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Bonus over 55: strategie, aiuti e incentivi da richiedere entro la …

Bonus over 55 anni, un gesto di sostegno da parte del governo italiano, sì, ma con alcune limitazioni. L’Esecutivo ha lanciato segnali chiari riguardo alla distribuzione degli aiuti, stabilendo criteri e apportando modifiche alla struttura del sistema previdenziale e assistenziale italiano. I segnali di cambiamento sono stati sempre chiari e inequivocabili.

Nonostante gli sforzi, le risorse finanziarie previste nella Manovra 2024 saranno distribuite in base a criteri di priorità, considerando le difficoltà economiche delle famiglie e la fragilità nel trovare un’occupazione per coloro che superano i 55 anni di età.

Non tutte le soluzioni potrebbero emergere improvvisamente, ma forse qualche accordo preliminare riguardo agli aspetti previdenziali e al 110. Vediamo insieme quali sono gli incentivi e gli aiuti disponibili per coloro che hanno superato i 55 anni di età.

Bonus over 55

 Gli aiuti per gli over 55 sono rappresentati da vari bonus, sussidi e indennità destinati a coloro che si trovano senza lavoro. In alcuni casi, è possibile usufruire delle forme di sostegno al reddito previste dall’ordinamento italiano.

La maggior parte dei benefici economici è erogata dall’INPS, accreditati a coloro che ne hanno diritto dietro presentazione di una specifica richiesta, corredata dalla documentazione idonea a comprovare lo stato di disagio economico. Gli aiuti sono spesso strutturati sulla base dell’erogazione di un beneficio, come nel caso della disoccupazione Naspi, del Supporto Formazione per il Lavoro, della Carta dedicata a Te, del Reddito di cittadinanza e di molti altri.

Molti di questi aiuti sono condizionati dalla presenza di un reddito ISEE inferiore a 20.000 euro, mentre altri sono distribuiti senza alcun limite reddituale, ma a condizione che siano soddisfatti altri requisiti. A questo punto, non ci resta che analizzare le misure più utilizzate dagli over 55.

Indennità di disoccupazione Naspi

 La Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego (NASpI) viene erogata ai lavoratori che soddisfano diversi requisiti, dietro la presentazione di un’apposita domanda. L’indennità mensile di disoccupazione è destinata ai lavoratori con rapporto di lavoro subordinato che si trovano nella situazione di aver perso involontariamente l’occupazione lavorativa. Possono accedere al beneficio economico:

  • apprendisti;
  • soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato con le stesse cooperative;
  • personale artistico con rapporto di lavoro subordinato;
  • dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni.

Il beneficio economico è subordinato alla presenza del meccanismo di decalage; pertanto, la prima erogazione corrisponde al 75% della retribuzione media mensile imponibile ai fini previdenziali degli ultimi quattro anni. Successivamente, l’indennità viene ridotta del 3% ogni mese a partire dal primo giorno del sesto mese di fruizione. Nel caso in cui l’avente diritto abbia compiuto 55 anni, la riduzione scatta dall’ottavo mese a partire dalla data di presentazione della domanda.

Isopensione

 La normativa prevede l’attivazione di prestazioni rivolte a permettere ai lavoratori che rientrano nei requisiti di legge di accedere a prestazioni di accompagnamento alla pensione a totale carico del datore di lavoro, se devono affrontare diverse situazioni, come ad esempio:

  • processi di ristrutturazione;
  • situazioni di crisi;
  • riorganizzazione aziendale;
  • riduzione o trasformazione di attività lavorative.

Si tratta del meccanismo di Isopensione che consente ai lavoratori “anziani” non per età, di accedere a uno scivolo pensionistico anche 7 anni prima della pensione di vecchiaia o di altro trattamento ordinario, a condizione che si soddisfino i requisiti per l’accesso al trattamento.

