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Tag: inps

Calendario pagamento pensione INPS gennaio 2025: date e novità per il primo mese dell’anno

Il pagamento della pensione INPS di gennaio 2025 è già molto atteso. Si tratta del primo pagamento dell’anno e i pensionati si chiedono in particolare quali sorprese troveranno nel cedolino: ci saranno aumenti? Trattenute? Importi più bassi?

La curiosità è tanta e non manca molto prima di svelare il contenuto del cedolino. Dopo il 20 di ogni mese, infatti, l’INPS rende noto il cedolino della pensione, contenente l’importo e la spiegazione voce per voce.

Vediamo subito quando sarà pagata la pensione di gennaio, fornendo il primo calendario del 2025, e quali sono le novità.

Qual è il calendario di pagamento della pensione INPS di gennaio 2025

Il cedolino pensione INPS di gennaio 2025 contiene tutte le informazioni sull’importo pensione del primo mese dell’anno ed è già online sul portale dell’Istituto.

Attesissimo non solo per ricevere l’importo, ma anche per la curiosità di sapere se ci saranno aumenti, riduzioni, trattenute e molto altro.

A gennaio 2025, il pagamento delle pensioni avverrà con qualche giorno di ritardo rispetto al solito, considerando anche il primo giorno bancabile del mese di gennaio è fissato al 3.

I pensionati che ritirano la pensione presso gli sportelli degli Uffici Postali devono seguire un apposito calendario scaglionato per cognome:

  • Cognomi dalla A alla B: venerdì, 3 gennaio 2025;
  • Cognomi dalla C alla D: sabato mattina, 4 gennaio 2025;
  • Cognomi dalla E alla K: martedì, 7 gennaio 2025;
  • Cognomi dalla L alla O: mercoledì, 8 gennaio 2025;
  • Cognomi dalla S alla Z: venerdì, 10 gennaio 2025.

Per una concomitanza di festività e un leggero slittamento al primo giorno bancabile del mese, a gennaio il pagamento delle pensioni subirà un piccolo ritardo. Il calendario di pagamento, inoltre, si spalmerà su un’intera settimana.

Quali sono le regole della rivalutazione di gennaio 2025

Rispetto agli anni passati, nel 2025 ci sarà un adeguamento delle pensioni all’inflazione molto contenuto. Il tasso di rivalutazione applicato sarà dello 0,8%

Un aumento che, pur applicando la perequazione, sarà nettamente inferiore rispetto al 2024 e al 2023.
Se pensiamo che nel 2024 le pensioni hanno potuto contare su un aumento del 5,4%, allora il tasso del 2025 ci sembrerà davvero esiguo.

Le pensioni minime saranno aumentate di 1,80 euro, portando l’importo a 616,67 euro al mese, grazie a una rivalutazione straordinaria prevista dalla Legge di Bilancio 2025. Un emendamento potrebbe portare l’aumento a 8 euro, ma solo per alcune categorie di pensionati.

In linea di massima, è bene sapere che l’adeguamento per le pensioni superiori al trattamento minimo sarà progressivo. È quanto stabilito dal decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 27 novembre 2024. La percentuale del tasso di indicizzazione applicata a tre fasce è del:

  • 100% del tasso di inflazione, per le pensioni fino a 3 volte il trattamento minimo;
  • 90% del tasso di inflazione, per le pensioni da 3 a 5 volte il minimo;
  • 75% del tasso di inflazione, per le pensioni oltre 5 volte il minimo.

Gli aumenti, pertanto, saranno progressivi in base alla fascia di pensione.

Le pensioni saranno più alte o più basse?

In base a quanto detto, l’aumento ci sarà, ma sarà molto basso. Tuttavia, ci saranno anche importi più bassi.

I coefficienti di trasformazione utilizzati per il calcolo della pensione contributiva saranno inferiori rispetto a quelli attuali. In questo modo, chi andrà in pensione nel 2025/26 riceverà importi molto più bassi. Infatti, variando tra l’1,5% e il 2,18% in meno, i nuovi coefficienti comporteranno una perdita annua per chi ha montante contributivo.

La riduzione è dovuta all’aspettativa di vita che implica, ormai inevitabilmente, un’attesa molto più lunga per la percezione della pensione.

Tuttavia, non tutti devono preoccuparsi. Saranno soggetti all’applicazione dei coefficienti più bassi solo coloro che andranno in pensione a partire dal 1° gennaio 2025.

Il pagamento delle pensioni INPS di gennaio 2025 in sintesi

Il pagamento delle pensioni INPS di gennaio 2025 è molto atteso, soprattutto per scoprire eventuali aumenti, trattenute o riduzioni. Il pagamento avverrà con un leggero ritardo, a causa di festività, e sarà distribuito su una settimana, dal 3 al 10 gennaio, a seconda del cognome. La rivalutazione delle pensioni sarà limitata al 0,8%, molto inferiore rispetto agli anni precedenti.

Le pensioni minime aumenteranno di 1,80 euro, ma con una possibile integrazione di 8 euro per alcune categorie. I coefficienti di trasformazione per la pensione contributiva saranno ridotti, comportando una diminuzione degli importi per chi andrà in pensione dal 2025.

Domanda di Assegno unico: cambia tutto! Ecco come l’INPS ha aggiornato il servizio per i cittadini

L’INPS ha aggiornato il servizio online per la presentazione della domanda di Assegno unico, implementando nuove funzionalità.

Le procedure vengono aggiornate con l’obiettivo di rendere la presentazione delle domande molto più semplice, ma anche per rendere l’esperienza di accesso e navigazione dell’utente molto più piacevole e, soprattutto, accessibile a tutti.

Con il messaggio del 13 dicembre, l’INPS ha comunicato l’introduzione di numerose novità: integrazione al sistema unico di gestione dell’IBAN, accredito diretto dell’assegno, semplificazione dell’invio e subentro del genitore superstite.

In questo articolo, ti spiegherò tutte le novità.

Come cambia il servizio per la presentazione della domanda di Assegno unico

L’INPS ha pubblicato il messaggio n. 4253, il 13 dicembre 2024, nel quale ha annunciato l’aggiornamento del servizio online per la presentazione della domanda di Assegno unico.

Le novità introdotte riguardano:

  • La veste grafica;
  • La semplificazione nella navigazione.

Il sistema è stato implementato con diversi aggiornamenti che puntano a semplificare l’utilizzo e la navigazione. I principali aggiornamenti sono:

  • Il subentro del genitore superstite;
  • L’integrazione al “SUGI”;
  • Semplificazione su pagamenti e presentazione della domanda.

Grazie a tutte le innovazioni e i miglioramenti, l’INPS cerca di rafforzare il rapporto tra i cittadini e l’ente previdenziale.

Se, fino a qualche anno fa, i processi di ricerca e richiesta erano molto complessi e spesso richiedevano l’aiuto di un professionista, adesso sono diventati più semplici e intuitivi.

Tutte le innovazioni presentate qualche giorno fa rappresentano passi concreti verso un sistema di gestione delle domande sempre più all’avanguardia che, davvero, si rivolge esclusivamente alle esigenze dei cittadini.

Le procedure telematiche si stanno evolvendo per sostenere le famiglie e per concedere loro la possibilità di ricevere risposte sempre più rapide, capaci di fare davvero la differenza, rispetto a quando si era costretti a lunghe file e interminabili attese.

Le novità sulla misura non si fermano qui: dal 2025, ci sono ben altri cambiamenti che faranno felici le famiglie. L’Assegno unico non conterà più nell’ISEE. Si tratta di un intervento molto importante che avrà diversi risultati, tra cui maggiori agevolazioni e un aumento dei bonus.

Come funziona il subentro del genitore superstite

La prima delle diverse novità riguarda la gestione del subentro del genitore superstite. In base alla situazione preesistente, si applicano regole differenti. Nel caso in cui l’assegno spettava al 50% tra i genitori, il superstite non deve presentare la domanda. Il sistema, infatti, riconoscerà in modo automatico la corresponsione dell’intero importo a suo favore, già dal mese successivo al decesso.

Quando, invece, l’Assegno unico veniva percepito integralmente dal genitore deceduto, il genitore superstite deve confermare la propria responsabilità genitoriale per poter subentrare nel diritto alla prestazione.

Tuttavia, la verifica viene semplificata, attraverso la creazione di una nuova domanda o, eventualmente, una scheda aggiuntiva: la pratica si chiama “Evidenza al cittadino”.

I pagamenti diventano più semplici con il sistema SUGI

Il servizio è stato integrato con il “Sistema Unico di Gestione IBAN(SUGI): una novità importante che consente una gestione molto più agevole dei pagamenti.

Nel momento in cui si presenta una domanda, il richiedente può selezionare un IBAN già registrato per altre prestazioni oppure fornire un nuovo IBAN.

Si tratta di una novità che punta a ridurre gli eventuali errori legati alla registrazione dei dati bancari, velocizzando le operazioni di accredito della prestazione.

In aggiunta, i tutori possono indicare un IBAN intestato o cointestato al tutelato, affinché possa avvenire l’erogazione diretta a favore del beneficiario.

Cosa cambia per maggiorazioni con ISEE fino a 25.000 euro

La prima di cui ti parlerò è la semplificazione in merito alle maggiorazioni riconosciute ai nuclei familiari con ISEE fino a 25.000 euro oppure con entrambi i genitori titolari di reddito da lavoro.

La procedura ha contato su un’importante semplificazione, in particolar modo se i genitori sono gli stessi per ogni figlio. Si tratta di una modifica necessaria per agevolare tutti quei nuclei familiari che si trovano in una situazione molto particolare, nella fase di raccolta delle informazioni.

Ecco una riassunto delle novità sulla domanda di Assegno unico

L’INPS ha aggiornato il servizio online per la presentazione della domanda di Assegno Unico, introducendo nuove funzionalità che semplificano l’accesso e la navigazione per gli utenti.

Tra le principali novità, ci sono il subentro del genitore superstite, l’integrazione al sistema IBAN (SUGI) per gestire i pagamenti, e la semplificazione nella presentazione della domanda.

Il sistema è stato migliorato per rendere l’esperienza più semplice e accessibile, riducendo errori e velocizzando le operazioni. Inoltre, sono state introdotte maggiorazioni per nuclei con ISEE fino a 25.000 euro o genitori con reddito da lavoro. Il servizio punta a rendere i processi più rapidi e intuitivi, a beneficio delle famiglie.

httpswww.tag24.it1249064-cedolino-pensione-inps-dicembre-2024

Come revocare le trattenute sindacali e associative dal cedolino pensione INPS: guida passo passo

Dopo il 20 di ogni mese, l’INPS rende disponibile il cedolino pensione, contenente di tutte le voci che compongono l’importo, comprese le eventuali trattenute.

Facendo un’attenta verifica del cedolino, ci si può accorgere della presenza di una trattenuta relativa a una vecchia adesione sindacale o associativa.

Nella maggior parte dei casi, si tratta di adesioni risalenti a molti anni prima. Adesione che, magari, non si vuole più portare avanti. È possibile revocare la quota sindacale e associativa dalla pensione? Assolutamente sì e nel testo andrò a spiegarti come devi fare.

Intanto, ti consiglio di vedere il video YouTube di Pensioni e Aggiornamenti, che ti spiega in modo semplice come eliminare le trattenute sindacali dalla pensione.

Come controllare il cedolino pensione

L’INPS fornisce ai cittadini un servizio online molto importante che permette di visualizzare, scaricare e, ovviamente, controllare il cedolino pensione.

Il servizio permette di verificare, mese per mese, l’importo dei trattamenti liquidati dall’Istituto, conoscere le ragioni per le quali questo può subire variazioni e tutte le voci presenti in esso.

Per consultarlo, è sufficiente accedere nella propria area riservata sul sito dell’INPS, autenticandosi con una delle seguenti credenziali digitali:

  • SPID;
  • CIE;
  • CNS.

Una volta eseguito l’accesso, si possono utilizzare diverse funzionalità come, per esempio:

  • Cedolino pensione;
  • Confronta cedolini;
  • Visualizza elenco prospetti di liquidazione (Modelli TE08);
  • Gestione deleghe sindacali;
  • Comunicazioni al pensionato;
  • Duplicato libretto di pensione.

Il cedolino pensione contiene diverse informazioni, a partire dai dati anagrafici fino alla descrizione di tutte le voci rilevanti del cedolino.

In particolare, proprio nel riquadro “Descrizione” troviamo:

  • Pensione mensile lorda;
  • Contributo fisso EX-ONPI;
  • Trattenute IRPEF mensili in base alle aliquote in vigore;
  • Trattenute addizionali IRPEF regionali a debito del pensionato, relative all’anno precedente;
  • Trattenute addizionali IRPEF comunali a debito del pensionato, relative all’anno precedente;
  • Acconto dell’addizionale IRPEF comunale;
  • Eventuale contributo associativo sindacale;
  • Importo netto della pensione;
  • Importo lordo IRPEF dovuta;
  • Detrazioni.

Come revocare la quota sindacale o associativa

Molti pensionati potrebbero aver aderito a un sindacato o a un’associazione molti anni fa e, ancora oggi, trovarsi con una trattenuta sulla pensione.

