletico Madrid i nerazzurri sono stati sfortunati. Non avere i calciatori al cento per cento può essere determinante, soprattutto nei due match di andata e ritorno”.

Qual è il suo pensiero su Inzaghi? Con la vittoria dello scudetto è giusto annoverarlo tra i migliori in Italia?

“In Italia purtroppo vieni considerato al top soltanto quando vinci. Tutto dipende sempre dai risultati, ma io devo ammettere di essermi divertito a guardare le partite dell’Inter anche quando non è riuscita a vincere lo scudetto. Sono felice che lui sia stato confermato e spero che possa rimanere per tanti anni. Se la società lo dovesse aiutare, come fatto finora, credo che potremo continuare a divertirci”.

Il Napoli dovrebbe ufficializzare Conte, la Juventus Thiago Motta, mentre il Milan ha puntato su Fonseca. Ha la sensazione che il gap con l’Inter si stia riducendo?

“Se l’Inter resta questa e continua ad avere prestazioni come quelle che abbiamo visto in questa stagione, credo che almeno per ora resterà imprendibile. In ogni caso è normale che il gap si accorcerà. Sia Fonseca che Conte, che è uno che gioca solo per vincere, porteranno ricchezza al campionato italiano. La cosa importante è che è quella del prossimo anno possa essere una serie A ancor più competitiva”. 

Inter-Napoli, Frey: “La Champions era un obiettivo per la squadra di Inzaghi. Lautaro? Un campione, vorrà tornare subito protagonista”

A chiudere la 29° gironata di campionato sarà il big match tra Inter e Napoli. Calzona e Inzaghi hanno avuto pochi giorni di tempo per preparare la partita, visto l’impegno infrasettimanale in Champions e sanno bene che non sarà semplice nè dal punto di vista tattico, nè tanto meno per quel che riguarda l’aspetto mentale. Vincere per scacciare la delusione europea è l’obiettivo di entrambi. Per commentare Inter-Napoli, Frey, che nel corso della sua carriera ha giocato anche in nerazzurro, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Inter-Napoli, Frey a Tag24

Appuntamento a San Siro per il big match più importante di questa 29° gironata di campionato. I campioni d’Italia in carica affrontano quelli che, con tutte le probabilità, saranno i prossimi ad avere lo scuetto cucito sul petto. la curiosità di capire come scenderanno in campo Inter e Napoli, dopo l’eliminazione di entrambe in Champions League è tanta. Gli azzurri stanno vivendo una stagione complicata, ma quella di domani rischia di essere una gara determinante, quasi da dentro o fuori per la corsa al quarto o quinto posto: dall’altra parte i nerazzurri godono di un vantaggio importante in campionato ed è forse anche per questo che la delusione per la sconfitta con l’Atletico Madrid è ancor più forte. Per commentare Inter-Napoli, Frey, che nella sua carriera ha difeso anche i pali del club milanese, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Inter e Napoli sono state entrambe eliminate dalla Champions League e sono due squadre deluse. Chi ci arriva peggio dal punto di vista mentale?

“Paradossalmente credo che il Napoli abbia fatto una prestazione migliore contro il Barcellona rispetto a quella che ha fatto l’Inter contro l’Atletico. Gli azzurri se la sono giocata alla grande, pur uscendo sconfitti. I nerazzurri invece si sono giocati la qualificazione all’andata, perché con le occasioni che hanno avuto l’avrebbero dovuta chiudere con un vantaggio maggiore. Stiamo parlando della Champions! Ora però si dovrà staccare la testa dall’Europa e pensare solo alla Serie A. Visto il vantaggio di cui gode in campionato, penso che l’Inter potrà iniziare già a fare qualche esperimento per programmare la prossima stagione. Il Napoli invece deve assolutamente vincere se vuole tornare in corsa per i primi quattro o cinque posti”.

Partita da dentro fuori per il Napoli?

“In casa Napoli non c’è un clima sereno e lo dimostrano anche le ultime uscite del presidente. Spero che gli azzurri possano fare una grande prestazione perché deve rientrare un po’ di tranquillità. È una piazza importante ma che ha bisogno di lavorare con serenità, più di tante altre”.

L’Inter ormai ha lo scudetto in tasca e tu stavi parlando già della prossima stagione. Vista anche l’eliminazione in Champions, credi che il futuro di Inzaghi possa essere in bilico?

“L’uscita agli ottavi di Champions League di questa grande Inter è una piccola macchia sul grande campionato e la grande stagione che stanno facendo. Erano arrivati in finale lo scorso anno e non dobbiamo nasconderci adesso dietro un dito: la Champions era un obiettivo anche quest’anno. Il dispiacere della società e di tutto l’ambiente è sicuramente tanto. Detto questo però sono uno di quelli che apprezza tantissimo il lavoro che sta facendo Inzaghi da tre anni a questa parte. Per quel che mi riguarda è un allenatore che non può assolutamente essere messo in discussione perché sta dominando la nostra Serie A e questo non è da poco”. 

Pensi che il calcio di rigore che ha sbagliato Lautaro Martinez in Champions possa condizionarlo domani?

“Credo che Lautaro Martinez sia molto dispiaciuto per quello che è successo contro l’Atletico Madrid. Lui è il leader, il trascinatore, il capitano di questa Inter e sbagliare il rigore finale, in quel modo, è pesante. Detto questo però credo che ormai già da qualche anno possiamo definirlo un grande campione. Domani vorrà dimostrare di essere ancora protagonista”. 

A cosa dovrà stare più attenta l’Inter per quel che riguarda il Napoli?

“Il Napoli è una squadra che sta ripartendo ed ha grande qualità dal punto di vista offensivo. In attacco ci sono calciatori molto validi che possono mettere in difficoltà anche la difesa più forte del campionato, che è quella dell’Inter. Sarà una partita da prendere con le pinze e da non sottovalutare. La testa può fare brutti scherzi ed è proprio da lì che possono nascere partite meno buone. La Champions ormai è andata, ma se non dovesse vincere contro il Napoli, l’Inter rischia di rimettere in discussione tutto. Il calcio purtroppo è così”. 

Inter fuori dalla Champions, Altobelli: “Che rabbia! I nerazzurri sul campo meritavano di più. Il rigore di Lautaro? Non volevo crederci”

Campione d’Italia con la maglia dell’Inter, campione del mondo con quella della Nazionale italiana, ma soprattutto una bandiera vera, di quelle che ormai non esistono più, per i tifosi nerazzurri. Di chi stiamo parlando? Ovviamente di Alessandro Spillo Altobelli. Considerato uno degli attaccanti italiani più forti degli ultimi cinquant’anni, ha legato in maniera indissolubile la sua carriera a quella del club milanese e ha disputato 466 partite, segnando 209 gol. Oggi opinionista e commentatore sportivo, per analizzare l’eliminazione dell’Inter dalla Champions, Altobelli è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Inter eliminata in Champions, Altobelli a Tag24

Tre squadre su tre eliminate agli ottavi di finale di Champions League. Quello che si portano a casa le squadre italiane è un bottino davvero scarno e la delusione più grande resta senza alcun dubbio l’Inter. La squadra di Simone Inzaghi era l’unica a partire con i favori del pronostico, nonostante un avversario ostico e ben strutturato come l’Atletico Madrid. Il percorso e la finale fatta la scorsa stagione dai nerazzurri gli aveva dato fiducia ed esperienza europea e il vantaggio ottenuto in casa doveva esserre sfruttato meglio. Invece in Spagna la squadra che sta dominando la Serie A è sembrata quasi impaurita e poco lucida e alla fine, ai calci di rigore, si è dovuta arrendere ai Colchoneros. Ora l’obiettivo resta uno soltanto: lo scudetto. Per commentare l’eliminazione dell’Inter in Champions, Altobelli, che dei nerazzurri è stato una bandiera, è intervenuto a Tag24.

L’Inter viene eliminata dalla Champions League. C’è più delusione o rabbia? Quale sentimento prevale?

“C’è sicuramente un po’ di rabbia perché l’Inter ha fatto una buona partita ed era anche riuscita a trovare il gol in Spagna. La gara di Milano l’aveva chiusa 1-0 e non ha saputo sfruttare al massimo quel vantaggio. Penso che si siano affrontate due squadre che giocano un buon calcio, ma se c’è una delle due che può recriminare è sicuramente quella di Inzaghi. Nei due scontri i anerazzurri meritavano di passare il turno, ma nel calcio non sempre vince chi fa di più”.

È un’Inter che affronta il campionato di serie A con grande sicurezza, ma non ha fatto lo stesso in Champions. Cosa è successo?

“A parte le prime tre in classifica, in campionato ci sono tutte squadre abbordabili e battibili. In Champions invece il livello è completamente diverso, ci sono squadre come Barcellona, Bayern Monaco piuttosto che Real Madrid o Manchester City. È assolutamente un’altra categoria e il tasso di difficoltà non è paragonabile. Nonostante questo nelle due dfide con la squadra di Simeone a me l’Inter è piaciuta e resto convinto che abbia fatto in ogni caso due buone prestazioni. Purtroppo i nerazzurri hanno avuto tante occasioni ma hanno segnato poco e questa è la cosa cruciale. Se vogliamo questa è la nota negativa che non gli ha consentito di passare il turno”.

Considerando i tanti punti di vantaggio che l’Inter ha sulle avversarie per lo scudetto, si sarebbe potuta concentrare al massimo sulla Champions, puntando ad arrivare fino in fondo. È questo il rammarico principale?

“Assolutamente sì. Con tutto il vantaggio che ha in campionato avrebbe potuto benissimo fare un turnover importante prima di ogni sfida europea e in piccola parte lo ha addirittura fatto. Adesso però è inutile piangere sul latte versato, la Champions League non c’è più e bisogna prenderne atto. Questo club dovrà analizzare quali sono stati gli errori commessi e ripartire immediatamente, pensando solo a chiudere al meglio in Serie A. Ora dovranno dare anima e corpo per concludere alla grande il campionato e conquistare lo scudetto”.

A proposito di chi deve archiviare immediatamente la delusione e ripartire per il campionato, il calcio di rigore sbagliato da Lautaro Martinez può condizionare il suo finale di stagione?

“Ho visto quel rigore e lì per lì non ci volevo credere. Lo ha tirato male, evidentemente sentiva troppo la pressione e non è riuscito a gestirla al meglio. Lautaro ha tante qualità, ma sicuramente non è uno freddo che può incaricarsi di tirare un calcio di rigore così pesante. Resta il fatto che si tratta di uno degli attaccanti più forti d’Europa in questo momento, ma ieri ha sbagliato anche diversi gol nel corso della partita e lui solitamente non li sbaglia. Per lui è stata davvero una brutta serata. A questo però ci aggiungo che anche Thuram non ha fatto benissimo e anche lui ha sbagliato troppo sotto porta. Contro squadre di questo valore quando commetti troppo errori, alla fine li paghi”.