Per accedere all’Isopensione, è necessario aver maturato un accumulo contributivo pari a 35 anni e 10 mesi per gli uomini e 34 anni e 10 mesi per le donne. Pertanto, è facile immaginare che il lavoratore che ha intrapreso un percorso lavorativo a 20 anni può richiedere un’indennità a 55 anni di età. Inoltre, la misura è stata prorogata fino al 31 dicembre 2026.

Che bonus over 55 ci sono per chi non lavora?

Attualmente, viene garantita un’erogazione a coloro compresi tra i 18 e i 59 anni che sono considerati immediatamente attivabili nel mondo del lavoro. Il Supporto per la Formazione e il Lavoro rappresenta un’indennità di partecipazione alle misure di attivazione lavorativa, consistente in un sussidio pari a 350 euro al mese, erogato per un massimo di 12 mesi, a condizione che siano soddisfatti i criteri di legge.

Quali sono i bonus over 55 attuali?

In un articolo precedente è stata pubblicata la guida alle agevolazioni di novembre 2023, con particolare attenzione ai bonus destinati alle famiglie con un reddito ISEE inferiore a 20.000 euro.

Come richiedere il bonus spesa 2023?

La Carta dedicata a te consente di ricevere un aiuto economico pari a 382,50 euro da utilizzare esclusivamente per la spesa alimentare. Questo beneficio viene assegnato automaticamente alle famiglie con un reddito certificato ISEE fino a 15.000 euro. Entro la fine dell’anno, dovrebbe essere introdotto il bonus per il sostegno della spesa natalizia, oltre al contributo benzina di 80 euro da utilizzare per il rifornimento del carburante.

Il bonus 550€ per i lavoratori part-time 

Il bonus 550€ per i lavoratori part-time è stato rinnovato per il 2024. La novità è presente nel Decreto Legge Fiscale collegato alla Manovra 2024. Il beneficio economico sarà riconosciuto ai lavoratori con contratto part-time, a condizione che siano soddisfatti i requisiti di legge.

Bonus 550€ per lavoratori part-time 2024: quando arriva e come fare…

Il bonus 550€ per i lavoratori part-time è stato prorogato per il 2024. La conferma arriva dal Decreto Legge Fiscale collegato alla Manovra 2024. L’indennità sarà riconosciuta ai lavoratori inseriti nel contesto lavorativo con contratto part-time ciclico. Vediamo insieme quali sono le novità legate al bonus da 550 euro.

 Bonus 550€ lavoratori part – time

I lavoratori che soddisfano i requisiti di legge avranno diritto a una specifica indennità. Si tratta di un bonus ripreso e ampliato all’interno della categoria al fine di consentire l’accesso a una vasta platea di aventi diritto.

Pertanto, possono beneficiare di questo vantaggio i lavoratori delle aziende private impiegati, a condizione che abbiano avuto un contratto a tempo parziale nel 2022.

Chi ha diritto bonus 550 euro?

L‘indennità una tantum di 550 euro viene riconosciuta ai lavoratori che nel 2022 erano inseriti in un contesto lavorativo con un contratto di lavoro a tempo parziale ciclico. Il bonus in questione è stato rinnovato con alcune novità attraverso il Decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2024, reso ufficiale con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 244 del 18 ottobre 2023.

La prima novità legata alla proroga riguarda non solo il reintegro dell’indennità, ma anche l’ampliamento della categoria di aventi diritto per il 2023, che non è più riservata esclusivamente ai lavoratori part-time ciclo verticale. Pertanto, sono ammessi al beneficio tutti coloro che nel 2022 risultano dipendenti con un contratto a tempo parziale, a condizione che soddisfino i diversi requisiti di legge, inclusi:

  • il lavoratore non deve possedere altre tipologie di contratto di lavoro dipendente;
  • non deve risultare come percettore dell’indennità di disoccupazione Naspi.
  • non deve essere titolare di una pensione diretta.

Da quando si dà il bonus per i lavoratori part time?