Si tratta di importi non troppo elevati, dai cinque ai dieci euro al mese, ma che, in molti casi, si preferirebbe non avere. È molto importante, quindi, controllare periodicamente le voci sul proprio cedolino pensione, anche perché, capita spesso che, la trattenuta sindacale o associativa, venga dimenticata.

Tuttavia, è possibile revocarla in qualsiasi momento, attraverso due modalità:

  • Delegando un soggetto terzo;
  • Autonomamente, sul portale INPS.

Di seguito, andrò a spiegare entrambi i metodi, fornendo una semplice guida alla revoca.

Revoca tramite un soggetto terzo

Il primo metodo per revocare le trattenute sindacali o associative dal proprio cedolino pensione INPS è tramite un delegato di fiducia. Si tratta di una possibilità comoda soprattutto per chi non è molto pratico nell’utilizzo delle procedure telematiche.

Il cittadino deve conferire la delega a un soggetto terzo che, solitamente, si impersona in un CAF, un Patronato oppure un professionista.

Non bisogna far altro che conferire la delega e, a questo punto, sarà il delegato a occuparsi di tutto. È molto importante, una volta portata a termine la procedura, farsi rilasciare la ricevuta di avvenuta revoca, per assicurarsi che tutto sia andato per il meglio.

Revoca tramite l’INPS

Le procedure telematiche della Pubblica Amministrazione hanno avuto un notevole sviluppo, dando ai cittadini una grande e autonoma libertà di gestione di molte pratiche burocratiche.

I cittadini possono procedere a revocare le quote sindacali o associative direttamente tramite il portale INPS, attraverso una procedura semplice, veloce e anche molto intuitiva.

Come al solito, il primo passo è autenticarsi sul sito dell’INPS, utilizzando le proprie credenziali digitali. Una volta effettuato l’accesso, si deve scrivere nella barra di ricerca la seguente formula: “Deleghe sindacali – Trattamenti pensionistici”.

Una volta effettuata la ricerca, comparirà la dicitura omonima e si deve far altro che cliccarci su. Successivamente, si deve cliccare sul tasto “Utilizza Servizio”. Ecco che apparirà una schermata con quattro sezioni:

  • Deleghe in essere;
  • Elenco movimentazioni;
  • Modalità di contatto;
  • Download materiale utente.

A noi interessa solo la prima sezione, dove apparirà una tabella con le trattenute sindacali o associative che possono essere revocate. A questo punto, basterà solo cliccare su “Revoca” e, poi, su “Conferma”.

Il processo è semplice e guidato ed eliminare le quote sindacali dalla propria pensione è davvero facile e a portata di click.

Per riassumere

Il cedolino pensione, disponibile dopo il 20 di ogni mese, include tutte le voci dell’importo, comprese le trattenute sindacali o associative, che potrebbero risalire a iscrizioni vecchie.

È possibile revocare queste trattenute attraverso due metodi: delegando un professionista o effettuando la revoca autonomamente tramite il portale INPS.

Per fare ciò, bisogna accedere all’area riservata dell’INPS con SPID, CIE o CNS, e seguire la procedura nella sezione “Deleghe sindacali – Trattamenti pensionistici“. Una volta individuate le trattenute, basta cliccare su “Revoca” e confermare.

Anche gli influencer vanno in pensione: l’INPS prepara la circolare con le linee guida dal 2025

Presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, si sta discutendo una circolare INPS contenente le norme di accesso alla pensione per influencer e content creator.

La circolare, che con tutta probabilità sarà pubblicata a breve, fa il punto sulle norme previdenziali che riguardano, in linea generale, i professionisti digitali.

Trattandosi di una professione vera e propria che, con il tempo, si sta regolarizzando da un punto di vista fiscale, adesso è il momento di ragionare anche sulla pensione di questi nuovi lavoratori.

Per la prima volta saranno definite le linee guida per l’accesso alla pensione, con annessa contribuzione previdenziale riguardante questa tipologia di attività.

INPS prepara la circolare per la pensione degli influencer

Gli influencer e i content creator sono di nuovo al centro dell’interesse: stavolta, non in campo fiscale, ma previdenziale. Regolamentato il sistema fiscale, con l’introduzione di un Codice ATECO per le attività degli influencer, che entrerà in vigore nel 2025, adesso tocca alle pensioni future.

È già pronta la bozza della circolare INPS, nella quale sono previsti diversi inquadramenti, con diversi obblighi in base alla gestione alla quale si è iscritti.

Il primo caso è quello degli influencer, anche imprenditori. Chi esercita attività d’impresa dovrà iscriversi alla Gestione commercianti, che prevede un’aliquota fissa e una quota variabile da versare in base agli introiti.

Si pensi, poi, agli influencer liberi professionisti. In questo caso, è prevista l’iscrizione alla Gestione Separata INPS.

La terza ipotesi si riferisce agli influencer che si occupano di marketing. Costoro dovranno versare i contributi al Fondo Pensioni Lavoratori dello Spettacolo.

Quindi, sarà richiesta l’iscrizione a uno specifico fondo in base all’attività svolta. Varieranno anche le aliquote e i contributi da versare.

Le regole arriveranno entro la fine dell’anno

Le regole arriveranno a breve: si pensa entro la fine dell’anno. Probabilmente, entreranno in vigore insieme al codice ATECO per gli influencer, a partire dal 1° gennaio 2025.

La circolare, infatti, è già stata inviata al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Si attende un responso in tempi brevi, in modo tale da poter pubblicare la circolare il prima possibile.

Si tratta di regole fondamentali per definire la pensione di una realtà molto diffusa e, come spiegherò in seguito, che genera un giro d’affari davvero molto alto.

Dove versare i contributi per la pensione

I professionisti digitali, influencer e content creator, ben presto potranno versare i contributi utili per costruirsi un futuro previdenziale.

Si pensa che i contributi dovrebbero essere versati a gestioni previdenziali che fanno capo all’INPS. Questi fondi dovranno essere basati proprio sulla variabilità dell’attività svolta dal professionista. Si tratta di un settore che spazia moltissimo: vendite, attività commerciali, intrattenimento.

Settore influencer: decisivo per l’economia italiana

Anche se ancora c’è qualcuno incredulo quando si parla di lavoro, il settore degli influencer è in crescita. Non si tratta, quindi, di una moda del momento, come si pensava agli albori dei professionisti digitali. Al contrario, è fortemente incisivo nel settore produttivo non solo italiano, ma anche globale.

Secondo il rapporto I-Com 2024 per Aicdc, il settore degli influencer in Italia presenta un giro d’affari pari a 4,06 miliardi di euro l’anno.

Se facciamo una media dei guadagni dei creators, ci troviamo cifre da capogiro: 84.028 euro l’anno. Inoltre, tra occupazione diretta e indiretta, il settore genera decine di migliaia di posti di lavoro. Si parla di cifre che superano i 50.000 posti di lavoro.

È, quindi, più che evidente che occorre quanto prima regolamentare anche la previdenza dei professionisti digitali.

Considerando questi veri e propri traguardi, tutti dovrebbero capacitarsi dell’idea che l’influencer è un lavoro vero e proprio, che ormai può contare su una regolamentazione fiscale e, tra poco, anche previdenziale.

Per riassumere

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sta preparando una circolare INPS sulle norme previdenziali per influencer e content creator. La circolare definirà le modalità di accesso alla pensione e la contribuzione previdenziale per questa categoria di professionisti digitali.

Gli influencer dovranno iscriversi a gestioni specifiche in base alla loro attività, come la gestione commercianti per chi è imprenditore, la Gestione Separata INPS per i liberi professionisti, o il Fondo Pensioni Lavoratori dello Spettacolo per chi si occupa di marketing.

Le nuove regole dovrebbero entrare in vigore dal 1° gennaio 2025, insieme al codice ATECO per gli influencer. Questo settore, che in Italia genera un giro d’affari di 4,06 miliardi di euro, è in rapida crescita e richiede una regolamentazione previdenziale adeguata.

Invalidità civile

Invalidità civile sospesa: come regolarizzare la tua posizione se hai ricevuto l’avviso dall’INPS

L’INPS ha comunicato di aver inviato i preavvisi di sospensione dell’invalidità civile a causa di un adempimento mancato molto importante.

Tuttavia, ha fatto anche presente la procedura da seguire per ripristinare i pagamenti: non tutto è perduto.

I cittadini interessati possono risolvere la situazione, provvedendo a comunicare quanto richiesto seguendo le istruzioni dell’Istituto.

Nel testo, ti spiegherò la procedura da seguire, in modo tale da risolvere il problema il prima possibile, seguendo le indicazioni fornite dall’INPS.

Perché l’INPS ha sospeso l’invalidità civile

I cittadini che non hanno comunicato la propria situazione reddituale per l’anno 2020 rischiano la sospensione dell’invalidità civile: è quanto comunicato dall’INPS con il Messaggio n. 4097 del 4 dicembre 2024.

Si tratta di un adempimento molto importante e obbligatorio, come previsto dall’articolo 35, comma 10-bis, del Decreto-Legge n. 207/2008, per i percettori della pensione di inabilità, l’assegno mensile di assistenza e le pensioni per ciechi e sordi civili.

L’Istituto di Previdenza ha effettuato alcuni controlli, dai quali è emerso che molti beneficiari di tali prestazioni non hanno comunicato i propri redditi personali ai fini IRPEF. Il mancato adempimento riguarda un requisito fondamentale per la concessione o la prosecuzione delle prestazioni.

Quindi, considerato quanto detto, l’INPS ha inviato i preavvisi di sospensione tramite raccomandata A/R.
Come ho anticipato, non bisogna preoccuparsi e pensare al provvedimento come definitivo perché si tratta di un atto preliminare. Si può considerare come un sollecito a regolarizzare la propria posizione.

In ogni caso, segui la procedura indicata dall’INPS, che ti spiegherò, di seguito, e provvedi il prima possibile per evitare la sospensione o la revoca definitiva della prestazione.

Cosa fare in caso di sospensione dell’invalidità civile

L’invalidità civile è una prestazione erogata dall’INPS ed è collegata direttamente al reddito. Ciò vuol dire che per ottenerla, i beneficiari devono dimostrare di non percepire un reddito superiore al limite previsto dalla normativa di legge attualmente in vigore.

I beneficiari che non sono tenuti alla presentazione della dichiarazione dei redditi devono comunicare all’INPS la propria situazione reddituale. Si tratta di una condizione che si applica alle prestazioni in elenco:

  • Pensione di inabilità;
  • Assegno mensile di assistenza;
  • Pensione ai sordi;
  • Pensione ai ciechi civili.

L’erogazione di tali prestazioni spetta quando il soggetto, oltre a possedere i requisiti previsti da ciascuno, non supera il limite di reddito di 19.461,12 euro per il 2024. Nel computo dell’importo, si considerano i redditi personali calcolati ai fini IRPEF.

Chi non ha provveduto a comunicare il reddito, rischia la sospensione della pensione di invalidità civile. Come comunicato dall’Istituto, però, è possibile rimettersi in regola, seguendo una procedura molto semplice, che andrò a spiegarti qui di seguito.

Ti ricordo di rispettare le scadenze indicate nella comunicazione ricevuta. Se non provvedi a regolarizzare entro i termini previsti, rischi di incorrere nella sospensione definitiva della prestazione o nella sua revoca.

Come comunicare i redditi posseduti

I cittadini che ricevono l’avviso di sospensione della pensione di invalidità civile devono provvedere, tempestivamente, a comunicare i redditi posseduti.

L’Istituto, infatti, nella comunicazione ha fatto presente che i cittadini devono provvedere a comunicare i redditi trasmettendo i dati tramite la domanda telematica.

Si tratta di un servizio telematico, al quale si accede previa autenticazione con le credenziali SPID, CIE o CNS. Una volta effettuato correttamente l’accesso, si deve selezionare la dicitura “Ricostituzione reddituale per sospensione art.35 comma 10 bis D.L. 207/2008”.

Una volta arrivati a questo punto si deve seguire il percorso che ti elencherò tra poco:

  • Pensione e Previdenza”;
  • Domanda di Pensione”;
  • Aree tematiche “Domanda Pensione, Ricostituzione, Ratei, Certificazioni, APE Sociale e Beneficio precoci”;
  • Variazione pensione”.

Per chi non volesse seguire la procedura telematica, è possibile rivolgersi a istituti di Patronato oppure altri professionisti abilitati.