Questa eliminazione dalla Champions League, a prescindere da come finirà la stagione e dalla seconda stella per il ventesimo scudetto, può essere decisiva anche per il futuro di Simone Inzaghi?

“Penso che Inzaghi debba sentirsi in una botte di ferro. Con l’Atletico nelle due partite ribadisco che i nerazzurri meritavano qualcosa di più e alla fine sono usciti per i calci di rigore. È vero che sono stati commessi tanti errori nei 90 minuti, ma il mister dà i suoi dettami tattici, non scende mica in campo. Chi ha sbagliato ieri sono stati i calciatori. Questa squadra in campionato gode di 16 punti di vantaggio sul Milan, che in questo momento è al seconda posto in classifica. Proprio per questi motivi Inzaghi deve stare tranquillo perché sta facendo molto bene”. 

Inter-Genoa, Cirillo: “Non vedo insidie, i nerazzurri sono una macchina perfetta. Lautaro e Inzaghi tra i più forti del mondo”

Lo scudetto, la seconda stella e poi, se avanzano energie, anche la Champions League. L’Inter è impegnata su più fronti e dopo aver vinto la Supercoppa Italiana non ha intenzione di mollare nulla. Di chi sono i meriti principali? “Di una grande suqadra e soprattutto di Inzaghi, un allenatore di cui si parla troppo poco e che se la giocherebbe alla grande in ogni top club d’Europa”, parola di Bruno Cirillo. Ex calciator, difensore centrale rognoso, nella sua carriera ha vissuto tante esperienze importanti e ha cambiato spesso maglia. In nerazzurro nella stagione 2000/01, per commentare la corsa scudetto ripartendo dalla prossima gara, Inter-Genoa, Cirillo è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Inter-Genoa, Cirillo a Tag24

La ventisettesima giornata di campionato è entrata nel vivo e tra poco andranno in scena gli ultimi due big match in programma, quello tra Atalanta e Bologna e soprattutto quello tra Napoli e Juventus. A chiudere poi ci penserà l’Inter capolista, che domani affronterà il Genoa a San Siro. I nerazzurri scenderanno in campo forti del risultato delle dirette concorrenti anche se, arrivati già a 12 punti di vantaggio sulla seconda in classifica, non sono certo loro a dover fare calcoli. La squadra di Inzaghi è una schiacciasassi, sta vivendo un momento clamoroso in cui segna tanto e non subisce praticamente mai e ovviamente, anche contro la formazione di Gilardino, partirà con i favori del pronostico. Per commentare la corsa scudetto e il match di domani, Inter-Genoa, Bruno Cirillo, che ha vestito nerazzurro nella sua carriera, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

A prescindere da come andranno le partite di questa sera della Juventus e quella di domani dell’Inter, la corsa scudetto è chiusa oppure è ancora troppo presto?

“Chiusa no, eprò dobbiamo dire che il percorso che sta facendo l’Inter è qualcosa di importante e straordinario. Sta dimostrando tutta la sua forza domenica dopo domenica. Questa è una macchina perfetta e adesso gode di un vantaggio importante. Oggi la Juventus giocherà una partita molto complicata e se dovesse andare male il vantaggio potrebbe essere ancora più ampio. Per le inseguitrici è davvero complicato poter raggiungere i nerazzurri”.

Mister Simone Inzaghi ha completato il suo processo di maturazione, anche a livello di gestione del gruppo e turnover?

“Questa squadra segna tanto e si diverte. Al di là di tutto, penso che Inzaghi sia un allenatore di cui si parla troppo poco. Negli ultimi anni ha dimostrato di saper fare grandi cose. Al di fuori non è facile giudicare le sue scelte, anche perché è lui che allena la squadra tutti i giorni ed ha sensazioni rispetto ai ragazzi che noi non possiamo avere. Lui li vede durante tutta la settimana. Certamente oggi è un allenatore più maturo, consapevole di ciò che ha fatto in passato e soprattutto di ciò che potrà fare in futuro. Penso che nelle grandi squadre d’Europa Inzaghi starebbe bene ovunque. L’Inter ha sicuramente la squadra più forte, ma vince anche e soprattutto grazie al suo mister”.

Quali sono le insidie della partita con il Genoa?

“D’ora in poi, se arriveranno passi falsi, sarà solo ed esclusivamente per l’Inter, non per gli avversari. Non vedo insidie da nessuna parte, se non in loro stessi. Una stagione del genere ti dà tanta forza ed entusiasmo. Questi sono giocatori importanti e maturi, che sanno che ogni partita va affrontata al massimo, che sia il match con la Salernitana che è ultima in classifica o quello con la Juventus. La concentrazione deve essere sempre la stessa. L’Inter ha il proprio destino tra le mani, ma ha dimostrato di essere in grado di farlo, affrontando ogni match nel modo più giusto. Questo è un gruppo importante che darà tutto anche domani contro il Genoa. Inoltre giocheranno in casa, davanti a un San Siro sold out, che gli darà ancora di più carica. Le partite però vanno giocate, sulla carta è un discorso e in campo è un altro”.

Visto il vantaggio conquistato in campionato, è un’Inter che può concentrarsi in modo più sereno anche in Champions League? Può ambire a tornare in fondo?

“Per me sì, perché la forza di questa squadra è incredibile e la sta dimostrando ogni settimana. Inzaghi ha la possibilità di gestire la rosa, facendo rifiatare i calciatori che stanno dando di più. Chi sta in panchina con l’Inter sarebbe probabilmente titolare in ogni altra squadra. Il mister domani penserà anche alla Champions League”.

Manca ancora qualcosa a Lautaro per essere attestato tra i primi attaccanti del mondo oppure no?

“Assolutamente no, anzi lui è un altro di cui si parla troppo poco. Credo che oggi sia uno degli attaccanti più forti in circolazione e per lui parlano i numeri”.

Inter-Atalanta, Tramezzani: “Lautaro tra i tre attaccanti più forti al mondo. Inzaghi? Un talento, si merita tutto”

Cresciuto nelle giovanili dell’Inter, Paolo Tramezzani completa la sua maturazione tra Serie B e Serie C per poi rientrare a Milano ed esordire in Serie A con la maglia nerazzurra. Due stagioni, dal 1992 al 1994 prima di due esperienze in prestito con Venezia e Cesena. Terzino sinistro interessante, nel corso della sua carriera ha girato tanto, arrivando anche a giocare in Premier League tra le file del Tottenham. Importante anche l’esperienza fatta con l’Atalanta nel 2003. Poi, dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, la carriera da allenatore. Attualmente sulla panchina del Sion, per commentare l’incontro tra due sue ex squadre, Inter-Atalanta, Tramezzani è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Inter-Atalanta, Tramezzani a Tag24

L’Inter supera agevolmente anche lo scoglio Atalanta e vola a più 12 sulla Juventus. La squadra di Inzaghi, in questa stagione, non ha rivali e il vantaggio accumulato in Serie A gli consentirà di concentrarsi ancor di più sulla Champions. Dalla Dea invece ci si aspettava qualcosa di più. La formazione di Gasperini parte bene, ma di fronte alla prima difficoltà si scioglie come neve al sole. Per l’Atalanta non è un momento facile e dopo un periodo di grande forma, ora è stanca. Aveva zoppicato già contro il Milan, è caduta rovinosamente ieri e ora dovrà rispondere nella prossima sfida, che sa di Champions, contro il Bologna. Per commentare il momento delle due squadre nerazzurre, ripartendo da Inter-Atalanta, Tramezzani, che nella sua carriera ha vestito le due maglie è intervenuto a Tag24.

Anche contro l’Atalanta l’Inter dimostra di essere una schiacciasassi. Lo scudetto, arrivati a questo punto, è in cassaforte?

“Credo proprio di sì, non solo per i punti di distanza che ci sono con la Juventus, ma soprattutto per lo strapotere fisico e tecnico che questo gruppo sta dimostrando e per la forza e la maturità raggiunti da questa rosa. Il campionato ormai è chiuso. L’Inter non finisce mai di sorprendere, è come se si migliorasse sempre. Sanno di essere forti e superiori agli altri, perché ieri l’Atalanta nei primi minuti era partita bene, in modo pericoloso, ma ai nerazzurri basta poco per cambiare completamente l’inerzia delle partite. Quella di Inzaghi è una squadra inarrestabile”.

Effettivamente l’Atalanta era partita bene ma poi gli è crollata. Considerando anche la prestazione con il Milan e il calendario complicato, rischia di essere il momento più difficile della stagione per la Dea?

“Certo, questo è un momento delicato. Con Milan e Inter non ha fatto bene, ma ora può essere decisiva per il campionato e per l’Europa. Ci può stare un momento di appannamento nell’arco di una stagione. D’altronde per come gioca Gasperini bisogna cercare di stare sempre in forma dal punto di vista fisico. Basta che qualcuno sia sottotono per rallentare tutta la squadra. La Dea di solito corre bene e meglio degli altri, ma a parte nei minuti iniziali Ieri mi è sembrata in difficoltà rispetto a quanto avevo visto fino a qualche settimana fa”.

Per la corsa Champions è difficile fare previsioni, con tante squadre in pochi punti?

“Si, perché c’è tanto equilibrio e rispetto agli anni precedenti ci sono tante squadre in corsa. Tutte possono contare su una buona rosa, giocatori importanti, struttura e solidità. Credo che stavolta per l’Europa che conta si protrarrà fino al termine del campionato”.

12 punti di vantaggio in campionato possono consentire all’Inter di concentrarsi soprattutto sulla Champions. Questa squadra può ripetere il percorso fatto un anno fa?

“Sono convinto che l’Inter abbia tutte le carte in regola per poter arrivare fino in fondo, per quanto la Champions sia molto difficile. Si deve ragionare sulla doppia sfida andata e ritorno, senza sbagliare niente, tenendo conto che in campionato l’Inter è di un altro livello, ma in Europa la situazione è diversa e gli avversari sono molto forti. La mentalità dei nerazzurri, a mio avviso, arriva dalla finale persa lo scorso anno. In quel caso fece davvero una bellissima gara contro l’avversario più forte in assoluto e questo gli ha dato fiducia e consapevolezza”.

Per il match di ritorno che ti aspetti?