Secondo le disposizioni normative contenute nell’articolo 2-bis, comma 1, del Decreto Legge 17 maggio 2022, n. 50, convertito, con modificazioni, dalla Legge 15 luglio 2022, n. 91, per quanto riguarda il 2022:

“L’indennità una tantum riconosciuta ai lavoratori dipendenti di aziende private titolari di un contratto di lavoro a tempo  parziale  ciclico  verticale  nell’anno  2021,  si riferisce ai lavoratori dipendenti di aziende private titolari di un rapporto di lavoro a tempo parziale  che  prevede  periodi  non interamente lavorati  di  almeno  un  mese  in  via  continuativa,  e complessivamente non inferiori a sette settimane e  non  superiori  a venti settimane,  dovuti  a  sospensione  ciclica  della  prestazione lavorativa”.

Quali sono le novità per i lavoratori a tempo parziale ciclico

Le novità sono state introdotte nell’articolo 8 del decreto sulle ‘Disposizioni inerenti ai lavoratori a tempo parziale ciclico’, che recita:

“Per il 2023, ai lavoratori  dipendenti  di  aziende  private titolari di un contratto di lavoro a tempo parziale ciclico nell’anno 2022, che preveda periodi non interamente lavorati di almeno un  mese in  via  continuativa,  e  complessivamente  non  inferiori  a  sette settimane e non superiori a venti  settimane,  dovuti  a  sospensione ciclica della prestazione lavorativa e che, alla data della  domanda, non siano titolari di altro  rapporto  di  lavoro  dipendente  ovvero percettori della  Nuova  prestazione  di  Assicurazione  Sociale  per l’Impiego (NASpI) o di un trattamento  pensionistico,  è  attribuita un’indennità una tantum pari a 550 euro.  L’indennità può essere riconosciuta solo una volta al medesimo lavoratore.”

Come richiedere bonus 550€ part time?

La domanda per il bonus da 550 euro per i lavoratori part-time dovrà essere presentata in modalità telematica sul portale dell’INPS, tramite la sezione dedicata al “Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche”.

L’accesso ai servizi è consentito solo tramite le proprie credenziali: SPID, CIE e CNS. Attualmente, non è stata confermata una data di presentazione della richiesta di ammissione al beneficio.

Sicuramente a breve l’INPS ufficializzerà le modalità, i termini e la scadenza per la presentazione della richiesta, al fine di garantire l’erogazione dell’indennità il prima possibile, anche prima del 2024.

L’INPS rilascia la pensione APE sociale con i vecchi requisiti a qu…

La corsa alla pensione Ape sociale è iniziata, soprattutto se considerato che nel 2023 si potrà andare in pensione con i vecchi requisiti. In altre parole, l’INPS ammette le domande per la pensione Ape sociale se pervenute entro il 30 novembre 2023. D’altronde, in gioco ci sono le modifiche introdotte dal 2024, i cui margini ristringono l’accesso al beneficio. Vediamo insieme i requisiti per l’Ape sociale nel 2023 e le novità previste per il 2024.

Ape sociale con i vecchi requisiti

Nella logica del governo Meloni rientrano paletti, penali e modifiche alle tre misure più utilizzare dagli italiani per ritirarsi prima dal lavoro, ovvero Ape sociale, Opzione donna e Quota 103.

Sicuramente, lo scopo dell’Esecutivo non è quello di incentivare la domanda di pensionamento anticipato. E questo è uno dei primi motivi per cui molti lettori hanno richiesto maggiori dettagli sui requisiti previsti per l’anticipo pensionistico Ape sociale, operativi fino alla fine dell’anno.

Come funziona l’anticipo pensionistico?

L’Ape sociale è regolamentata dall’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335,  che fornisce spiegazioni dettagliate sui requisiti anagrafici e contributivi. Possono richiedere l’uscita tramite l’Ape sociale i lavoratori che hanno raggiungo 63 anni di età e almeno 30 anni di contributi, a patto che soddisfino i criteri normativi.