Sospensione dell’invalidità civile in pillole

A causa di un mancato adempimento, l’INPS sta inviando le lettere di sospensione dell’invalidità civile. Ecco spiegato in sintesi il perché e come rimediare:

  1. Motivo della sospensione: l’INPS ha inviato preavvisi di sospensione dell’invalidità civile a causa del mancato adempimento da parte di alcuni beneficiari, che non hanno comunicato la propria situazione reddituale per l’anno 2020, come richiesto dalla legge. Questo riguarda pensioni di inabilità, assegni mensili di assistenza, e pensioni per ciechi e sordi civili.
  2. Procedura per ripristinare i pagamenti: i beneficiari interessati devono comunicare tempestivamente i redditi posseduti tramite il servizio telematico dell’INPS, utilizzando le credenziali SPID, CIE o CNS. È possibile seguire una procedura online o rivolgersi a un patronato per assistenza.
  3. Conseguenze della mancata regolarizzazione: se non viene effettuata la comunicazione entro i termini, si rischia la sospensione definitiva o la revoca della prestazione.
Pagamento Assegno unico

Calendario pagamento Assegno unico dicembre 2024: date, importi e come controllare l’accredito

L’INPS ha reso note le date di pagamento dell’Assegno unico con il messaggio n. 2302/2024. Già sappiamo quando sarà erogata la mensilità di dicembre e, come sempre, gli appuntamenti mensili sono tre.

Dicembre chiude il 2024 e il bilancio che si può trarre, in fatto di prestazioni, è positivo. Inoltre, proprio con la fine dell’anno, alcuni trattamenti INPS saranno oggetto di integrazioni. Per non dimenticare che a dicembre arriva il pagamento della tredicesima mensilità, per lavoratori e pensionati.

Senza perderci in troppe anticipazioni, andiamo subito a mettere a fuoco il cuore dell’articolo: il calendario di pagamento dell’Assegno unico di dicembre 2024. Intanto, ti consiglio di vedere il video YouTube di Gazzetta del Bonus, per avere una panoramica completa del calendario dei pagamenti INPS di dicembre 2024.

Quali sono le date di pagamento dell’Assegno unico di dicembre

Il calendario dei pagamenti INPS di dicembre 2024 è già noto e, tra i numerosissimi appuntamenti, come sempre, c’è anche il pagamento dell’Assegno Unico e Universale.

L’INPS ha reso noto il calendario dei pagamenti per secondo semestre dell’anno, con la pubblicazione del messaggio n. 2302, del 20 giugno 2024.

Come sempre, il pagamento della prestazione avverrà in periodi diversi del mese. Le date di pagamento dell’Assegno unico di dicembre 2024 per chi non ha subito variazioni sono le seguenti:

  • Martedì 17 Dicembre 2024;
  • Mercoledì 18 Dicembre 2024;
  • Giovedì 19 Dicembre 2024.

Per chi, invece, ha presentato la domanda a dicembre 2024 oppure ha subito una variazione della condizione familiare, il pagamento avverrà nell’ultima settimana del mese: orientativamente, si deve prendere come riferimento il periodo tra il 23 e il 29 dicembre 2024.

Infine, chi attende il primo pagamento della prestazione riceverà il pagamento la fine del mese successivo a quello in cui ha presentato la domanda. Per esempio, in caso di domanda presentata a dicembre 2024, l’accredito avverrà a gennaio 2025.

Quanto sarà l’importo di dicembre

L’importo spettante dell’Assegno unico di dicembre 2024 segue la tabella degli importi aggiornati al 2024.

L’Assegno unico è una prestazione economica destinata alle famiglie con figli a carico fino ai 21 anni d’età e senza limiti d’età per i figli con disabilità.

Gli importi si calcolano sulla base dei seguenti fattori:

  • ISEE;
  • Maggiorazioni;
  • Numero ed età dei figli.

In linea generale, ecco quali sono gli importi dell’assegno base:

  • ISEE fino a 17.090,61 euro, importo base di 199,4 euro;
  • ISEE da 17.090,62 euro a 17.204,55 euro, importo base pari a 198,8 euro;
  • ISEE da 17.318,49 a 17.432,42 euro, l’assegno base è pari a 197,7 euro;
  • ISEE da 24.724,43 euro a 24.838,35 euro, l’assegno base è pari a 160,6 euro;
  • ISEE da 27.117,11 euro a 27.231,04 euro, importo base pari a 148,7 euro;
  • ISEE da 36.687,85 euro a 36.801,78 euro, l’assegno base è pari a 100,9 euro;
  • ISEE superiore a 45.574,96 euro, l’importo base è pari a 57 euro.

Come controllare i pagamenti

Come per molte altre prestazioni erogate dall’INPS, i beneficiari dell’Assegno unico possono verificare, in completa autonomia, il pagamento dell’Assegno unico e lo stesso importo spettante.

Controllare il pagamento è molto semplice e la procedura, che ti spiegherò tra poco, è intuitiva e alla portata di tutti.

La prima cosa da fare è accedere sul portale INPS, autenticandosi con le proprie credenziali digitali: SPID, CIE o CNS.

Una volta eseguito correttamente l’accesso, si deve cliccare prima su “Prestazioni”, poi su “Assegno unico e universale per i figli a carico”. Una volta completato questo breve percorso si potrà visualizzare la lista dei pagamenti suddivisi per competenza mensile.

Se si sposta lo sguardo nella colonna a destra, si potrà selezione il servizio “Consulta e gestisci le domande già presentate” e, poi, cliccare su “Pagamenti”.

Pagamento Assegno unico in sintesi

L’INPS ha comunicato le date di pagamento dell’Assegno Unico per dicembre 2024, con erogazioni previste il 17, 18 e 19 dicembre per chi non ha variazioni. Per chi ha richiesto il sussidio o ha avuto cambiamenti nel nucleo familiare, il pagamento avverrà tra il 23 e il 29 dicembre. Gli importi dell’assegno variano in base all’ISEE, con una base che va da 199,4 euro a 57 euro. Inoltre, i beneficiari possono facilmente controllare i pagamenti accedendo al portale INPS.

Pagamento Naspi

Pagamento Naspi e Dis-Coll a dicembre 2024: quali sono le date e come verificare l’accredito

Le date di pagamento delle prestazioni INPS sono già note: la Naspi, l’Assegno Unico, l’Assegno di Inclusione e il Supporto per la formazione e il lavoro.

Siamo arrivati a dicembre, ultimo mese di un anno che, per quanto riguarda gli aiuti alle famiglie, non ha deluso. Ci sarà anche un regalo natalizio: alcuni trattamenti saranno oggetto di integrazioni.

Una delle prestazioni mensili più attese è proprio la disoccupazione: Naspi e Dis-Coll. Questa volta ci sarà una piacevole sorpresa, considerando che alcuni beneficiari potrebbero ricevere il pagamento in anticipo.

Non perdiamoci in troppe anticipazioni: ecco quando avverrà il pagamento di dicembre 2024.

Quando viene accreditata la Naspi a dicembre 2024

È iniziato il mese di dicembre e, come sempre, l’INPS si appresta a effettuare i pagamenti di diverse prestazioni assistenziali e previdenziali.

Come di consueto, anche a dicembre tra i diversi pagamenti INPS si attende l’erogazione della Naspi e della Dis-Coll. I beneficiari dell’indennità di disoccupazione riceveranno il pagamento tra pochissimi giorni.

Chi attende il pagamento della Naspi o della Dis-Coll sa bene che l’INPS non eroga l’importo mensile a tutti nello stesso giorno. A differenza di altre prestazioni, come il pagamento delle pensioni, non è previsto un canonico calendario di pagamento. Le mensilità delle due indennità di disoccupazione si basa sulla data di presentazione della domanda da parte del richiedente.

In linea di massima, però, si può sempre indicare un range di tempo in cui viene corrisposta la mensilità spettante. Di norma, gli importi vengono erogati attorno alla metà del mese di competenza. Nel mese di dicembre 2024, quindi, si può attendere il pagamento tra il giorno 9 e il giorno 16 dicembre. Se vogliamo fare una media di questo periodo, i beneficiari potranno attendere il pagamento della disoccupazione intorno al 13 dicembre 2024.

Come faccio a sapere il prossimo pagamento della Naspi

I beneficiari della Naspi e della Dis-Coll possono controllare le date di pagamento e sapere quando sarà corrisposta la mensilità di interesse (in questo caso, quella di dicembre 2024).

Per verificare quando sarà erogata la prestazione, i beneficiari della Naspi devono accedere al sito dell’INPS e cercare la sezione del portale “Fascicolo previdenziale del cittadino”. L’accesso al portale è consentito solo previa autenticazione con le credenziali digitali personali:

  • SPID;
  • CIE;
  • CNS.

Una volta effettuato l’accesso, si deve accedere alla sezione “Prestazioni” e, infine, cliccare sulla voce “Pagamenti”. Una volta completato questo breve percorso guidato, i cittadini possono consultare gli importi che saranno erogati, le date e anche le erogazioni avvenute nelle mensilità precedenti.

Cosa cambia tra Naspi e Dis-Coll

La Naspi è l’indennità di disoccupazione rivolta esclusivamente ai lavoratori con rapporto di lavoro subordinato che hanno perso involontariamente il lavoro.

I beneficiari sono:

  • Apprendisti;
  • Soci di cooperative con contratto di lavoro di tipo subordinato;
  • Lavoratori dipendenti con contratto a tempo determinato delle Pubbliche Amministrazioni;
  • Personale artistico con lavoro subordinato.

I richiedenti appartenenti alle categorie sopra indicate devono soddisfare due requisiti:

  • Stato di disoccupazione;
  • Aver versato contributi per almeno 13 settimane durante gli ultimi 4 anni.

L’indennità spetta solo previa presentazione della domanda entro 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro.

La seconda indennità di disoccupazione è la Dis-Coll. È rivolta, in via esclusiva a:

  • Collaboratori coordinati e continuativi;
  • Assegnisti di ricerca;
  • Dottorandi con borsa di studio.

In questo caso, occorre possedere i seguenti requisiti:

  • Stato di disoccupazione;
  • Avere almeno un mese di contribuzione nel periodo dal 1° gennaio dell’anno precedente la fine del rapporto di lavoro fino al momento esatto della cessazione.

Così come per la Naspi, anche in questo caso si deve presentare la domanda all’INPS, entro 68 giorni dalla cessazione del rapporto di collaborazione.

In sintesi

Tra meno di quindici giorni, i beneficiari in possesso dei requisiti riceveranno il pagamento delle indennità di disoccupazione: Naspi e Dis-Coll. Questa volta, potrebbe esserci una piacevole sorpresa, considerando l’anticipo del pagamento per alcuni fortunati.

In sintesi, ecco cosa devi sapere sul pagamento di dicembre 2024:

  1. Pagamento di Naspi e Dis-Coll a dicembre 2024: i beneficiari della Naspi e della Dis-Coll riceveranno i pagamenti tra il 9 e il 16 dicembre 2024, con un anticipo possibile per alcuni. Le date di pagamento dipendono dalla data di presentazione della domanda.
  2. Come verificare i pagamenti: i beneficiari possono controllare le date e gli importi dei pagamenti accedendo al portale INPS tramite SPID, CIE o CNS, nella sezione “Fascicolo previdenziale del cittadino” sotto “Prestazioni” e “Pagamenti“.
  3. Differenze tra Naspi e Dis-Coll: la Naspi è destinata ai lavoratori dipendenti che hanno perso involontariamente il lavoro, mentre la Dis-Coll è per i collaboratori coordinati e continuativi, assegnisti di ricerca e dottorandi. Entrambe le indennità richiedono la presentazione della domanda entro 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro.
Cedolino pensione INPS

Cedolino pensione INPS dicembre 2024: guida completa alla consultazione, lettura e voci aggiuntive

Il cedolino pensione INPS di dicembre è online a partire da giovedì, 21 novembre. Un maxi cedolino contenente diverse voci: l’importo base della pensione, la tredicesima e il bonus annesso per gli aventi diritto, la quattordicesima per alcuni pensionati e tutte le altre prestazioni.

L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha già comunicato quali sono gli importi e a chi spettano le somme aggiuntive.

Oltre a fare un brevissimo recap sul pagamento delle pensioni, in questo articolo spiegherò come consultare il cedolino online, come leggerlo e quali sono tutte le voci.

Nel frattempo, ti consiglio di visualizzare il video YouTube di Mr LUL lepaghediale che spiega, in modo semplice e chiaro quali sono le voci del cedolino INPS di dicembre 2024.

Online il cedolino pensioni INPS di dicembre 2024

L’INPS ha messo a disposizione dei pensionati un servizio che, ogni mese, si rivela essere molto utilizzato: il cedolino pensione.

Dopo il 20 di ciascun mese, l’Istituto rende visualizzabile, scaricabile e stampabile online il cedolino pensione, contenente tutte le voci e gli importi.

Si tratta di un modo molto per sapere in anticipo quanto si prenderà di pensione, cosa contiene il cedolino e quali sono le eventuali trattenute presenti. Il cedolino, di norma, è disponibile una ventina di giorni prima il pagamento delle pensioni.

A dicembre le pensioni saranno pagate, come al solito, seguendo uno specifico calendario a partire da lunedì, 2 dicembre.

Il calendario completo per cognome del pagamento delle pensioni INPS di dicembre 2024 è il seguente:

  •  A – B: lunedì 2 dicembre 2024;
  •  C – D: martedì 3 dicembre 2024;
  •  E – K: mercoledì 4 dicembre 2024;
  •  L – O: giovedì 5 dicembre 2024;
  •  P – R: venerdì 6 dicembre 2024;
  •  S – Z: sabato 7 dicembre 2024.