“Quello che troveranno in casa non sarà all’atletico visto a Milano, che ha cercato di chiudersi per poi ripartire, ma dovrà fare un po’ di più la partita e questo potrebbe voler dire qualche spazio in più per la squadra di Inzaghi. L’importante sarà reggere il primo tempo, rischiare il meno possibile e controllare bene il pallone. Il massimo sarebbe se riuscisse a trovare anche il gol del vantaggio. Resta il fatto che l’Atletico è un avversario da rispettare, che gioca un calcio tosto e aggressivo. Sarà una partita piena di insidie, ma l’Inter è assolutamente in grado di passare questo esame”.

Cosa manca a Lautaro per essere considerato uno dei migliori del mondo?

“Credo nulla. Per quel che mi riguarda già sul podio dei centravanti più forti del mondo. A differenza di tanti altri, lui gioca per tutta la squadra ed è sempre al servizio dei senza perdere mai il senso del gol. Questa per me è una qualità straordinaria, e in pochi possiedono”.

E per quel che riguarda Inzaghi?

“Simone lo conosco da una vita, abbiamo giocato insieme e lo seguo sin da quando ha iniziato ad allenare le giovanili della Lazio. È un allenatore in continua crescita e in evoluzione e oggi sta iniziando ad ottenere i riconoscimenti che merita. Ha sempre dimostrato tutto il suo talento. Sono felice perché credo che sia uno dei tecnici più preparati in assoluto. Per entrare nell’Olimpo degli allenatori, probabilmente, gli manca solo un trofeo internazionale come potrebbe essere la Champions League”. 

Inter-Juventus, Ciccio Valenti: “Rivalità creata ad hoc, l’Inter deve fare attenzione solo a sè stessa. Dobbiamo portare a casa lo scudetto”

Conduttore radiofonico, ma anche opinionista tv e telecronista. Appassionato di calcio e di sport e da sempre tifoso interista, Giacomo Valenti, per tutti Ciccio, ha iniziato la sua carriera come giornalista sportivo in alcune reti locali e in parallelo ha percorso la strada da Dj. Voce storica della WWE, ha partecipato come autore e come protagonista anche a scherzi tv e candid camera e oggi conduce quotidianamente una celebre trasmissione radio. Per commentare il derby d’Italia, Inter-Juventus, Ciccio Valenti è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Inter-Juventus, Ciccio Valenti a Tag24

La vittoria con la Juventus conferma la netta superiorità, in questa stagione, dell’Inter di Simone Inzaghi. A +4 sulla seconda in classifica, posizione occupata dai bianconeri, dopo ventitre giornate di campionato e con un match ancora da recuperare, contro l’Atalanta, i nerazzurri stanno tentando la prima fuga dell’anno. Che la rosa completata in estate da Marotta ed Ausilio fosse la più forte era già evidente a tutti, ma ora questa squadra sembra quasi non avere rivali. Guai però ad abbassare la guardia, il campionato è ancora lungo e Allegri non ha nessuna intenzione di mollare la presa sullo scudetto. la Vecchia Signora cercherà di approfittare del ritorno della Champions per rosicchiare punti importanti, con la speranza che le energie usate in Europa possano rallentare i ragazzi di Inzaghi. Intanto i tifosi interisti si godono la vetta. Per commentare Inter-Juventus, Ciccio Valenti, noto tifoso nerazzurro, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

L’Inter vince il derby d’Italia, come ha detto Inzaghi una partita importantissima. Lo scudetto adesso è più vicino ai nerazzurri?

“Ma no, è ancora troppo presto e l’Inter ha un grosso avversario che è l’Inter stessa. È stata creata ad hoc questa rivalità con la Juventus, ma la tabella di marcia dei nerazzurri resta la cosa più importante. Qualsiasi interista sa bene che ci sono delle partite molto delicate e ad esempio il recupero con l’Atalanta è una di queste, così come sarà importante la trasferta di Roma di sabato prossimo”.

Con la Juventus però, l’Inter ha lanciato un messaggio chiaro, non tanto per la vittoria in sé per sé quanto per il modo con cui ha raggiunto il risultato. Il derby d’Italia ti ha lasciato delle certezze?

“Sinceramente, per quel che mi riguarda, le certezze le ho acquisite soprattutto con la vittoria di Firenze. Quella partita era fondamentale perché siamo andati al Franchi senza due giocatori importantissimi come Calhanoglu e Barella. Quella con la Juventus invece è stata una partita che senza i miracoli di Szczesny, come ha detto anche Inzaghi, sarebbe potuta finire tanto a zero. Io ero molto più in tensione contro la viola e quel risultato mi ha dato grande sollievo”.

È esagerato dire che questo centrocampo è tra i migliori d’Europa?

“A noi spesso piace essere esagerati, in tutti i giudizi. Il centrocampo dell’Inter è sicuramente molto piacevole e sono davvero felice, da tifoso, di potermi giocare la stagione con calciatori di questo calibro”.

In estate sono andati via cinque calciatori importanti, praticamente senatori di questa squadra. La partenza di 5 big ha responsabilizzato i più giovani che in questa stagione si sono trasformati in leader?

“Dzeko, Brozovic e Handanovic erano sicuramente molto importanti ed avevano un ruolo centrale. Lukaku e Skriniar invece hanno dimostrato di non essere dei campioni. Per essere grandi bisogna esserlo da ogni punto di vista, e ci sono sicuramente degli aspetti su cui loro hanno dimostrato di non esserlo. La crescita di Lautaro Martinez è stata importante, ma lui era già un leader di questa squadra”.

L’Inter comunque gioca anche un grande calcio, Inzaghi ha definitivamente convinto tutti?

“Inzaghi nei due campionati precedenti non ha raccolto quello che avrebbe dovuto raccogliere. Mi auguro invece che in questa stagione possa finalmente riuscirci. Ciò non toglie che veder giocare questa squadra è davvero molto piacevole e lui mi piace molto anche nelle dichiarazioni post partita. Adesso però si deve pensare soprattutto a chiudere il discorso e a portare a casa lo scudetto”. 

Inter-Juventus, Tardelli: “Impossibile fare previsioni, ma un pareggio non servirebbe a nessuno”

L’avventura di Marco Tardelli inizia a Pisa, club con cui si mette in mostra in Serie C dal 1972 al 1974, prima di compiere il primo viaggio importante della sua vita, quello che lo porta a Como. Una stagione da protagonista e la promozione dalla B alla A. Marco entra nel mirino dei grandi club, prima sfiora l’Inter e poi approda alla Juve. In bianconero scrive la pagina più importante della sua storia: dieci stagioni in cui vince tutto ciò che un calciatore può vincere, sia a livello nazionale che europeo. Una bandiera per la Vecchia Signora, un punto fermo anche per la Nazionale italiana, con cui diventa Campione del Mondo nel 1982. L’Inter però è nel suo destino, torna sulla sua strada nel 1985 e con un contratto faraonico lo convince a passare in nerazzurro. Per commentare il derby d’Italia, Inter-Juventus, Tardelli è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Inter-Juventus, Tardelli a Tag24

Il giorno del derby d’Italia è arrivato: mancano poche ore al fischio d’inizio di Inter-Juventus. A San Siro è tutto pronto, i tifosi sono in fibrillazione perchè sanno bene quanto sarà importante il match di questa sera. Dopo tanto tempo quello tra bianconeri e nerazzurri è tornato uno scontro diretto d’alta classifica, fondamentale per la lotta scudetto. Allegri e Inzaghi l’hanno preparata al meglio e hanno cercato di allentare la pressione. Dopo l’1 a 1 dell’andata il rischio di vedere una partita bloccata anche stasera è alto. Nessuna delle due vuole farsi male, vista la posta in palio, ma allo stesso tempo un pareggio potrebbe non servire a nessuno. Per commentare Inter-Juventus, Tardelli, bandiera dei bianconeri e con un passato anche in nerazzurro, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Quello di stasera torna ad essere un derby di altissima classifica, importante per la lotta scudetto. Le domando, chi ci arriva meglio e c’è una favorita?

“Penso che ci arrivi meglio l’Inter, anche se la Juventus sta facendo degli ottimi risultati. Non so cosa cambierà dopo questa sfida. Quel che è certo è che se i nerazzurri dovessero riuscire a vincere stasera e poi dovessero fare risultato pieno nel match di recupero contro l’Atalanta alla fine di febbraio, metterebbero un primo divario importante in questo campionato con i bianconeri. Questo sarebbe un bel problema per la Juventus”.

Quindi è d’accordo con quel che ha detto Inzaghi, la gara di stasera non sarà decisiva ma è molto importante?

“Assolutamente sì, questa sera sarebbe importante per entrambe riuscire a vincere. La Juventus annullerebbe il vantaggio dell’Inter e per i nerazzurri, come ho già detto, sarebbe una prima fuga”.

Rispetto alla partita d’andata però, è una Juventus diversa. Trova i bianconeri maturati?

“La Juventus è cresciuta tantissimo in questi mesi. Vedremo questa sera a chi dovrà rinunciare Allegri perchè so che probabilmente Chiesa potrebbe non essere titolare e lo stesso vale anche per Rabiot. Non c’è ancora la certezza che giochino entrambi ed è chiaro che si tratterebbe di assenze importanti. I risultati parlano chiaro, è per questo che sono lì, accanto all’Inter”.

E’ così in ogni gara, ma oggi più che mai sarà un match che si giocherà a centrocampo?

“A centrocampo l’Inter ha qualcosa in più, ma non sarà facile neanche per difesa e attacco. La Juventus, per il modo che ha di giocare, può mettere in difficoltà chiunque. E’ impossibile dare un giudizio adesso ed è impossibile fare qualunque tipo di previsione, per quel che mi riguarda non c’è una favorita. Potrebbe essere anche una serata da 0 a 0”.

Si aspetta una gara bloccata, un pò come in parte è stata quella d’andata?

“Dipenderà tutto da come scenderanno in campo le due squadre. Se sono entrambe impaurite e non vogliono rischiare, facilmente potrebbe venir fuori una gara da 0 a 0. Io credo però che sarebbe un risultato che non serve a nessuno”.

Il merito principale della Juventus è quello di non far giocare l’avversario? La imposterà così?

“No non credo. La Juventus non giocherà bene come ha sempre fatto, ma ultimamente è migliorata anche da questo punto di vista e sono certo che Allegri non punti soltanto a non far giocare l’avversario. Cercherà di fare il meglio che può, con le forze che ha a disposizione”.

Dall’altra parte il pericolo principale è sempre Lautaro Martinez?

“L’Inter sarà sicuramente trainata da Lautaro Martinez, ma anche da un centrocampo che è davvero molto forte”.