Sono ammessi al beneficio i lavoratori iscritti presso l’Assicurazione Generale Obbligatoria dei lavoratori dipendenti, le forme sostitutive ed esclusive della stessa, le gestioni speciali dei lavoratori autonomi e alla Gestione Separata.

Che requisiti ci vogliono per andare in pensione con l’Ape sociale?

Attualmente, e comunque fino al 31 dicembre 2023, l’accesso all’anticipo pensionistico è riservato ai lavoratori che rientrano in una delle categorie di tutela di seguito elencate, tra cui:  

  •  si trova in stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale;
  • assiste, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità (ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104);
  •  è stata riconosciuta un’invalidità civile con una ridotta capacità lavorativa, superiore o uguale al 74%.

È importante notare, che fino alla fine dell’anno restano in vigore le disposizioni contenute nell’allegato 3 della legge 234/2021. Pertanto, resta valido il requisito contributivo ridotto per i lavoratori:

  • lavoratori gravosi, se possiedono almeno sette anni negli ultimi dieci di attività lavorativa o almeno sei anni negli ultimi sette di carriera lavorativa, occo;
  •  per gli operai edili, per i dipendenti delle imprese edili ed affini, per i ceramisti e per i conduttori di impianti per la formatura di articoli in ceramica e terracotta.

Le lavoratrici ricevono uno sconto contributivo di 12 mesi per ogni figlio a carico, nel limite massimo di due anni.  

Quanti soldi si prendono con l’Ape sociale?

L’INPS, a fronte del riconoscimento, garantisce una rendita mensile fino a 1.500 euro al mese per 12 mensilità.

Tuttavia, è importante sottolineare che la fruizione dell’anticipo pensionistico non comprende la rivalutazione o l’integrazione al minimo. In caso di decesso del titolare del trattamento,  tutti i benefici vengono persi, poiché l’anticipo Ape sociale non è una pensione diretta, per cui non è reversibile ai superstiti.

L’indennità viene accreditata per dodici mesi, senza la tredicesima mensilità. Pertanto, per ottenere tutti i diritti della pensione, è necessario che il fruitore perfezioni i requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia, ossia 67 anni di età e 20 anni di contributi. In questo caso, l’INPS esegue un passaggio d’ufficio da Ape sociale a pensione di vecchiaia o altro trattamento ordinario.

Quando presentare la domanda nel 2023?

Per andare in pensione con i vecchi requisiti dell’Ape sociale, è importante presentare la richiesta preliminare entro e non oltre il 30 novembre 2023. La domanda per il riconoscimento del diritto al trattamento deve pervenire all’INPS in via telematica da coloro che perfezionano i requisiti entro il 31 dicembre 2023.

Per maggiori dettagli, è possibile contattare il numero verde gratuito 803164; da cellulare, è disponibile il numero 06164164, con tariffa variabile a seconda del gestore.

Come cambia l’Ape sociale nel 2024?

Innanzitutto, i lavoratori che decidono di presentare la domanda entro il 30 novembre 2023, non cavalcano l’onda emotiva della riforma, accalcandosi verso un’uscita, anche senza averne bisogno.

Piuttosto, sono consapevoli dei paletti restrittivi previsti per il 2024, sull’Ape sociale e sulle altre misure rinnovate per il prossimo anno.

Per il 2024, infatti, la bozza della legge di Bilancio prevede delle modifiche ai requisiti dell’Ape sociale. In particolare, viene aumentato il limite anagrafico di accesso al beneficio da 63 anni a 63 anni e 5 mesi.

L’altra novità riguarda la cancellazione dalla lista dei lavori gravosi, le professioni introdotte per il biennio 2022-23, ovvero quelle indicate come ampliamento delle mansioni usuranti. In altre parole, il governo non rinnovando tale lista, ha ripristinato i requisiti presenti al 2021.