Come vedere il cedolino pensione

Il servizio messo a disposizione dall’INPS permette di consultare il proprio cedolino pensione e verificare l’importo dei trattamenti liquidati e le ragioni per cui questo può variare.

L’acceso al cedolino pensione è molto semplice e intuitivo, seguendo una procedura guidata passo passo. Il primo step è l’autenticazione sul sito dell’INPS. Segue, subito dopo, la consultazione del cedolino.

Come spiegherò subito dopo, il pensionato si troverà di fronte tutte le principali informazioni sul cedolino pensione, le voci e le relative spiegazioni.

Il pensionato può anche consultare i cedolini precedenti e confrontarli. Il cedolino può essere facilmente scaricato in versione PDF e, volendo, anche stampato.

Come leggere il cedolino pensione

Leggere il cedolino pensione è molto semplice, in quanto tutte le voci presenti vengono spiegate e descritte bene.

Non solo: i pensionati hanno la possibilità di consultare tutti i dettagli relativi agli importi aggiuntivi e, a chi spetta, alla quattordicesima.

L’Istituto, inoltre, ha implementato controlli sui redditi dichiarati e anche sugli stessi limiti di pensione cumulativa.

Come leggerlo in modo corretto? Intanto, il pensionato può verificare tutte le informazioni generali:

  • Il numero della rata: il mese e l’anno al quale si riferisce il cedolino pensione, comprensiva della data di valuta e l’importo in pagamento;
  • I propri dati anagrafici;
  • La modalità di pagamento;
  • Lo stato di pagamento;
  • La categoria di pensione;
  • Il numero della prestazione.

Successivamente, il pensionato si trova davanti il riquadro “Descrizione” del cedolino, dove sono presenti tutte le voci del cedolino del mese.

In questo riquadro sono presenti tutte le voci che, questo mese, sono molte di più, a partire dalla pensione mensile lorda all’importo netto in pagamento. Sono incluse anche, se presenti, le trattenute IRPEF e le addizionali comunali a debito del pensionato e, infine, il relativo contributo associativo sindacale.

Come vedere il cedolino pensione INPS senza SPID

Ogni mese, c’è sempre qualche pensionato che vorrebbe sapere come vedere il proprio cedolino senza utilizzare lo SPID. Ebbene, ci sono anche metodi alternativi, utili a chi non è in possesso di questa credenziale digitale.

Si tratta, anche negli altri casi, di credenziali digitali:

  • Carta di Identità Elettronica (CIE): è necessario avere un lettore di smart card per collegarlo al computer oppure un dispositivo che supporti il riconoscimento digitale;
  • Carta Nazionale dei Servizi (CNS): si tratta della smart card rilasciata da enti pubblici o privati, che permette di accedere alla propria area riservata sul sito dell’INPS.

Anche senza lo SPID, si può facilmente accedere al proprio fascicolo previdenziale, utilizzando una delle alternative sopra indicate.

Per riassumere

Online il cedolino pensione INPS di dicembre, questo mese ricchissimo di voci e novità. Ecco un breve riassunto su come accedere e consultarlo:

  1. Disponibilità cedolino pensione dicembre 2024: il cedolino pensione INPS di dicembre è online a partire dal 21 novembre, con informazioni dettagliate su importo base, tredicesima, quattordicesima e altri bonus aggiuntivi per gli aventi diritto.
  2. Come consultare e leggere il cedolino: per accedere al cedolino, è necessario autenticarsi sul sito INPS. Una volta visualizzato, si possono verificare tutte le voci, tra cui l’importo lordo, netto e le eventuali trattenute fiscali o contributi sindacali.
  3. Accesso senza SPID: chi non ha lo SPID può comunque consultare il cedolino utilizzando alternative come la Carta di Identità Elettronica (CIE) o la Carta Nazionale dei Servizi (CNS), attraverso un lettore di smart card o dispositivi compatibili.

Visita fiscale INPS 2024: cosa rischi se non sei presente e come evitare sanzioni

Non farsi trovare presente, presso l’indirizzo indicato, alla visita fiscale INPS può comportare conseguenze molto pesanti per il lavoratore. Non si rischia solo la sanzione amministrativa, ma anche il licenziamento per giusta causa, in caso di recidiva.

Sono casi, naturalmente, di assenza ingiustificata. Infatti, possono esserci motivi in cui si può giustificare la propria assenza alla visita fiscale.

Come funzionano le visite fiscali INPS

In caso di malattia il lavoratore dipendente può assentarsi dal lavoro. Il datore di lavoro non può effettuare personalmente i controlli presso il domicilio del dipendente, per accertarsi del suo stato di salute e di guarigione.

Allora ecco che entra in scena la visita fiscale INPS, che si applica sia nel caso dei lavoratori del settore pubblico che privato.

Citiamo la Legge n. 300/1970, la quale prevede che gli accertamenti e le visite fiscali spettano ai medici dei servizi sanitari regionali.

In ogni caso, spetta all’INPS effettuare gli accertamenti diretti sull’infermità per malattia dei dipendenti disponendo le visite fiscali. Durante il periodo di malattia, il lavoratore ha diritto a ottenere un’indennità, corrisposta dall’INPS.

La sospensione dell’attività lavorativa è legata al periodo indicato nel certificato medico rilasciato dal medico. Il periodo può essere anche prolungato, qualora il medico, durante la visita, lo ritenga necessario.

Durante la malattia, il lavoratore dipendente deve garantire la propria reperibilità nelle fasce orarie stabilite dalla legge, anche nei giorni non lavorativi e festivi.

Nel 2024, le fasce di reperibilità per i dipendenti statali e per i lavoratori del settore privato sono le seguenti:

  • Mattina, dalle ore 10:00 alle ore 12:00;
  • Pomeriggio, dalle ore 17:00 alle ore 19:00.

Conoscere gli orari è molto importante, per non rischiare di incorrere in quanto andrò a spiegare tra pochissimo.

Cosa succede se si è assenti

Se il lavoratore dipendente non si rende reperibile oppure si rifiuta di farsi effettuare il controllo domiciliare del medico INPS rischia l’applicazione di una sanzione amministrativa.

Si tratta di una conseguenza molto pesante, perché la sanzione amministrativa consiste nella decurtazione del 100% dell’indennità di malattia prevista per i primi 10 giorni di assenza dal lavoro.

Quando, invece, il lavoratore risulta assente, sempre senza giustificazione, alla seconda visita, l’INPS interrompe la metà del trattamento per i giorni successivi al decimo, fino alla fine del periodo di malattia.

L’indennità viene totalmente interrotta in caso di assenza ingiustificata alla terza o alla quarta visita medica di controllo.

Le sanzioni non sono solo di natura amministrativa, ma possono esserci conseguenze disciplinari decise dai datori di lavoro.

Quando scatta il licenziamento

Come appena detto, il datore di lavoro può applicare una sanzione amministrativa, prevista nel contratto, fino al licenziamento. Questo scatta solo in extremis, in tutti quei casi in cui si rileva una truffa nei confronti dell’azienda.

Il datore di lavoro comunica la sanzione al lavoratore. Quest’ultimo, entro 10 giorni, può presentare la documentazione necessaria volta a giustificare l’assenza.

Se il lavoratore non presenta alcuna giustificazione, allora l’azienda applica la sanzione, comunicandola tramite una lettera raccomandata.

Quali sono i casi di esenzione

Oltre ai casi di assenza ingiustificata, ci sono anche casi in cui si viene esclusi dall’obbligo del rispetto delle fasce orarie, ma solo per i seguenti casi:

  • Patologie gravi che richiedono terapie salvavita;
  • Infortuni sul lavoro;
  • Malattie per le quali è stata riconosciuta la causa di servizio;
  • Situazione di invalidità riconosciuta se questa è pari o superiore al 67%.

Potrebbe capitare la scusante della visita di controllo dal proprio medico curante. È ammessa solo nel caso sia debitamente certificata che ne espliciti il carattere d’urgenza o di indifferibilità.

In sintesi

Non presentarsi alla visita fiscale INPS può comportare conseguenze molto serie, quando l’assenza è ingiustificata:

  • Rischi legati all’assenza dalla visita fiscale INPS 2024: non rispettare le fasce di reperibilità può comportare sanzioni amministrative, decurtazione dell’indennità e, in casi gravi, licenziamento.
  • Obblighi di reperibilità: i lavoratori devono essere reperibili nelle fasce orarie stabilite (10:00-12:00 e 17:00-19:00), anche durante i giorni festivi e non lavorativi.
  • Come evitare le sanzioni: è possibile evitare conseguenze negative garantendo la propria presenza durante la visita fiscale e giustificando eventuali assenze con documentazione adeguata.

Assegno di Inclusione novembre 2024: quando arriva il pagamento e come evitare la sospensione

Le date di pagamento dell’Assegno di Inclusione del mese di novembre 2024 non subiranno ritardi e l’importo arriverà puntuale nelle tasche dei cittadini beneficiari della prestazione.

Gli appuntamenti sono due: il primo, tra pochissimi giorni, e il secondo, fissato verso la fine del mese.
Il mese scorso, ricordiamo, ci sono stati alcuni ritardi nell’erogazione della prestazione, ma a novembre tutto ritorna nell’ordinario.

Vediamo subito quali sono le date di pagamento per le circa 700.000 famiglie beneficiarie. Intanto, per saperne di più sul pagamento INPS dell’Assegno di Inclusione di novembre 2024, ti consiglio di vedere il video YouTube di Speedy News Italia perché, oltre a parlarci del calendario, spiega anche chi non riceverà la mensilità.

Quando viene pagato l’Assegno di inclusione a novembre 2024

Mancano pochissimi giorni all’erogazione dell’Assegno di Inclusione (ADI) del mese di novembre 2024. Le date che i beneficiari devono conoscere sono due: il 15 novembre e il 27 novembre.

Si tratta delle solite date in cui l’INPS effettua l’accredito nei confronti delle famiglie beneficiarie della prestazione. A tal proposito, ricordiamo che per beneficiare dell’Assegno di Inclusione, oltre ai requisiti reddituali e patrimoniali, nella famiglia deve essere presente almeno un componente:

  • Minore;
  • Con più di 60 anni;
  • Disabile;
  • In condizione di svantaggio.

Tornando al calendario di pagamento, come di consueto, alla data del 15 novembre sono interessati i cittadini che beneficiano dell’Assegno di Inclusione per la prima volta. In questa categoria, vi rientrano tutti coloro che hanno presentato la domanda e hanno sottoscritto il PAD nel mese di ottobre.

Il primo pagamento viene precaricato direttamente sulla carta da ritirare presso l’Ufficio Postale, precisamente il giorno 15 del mese successivo a quello di sottoscrizione del Patto.

La seconda data, il 27 novembre, interessa a tutte le famiglie che attendono il pagamento delle mensilità successive. La prestazione viene erogata il 27 del mese a tutti i beneficiari che hanno già ottenuto una mensilità e che continuano a possedere i requisiti per beneficiare ancora dell’Assegno di Inclusione.

Come funziona la carta d’Inclusione

L’Assegno di Inclusione viene erogato sulla Carta d’Inclusione (ADI). È molto simile a una carta prepagata, anzi, quasi identica alla vecchia carta utilizzata per accreditare il Reddito di Cittadinanza.

Funziona come una comunissima carta di debito, con qualche limitazione in più. Con la Carta di Inclusione è possibile comprare solo determinati beni e si possono effettuare solo determinati bonifici. Sono categoricamente esclusi, per esempio, i prodotti legati al gioco d’azzardo o gli acquisti online.

Come sempre, i cittadini beneficiari possono controllare l’avvenuta ricarica verificando il saldo della Carta d’Inclusione.

È molto semplice e si possono utilizzare tre canali:

  • Sportelli ATM Postamat: è sufficiente inserire la Carta ADI e digitare il PIN;
  • Sportelli delle Poste Italiane: sarà l’operatore a controllare il saldo e comunicarlo al percettore, seguendo le indicazioni e fornendo i dati necessari;
  • Servizio di lettura telefonica: si deve telefonare al numero verde 800.666.888 gratuito da rete fissa o al numero +39 06.4526.6888 per le chiamate da telefono cellulare e dall’estero.

Questi tre metodi sono molto utili per controllare non solo l’avvenuta ricarica dell’Assegno di Inclusione, ma anche per verificare il saldo disponibile.

Chi rischia la sospensione dell’Assegno di Inclusione

Come annunciato dall’INPS, stanno per arrivare controlli a tappeto nei confronti di chi non ha comunicato il reddito.

I beneficiari della prestazione devono presentare il Modello ADI-Com Esteso per comunicare l’eventuale variazione della propria situazione lavorativa.

Si tratta di un adempimento obbligatorio e chi omette la comunicazione rischia la sospensione del sussidio. Per di più, se trascorrono ulteriori tre mesi senza presentare il modello, scatta automaticamente la decadenza.

Secondo la normativa, i percettori dell’Assegno di Inclusione che avviano un’attività di lavoro dipendente devono comunicarlo immediatamente all’INPS entro massimo 30 giorni.