Inter-Juventus, Scanziani: “Segnare ai bianconeri è difficile. Servirà grande personalità, quella di Lautaro che è un leader “

Centrocampista abile e talentusoso, un faticatore carismatico. Piede educato e tanta personalità, Alessandro Scanziani ha ricoperto soprattutto il ruolo di mezzala e nel corso della sua carriera ha vestito varie maglie, ma l’esperienza più importante della sua vita è stata sicuramente quella fatta con la maglia della Sampdoria, anche se il vero salto di qualità lo ha fatto con l’Inter. Due anni in nerazzurro, ha vinto una Coppa Italia e segnato 8 reti. Per commentare Inter-Juventus, Scanziani è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Inter-Juventus, Scanziani a Tag24

La ventitreesima giornata di Serie A ha già riaperto i battenti, ma il piatto più gustoso arriverà domani sera, quando a San Siro andrà in scena il derby d’Italia. I tifosi bianconeri e quelli nerazzurri sono già in trepidante attesa, Inter e Juventus si giocheranno una bella fetta dello scudetto. Lo scontro tra Inzaghi e Allegri non sarà certo decisivo, alla fine del campionato manca ancora troppo tempo e i punti a disposizione sono tantissimi, ma vincere domani, per l’una e per l’altra, vorrebbe dire dare una bella spallata alla diretta concorrente. Per commentare Inter-Juventus, Scanziani, che nel corso della sua carriera ha vestito la maglia nerazzurra per due stagioni, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Inter e Juventus domani si troveranno una di fronte all’altra: chi sta meglio in questo momento e cosa ti aspetti?

“E’ davvero difficile fare una previsione. Sono andato a leggere un po’ di notizie online per guardare le probabili formazioni, e sono due squadre che stanno bene e che ci arrivano in forma. Adesso però è importante che riescano a dormire bene, a riposarsi. Quella di domani è una partita molto importante sia dal punto di vista fisico che mentale. Il derby d’Italia porta sempre con sé molte pressioni ed è fondamentale che ci si arrivi nel migliore dei modi”.

Ma l’Inter parte con i favori del pronostico?

“Credo che l’Inter abbia una bellissima rosa e Inzaghi sa sfruttare ogni giocatore al meglio. La scorsa settimana non aveva a disposizione Calhanoglu e Barella, due calciatori determinanti per il centrocampo e di grandissima qualità, ma è riuscito comunque a vincere e questo è fondamentale. Pur con i sostituti i nerazzurri mantengono sempre una qualità molto elevata e questo è importante per tutta la stagione. E’ fondamentale che domani mettano in campo personalità, perché in alcune partite è determinante dare oltre il 100% e quella con la Juve è una di queste. Finisce sempre che se vinci sei un fenomeno e se perdi iniziano le critiche. Non sarà per niente facile”.

Dopo tanto tempo, quello di domani torna ad essere un derby di altissima classifica. Troppo presto per ritenerlo un match decisivo?

“Troppo presto, mancano ancora tante partite alla fine del campionato. Se guardiamo solo alla classifica, l’Inter potrebbe addirittura permettersi di perderlo, perché con il match da recuperare e un eventuale vittoria tornerebbe comunque in testa. Ma spesso e volentieri il problema non è la vittoria o la sconfitta, quanto la prestazione. I calciatori nerazzurri hanno sempre la voglia di giocare meglio di quelli bianconeri, e viceversa. È così da sempre, e lo era già quando c’ero io. Sono partite che si preparano nel corso di tutta la settimana e ci si deve allenare al massimo, presentandosi a una partita così bella in perfetta forma. A volte però si sbaglia anche dal punto di vista mentale”.

Rispetto alla gara d’andata però è una Juventus più matura. Sei d’accordo?

“Questa Juve inizia a far paura. Allegri ha fatto crescere molto anche i calciatori più giovani, che oggi sono diventati importanti e i risultati stanno arrivando. Hanno un modo particolare di giocare, tutti nella propria metà campo e appena conquistano palla, partono in contropiede, cercando di sfruttare ogni occasione per mettere in difficoltà e far male all’avversario. Comunque mi stanno sorprendendo, all’inizio dell’anno nessuno avrebbe pensato che i bianconeri fossero più forti rispetto a tutte le altre, Inter a parte. Il mister li sta facendo rendere tutti al massimo e lotteranno fino alla fine per lo scudetto”.

Sarà un’Inter trainata ancora una volta da Lautaro Martinez?

“Lautaro è un capitano vero, uno che si dà sempre da fare al 100%. È un buon esempio, da più di chiunque altro e sta dimostrando tutto il suo valore. Complimenti a lui e a chi lo ha preso. Spesso lo vedo addirittura che torna fino a centrocampo e che da una mano ai compagni più in difficoltà, questa è l’ennesima dimostrazione di personalità e voglia di far vedere quanto è bravo, non solo agli altri ma anche a se stesso”.

C’è un singolo, dall’altra parte, a cui bisogna stare particolarmente attenti?

“Di base direi Vlahovic, ma è proprio il tipo di gioco della Juventus ad essere pericoloso. Il primo pensiero dei bianconeri è quello di non prendere gol, e spesso si mettono anche in undici negli ultimi 40 metri, pur di difendere la porta. Riuscire a segnare è davvero difficile, e l’Inter dovrà essere brava a sfruttare ogni palla inattiva. Non è certo una squadra che impone il proprio gioco, non è una squadra da possesso palla. Oggi vediamo da parte di tutti la stessa strategia, con il gioco che parte sempre dal portiere, ma per Allegri non è così. Loro sono tornati più o meno a un calcio vecchio stampo. Non prendono gol e alla prima occasione ripartono per farlo. Questa è la strategia che hanno adottato per provare a vincere il campionato”. 

Inter-Juventus, Porrini: “Sarà una gara chiusa, simile all’andata, ma la Juve è cresciuta in autostima. Lautaro? Un leader indiscusso”

Terzino destro o difensore centrale, Sergio Porrini è cresciuto calcisticamente nelle giovanili del Milan, ma è con la maglia dell’Atalanta che ha scritto una la parte più importante della sua storia. La Dea per diventare grande ed imporsi nel calcio che conta, poi la chiamata della Juventus e il definitivo salto di qualità. In bianconero ha vissuto 4 stagioni ed ha vinto praticamente tutto. Il suo palmarès conta due Campionati, una Coppa Italia, due Supercoppe Italiane, una Champions League, una Coppa Intercontinentale e una Supercoppa Uefa. Per commentare Inter-Juventus, Porrini è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Inter-Juventus, Porrini a Tag24

Dopo anni di anonimato, da una parte o dall’altra, il debry d’Italia torna ad avere l’importanza che merita anche per la lotta scudetto. Inter e Juventus si affronteranno domani, al San Siro, con fischio di inizio alle ore 20.45. Non sarà certo un match decisivo per il campionato, ma sarà importante soprattutto dal punto di vista mentale. Rispetto alla sfida d’andata, terminata 1 a 1, qualcosa è cambiato. La Juventus è cresciuta e, se fino a un certo punto della stagione Allegri era riuscito a tutelare i suoi ragazzi, parlando solo di corsa Champions, ora non può più nascondersi dietro un dito ed è ormai chiaro che lo scudetto è l’obiettivo dichiarato anche per i bianconeri. Dall’altra parte lo squadrone nerazzurro, costruito per vincere. Per commentare Inter-Juventus, Porrini, che nel corso della sua carriera ha indossato la maglia bianconera per 4 stagioni, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Il derby d’Italia torna ad essere un match da scudetto. Che tipo di partita ti aspetti, un match bloccato, come all’andata, o se la giocheranno a viso aperto?

“La posta in palio è molto alta, perché se dovesse riuscire a vincere l’Inter, distaccherebbe di qualche punto alla Juventus e considerando che ha una partita ancora da recuperare potrebbe essere significativo. Non dico che un’eventuale vittoria dei nerazzurri metterebbe fine al campionato, ma dal punto di vista mentale darebbe una bella svolta alla squadra di Inzaghi, mentre i bianconeri potrebbero perdere le speranze. Sono due formazioni in crescita, che stanno facendo molto bene. Il pareggio della Juventus contro l’Empoli è stato inaspettato e forse può aver lasciato qualche strascico. Mi aspetto una partita simile a quella dell’andata, un po’ chiusa all’inizio e poi più aperta, se una delle due dovesse riuscire a sbloccare il risultato. Per Allegri è fondamentale non perderla”.

Rispetto alla gara d’andata però qualcosa è cambiato. L’Inter era già la squadra da battere, mentre la Juventus era reduce da parecchie critiche. I bianconeri sono maturati?

“Assolutamente sì, sono cambiate molte cose. Queste due squadre arrivano a un appuntamento importantissimo comunque in modo differente. L’Inter continua ad essere lo squadrone che era all’inizio dell’anno, quello da battere. La Juventus invece è cresciuta tantissimo, sia in autostima che in confidenza. Allegri è stato molto criticato, ma oggi viene riconosciuto come un allenatore che sta facendo molto bene e che ha cambiato questa Juventus, trovando il modo perfetto per far sì che i vari singoli, in un mix tra giovani e meno giovani, possano tutti dare un grandissimo contributo alla causa. I bianconeri sono molto più consapevoli rispetto alla gara d’andata”.

Vlahovic da una parte e Lautaro dall’altra, banale dire che possano essere loro i protagonisti del derby d’Italia?

“Sarà pure banale, ma sarà sicuramente così. Per come sta giocando, per quello che sta dando alla squadra, è logico che le aspettative nei confronti di Lautaro sono altissime. Non è solo il capitano, ma è un trascinatore, un leader indiscusso per questa squadra ed è uno che può incidere tantissimo e cambiare le sorti della partita. Vlahovic dall’altra parte sta facendo gol pesanti. Forse dal punto di vista delle prestazioni è un po’ meno interno al progetto, rispetto al capitano nerazzurro. L’Inter comunque è fenomenale nel collettivo, sta giocando un calcio che non si vedeva da anni per la squadra nerazzurra. Forse direi addirittura dall’anno in cui aveva dominato il campionato, vincendo lo scudetto con Trapattoni”.

Grande merito di Inzaghi

“Io ero uno di quelli scettici quando lui è arrivato all’Inter e due anni fa, quando ha perso quel campionato pur avendo parecchi punti di vantaggio, ho attribuito a Inzaghi tutte le colpe. A mio avviso in quel caso non era riuscito a gestire al meglio la squadra e il vantaggio, ma adesso gli devo riconoscere di aver tanti meriti. Ha fatto maturare questi ragazzi, tutti i singoli e di conseguenza ha fatto crescere questa squadra”.

E Allegri?

“Anche Allegri nonostante la critiche ha cambiato la squadra. La Juventus ci arriva con molta più consapevolezza e con una grande solidità difensiva. È una squadra molto brava a chiudersi e a ripartire con folate improvvise. Sono due squadre che affronteranno la partita in maniera molto diversa e due allenatori che hanno inciso tantissimo nella crescita delle due formazioni”.

Scontro diretto importantissimo per la lotta scudetto, ma il campionato si deciderà quando tornerà la Champions?

“Domani è molto importante, anche dal punto di vista mentale, come dicevo prima, ma non decisiva. Se l’Inter dovesse riuscire a vincere avrebbe un primo divario, ma è altrettanto vero che la Champions potrà risultare molto importante da qui alla fine. Sappiamo benissimo quanto una partita nell’Europa che conta ti possa togliere tante energie, non solo fisiche ma anche mentali. Nella sfortuna, la Juventus ha la fortuna di non partecipare a nessuna Coppa e quindi può preservare tutte le energie e concentrarsi solo sul campionato. Lo scudetto si deciderà in primavera, come ogni anno”. 

Inter, il rinnovo di Lautaro, Zanetti: “Matrimonio che giova a entrambi, e se va via arriverà qualcuno altrettanto forte”. Poi sullo scudetto…

Centrocampista centrale che abbinava il fisico importante alla qualità. Calciatore completo, un professionista vero, Cristiano Zanetti nel corso della sua carriera ha vestito maglie importanti e si è ritagliato un ruolo da protagonista ovunque è andato. Fiorentina, Inter, Roma e Juventus sono solo i club più blasonati in cui ha militato, vincendo per due volte lo scudetto, in nerazzurro e in giallorosso. Piedi buoni e animo da guerriero, era il mediano perfetto da inserire alle spalle di trequartisti con estro e fantasia. Per commentare la stagione dell’Inter, la vittoria della Supercoppa e il rinnovo di Lautaro Martinez, Zanetti è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Inter, il rinnovo di Lautaro: Zanetti a Tag24

La vittoria della Supercoppa italiana è solo il primo tassello per l’Inter di Inzaghi. Una squadra costruita per vincere tutto, in Italia sicuramente e chissà, forse anche in Europa. La finale di Champions League, raggiunta nella scorsa stagione, ha alzato l’asticella del club e dei tifosi, che ora però vogliono i trofei. Il mister è giovane e ambizioso, sa di avere in mano un gioiello e non vuole perdere nessuna occasione. In campionato però non sarà semplice perchè la Juventus ci crede e con un solo obiettivo raggiungibile, farà di tutto per dargli filo da torcere fino alla fine della stagione. Intanto, in casa Inter, si dibatte sul rinnovo di Lautaro Martinez, il faro di questa squadra e per parlare della stagione e di mercato, Cristiano Zanetti, che in carriera ha vestito la maglia nerazzurra, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Ripartiamo dalla vittoria della Supercoppa, l’Inter porta a casa il primo trofeo e ora punta all’obiettivo quello più grande: lo scudetto. E’ la squadra da battere?

“Quella a Riad è stata un’importante dimostrazione di forza, anche se la partita, fino a che le due squadre erano 11 contro 11, è stata piuttosto equilibrata. Chiaramente l’espulsione ha cambiato tutto e l’episodio è andato a favore dell’Inter. Ora questa squadra lotterà per lo scudetto, con un avversario sicuramente molto più forte del Napoli. Tra l’altro, la Juventus, è molto avvantaggiata dal fatto di non avere le coppe in questa stagione e può preparare ogni partita settimana per settimana”.

A detta di tutti l’Inter è molto più forte della Juventus. Pensi però che sarà corsa a due fino alla fine della stagione?

“Assolutamente sì, e non credo nemmeno che sarà decisivo lo scontro diretto. Sarà una partita importante, ma che non definirà i ruoli all’interno di questo campionato. Sono sicuro che se la giocheranno fino alla fine, anche perché i bianconeri non hanno le Coppe europee e questo è un vantaggio importante, soprattutto a lungo termine”.

Hai fatto riferimento all’espulsione di Simeone e c’è stata tanta polemica nel post partita. Cosa ne pensi della gestione arbitrale di Rapuano?

“Il problema fondamentale è che ogni arbitro ha il suo metro di giudizio, quindi non c’è nulla di omogeneo. Ci sono alcuni falli che vengono fischiati da determinati direttori di gara, e gli stessi falli non vengono fischiati da altri. È un momento storico molto particolare per la classe arbitrale e l’introduzione del Var, anziché migliorare la situazione, la sta quasi peggiorando. È molto difficile e molto soggettivo. Penso che l’arbitraggio di Rapuano sia stato positivo fino a un certo punto, ma è chiaro che l’espulsione abbia condizionato la partita”.

Gara decisa da capitan Lautaro Martinez, che in questa stagione è cresciuto in maniera esponenziale. E’ l’uomo su cui costruire anche l’Inter del futuro?

“Lautaro è diventato un leader, un giocatore importante e molto forte. Sta facendo la differenza, ma non ci dobbiamo dimenticare che gli attaccanti sfruttano le possibilità e la costruzione di gioco del resto della squadra. Lui è la punta che finalizza il gioco, ma la costruzione di Inzaghi ne favorisce i suoi miglioramenti”.

Si dibatte sul suo rinnovo di contratto e le ultime dichiarazioni del suo agente preoccupano il popolo nero azzurro. Si riuscirà a trovare un accordo?

“Credo di sì, riusciranno a trovare un accordo e se così non dovesse essere, vorrà dire che l’Inter si cercherà un altro attaccante di livello. Tanti giocatori fortissimi sono andati via da varie squadre senza rinnovare e a volte i club ci hanno guadagnato. Pensate al Milan quando è andato via Donnarumma si credeva che non avrebbero più trovato un portiere così forte e invece è arrivato Maignan. Questo per dire che è proprio quando non ci si pensa che arrivano le occasioni migliori. Credo che, se Lautaro Martinez vuole continuare a migliorare, deve rimanere all’Inter. Questa squadra gioca per lui e non ci sono tante squadre nel mondo che giocano per il proprio attaccante, come stanno facendo i nerazzurri. E’ un matrimonio che gioverebbe a entrambi”.

La prossima partita sarà contro la Fiorentina, gara complicata e condizionata dai cartellini della Supercoppa. Cosa ti aspetti?

“Gara difficilissima, forse la più difficile in questo momento. La Fiorentina è una squadra che sta bene, che in casa gioca benissimo e che tiene ritmi molto alti. Per l’Inter non ci sarà nulla di semplice, ed è per questo che dico che la sfida con la Juventus non sarà determinante, perché in un campionato intero ci sono tanti trabocchetti che vanno superati. Basta un pareggio e cambiano le sorti della stagione. Ribadisco che la Juventus, in questo momento, ha qualcosina in più e un minimo vantaggio non giocando il mercoledì. Una squadra così importante può preparare ogni match di settimana in settimana, recuperare gli infortunati e lavorare sugli indisponibili, vi assicuro che vuol dire tanto”. 

Rinnovo Lautaro, l’agente: “Non c’è accordo con l’Inter”. Come stanno le cose oggi

Rinnovo Lautaro, l’agente spaventa l’Inter – Un fulmine a ciel sereno squarcia l’orizzonte nerazzurro. Sono infatti parole importanti almeno quanto inaspettate quelle pronunciate dall’agente dell’attaccante argentino, Alejandro Camano, in merito al futuro del Toro, protagonista di una stagione fino a questo momento davvero da incorniciare. Il procuratore di Lautaro Martinez ha spaventato e non poco l’Inter, negando qualsiasi accordo già raggiunto per il rinnovo di contratto del suo assistito.

Lautaro, ricordiamo, ha un contratto fino al 30 giugno 2026 con l’Inter ma già da diversi mesi si lavora per prolungare e adeguare l’accordo. Una vera e propria priorità per l’entourage dell’attaccante argentino, che chiede uno stipendio molto più alto rispetto a quello attualmente percepito dal calciatore, grandissimo protagonista in questa stagione.

“Lautaro e Haaland i migliori centravanti d’Europa”

Intervenuto ai microfoni di Radio Sportiva, il procuratore di Lautaro Martinez ha prima elogiato le qualità dell’attaccante argentino – autore anche del gol in finale contro il Napoli che ha regalato all’Inter la Supercoppa Italiana – e poi ha fatto il punto sulla situazione contrattuale.

“A che punto è il rinnovo di contratto con l’Inter?  Trovare un accordo non è facile, ci sono tanti aspetti da discutere. Oggi non c’è ancora un accordo reale, ma siamo tranquilli e parliamo in maniera costante con l’Inter.  Lui è felice, la priorità ora è la squadra. Lautaro è arrivato che era un ragazzo ed cresciuto tanto: oggi è un giocatore fatto, è il capitano dell’Inter, ha due anni e mezzo di contratto con il club. Abbiamo tanto tempo a disposizione per parlare con la società, stiano trattando. Lui adesso è concentrato sul fare bene in campionato e in Champions League. Penso che lui e Haaland siano i due migliori centravanti d’Europa. Devo anche dire che è allenato da un tecnico come Inzaghi, tra i top del calcio europeo”.

Rinnovo Lautaro, gioco al rialzo degli agenti con l’Inter?

Solo pochi giorni fa, l’amministratore delegato dell’Inter Beppe Marotta aveva tranquillizzato e rassicurato i tifosi nerazzurri in merito al futuro dell’attaccante argentino. Queste le sue parole rilasciate ai microfoni Rai:

“Come procedono le contrattazioni per il rinnovo di Lautaro? Adesso ci siamo un po’ fermati per via di questi impegni. Di vantaggio c’è che entrambe le parti negoziali vogliono continuare nel rapporto, direi che non ci saranno problemi”

Un ottimismo, quello di Marotta, smorzato dalle recentissime parole dell’agente di Lautaro Martinez. Normali schermaglie dialettiche? Probabile, ma sicuramente ci sarà da trattare, con l’entourage che gioca al rialzo viste le prestazioni del ragazzo. Una strategia che non si sa ancora che frutti darà. L’attaccante argentino, intanto, non sembra per nulla turbato delle voci sul suo futuro come testimonia il suo rendimento sul campo. Il Toro in questa stagione viaggia a numeri incredibili: 18 gol in 18 partite di Serie A, 1 (decisivo) in due gare di Supercoppa Italiana e due reti nelle sei presenze in Champions League. Numeri da fenomeno: un fenomeno che l’Inter vuole presto blindare.