In sintesi

A pochi giorni dalla prima tranche di pagamento dell’Assegno di Inclusione del mese di novembre, occorre stare molto attenti a non farsi sospendere dal sussidio. In che modo? Ecco una sintesi delle date di pagamento e del perché l’Assegno può essere sospeso:

  1. Date di pagamento: l’Assegno di Inclusione di novembre 2024 verrà erogato in due date, il 15 e il 27 novembre, rispettivamente per i nuovi beneficiari e per coloro che ricevono la prestazione da tempo.
  2. Evita la sospensione: i beneficiari devono aggiornare la propria situazione reddituale tramite il Modello ADI-Com Esteso per evitare la sospensione o la decadenza dell’assegno.
  3. Carta ADI: l’importo viene caricato sulla Carta di Inclusione, simile a una carta prepagata, e può essere utilizzato per acquisti specifici e bonifici, con metodi di controllo saldo tramite ATM o telefono.

DURC online: scopri la nuova piattaforma VERA e come usarla

L’INPS ha annunciato il rilascio della piattaforma unica VERA per la gestione e la verifica del DURC online.

VERA è composta da due sezioni, una per la verifica della regolarità e l’altra per simulare il documento di regolarità contributiva. Una novità che va a migliorare la funzione di Simulazione DURC, per garantire una maggiore accessibilità a contribuenti, intermediari e agli stessi operatori dell’Istituto.

Con l’avvento della patente a punti, il documento, insieme ad altri, è tornato a far parlare di sé e diventare, più di prima, obbligatorio per operare nei cantieri.

Vediamo subito come funziona la piattaforma, i benefici e come utilizzare le due sezioni.

Come funziona la piattaforma per il DURC online

Nuovo arrivo per la gestione del DURC online: con il messaggio n. 3662, pubblicato il 5 novembre 2024, l’INPS ha annunciato e illustrato ai cittadini e agli intermediari la piattaforma VERA.

Per garantire maggiore accessibilità e trasparenza, la piattaforma permette alle imprese di verificare e gestire la regolarità contributiva ai fini del Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC). Si tratta di un certificato che attesta la regolarità nei pagamenti e nei diversi adempimenti in ambito previdenziale, assistenziale e assicurativo.

Con l’entrata in vigore della patente a punti per lavorare nei cantieri, si è iniziato nuovamente a sentire parlare del documento, diventato obbligatorio (forse anche più di prima) per operare nei cantieri.

La piattaforma unica VERA permette di conoscere anticipatamente la propria situazione contributiva.
Il titolare dell’azienda o il suo rappresentante legale e l’intermediario hanno la possibilità di consultare, in qualsiasi momento la propria posizione e sapere in quali casi è richiesto un intervento.

Sono previste due sezioni:

  • Verifica regolarità: propone le esposizioni debitorie del contribuente;
  • Simulazione DURC: propone la simulazione del documento.

Questo strumento è un ottimo alleato dei contribuenti, in quanto permette di migliorare l’esito delle verifiche del DURC online.

Cos’è il nuovo servizio Delega Master

Il titolare della posizione contributiva può nominare un intermediario autorizzato alla consultazione e alla gestione delle evidenze per suo conto: lo strumento è la Delega Master.

Con la delega, l’intermediario può compiere diverse operazioni che andrò a riassumere, qui di seguito:

  • Consultare le evidenze per conto del delegato;
  • Procedere a regolarizzare quanto emerso;
  • Ricevere la notifica “Pre-durc”.

Prima di passare a spiegare come creare la delega, occorre fermarsi un attimo sulla notifica “Pre-durc”. Si tratta di un componente che permette ai delegati di gestire, con anticipo, le irregolarità contributive prima della scadenza del DURC. Il ticket generato automaticamente segnala la presenza di eventuali anomalie e permette di regolarizzare le posizioni velocemente onde evitare che al contribuente arrivino inviti alla regolarizzazione contributiva.

La Delega Master si crea dalla piattaforma di Gestione Deleghe, cliccando su “Servizi per Aziende e Consulenti”. Si deve indicare il codice fiscale per la quale si attribuisce la delega e compilare l’apposito modulo. Una volta completata l’operazione, la delega si attività utilizzando il servizio “Dettagli Delega/Subdelega”.

Come verificare lo stato delle posizioni contributive

Possono accedere alla piattaforma i contribuenti e gli intermediari muniti della Delega Master, di cui ho parlato poc’anzi.

La piattaforma offre il grande vantaggio di mostrare i dati in modo chiaro, tramite una sorta di semaforo. I colori evidenziano la presenza o meno di anomalie.

Ecco come funziona il sistema a colori verde, rosso e giallo:

  • Nessuna irregolarità: verde;
  • Richiesta di intervento: rosso;
  • Anomale: giallo.

Il sistema consente di generare un ticket per ciascuna delle interrogazioni effettuate. Il ticket identifica le richieste con un numero e sarà disponibile nella sezione “notifiche”. Accedendo alla sezione “archivio” sarà possibile consultare tutte le richieste effettuate in precedenza.

L’esito della situazione, infine, potrà essere consultato in una pagina di sintesi che riporta tutte le operazioni effettuate dal contribuente.

Per riassumere

L’INPS ha annunciato l’arrivo della piattaforma VERA per il DURC online che, come ho spiegato nel testo, prevede diversi vantaggi: maggiore trasparenza, in primis, ma anche la riduzione delle irregolarità. Di seguito, una sintesi in tre punti:

  1. Piattaforma VERA per il DURC online: consente alle imprese e ai consulenti di verificare e gestire la regolarità contributiva tramite il DURC online, semplificando il processo di verifica e simulazione delle posizioni contributive.
  2. Due sezioni principali: “Verifica regolarità”, che mostra le esposizioni debitorie, e “Simulazione DURC”, che permette di anticipare il documento di regolarità contributiva, migliorando l’accessibilità e l’efficacia delle operazioni.
  3. Delega Master: il titolare della posizione contributiva può nominare un intermediario tramite la “Delega Master” per gestire la regolarità.

Nuovo bonus per i lavoratori: come ottenere vantaggi rinunciando alla pensione anticipata nel 2025

Lo Stato si trova sempre più in difficoltà a pagare le pensioni e, nonostante le numerose formule per la pensione anticipata prorogata al 2025, si stanno pensando bonus e incentivi per rinunciarvi.

Gli incentivi sono pensati per contrastare l’invecchiamento della popolazione e la conseguente carenza di forza lavoro. Ecco che nel disegno di Legge di Bilancio 2025 spunta un bonus per i lavoratori che, pur avendo maturato tutti i requisiti per la pensione anticipata, decidono di restare al lavoro qualche anno in più.

La misura sarà erogata direttamente nelle buste paga dei lavoratori e, nel testo, spiegheremo come funziona e a quali condizioni spetta.

Bonus per chi rinuncia alla pensione anticipata

Al vaglio diverse iniziative per invogliare i lavoratori a rinunciare alla pensione anticipata e restare più a lungo in servizio. Si sta pensando a un bonus che dovrebbe rendere più appetibile questa scelta, che sarà erogato direttamente nelle buste paga dei lavoratori.

L’incentivo è rivolto a tutti quei lavoratori dipendenti che, entro il 31 dicembre 2025, matureranno i requisiti per la pensione anticipata:

Nel caso di Quota 103 è richiesto il compimento del 62° anno d’età e il versamento di 41 anni di contributi. Invece, la pensione anticipata ordinaria prevede 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini.

Oltre a ciò, viene anche introdotta la possibilità di trattenere in servizio i lavoratori, su base volontaria, per attività di tutoraggio e affiancamento ai lavoratori neo assunti.

Si tratta di una facoltà che potrà essere esercitata entro il limite del 10% delle facoltà assunzionali. Il limite d’età è comunque fissato al 70° anno d’età e, per ora, non potrà protrarsi oltre.

Come funziona l’incentivo

I lavoratori dipendenti che maturano i requisiti per la pensione anticipata e che vi rinunciano possono beneficiare di un incentivo in busta paga. Il bonus si concretizza nella rinuncia all’accredito della quota di contributi previdenziali a carico del lavoratore.

In sostanza, la quota a carico del lavoratore (pari all’8,80% per i dipendenti pubblici e 9,19% per i dipendenti del settore privato) verrà erogata in busta paga. Inoltre, si tratterà di una quota esentasse.

La rinuncia, però, avrà un effetto negativo sulle quote contributive maturate dal 1° gennaio 1996 in poi. Il motivo è semplice: l’aliquota di computo del montante pensionistico sarà ridotta. Al contrario, le quote retributive non subiranno alcun effetto.

Per gli statali, il disegno di Legge di Bilancio 2025 riserva qualche altra sorpresa, prevedendo l’eliminazione del limite ordinamentale per l’accesso alla pensione anticipata nel pubblico impiego. Non si tratta tanto di una sorpresa positiva, quanto più negativa perché viene eliminata per tutti la possibilità di andare in pensione a 65 anni d’età.

Infatti, il limite fissato per alcuni a 65 anni verrà adeguato a 67 anni per tutti gli statali e, successivamente, all’incremento della speranza vita.

Per di più, viene anche abrogata la a norma che consentiva alle PA di risolvere unilateralmente il rapporto di lavoro con i dipendenti che avevano maturato i requisiti per accedere alla pensione.

Come ottenere il bonus in busta paga

Trattandosi di una scelta del lavoratore, il bonus non sarà riconosciuto automaticamente, ma mediante la presentazione di una domanda all’INPS.

La procedura richiede l’esecuzione di alcuni passaggi, ma nel complesso non è difficile. Il lavoratore dovrà presentare domanda all’INPS dopo l’apertura della finestra per la pensione anticipata che, ricordiamo, è la seguente:

  • 7 mesi per il settore privato e 9 mesi per il pubblico impiego nel caso di Quota 103;
  • 3 mesi per il settore privato e gli statali, 4 mesi per gli altri dipendenti pubblici nel caso di pensione anticipata ordinaria.

Maggiori informazioni verranno fornite in seguito.

Bonus per chi rinuncia alla pensione anticipata in tre punti

Il Governo sta adottando numerose strategie per incentivare i lavoratori a rinunciare alla pensione anticipata: ecco un breve riassunto per capire come funziona il bonus previsto per il 2025 e chi ne avrà diritto:

  1. Bonus per rinuncia alla pensione anticipata: nel 2025, verrà introdotto un bonus in busta paga per i lavoratori che decidono di rinunciare alla pensione e rimanere attivi, contribuendo a contrastare l’invecchiamento della forza lavoro.
  2. Requisiti e condizioni: il bonus è riservato a chi ha già maturato i requisiti per la pensione in anticipo. Sarà necessario presentare domanda all’INPS per accedere all’incentivo.
  3. Modifiche normative nel pubblico impiego: la Legge di Bilancio 2025 prevede l’adeguamento dell’età pensionabile a 67 anni e altre misure che influiscono sulle modalità di accesso alla pensione nel settore.

Assegno Unico novembre 2024: date di pagamento e importi

L’INPS ha comunicato le date di pagamento dell’Assegno Unico di novembre 2024. Un appuntamento attesissimo ogni mese dalle famiglie con figli beneficiarie della misura.

Ancora ci vuole un po’ di tempo per ricevere l’importo di novembre, ma già da ora è possibile sapere quando verrà pagato. Le tempistiche variano in base a quando è stata inviata la domanda e da eventuali variazioni.

Vediamo, di seguito, tutte le informazioni principali sul calendario di novembre.

Date pagamento Assegno Unico novembre 2024

L’INPS, come di consueto, ha comunicato con largo anticipo quali saranno le date di pagamento dell’Assegno Unico di novembre 2024.

L’accredito di novembre è previsto intorno alla metà del mese. La prestazione, erogata su domanda, non viene erogata a tutti nello stesso momento. Ci sono differenze anche tra gli assegni che non hanno subito variazioni e quelli che sono cambiati, per esempio, per via di nuove condizioni del nucleo familiare.

Il pagamento della mensilità di novembre verrà distribuito su tre giornate:

  • 18 novembre;
  • 19 novembre;
  • 20 novembre.

Queste tre date si riferiscono ai nuclei familiari per i quali non si sono verificate variazioni rispetto al mese precedente.

Per quanto riguarda, invece, gli assegni che hanno subito modifiche verranno pagati entro la fine del mese. In questo caso, occorre prendere come riferimento l’ultima settimana del mese di novembre.

Infine, chi attende il primo pagamento riceverà l’accredito solo alla fine del mese successivo a quello di presentazione della domanda.

Importi e maggiorazioni

Il mese di novembre e dicembre sono gli ultimi appuntamenti del 2024 Con il passaggio al nuovo anno, le famiglie beneficiarie potrebbero ritrovarsi piacevoli sorprese, per via di un aumento dell’importo dell’Assegno Unico.

L’aumento sarà dovuto prevalentemente all’inflazione, in quanto non ci dovrebbero essere novità nella prossima Legge di Bilancio. D’altra parte, l’Assegno Unico potrebbe anche fuoriuscire dall’ISEE, determinando, di conseguenza, anche un possibile aumento dell’importo.

Gli importi previsti per la mensilità di novembre sono aggiornati, come sempre, in base alla situazione ISEE.