Inter-Lazio, Bini: “L’Inter è la squadra da battere, ma Supercoppa non mi piace. Hanno aggiunto una partita inutilmente”

Dalle giovanili alla prima squadra. Quattordici stagioni da professionista con la maglia dell’Inter addosso, Graziano Bini è esattamente quella che si definisce una bandiera. In nerazzurro ha vissuto praticamente tutta la sua vita calcistica, collezionando 233 presenze, dal 1971 al 1985 e indossando anche la fascia di capitano. A Milano si è tolto le soddisfazioni più grandi e ha vinto uno scudetto e due volte la Coppa Italia, rimanendo incredibilmente legato e tifoso di questi colori. Per commentare la stagione della squadra di Inzaghi e l’impegno in Supercoppa, a partire da Inter-Lazio, Bini è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Inter-Lazio, Bini a Tag24

Una partita dopo l’altra, senza mollare e rinunciare a nessun obiettivo. L’Inter è concentrata sul campionato e sa bene che non può distrarsi, perchè la Juventus è pronta e tendergli l’agguato, ma ora deve staccare la spina dalla Serie A e pensare solo alla Supercoppa. Una partita per approdare in finale, l’altra per vincere il primo trofeo della stagione. Inzaghi chiederà ai suoi ragazzi di stringere i denti e di archiviare la stanchezza, con due gare fatte bene è certo di poter rientrare a Milano con la Coppa. Il primo ostacolo, sul cammino dei nerazzurri, si chiama Lazio. Appuntamento a Riad, venerdì sera, alle ore 20.00 per la Final Four. Per commentare la nuova edizione della Supercoppa e la prima gara, Inter-Lazio, Bini, che dei nerazzurri è stato una bandiera, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Si entra nel vivo della Supercoppa italiana, domani il primo match tra Napoli e Fiorentina e poi, venerdì, Inter-Lazio. I nerazzurri sono la squadra da battere oppure, essendo gara secca, non ci sono favorite?

“E’ chiaro che la gara secca si affronta in maniera diversa rispetto a quanto vediamo, ad esempio, in campionato. Però penso che la rosa dell’Inter sia talmente ampia, profonda e forte, da restare comunque competitivi e se vogliamo i favoriti, anche per questo trofeo”.

Le piacciono le novità di questa competizione?

“Assolutamente no, e vi dico addirittura che non la guarderò queste partite perchè non è questo il calcio che mi piace. Hanno aggiunto una partita inutilmente e non sono d’accordo con queste cose. Si gioca lontano, per prendere giustamente tanti soldi, ma giocano già troppo a mio parere e alcune cose si potrebbero benissimo evitare”.

Tra un paio di giorni però, la squadra di Inzaghi dovrà affrontare la Lazio. Cosa teme dei biancocelesti? e cosa si aspetta dall’altra semifinale?

“La Lazio è una squadra pericolosa da affrontare, perchè se la trovi in giornata diventa un bel problema. Può essere una formazione molto ostica da affrontare, ma è imprevedibile. Finora aveva avuto grosse difficoltà a trovare continuità, ma ora è reduce da parecchie vittorie e avrà trovato anche entusiasmo e fiducia. Per quel che riguarda invece Napoli-Fiorentina, direi che in questo momento mi convince di più la viola”.

Testa al campionato: la lotta scudetto

L’Inter sta dimostrando di essere la squadra più forte in campionato, ma la Juventus non intende mollare. Sarà corsa a due fino alla fine oppure i nerazzurri avranno la possibilità di staccarsi, a lungo andare?

“Per ora non possiamo far altro che aspettare, perchè molto dipenderà dai tanti impegni dell’Inter. Prima di tutto si deve avere la fortuna di non avere infortunati, perchè questo potrebbe influire molto negativamente. Un calo di prestazioni, durante l’anno, arriva a chiunque. Bisognerà vedere quanto durerà questo calo e in che momento della stagione arriverà. Certamente la Juventus, a vantaggio dell’Inter, non ha competizioni extra rispetto al campionato, non ha le Coppe e i giocatori sono meno impegnati. E’ ovviamente più semplice che nessuno si faccia male. Penso comunque che competeranno per il titolo fino alla fine”.

A trascinare la squadra ci pensa capitan Lautaro? Quanto è maturato con la fascia al braccio?

“Prima di tutto va detto che Lautaro è migliorato tantissimo tecnicamente. Ora difende bene la palla, cosa che nei primi tempi in nerazzurro non faceva assolutamente. Questa fascia da capitano, sicuramente, lo ha responsabilizzato molto e gli ha fatto un gran bene”.

Benfica-Inter, Scanziani: “Complimenti a Lautaro, capitano giovane …

Un vero e proprio faticatore, un calciatore instancabile, un lavoratore costante e determinato. Alessandro Scanziani è stato un centrocampista abile e nel corso della sua carriera ha ricoperto soprattutto il ruolo di mezzala. Piede educato, calciatore dall’estro spiccato, vedeva la porta e spesso provava a colpire anche da fuori area. Nel corso della sua carriera ha vestito varie maglie, giocando più di cinquecento partite da professionista e superando la soglia degli 80 gol realizzati. La sua esperienza più importante è stata quella in blucerchiato, con la Sampdoria, di cui è diventato una bandiera. Fondamentale nel suo percorso, però, anche le due stagioni con la maglia dell’Inter. In nerazzurro ha vinto una Coppa Italia e segnato 8 reti. Per commentare il percorso della squadra di Inzaghi e soprattutto Benfica-Inter, Scanziani è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Benfica-Inter, Scanziani a Tag24

Che sia campionato o Champions poco importa, l’Inter è un carro armato e in questa stagione non ha intenzione di lasciare niente al caso. In Serie A comanda la vetta della classifica e nella massima competizione europea, quando manca ancora un turno, è già certa del passaggio del girone e si giocherà il primo posto con la Real Sociedad in casa, il prossimo 12 dicembre. La rosa è forte, il gruppo è coeso e l’allenatore lavora bene. Il puzzle sembra essere perfetto, con tutti i tasselli al posto giusto. E poi è una squadra che non molla mai. Anche ieri, sotto per 3 a 0 contro in Portogallo, è riuscita nel secondo tempo a riprendere il risultato portando a casa un pareggio che sa quasi di vittoria. Per commentare la stagione e nel dettaglio Benfica-Inter, Scanziani, che in carriera ha vestito la maglia nerazzurra, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Partita pazzesca dell’Inter anche in Champions League. Ti sono piaciuti i nerazzurri?

“Partiamo dal presupposto che ai miei tempi c’erano trenta partite di campionato e nel mezzo le sfide europee con gare di andata e ritorno ad eliminazione diretta. Se vincevi bene, altrimenti era eliminato e a quel punto pensavi solo la serie A. Adesso invece è tutto diverso, ci sono 38 partite in campionato, che sono tantissime, e la Champions con quattro squadre e quindi sei partite e in più la Coppa Italia. Essere sempre al 100% e dare in ogni partita il massimo non è facile, se non impossibile. Non si può avere una condizione fisica straordinaria per otto mesi all’anno. Per questo dico grande Inzaghi, che riesce a scegliere in base agli allenamenti che si fanno e ai giocatori che vede meglio rispetto agli altri”.

Fuori casa in Champions League da 3 a 0 a 3 a 3. È un pareggio che sa di vittoria?

“Certo, ci mancherebbe. Devo ammettere però che quando ho visto la formazione iniziale qualche dubbio mi è venuto. Inzaghi ha deciso di fare un turnover massiccio e alla fine del primo tempo eravamo 3-0. C’era solamente Acerbi, che è un titolare fisso, accanto a De Vrij che comunque sta avendo meno spazio e Darmian, che è uno piuttosto abituato. Le altre erano praticamente tutte seconde linee. Parliamo comunque di calciatori forti, ma non abituati a giocare una partita intera e neanche a un tasso di competitività così elevato. Nel secondo tempo poi sono entrati i titolari e non me ne vogliano gli altri, ma la partita è cambiata”.

A proposito di titolari, stagione straordinaria di Lautaro. Hai la sensazione che la fascia di capitano possa averlo responsabilizzato?

“Non mi è mai capitato di indossare la fascia di capitano all’Inter, ma l’ho avuta negli ultimi tre anni alla Sampdoria. È chiaro che senti sulle tue spalle un peso diverso, parli con il mister in modo diverso e ti rivolgi ai compagni con uno spirito diverso. Con la fascia di capitano deve uscire fuori ancora di più la tua personalità e se possibile in allenamento devi dare ancora di più. Non è facile anche perché lui è uno ancora molto giovane, ma si è preso al massimo questa responsabilità. È sempre stato uno che in ogni partita ha dato il 100% e ora la presa ancor più sul serio. Non posso che fargli tanti complimenti“.

In campionato l’Inter arriva dal derby d’Italia e nella prossima affronterà il Napoli. Nonostante l’evidente superiorità dei nerazzurri al momento, c’è preoccupazione?

“In generale quando l’Inter deve affrontare un big match, qualunque esso sia, serve un’attenzione diversa durante tutta la settimana, anche nel corso degli allenamenti. Con le squadre meno forti, vista l’importanza di questa rosa, si possono fare anche ragionamenti diversi. Il Napoli in questo momento sta cercando di risistemare le cose. Prima quando una partita non andava bene c’era l’alibi del mister, ma adesso non più e quindi i calciatori si devono prendere le proprie responsabilità. Sono sicuro che ci metteranno ancora più fisico e impegno”.

Sentiamo spesso parlare del valore della rosa dell’Inter, quasi a sminuire il ruolo di Inzaghi. Cosa pensa del mister?

“Quando le cose funzionano è merito di tutti. Quando io ero alla Samp, un anno siamo arrivati a lottare per lo scudetto con il Verona e abbiamo vinto la prima coppa Italia della storia. Con la stessa squadra l’anno successivo abbiamo quasi rischiato di retrocedere e anche l’allenatore era lo stesso. Questo per dire che ci sono stagioni in cui gli allenatori e i calciatori riescono a dare il massimo ad ogni match ed altre in cui invece le cose non girano. Per Inzaghi non è stato sempre facile, ma ha saputo affrontare al meglio anche le difficoltà”. 

Inter, Ciccio Valenti: “Lo scudetto non si vince ora, con la Juve u…

Speaker radiofonico, comico e telecronista sportivo, Giacomo Valenti, per tutti Ciccio, ha coltivato due passioni parallelamente sin da ragazzino. Da una parte lo sport, dall’altra la musica, ha iniziato a fare il giornalista quasi per gioco, in alcune tv locali e il dj per divertimento, innamorandosi perdutamente del mondo radiofonico. La bravura e il talento gli hanno consentito di crescere passo dopo passo, raggiungendo il successo negli anni 2000. Dalla WWE al poker, fino ad arrivare al calcio. Ciccio segue un po’ tutti gli sport, ma l’amore più grande resta quello per il calcio e soprattutto per i colori nerazzurri. Per commentare il grande momento dell’Inter e la corsa scudetto, proiettandoci già anche al derby d’Italia, contro la Juve, Ciccio Valenti è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Inter, lo scudetto passa dalla Juve: Ciccio Valenti a Tag24

Da una sosta all’altra, con un bilancio straordinario. Quattro settimane, sei partite (due in Champions) e sei vittorie: questa è l’Inter di Simone Inzaghi. I nerazzurri chiudono questo tour de force con un percorso netto. Ora è tempo di tirare il fiato, perché al rientro, tra circa due settimane, la squadra di Zhang riprenderà col botto. Prima il derby d’Italia con la Juventus, poi il Benfica in Champions e il secondo big match, contro il Napoli. I tifosi per ora non ci pensano, si godono il momento, con la consapevolezza di poter assistere a una stagione magica. L’Inter è la squadra più forte, quella da battere, la favorita per il titolo, ma non l’unica e abbassare la guardia non è una possibilità. Per commentare il momento dell’Inter, la corsa scudetto e il prossimo impegno con la Juve, Ciccio Valenti, tifoso d’eccezione, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Da sosta a sosta, percorso netto dell’Inter che dimostra di essere quasi imbattibile. Sei soddisfatto?

“E’ novembre e il cielo è grigio mentre i ‘tituli’, come dice qualcuno, gli scudetti e le partite importanti si vincono quando fa caldo e siamo in bermuda. Ciò non toglie che è un bel periodo, ma l’Inter ha il record mondiale per scudetti persi quando li aveva ormai in tasca. Sono rimasto scottato negli anni e per questo ci vado sempre cauto, ma resta il fatto che è un momento pazzesco”.

Oltre al campionato l’Inter però sta facendo un percorso pazzesco anche in Europa. Pensi che in Champions possa ripetersi rispetto allo scorso anno?

“Lo scorso anno in Europa è stato fatto un percorso meraviglioso, che ci ha concesso di arrivare fino alla finale. Va detto però che ci sono state anche due o tre incastri di eventi particolari. Io sono sempre uno con i piedi molto per terra. Quando le stagioni sono belle, sono belle da vivere e non si devono fare paragoni con gli anni precedenti. Godiamoci il momento perché questa squadra ci sta facendo divertire. Oltre alla destinazione è bello anche il viaggio, almeno per ora”.

Inzaghi sembra obbligato a vincere vista la rosa dell’Inter, pensi che il tecnico nerazzurro sia sottovalutato?

“Devo ammettere che nei confronti di Inzaghi ho avuto spesso dubbi e non sono mai stato tenero. Mi è però piaciuto da matti come ha gestito la questione dell’arrivo di Lukaku a Milano. Ha ridimensionato totalmente il problema, ricordando i suoi che la partita fosse contro la Roma e non contro il belga e il suo passato. Era fondamentale fare i tre punti con i giallorossi, visto che i nerazzurri hanno un obiettivo ben chiaro. Lui lo ha sottolineato, e lì ha creato quella fiamma di amore che ammetto, fino a quel momento era sempre stata un po’ soffocata. In lui non vedevo quell’ossessione di vincere, per me necessaria. Spesso gli ho visto fare turnover troppo spregiudicati. In quella partita però mi è piaciuto tantissimo e da lì è finalmente scoccata la scintilla”.

Lautaro sto facendo una stagione straordinaria. Quanto pensi che possa avere influito, nella sua maturazione, la fascia di capitano?

“Sono stato in religioso silenzio mente pronunciava il suo nome perché sono molto credente. Ci sono dei nomi che non possono essere pronunciati invano! Lautaro è favolosamente bello e favolosamente interista. Sono pazzo di lui dal primo sguardo. Sono sempre stato convinto che a pallone si gioca prima con gli occhi e poi con i piedi. Si è capito da subito che era un fuoriclasse, e lo sta dimostrando partita dopo partita. Argentino, come altri che già sono stati all’Inter e con cui non voglio fare paragoni, ma la differenza nel suo sguardo è abissale”.

Al rientro dopo la sosta c’è il derby d’Italia e se ne sta già parlando tantissimo. Si rischia di caricare troppo la partita tra Juventus e Inter?

“Mi sembra ci sia un pre-partita intenso, come quando doveva tornare a Milano Lukaku. Se ne parla tantissimo, c’è una grande attesa. Secondo me è una partita importante, ma niente di più. L’Inter deve arrivare a questa sfida con la consapevolezza della propria forza e con il giusto rispetto dell’avversario. Di Juve e Inter e di questa rivalità si parla sempre troppo, ma io non la vivo così intensamente. Per me c’è una sola squadra con cui vale la pena avere una rivalità così accesa, ed è il Milan, il resto sono solo squadre”.

E per la lotta scudetto come vedi i bianconeri?

E’ una squadra che non molla mai, come dice il loro claim. Non penso però che sarà corsa a due fino alla fine, mi intimorisce ancora il Napoli, che dovremmo affrontare a breve. Una squadra che ha di Lorenzo, Lobotka, Kvara, Osimhen e tanti altri, fa sempre paura. Adesso vedremo cosa succederà con il cambio dell’allenatore. Per il resto provo grande rispetto per tutte. Anche perché se vinci 5 a 1 il derby e poi perdi con il Sassuolo è chiaro che non hai combinato tanto. Questo per tornare al fatto che anche la partita con la Juventus è importante, ma sono sempre tre punti“. 

La Fiorentina vola in Conference, Bertoni: “Può arrivare di nuovo i…

Veloce, potente, Daniel Bertoni sgusciava sulla destra ed era capace di trasformarsi facilmente da ala a prima punta. Nativo di Bahia Blanca, in provincia di Buenos Aires, la prima esperienza in Europa l’ha fatta all’età di 23 anni, quando ha vestito la maglia del Siviglia. La vittoria del Mondiale, nel 1978, gli ha aperto la strada verso l’Italia: a bussare alla sua porta è arrivata la Fiorentina. Battuta sempre pronta, per la viola è stato un grande uomo-squadra ed ha lasciato un dolce ricordo nel cuore dei tifosi toscani. Poi l’esperienza a Napoli, prima di chiudere in Italia con l’Udinese. Di anni ne sono passati parecchi, ma non esiste tempo né distanza che tenga. Anche dall’altra parte del mondo Daniel continua a seguire la Serie A. Per raccontare qualche aneddoto curioso e commentare la prestazione della Fiorentina in Conference, Bertoni è intervenuto in esclusiva a Tag24.

La Fiorentina vince in Conference, Bertoni a Tag24

Sono bastati otto minuti alla Fiorentina per trovare il gol del vantaggio e del definitivo 1 a 0 nella sfida di Conference League contro il Cukaricki. Freddo, preciso e potente, Nzola dal dischetto non poteva sbagliare. Un calcio di rigore che proietta la viola in cima alla classifica del gruppo F, ma i giochi sono ancora aperti e abbassare la guardia non sarà possibile. Ora la squadra di Italiano ha un paio di giorni di tempo per riprendersi dalle fatiche europee e ricaricare le batterie. Prima della sosta per gli impegni delle Nazionali, la viola se la dovrà vedere con un Bologna in grande forma. Per commentare la partita della Fiorentina in Conference, e non solo, Daniel Bertoni, ex calciatore argentino, con in Italia ha vestito varie maglie, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

In Conference ieri è arrivata una bella vittoria. La Fiorentina può ripetere l’impresa della scorsa stagione ed arrivare fino alla finale?

“Certo, perché no! Sono convinto che possa arrivare fino alla fine perchè in Conference non ci sono squadre fortissime. Arrivano quelle più difficili da affrontare quando scendono le terze che si classificano in Europa League. Infatti in finale lo scorso anno, la Fiorentina ha perso con una di loro. Però a prescindere da come è andata quella partita, la viola ha fatto un percorso bellissimo”.

Sei contento di come sta affrontando questa stagione la Fiorentina?

“Credo che debba trovare maggior continuità di risultati. Perché per il resto ha tutte le carte in regola per fare una grandissima stagione. Gioca bene, si vede che questi ragazzi si divertono. Contro la Juventus meritava quanto meno di pareggiare. Ho visto anche la partita con l’Inter però, e in quell’occasione hanno giocato molto male invece. Mi piacciono anche gli argentini che ci sono in squadra. Beltran ad esempio sta andando bene, ma deve maturare ancora un po’”.

Quindi riesci a seguirla, pur vivendo in Argentina?

“Assolutamente sì, seguo sia la Fiorentina che il Napoli perché sono due squadre a cui sono rimasto particolarmente legato. La viola cerco di guardarla ogni volta che posso. L’ultima gara che ho visto, come già detto, è stata la partita di domenica contro la Juventus, che tra l’altro la squadra di Italiano non meritava di perdere. I bianconeri hanno giocato tutti dietro, pronti a ripartire solo in contropiede. Alla mia epoca, c’erano giocatori straordinari. Mi ricordo di aver affrontato Platini, Boniek, Tardelli, insomma una formazione pazzesca. Era difficile riuscire a vincere contro di loro, ma noi in qualche occasione ci siamo riusciti”.

Hai fatto il nome di Beltran, qualcuno lo ha paragonato a Batistuta. È un attaccante che ti piace?

“Beltran è un grande calciatore, ma Batistuta era un’altra storia. In Italia è diventato un campione, ma era già un gran goleador qui in Argentina. In Serie A ci è arrivato quasi per caso, grazie al suo procuratore, Settimìo Aloisio che lo aveva presentato come un centravanti straordinario. E Batistuta a Firenze ha dimostrato effettivamente di esserlo. Però non facciamo paragoni, non mi piace. Beltran deve crescere e deve capire bene il calcio italiano. Lui gioca molto spalle alla porta e i difensori in Italia sono ottimi marcatori. Deve ritrovare la fiducia che aveva nel River Plate per diventare un grande goleador”.

Cosa ne pensi di mister Italiano?

“Non lo conosco, posso valutare solo quello che vedo. Purtroppo deve cambiare formazione partita dopo partita, perché non ha una panchina lunga e spesso si trova costretto a fare determinate scelte. Inter, Juventus e tante altre ovviamente hanno più ricambi. Però almeno gioca bene”.