Per avere un quadro completo e per far sapere quanto si riceverà, ecco un breve riepilogo delle fasce e degli importi corrispondenti:

  • ISEE da 0 a 17.090,61 euro: assegno base di 199,4 euro;
  • ISEE da 17.090,62 euro a 17.204,55 euro: assegno base di 198,8 euro;
  • ISEE da 17.318,49 euro a 17.432,42 euro: assegno base di 197,7 euro;
  • ISEE da 24.724,43 euro a 24.838,35 euro: assegno base di 160,6 euro;
  • ISEE da 27.117,11 euro a 27.231,04 euro: assegno base di 148,7 euro;
  • ISEE da 36.687,85 euro a 36.801,78 euro: assegno base di 100,9 euro;
  • ISEE a partire da 45.574,96 euro: assegno base di 57 euro.

All’importo base si devono aggiungere le maggiorazioni eventualmente spettanti, ovviamente sempre se ricorrono i requisiti. Quando, invece, l’ISEE non viene presentato oppure supera l’importo massimo previsto, allora l’assegno sarà calcolato in base agli importi minimi.

Infine, ti ricordo che se la DSU viene presentata entro il 30 giugno 2024, allora le somme già erogate saranno ricalcolate con l’aggiunta degli arretrati eventualmente spettanti.

Ti consiglio di visualizzare il video pubblicato da Bonusepagamento per maggiori informazioni sulle date e le possibili variazioni dei pagamenti dell’Assegno Unico del mese di novembre 2024

Come verificare lo stato del pagamento INPS

Al pari di tutte le altre prestazioni, anche per il pagamento dell’Assegno Unico del mese di novembre 2024 è possibile controllare lo stato in completa autonomia.

Lo stato del pagamento e anche le altre informazioni relative a eventuali variazioni o allo stesso accoglimento della domanda, si può verificare online, sul portale MyINPS.

Una volta effettuato l’accesso con le credenziali SPID, CIE o CNS, il cittadino deve accedere al proprio Fascicolo Previdenziale. Nella sezione dedicata ai pagamenti, il cittadino può verificare tutte le informazioni relative all’Assegno Unico e sapere, con certezza, quale sarà la data di accredito.

In sintesi

Il pagamento dell’Assegno Unico di novembre avverrà tra qualche giorno. Intanto, ecco una breve sintesi per fissare quali sono i punti più importanti su pagamento, importi e su come controllare la propria situazione:

  1. Date di pagamento: l’INPS ha programmato i pagamenti dell’Assegno Unico di novembre 2024 per il 18, 19 e 20 novembre, con accrediti ulteriori per variazioni entro la fine del mese.
  2. Importi: variano a seconda della situazione ISEE delle famiglie.
  3. Verifica dello stato di pagamento: le famiglie possono controllare lo stato del pagamento e altre informazioni relative alla propria domanda tramite il portale MyINPS, accedendo con credenziali SPID, CIE o CNS.

Pagamento NASPI novembre 2024: date, come monitorare e cosa fare in caso di ritardi

Siamo arrivati nel periodo di novembre in cui è previsto, di norma, il pagamento della NASPI. Non c’è mai una data precisa, quanto più un arco temporale in cui viene corrisposta l’indennità di disoccupazione mensile agli aventi diritto. Le scadenze, infatti, sono uguali alla Dis-Coll.

L’INPS comunica le date dei pagamenti circa una decina di giorni prima. Date che, come detto, variano mensilmente. Non seguendo un calendario fisso, come avviene per altre prestazioni, vediamo subito quando sono attesi i pagamenti e quali sono i fattori che incidono sulle tempistiche.

Quando viene pagata la NASPI a novembre 2024

Siamo arrivati a quel periodo del mese in cui dobbiamo parlare dei pagamenti INPS di novembre e, in modo particolare, della NASPI e della Dis-Coll.

Per le indennità di disoccupazione non è previsto un calendario di pagamento definito, così come avviene, per esempio, per le pensioni.

L’accredito della NASPI e della Dis-Coll avviene in modo flessibile, per via di alcuni fattori, tra cui la natura variabile delle richieste che pervengono all’INPS.

In linea di massima, il pagamento avviene tra il 4 e il 15 del mese. Non possono mancare eventuali ritardi, tali da far slittare il pagamento di qualche giorno.

Il pagamento è diviso in due tranche:

  • La prima viene accreditata negli ultimi giorni del mese in cui ha inizio la disoccupazione;
  • La seconda viene accreditata subito dopo.

A partire dal secondo mese in poi, gli accrediti tornano a essere erogati regolarmente entro la metà del mese, in modo tale che i beneficiari possano gestire più facilmente la propria situazione finanziaria.

Come controllare il pagamento NASPI sul sito INPS

È possibile monitorare i pagamenti INPS in completa autonomia. L’INPS offre tre vie da seguire per controllare lo stato dei pagamenti o altre informazioni autonomamente:

  • Sito web INPS;
  • App INPS Mobile;
  • Numero verde.

Nel primo caso, è sufficiente accedere alla propria area personale, previa autenticazione con SPID, CIE o CNS.

Se si opta per l’App, allora non bisogna far altro che scaricarla sul proprio smartphone. È possibile visualizzare lo stato delle domande e dei pagamenti, in modo rapido e a portata di click. Infine, si può contattare direttamente l’INPS e chiedere informazioni sullo stato del pagamento.

Oltre a queste, si può verificare l’accredito sul conto corrente oppure sulla carta prepagata direttamente dagli sportelli ATM delle Poste Italiane o delle banche. In alternativa, un’altra comoda opzione è il servizio di Home banking.

Per sapere se il pagamento è partito o meno, ci sono una varietà di opzioni, utili al cittadino e utilizzabili in completa autonomia. Si tratta di opzioni di controllo che servono, in modo particolare, quando si vuole sapere il perché di eventuali ritardi oppure avere maggiori informazioni sulla disponibilità di pagamento.

Cosa fare in caso di ritardi

Di norma, gli accrediti vengono erogati puntualmente, un po’ come tutti i pagamenti INPS. Tuttavia, può capitare qualche ritardo occasionale dovuto a fattori amministrativi o, più raramente, all’elevato numero di domande.

Se i beneficiari notano un ritardo del pagamento, non devono subito allarmarsi, ma occorre attendere qualche giorno e controllare il portale INPS. Qualora il ritardo dovesse protrarsi oltre qualche giorno, allora sarebbe opportuno contattare l’assistenza.

Tutto sommato, sono casi rari, tant’è che i ritardi vengono subito risolti in pochissimi giorni per garantire ai beneficiari l’importo sempre entro la fine del mese.

Stiamo comunque parlando di indennità di disoccupazione: NASPI e Dis-Coll sono un importante fonte di sostegno per i lavoratori che hanno perso il lavoro e che sono in attesa di una nuova occupazione. Proprio per queste ragioni, il pagamento mensile resta essenziale e anche un piccolo ritardo potrebbe rappresentare un problema non da poco.

In sintesi

Tra non molto arriverà il pagamento della NASPI e della Dis-Coll del mese di novembre 2024: ecco quali sono gli aspetti principali da ricordare:

  1. Date di pagamento: la NASPI di novembre 2024 viene accreditata tra il 4 e il 15 del mese.
  2. Monitoraggio: i beneficiari possono controllare lo stato dei pagamenti tramite il sito INPS, l’app INPS Mobile o contattando il numero verde.
  3. Gestione dei ritardi: in caso di ritardi nei pagamenti, è consigliabile attendere qualche giorno e verificare il portale INPS; se il problema persiste, contattare l’assistenza.

Pagamento pensioni INPS di novembre 2024: date di accredito e aumenti

Ci stiamo avvicinando alla fine di ottobre ed è tempo di parlare del pagamento delle pensioni INPS di novembre 2024, il cui calendario subisce un leggero slittamento che causerà il ritardo dell’accredito.
Solitamente, l’accredito viene effettuato a partire dal primo giorno del mese, ma questa volta non sarà così.

D’altra parte sono previsti aumenti, come già avvenuto per ottobre, per effetto della rivalutazione degli assegni in seguito al taglio al cuneo fiscale.

Vediamo subito quali sono le date dei pagamenti di novembre e tutte le novità del cedolino.

Quando vengono pagate le pensioni a novembre 2024?

L’accredito delle pensioni di novembre subirà qualche ritardo a causa della festività di Ognissanti. Quando sarà accreditata la pensione INPS di novembre 2024?

Gli accrediti sui conti correnti postali e bancari saranno posticipati a lunedì, 4 novembre 2024, ovvero il primo giorno utile bancabile del mese. Invece, i pensionati che ritirano la pensione presso gli sportelli delle Poste Italiane, devono seguire il canonico calendario per cognome, spalmato su diversi giorni.

I ritiri presso le Poste avverranno a partire dal 2 novembre.

Il calendario completo è il seguente:

  • 2 novembre 2024: cognomi dalla A alla B;
  • 4 novembre 2024: cognomi dalla C alla D;
  • 5 novembre 2024: cognomi dalla E alla K;
  • 6 novembre 2024: cognomi dalla L alla O;
  • 7 novembre 2024: cognomi dalla P alla R;
  • 8 novembre 2024: cognomi dalla S alla Z.

Si nota bene come, questa volta, i pagamenti si protraggono davvero in là, rispetto al canonico calendario mensile.

Perché il pagamento delle pensioni INPS di novembre arriverà in ritardo?

Come abbiamo visto, a novembre ci sarà un leggero slittamento nel pagamento delle pensioni per via di una festività: il 1° novembre ricorre la festività di Ognissanti. Essendo un giorno festivo non viene considerato un giorno bancabile e, per questo motivo, l’intero calendario slitta in avanti, con il conseguente ritardo dell’accredito mensile.

Il ritardo, però, non interessa tutti i pensionati, ma più che altro coloro che optano per il ritiro fisico presso gli sportelli delle Poste italiane. Il ritardo, però, non deve essere percepito come una novità, considerando che, spesso, le festività hanno comportato lo slittamento dei pagamenti.

Seppur qualche giorno dopo, i pagamenti saranno accreditati entro la prima decade del mese di novembre a tutti i pensionati: sia chi riceve il bonifico sui conti correnti che chi ritira la pensione presso gli sportelli.

Per chi aumenta la pensione di novembre 2024?

Il mese di novembre, come d’altra parte è accaduto già a ottobre, presenta qualche aumento che riguarderà, secondo le stime, circa 16 milioni di pensionati.

Il leggero aumento delle pensioni di novembre non sarà percepito da tutti, ma in particolare dai percettori delle pensioni minime e sarà solo l’effetto della rivalutazione degli assegni in seguito al taglio del cuneo fiscale.

I pensionati con più di 75 anni riceveranno un incremento pari al +2,7% che, tradotto, corrisponde a circa 16 euro. Quindi, a conti fatti l’assegno di novembre sale da 598,61 euro a 614,77 euro.
La pensione di novembre non aumenta esclusivamente per effetto della rivalutazione, ma anche per la corresponsione degli arretrati a chi, ancora, non li ha ricevuti.

I pensionati possono controllare in anticipo tutte le voci presenti nel cedolino pensione, utilizzando l’apposto servizio online sul sito web dell’INPS. Come fare? È sufficiente accedere alla propria area riservata, autenticandosi con le credenziali digitali (SPID, CIE o CNS) e visualizzare il cedolino, scaricarlo e, eventualmente, stamparlo.

Inoltre, per chi lo volesse, l’INPS mette a disposizione anche un ulteriore servizio. Chi si registra potrà ricevere il cedolino via e-mail. La funzionalità è spiegata passo passo sul sito MyINPS. Per attivarla, è sufficiente visitare la sezione del sito web “Gestione consensi”.

Certificati di malattia sull’App IO: come funzionano i nuovi servizi INPS su certificazioni e visite mediche

L’App IO diventa più ricca, grazie all’aggiunta di nuovi servizi per le comunicazioni relative ai certificati di malattia e alle visite mediche. L’obiettivo è quello di semplificare, quanto più possibile, le comunicazioni tra INPS e cittadini.

La novità è stata comunicata dall’INPS e rientra nel Progetto di innovazione digitale previsto dal PNRR, con il fine di potenziare i servizi offerti dall’App IO.

Si tratta di un’applicazione che raccoglie tutti i servizi forniti dalle PA e davvero semplice da usare. Inoltre, è facilmente accessibile con le credenziali digitali che, oramai, possediamo quasi tutti: SPID, CIE, CNS o eIDAS.

Tutto sta diventando a portata di un click, semplificando e rendendo più comode alcune procedure, come la gestione delle comunicazioni.

Vediamo subito come funziona il nuovo servizio e cosa offre ai cittadini.

Certificati di malattia sull’App IO

Arriva una nuova funzione sull’App IO per i lavoratori pubblici e privati. È disponibile un nuovo servizio per la gestione delle comunicazioni relative ai certificati di malattia.

Si tratta di una novità che rientra nella più ampia iniziativa del Progetto innovazione digitale ““Evoluzione delle applicazioni e dei processi per la gestione delle visite mediche di controllo” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, attuato proprio grazie a un accordo tra l’Istituto di Previdenza e PagoPA. È proprio così che l’INPS annuncia le novità nel messaggio n. 3337, del 9 ottobre 2024.