Qual è stato il momento più importante della tua carriera, finchè sei stato in Italia?

Con la Fiorentina ho vissuto quattro stagioni straordinarie. Poi sono andato a Napoli e infine una sola stagione con l’Udinese. Non posso raccontarti un solo momento, perché ho avuto la fortuna di giocare con calciatori fortissimi, molti dei quali poi hanno vinto il Mondiale del 1982. Ero molto amico di Antognoni, di Oriali; c’erano Giovanni Galli e Massaro. Insomma erano uno più bravo dell’altro. Il primo anno abbiamo lottato per lo scudetto con la Juventus, e alla fine lo abbiamo perso purtroppo. Però è stata bellissima anche l’esperienza a Napoli perché ho potuto giocare con Maradona. Il primo anno non è andato benissimo, ma il secondo anno siamo stati al vertice con Juventus e Milan e anche in quel caso abbiamo lottato per lo scudetto. Fiorentina e Napoli sono stati per me due grandi amori, ho lasciato un bel ricordo e ho un bel ricordo”.

Ti capita di segnalare qualche talento interessante per la Serie A?

“In un momento della mia vita avevo parlato ad Antognoni di Lautaro Martinez, ma non lo hanno preso in considerazione. Oggi è diventato un giocatore di livello mondiale. Non penso però che sia un rimpianto per la Fiorentina, perché la vita è fatta anche di scelte e di eventi. Guardate Vlahovic ad esempio, alla Fiorentina era imprendibile, mentre alla Juventus lo scorso anno non ha fatto lo stesso. Il calcio è particolare, deve trovarti al posto giusto, nel momento giusto. Tra i calciatori argentini, mi piace molto Vélis del Tottenham”.

Salisburgo-Inter, Mazzola promuove Inzaghi: “Ha personalità. Lautar…

Da capitano, a capitano, oggi Lautaro Martinez si gode e trascina la sua grande Inter, ma prima di lui c’è chi ha scritto la storia. Sandro Mazzola è una leggenda del calcio italiano e un’icona indiscutibile per i nerazzurri. Una vita intera dedicata al calcio, una carriera piena di successi, tutta con la stessa maglia addosso. 20 anni di Inter, e di Nazionale, quella di Mazzola è una storia fantastica, di quel calcio romantico che oggi non esiste più. Dall’esordio contro Sivori alla doppietta in finale di Champions, passando per la staffetta con Rivera e fino ad arrivare all’acquisto di Ronaldo, ha dato tutto ciò che poteva dare e vinto tutto ciò che poteva vincere. Oggi guarda i nerazzurri da spettatore. Per commentare la stagione della squadra di Inzaghi e Salisburgo-Inter, Mazzola è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Salisburgo-Inter e le scelte di Inzaghi, Mazzola a Tag24

Che sia campionato o Champions League poco importa, l’Inter non ha nessuna intenzione di fermarsi. In Serie A la squadra di Inzaghi ha già dimostrato di essere la più forte. La formazione da battere, così la definiscono tutti e di certo quella più accreditata per la vittoria dello scudetto. Da quella finale persa, nella massima competizione europea, i nerazzurri si sono ricompattati e ora non vogliono far altro che vincere. Dal mercato sono arrivati i tasselli giusti, i pezzi mancanti che completano un puzzle praticamente perfetto. Ieri contro il Salisburgo, la formazione milanese ha dato ancora una volta dimostrazione di forza e si è messa già in tasca il passaggio del turno. Per commentare la stagione pazzesca dei ragazzi di Inzaghi e Salisburgo-Inter, Mazzola, ex capitano nerazzurro e parte di storia di questo club, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Ottimo momento dell’Inter che anche ieri in Champions ha dimostrato di essere una squadra solida e compatta. Nella massima competizione europea può ripetere il risultato straordinario raggiunto lo scorso anno?

“Vedendola giocare penso proprio che sia possibile. È chiaro che è sempre molto difficile arrivare in fondo in Champions League, anche perché gli avversari ti studiano e ti affrontano con il coltello tra i denti. Più una squadra è forte e più dall’altra parte subentra la voglia di fare bene. Detto questo però, i nerazzurri in questa stagione stanno dimostrando di essere una grande corazzata, hanno tutte le qualità e le carte in regola per fare bissare la finale dello scorso anno”.

In campionato, finora, ha dimostrato di essere la squadra più forte. Rischia di correre da sola per lo scudetto?

“Assolutamente no, non si devono mai sottovalutare gli avversari. Le corse da soli non esistono, quindi l’attenzione deve essere sempre massima. Ci sono squadre interessanti e anche chi è partito meno bene in questa stagione, piano, piano può venire fuori e tornare in lotta. La competizione è tanta e l’Inter è la favorita ma è non l’unica in lizza per lo scudetto”.

Tra tutte le avversarie, la Juventus è la squadra che preoccupa di più?

“Chi? Non conosco la Juventus (ride n.d.r)! Scherzi a parte, è una squadra che gioca male ma vince sempre e di questo non possiamo che prendere atto. È chiaro che proverà a mettere i bastoni tra le ruote all’Inter fino alla fine. Noi però in questo momento guardiamo tutti dall’alto. Il massimo sarebbe riuscire a farli giocare meglio, ma senza vincere!”.

Lei è una parte straordinaria di storia dell’Inter, ha indossato la fascia di capitano per tante stagioni e sa bene cosa significa. Quella fascia, secondo lei, ha responsabilizzato Lautaro?

“Direi assolutamente di sì. La fascia di capitano ti dà una forza indescrivibile. È una cosa importante e credo che Lautaro sia maturato molto anche per questo. Quando indossi la fascia ti senti più responsabile, nei confronti di tutti i tuoi compagni. Lui ha voglia di fare bene e si è caricato questa squadra sulle spalle”.

Cosa ne pensa di mister Inzaghi?

“Mi piace molto e penso sia ben riconosciuto all’interno dello spogliatoio. Vedo le partite e noto anche i dettagli. Ecco, fateci caso, quando lui dice qualcosa ai calciatori, lo fa guardandoli negli occhi. Poi gli dà la possibilità di replicare, ma con il suo sguardo conferisce grande grinta alla squadra. È il primo a crederci e ha una grande personalità”.

Salisburgo-Napoli, Boninsegna: “I nerazzurri la squadra da battere….

Potente, veloce e con una grande tecnica; una vera e propria furia in area di rigore, un centravanti di sfondamento. Roberto Boninsegna è un pezzo di storia del calcio italiano. Il suo cuore è sempre stato nerazzurro, ma prima di riuscire ad indossare la maglia dell’Inter, dopo il percorso nelle giovanili, di gavetta ne ha dovuta fare parecchia. Si afferma nel Cagliari, ma il suo obiettivo era quello di tornare a Milano, e così è stato dal 1969 fino al 1976. L’altra parentesi fondamentale della sua carriera è quella conclusiva e più vincente, con la maglia della Juventus. 281 presenze in nerazzurro e 171 reti, per commentare Salisburgo-Inter, Boninsegna è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Salisburgo-Napoli, Boninsegna a Tag24

Un obiettivo dopo l’altro, l’Inter di Simone Inzaghi ha archiviato la vittoria nel big match con l’Atalanta dello scorso weekend e adesso pensa già alla partita di domani di Champions League. Prima in classifica in Serie A, con due punti di vantaggio sulla Juventus seconda e già 6 dal Milan, in terza posizione; prima in classifica a parimerito con la Real Sociedad, a quota 7, nella massima competizione europea. Quella del presidente Zhang è una corazzata e domani in Austria vorrà dimostrarlo ancora una volta per mettere una seria ipoteca sul passaggio del girone. Per commentare Salisburgo-Inter, Boninsegna, che rappresenta un pezzo di storia del club milanese, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Domani sera la sfida tra Salisburgo e Inter, i nerazzurri partono con i favori del pronostico?

“Direi proprio di sì, questa squadra è prima in classifica in Italia e questo vuol dire che la squadra sta girando bene. Partiamo da questo e aspettiamo la gara di Champions League, ma noi interisti speriamo certamente in una vittoria”.

Primo in Italia, in serie A fino a questo momento pare non esserci storia. Il Milan è in crisi, il Napoli l’ha già passata e poi c’è la Juventus che non convince. L’Inter rischia di non avere rivali per la lotta scudetto?

“I problemi degli altri non li conosco non stando all’interno delle società. Credo comunque che all’Inter non gliene importi nulla di quello che succede alle avversarie. Oggi i nerazzurri sono primi in classifica con la Juventus a due punti. Credo sinceramente che lo scudetto se lo giocheranno queste due squadre e che sarà corsa a due fino alla fine”.

Con l’Inter ha vissuto momento straordinari e ha vinto tanto anche con la maglia della Juventus. Tra le due vede meglio i nerazzurri?

“L’Inter oggi come oggi è la squadra da battere. La Juventus invece non mi convince a pieno, l’ho vista anche domenica sera contro la Fiorentina. La squadra di Allegri ha vinto ma non mi pare che stia attraversando un ottimo momento. Penso sia evidente che i nerazzurri siano più forti e per questo mi aspetto da loro anche un gran bel piazzamento in Europa”.

Per quel che riguarda appunto la Champions, pensa che la squadra di Inzaghi possa provare a ripetere quello che ha fatto lo scorso anno?

“In questo caso la situazione è diversa e il discorso cambia. Certamente l’Inter quando partecipa anche a questa Coppa partecipa per vincere e non si accontenta di fare numero. Però è ovvio che vincere lo scudetto è molto più facile che vincere la Champions”.

Lei è stato un attaccante importante per l’Inter, se lo aspettava un impatto del genere da parte di Thuram?

“Beh devo dire che Thuram sta dimostrando di essere un grande attaccante. È un acquisto che è stato senza alcun dubbio indovinato, anche perché sta sostituendo benissimo Lukaku senza farlo rimpiangere. Con Lautaro forma una coppia straordinaria”.

A proposito di Lautaro, ha la sensazione che in Europa sia un po’ sottovalutato, essendosi qualificato ventesimo nella classifica per il Pallone d’Oro?

“Forse questa stagione può essere quella della consacrazione definitiva. Se continua così, augurandoci che l’Inter possa anche vincere qualcosa in questa stagione, mi auguro che l’anno prossimo possa essere considerato diversamente per il Pallone d’Oro. Magari avrà un miglior piazzamento, potrebbe arrivare tra i primi tre”.

Inzaghi le piace?

“Inzaghi è un buon allenatore, mi sembra una persona seria. Sta dimostrando di essere all’altezza della panchina su cui siede. Insomma ha tutte le carte in regola per fare bene con l’Inter”.