In cosa consiste il nuovo servizio? A quelli già previsti e in vigore, che vanno a includere la comunicazione del protocollo del certificato tramite SMS, si va ad aggiungere un nuovo servizio.

Spieghiamo subito di quale si tratta. I lavoratori che hanno registrato i propri contatti sulla piattaforma MyINPS, al momento della ricezione del certificato telematico si malattia riceveranno una comunicazione che ne conferma la ricezione. In che modo? La comunicazione di conferma contiene l’indicazione del PUC, ovvero del protocollo, attribuito dal sistema di accoglienza centrale.

L’interessato, su invito della stessa comunicazione, deve accedere al servizio “Consultazione dei certificati di malattia telematici” e verificare che i dati contenuti nel documento siano corretti.

Sarebbe bene fare tutto il prima possibile, ma l’INPS fa comunque presente che l’avviso resta visibile nell’area riservata per 60 giorni. Ricordiamo, a tal proposito, che è necessario autenticarsi con le proprie credenziali digitali SPID, CIE, CNS o eIDAS.

Sull’App IO sbarca il servizio di comunicazione della visita medica

Il nuovo servizio di comunicazione relativo ai certificati medici, l’INPS annuncia un altro nuovo servizio, ovvero quello relativo alle visite mediche di controllo. Anche in questo caso, occorre aver registrato i propri dati sul sito MyINPS.

Come funziona il nuovo servizio attivato? Dopo aver effettuato una visita medica di controllo, i lavoratori riceveranno la comunicazione dell’avvenuta visita.

Nella comunicazione, un po’ come nel caso precedente, c’è un invito ai lavoratori ad accedere a un servizio sul sito dell’INPS, quello dello “Sportello del cittadino per le visite mediche di controllo”. In questo caso, l’accesso al servizio è consigliato per consultare l’esito.

Cosa succede quando il lavoratore sia assente o non raggiungibile alla visita di controllo? Se il lavoratore non fosse presente alla visita presso l’indirizzo fornito, allora riceverà una comunicazione con l’invito a contattare la struttura INPS competente.

Ricordiamo che, anche in questo caso, le comunicazioni restano a disposizione nell’area riservata MyINPS, per 60 giorni.

Con l’aggiunta di questi due nuovi servizi, le funzionalità e i servizi sull’App IO aumentano ancora, facilitando alcune procedure e rendendole davvero a portata di mano dei cittadini. Utilizzando l’APP IO, i cittadini possono ricevere notifiche in tempo reale, a sostituzione dei vecchi metodi di comunicazione. Inoltre, garantisce un monitoraggio più efficace delle pratiche sanitarie. Si tratta di un ottimo metodo per ridurre i tempi di attesa che, in alcuni casi, sono davvero lunghi.

Pensione internazionale: cosa significa e come fare domanda

Pensione internazionale: l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale mette a disposizione all’interno del proprio sito web ufficiale un apposito servizio online mediante il quale consente ai soggetti interessati di presentare la domanda di pensione in regime di convenzione bilaterale.

Possono beneficiare dell’erogazione della suddetta prestazione previdenziale da parte dell’INPS, nello specifico, tutti quei lavoratori che hanno operato all’interno di Stati che si trovano al di fuori dell’Unione Europea (UE), a patto che l’Italia abbia stipulato con questi ultimi un’apposita Convenzione bilaterale in materia di sicurezza sociale.

Senza perderci troppo in chiacchiere, quindi, andiamo subito a vedere insieme tutto ciò che concerne la domanda di pensione internazionale ed, in particolare, che cos’è e come funziona il trattamento previdenziale in regime di convenzione bilaterale, a chi spetta e quali sono i soggetti che possono beneficiare della prestazione in oggetto, nonché come fare domanda all’INPS.

Pensione internazionale: che cos’è e come funziona il trattamento previdenziale in regime di convenzione bilaterale che viene erogato dall’INPS?

Come abbiamo già accennato anche durante il corso del precedente paragrafo, l’INPS mette a disposizione una prestazione economica che viene versata previa presentazione di un’apposita domanda da parte dei soggetti interessati e che ha lo scopo di far accedere al trattamento previdenziale in questione tutti quei lavoratori che hanno svolto la propria attività presso degli Stati extra UE.

Tale prestazione previdenziale, in particolare, viene concessa esclusivamente nel caso in cui i sopra citati Stati che si trovano al di fuori dell’Unione Europea (UE) abbiano firmato una Convenzione bilaterale in materia di sicurezza sociale con lo Stato italiano.

A tal proposito, infatti, in seguito all’accertamento del diritto di beneficiare della pensione internazionale, l’INPS procederà con il calcolo del trattamento previdenziale tenendo conto sia dei contributi che sono stati versati in Italia e sia di quelli che sono stati versati all’interno di un Paese estero.

Per quanto riguarda il funzionamento della pensione internazionale, in particolare, la necessità di individuare in maniera corretta la legislazione di sicurezza sociale e fiscale che può essere applicata a tutti coloro che lavorano in uno Stato estero ha portato l’Italia ha stipulare delle apposite Convenzioni bilaterali in materia di sicurezza sociale con alcuni degli Stati extra UE presso i quali i lavoratori interessati operano.

Pertanto, con tali accordi che vengono firmati tra lo Stato italiano e i Paesi che si trovano al di fuori dell’Unione Europea, i lavoratori interessati hanno la possibilità di presentare la propria domanda al fine di ricevere la pensione in Italia utilizzando anche quei contributi che sono stati versati in precedenza all’interno dello Stato estero in questione, in modo da perfezionare i requisiti che sono necessari per beneficiare della pensione internazionale.

Nello specifico, l’importo della pensione in regime di convenzione bilaterale viene calcolato tenendo conto dei contributi che sono stati versati in Italia, secondo il calcolo del pro-rata.

Pensione internazionale: a chi spetta?

La domanda di pensione in regime di convenzione bilaterale può essere presentata da parte dei lavoratori che hanno operato presso i seguenti Stati extra UE:

  • Argentina;
  • Australia;
  • Brasile;
  • Canada e Québec;
  • Israele;
  • Isole del Canale e Isola di Man;
  • Paesi dell’ex-Jugoslavia:
    • Repubblica di Bosnia ed Erzegovina;
    • Repubblica del Kosovo;
    • Repubblica di Macedonia;
    • Repubblica di Montenegro;
    • Repubblica di Serbia;
    • Vojvodina (Regione autonoma);
  • Principato di Monaco;
  • Repubblica di Capo Verde;
  • Repubblica di San Marino;
  • Santa Sede;
  • Stati Uniti;
  • Tunisia;
  • Turchia;
  • Uruguay;
  • Venezuela.

Come fare domanda all’INPS?

La domanda per beneficiare della pensione internazionale può essere presentata tramite l’utilizzo dell’apposito servizio che viene messo a disposizione dall’INPS, previa autenticazione mediante le seguenti credenziali digitali:

Ex ENAM: modifiche al Regolamento per le prestazioni di assistenza sanitaria per gli iscritti alla Gestione assistenza magistrale

Ex ENAM: con la pubblicazione del messaggio n. 3148 del 24 settembre 2024 l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha comunicato di aver apportato alcune modifiche a quanto era stato disposto in precedenza all’interno del c.d. “Regolamento per le prestazioni di assistenza sanitaria in favore degli iscritti alla Gestione assistenza magistrale e loro familiari assistibili”.

Il suddetto messaggio INPS, in particolare, che è stato redatto dalla Direzione Centrale Credito Welfare e Strutture Sociali, fa riferimento alle seguenti disposizioni che sono state emesse sempre da parte dell’Istituto stesso all’interno del proprio sito web ufficiale:

  • la determinazione presidenziale n. 71 del 23 marzo 2017, recante “Approvazione del Regolamento per le prestazioni di assistenza sanitaria in favore degli iscritti alla Gestione assistenza magistrale e loro familiari assistibili”
  • la deliberazione del Consiglio di Amministrazione (CdA) n. 74 dell’11 settembre 2024, il quale ha apportato delle modifiche al Regolamento che è stato adottato mediante la pubblicazione della determinazione presidenziale n. 71 del 2017 sopra richiamata.

Ex ENAM: ecco quali sono le modifiche apportate dall’INPS al Regolamento per le prestazioni di assistenza sanitaria per gli iscritti alla Gestione assistenza magistrale

Come abbiamo già accennato anche durante il corso del precedente paragrafo, in base a quanto è stato deciso attraverso la pubblicazione della sopra citata deliberazione n. 74 dell’11 settembre 2024, il Consiglio di Amministrazione dell’INPS ha adottato delle modifiche al contenuto del c.d. “Regolamento per le prestazioni di assistenza sanitaria in favore degli iscritti alla Gestione assistenza magistrale e loro familiari assistibili”.

Tale Regolamento, nello specifico, è stato adottato tramite la pubblicazione delle precedente determinazione presidenziale n. 71 del 23 marzo 2017 e, con il messaggio in oggetto, l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha elencato quelle che sono le principali modifiche che sono state apportate di recente al Regolamento in questione, spiegando quelle che sono le motivazioni che hanno portato all’adozione delle medesime.

A tal proposito, dunque, ecco qui di seguito tutte le modifiche che sono state apportate da parte dell’INPS al Regolamento per le prestazioni di assistenza sanitaria che vengono riconosciute nei confronti dei soggetti che sono iscritti alla Gestione assistenza magistrale, nonché ai loro familiari assistibili:

  • sono state riviste le regole di concessione della prestazione di Assistenza sanitaria ENAM, andando a:
    • modificare alcuni parametri economici in merito all’incremento delle percentuali di rimborso e all’abbassamento delle franchigie stabilite per le singole fasce di ISEE;
    • semplificare quello che è il relativo procedimento al fine di beneficiare della prestazione in oggetto, introducendo per tutte le casistiche l’allegazione della documentazione in formato digitale;
  • è stata eliminata la possibilità di presentare una domanda congiunta da parte di più soggetti che sono iscritti alla Gestione assistenza magistrale e che appartengono allo stesso nucleo familiare;
  • è stata eliminata la vivenza a carico del coniuge del soggetto iscritto alla Gestione assistenza magistrale al momento del decesso di quest’ultimo, quale condizioni di assistibilità prevista dal precedente Regolamento vigente in materia;
  • è stata soppressa la maggiorazione del 10% del rimborso in caso di spese che vengono sostenute per aver effettuato dei gravi interventi chirurgici oppure a causa di malattie gravi o rare, dal momento che questi ultimi risultavano avere una bassa incidenza percentuale sul totale dei rimborsi garantiti;
  • sono state introdotte altre tipologie di rimborso per via della più ampia diffusione di alcune patologie, nonché a causa delle variazioni che hanno subito le esigenze dell’attuale contesto sanitario, ossia l’erogazione di un rimborso delle spese sanitarie, fino al limite massimo di importo pari a 5.000 euro per ogni soggetto iscritto alla Gestione assistenza magistrale, in caso di acquisto di:
    • presìdi antidecubito;
    • letti ortopedici;
    • parrucche post chemioterapia;
  • è stato introdotto l’obbligo di presentazione della DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica), ai fini della determinazione del modello ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), entro la data in cui viene presentata la domanda.

Certificato di malattia retroattivo: cos’è, a cosa serve e quali tempistiche rispettare

Il certificato medico di malattia retroattivo è un documento che attesta lo stato di salute passato del lavoratore. Nel momento in cui un dipendente deve assentarsi dal lavoro per malattia, capita spesso, che si corra letteralmente contro il tempo per avere tutti i certificati e la documentazione necessaria.

Tra i vari casi, c’è proprio la necessità di doversi dotare di un certificato retroattivo. Un documento cruciale in tutte quelle circostanze in cui sia necessario giustificare un’assenza precedente.

Cos’è e a cosa serve il certificato di malattia retroattivo

Il certificato medico di malattia retroattivo è un particolare documento che si usa per attestare uno stato di salute in un periodo precedente alla sua emissione. Le informazioni principali e le regole da seguire sono state spiegate dall’INPS nella circolare n 157/96.

La sua ratio è giustificare un’assenza dal lavoro, avvenuta per malattia, in date precedenti. Il documento viene richiesto in situazioni specifiche, ovvero nel momento in cui non è stato possibile, per diverse ragioni, procurarsi un certificato medico al momento dell’insorgenza della malattia.

Si distingue dal certificato di malattia standard per diversi motivi. Prima di tutto, è differente la stessa formula utilizzata nel documento. Il certificato standard riporta lo stato di salute rilevato dal medico nel giorno della visita; invece, quello retroattivo contiene una sorta di dichiarazione.

È proprio questa formulazione ad è essere cruciale: non va ad attestare quanto rilevato dal medico, bensì quanto dichiarato dal paziente.

La seconda differenza sostanziale tra i due certificati riguarda proprio la validità degli stessi ai fini dell’indennità di malattia. Quello standard riconosce l’indennità a partire dal giorno di rilascio del certificato, mentre quello retroattivo prevede alcune limitazioni.

Quali tempistiche rispettare per presentare il certificato retroattivo

Un fattore anch’esso cruciale per la retroattività dei certificati medici riguarda le stesse tempistiche di emissione. Proprio qui ci ricolleghiamo alle limitazioni di cui sopra.

Il certificato ha effetto retroattivo solo di un giorno dalla data del rilascio. Ciò vuol dire che la visita domiciliare da parte del medico può estendersi solo al giorno precedente.

Il lavoratore deve prestare molta attenzione alle suddette limitazioni, in quanto non può pretendere di ottenere un certificato che copra tutti i giorni precedenti. Un aspetto fondamentale perché i giorni non coperti da certificato possono essere tranquillamente considerati come assenza ingiustificata.

Inoltre, la retrodatazione ha valore solo per i giorni feriali. Quindi, nei giorni festivi e prefestivi occorre rivolgersi al medico Continuità assistenziale o al pronto soccorso per il rilascio del certificato di malattia.

Sanzioni per uso improprio del certificato medico

Si badi bene che il certificato retroattivo non può essere sempre richiesto, ma occorrono valide motivazioni.

Quali sono le motivazioni alla base della richiesta?

  • Il medico non ha potuto effettuare la visita domiciliare lo stesso giorno della richiesta;
  • La gravità della condizione del paziente che ha impedito di contattare immediatamente il medico;
  • L’insorgenza della malattia in orari in cui era impossibile contattare il medico.

La legge prevede conseguenze molto salate per uso improprio del certificato medico retroattivo.
Intanto, la contribuzione che era stata pagata diventa una corrispondente copertura contributiva per effetto del disconoscimento di compensazione. Parliamo di un ammanco contributivo e, per questo, l’INPS potrebbe applicare sanzioni civili.

Anche lo stesso datore di lavoro deve prestare particolare attenzione. Prendiamo, per esempio, un datore di lavoro che ha pagato giornate di malattia del giorno prima della visita. L’Istituto può chiedere anche la copertura assicurativa di quelle giornate di assenza. Ovviamente, parliamo sempre dei casi in cui il certificato sia stato utilizzato impropriamente e senza le motivazioni di cui abbiamo parlato.

Ex dipendenti Alitalia: via libera all’esonero contributivo per le assunzioni

Ex dipendenti Alitalia: con la pubblicazione del messaggio n. 3172 del 26 settembre 2024 l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha fornito le istruzioni operative e le istruzioni contabili per ciò che concerne il rilascio del modulo di domanda relativo all’esonero contributivo per le assunzioni di lavoratori dipendenti che in precedenza prestano la propria attività lavorativa presso Alitalia – Società aerea italiana S.p.A. e Alitalia Cityliner S.p.A.

Il suddetto messaggio INPS, in particolare, che è stato redatto dalla Direzione Centrale Entrate, dalla Direzione Centrale Tecnologia, Informatica e Innovazione, e dalla Direzione Centrale Bilanci, Contabilità e Servizi Fiscali, fa riferimento alle seguenti disposizioni legislative:

  • l’art. 12, comma 6, del decreto legge n. 104 del 10 agosto 2023, recante “Disposizioni urgenti a tutela degli utenti, in materia di attività economiche e finanziarie e investimenti strategici”, il quale è stato pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 186 del 10 agosto 2023, ed il quale è stato successivamente convertito, con modificazioni, dalla legge n. 136 del 9 ottobre 2023;
  • il regolamento della Commissione UE (regime generale) n. 1407/2013;
  • il regolamento della Commissione UE (settore agricolo) n. 1408/2013;
  • il regolamento della Commissione UE (settore della pesca e dell’acquacoltura) n. 717/2014;
  • gli artt. 107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea agli aiuti de minimis.

Il messaggio in oggetto, inoltre, si riferisce anche a quanto è stato disposto sempre da parte dell’Istituto stesso tramite la pubblicazione della circolare n. 47 del 22 marzo 2024, recante “Articolo 12, comma 6, del decreto-legge 10 agosto 2023, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 ottobre 2023, n. 136. Esonero contributivo per le assunzioni con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato di ex lavoratori dipendenti di Alitalia – Società aerea italiana S.p.A. e di Alitalia Cityliner S.p.A., effettuate dal 1° gennaio 2024 al 31 ottobre 2024. Prime indicazioni operative”.

Ex dipendenti Alitalia: le istruzioni INPS per richiedere l’esonero contributivo per le assunzioni

Come abbiamo già accennato anche durante il corso del precedente paragrafo, in aggiunta a quanto è stato comunicato dalla sopra citata circolare n. 47 del 2024, l’INPS ha specificato che è disponibile il modulo di domanda online denominato ALI24 all’interno del proprio sito web ufficiale.

Nello specifico, si può accedere al sopra citato modulo di istanza che serve per richiedere l’esonero contributivo in oggetto seguendo il seguente percorso: “Portale delle Agevolazioni (ex DiResCo) > Imprese e Liberi Professionisti > Esplora Imprese e Liberi Professionisti > Strumenti > Vedi tutti”.

Pertanto, al fine di poter beneficiare dell’esonero contributivo che è previsto nel caso in cui siano state effettuato oppure saranno effettuate nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2024 e il 31 ottobre 2024 delle nuove assunzioni di lavoratori dipendenti ex Alitalia, i datori di lavoro interessati dovranno effettuare l’autenticazione mediante l’utilizzo delle proprie credenziali e dovranno trasmettere le seguenti informazioni tramite l’apposito modello di domanda “ALI24” sopra richiamato:

  • l’indicazione del lavoratore assunto;
  • il codice della comunicazione obbligatoria relativa al rapporto di lavoro instaurato;
  • l’importo della retribuzione mensile media, comprensiva dei ratei di tredicesima e di quattordicesima mensilità;
  • l’indicazione della percentuale di riduzione dell’orario di lavoro in caso di rapporto di lavoro a tempo parziale;
  • la misura dell’aliquota contributiva datoriale oggetto dello sgravio.

Una volta che gli è giunta la richiesta completa di tutti i dati sopra citati, poi, l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale svolge le seguenti attività:

  • le attività di verifica dell’esistenza del rapporto mediante la consultazione della banca dati delle comunicazioni obbligatorie;
  • le attività di calcolo l’importo dell’incentivo spettante in base all’aliquota contributiva datoriale indicata;
  • le attività di verifica della sussistenza della copertura finanziaria per l’esonero richiesto;
  • le attività di consultazione del Registro Nazionale degli aiuti di Stato per verificare che per quel datore di lavoro vi sia la possibilità di riconoscere l’agevolazione richiesta.

Accertamento sanitario INPS: nuove funzioni per la gestione delle richieste

Accertamento sanitario INPS: con la pubblicazione del messaggio n. 3138 del 24 settembre 2024 l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha comunicato di aver rilasciato delle nuove funzionalità e di averle implementate all’interno della procedura relativa alla gestione delle richieste di accertamento sanitario per i dipendenti pubblici.

Il suddetto messaggio INPS, in particolare, che è stato redatto dalla Direzione centrale Salute e Prestazioni di disabilità, dalla Direzione Centrale Tecnologia, Informatica e Innovazione, e dal Coordinamento Generale Medico Legale, fa riferimento alle disposizioni legislative che sono contenute all’interno dell’art. 45, commi 3 bis e 3 ter, del decreto legge n. 73 del 21 giugno 2022, recante “Misure urgenti in materia di semplificazioni fiscali e di rilascio del nulla osta al lavoro, Tesoreria dello Stato e ulteriori disposizioni finanziarie e sociali”.

Tale decreto, nello specifico, è stato pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 143 del 21 giugno 2022, ed è stato successivamente convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 4 agosto 2022.

Il messaggio in oggetto, inoltre, si riferisce anche a quanto è stato disposto in precedenza sempre da parte dell’Istituto stesso tramite la pubblicazione all’interno del proprio sito web ufficiale dei seguenti messaggi:

  • il messaggio n. 1834 del 18 maggio 2023;
  • il messaggio n. 2064 del 1° giugno 2023;
  • il messaggio n. 3243 del 18 settembre 2023;
  • il messaggio n. 1643 del 29 aprile 2024;
  • il messaggio n. 2343 del 24 giugno 2024.

Accertamento sanitario INPS: ecco quali sono le ulteriori funzionalità implementate dall’Istituto

Come abbiamo già accennato anche durante il corso del precedente paragrafo, facendo seguito ed in base a quanto è stato comunicato dai sopra citati messaggi dell’INPS, l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha specificato di aver messo a disposizione delle nuove funzionalità per ciò che concerne le richieste di accertamento sanitario per dipendenti pubblici.

In particolare, l’Istituto ha comunicato di aver implementato le seguenti nuove funzionalità che permettono alle Amministrazioni e agli Enti datori di lavoro di migliorare la gestione delle attività e di presentare le domande di accertamento sanitario in maniera più semplice e veloce, ovvero:

  • il servizio online denominato Istanza di Aggravamento, il quale permette di trasmettere la domanda di aggravamento per:
    • causa di servizio;
    • pensioni di guerra dirette;
    • assegni annessi alle decorazioni al valore militare;
    • reversibilità e assegni accessori dei familiari dei deportati KZ;
    • reversibilità degli assegni di benemerenza ai perseguitati politici, antifascisti e razziali;
  • il servizio online denominato Istanza di Interdipendenza, il quale permette di trasmettere la domanda di interdipendenza per:
    • causa di servizio;
    • pensioni di guerra dirette;
  • la compilazione del campo Periodo di comporto definito dal CCNL, la quale diventa facoltativa per la prima istanza, l’istanza di aggravamento e l’istanza di interdipendenza per causa di servizio;
  • il sistema ricorda l’eventuale Data prevista di revisione nel momento in cui si procede con la trasmissione della domanda;
  • una nuova sottosezione denominata Contatti della CMV, la quale è visibile all’interno del “Dettaglio domanda”;
  • una modifica della frase che può vedere l’utente nel caso in cui il sistema non rileva domande in “stato chiusa” a cui agganciare la rivedibilità o l’aggravamento selezionato;
  • la compilazione del campo Residuo giorni di malattia nel periodo di comporto, la quale diventa facoltativa per la prima istanza, l’istanza di aggravamento e l’istanza di interdipendenza per causa di servizio.

A tal proposito, infine, l’INPS ha comunicato di aver messo a disposizione uno specifico manuale aggiornato, disponibile sul sito web dell’Istituto stesso nella sezione “Richiesta di accertamento sanitario per dipendenti pubblici”, previa autenticazione tramite l’utilizzo delle proprie credenziali digitali SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) almeno di livello 2, CIE (Carta di Identità Elettronica) 3.0, CNS (Carta Nazionale dei Servizi) o eIDAS (electronic IDentification, Authentication and trust Services).

Concorso INPS medici 2024, i posti in palio sono 1069: requisiti e domande

Buone notizie per i medici di tutta Italia in cerca di lavoro: è stato indetto un nuovo concorso dall’INPS 2024 per il reclutamento complessivo di 1069 unità.

I vincitori saranno assunti con contratto di lavoro a tempo indeterminato e pieno presso le sedi disponibili di tutta la Penisola.

Manca circa un mese alla scadenza dei termini per la presentazione delle domande e, quindi, è tempo di conoscere tutte le informazioni sul concorso: dai requisiti di partecipazione, alle prove da sostenere e fino alla presentazione delle domande.

Nuovo concorso INPS 2024 per il reclutamento di 1069 medici

È stato pubblicato un nuovo bando di concorso dell’INPS 2024 per il reclutamento di più di 1000 unità di professionisti medici di prima fascia. I posti bandi sono 1069 e saranno distribuiti presso le seguenti sedi:

  • Abruzzo: 28 posti;
  • Basilicata: 11 posti;
  • Calabria: 55 posti;
  • Campania: 57 posti;
  • Emilia Romagna: 79 posti;
  • Friuli Venezia Giulia: 19 posti;
  • Lazio: 31 posti;
  • Liguria: 26 posti;
  • Lombardia: 100 posti;
  • Marche: 27 posti;
  • Molise: 6 posti;
  • Piemonte: 79 posti;
  • Puglia: 95 posti;
  • Sardegna: 26 posti;
  • Sicilia: 102 posti;
  • Toscana: 57 posti;
  • Umbria: 20 posti;
  • Veneto: 64 posti;
  • Roma: 76 posti;
  • Milano: 43 posti;
  • Napoli: 68 posti.

Quali requisiti possedere per partecipare al concorso INPS 2024

Chi intende partecipare al concorso per medici indetto dall’INPS deve essere in possesso di requisiti generali e specifici.

Per quanto riguarda i requisiti generali, è opportuno soddisfare quanto segue:

  • Cittadinanza italiana o di uno dei Paesi membri dell’Unione Europea;
  • Avere la maggiore età;
  • Godimento dei diritti civili e politici;
  • Idoneità fisica allo svolgimento delle mansioni;
  • Non essere stato destituito, licenziato, decaduto o dispensato dall’impiego presso una PA;
  • Non avere condanne penali;
  • Conoscenza adeguata della lingua italiana, per i candidati stranieri.

I requisiti specifici sono i seguenti:

  • Diploma di laurea in medicina e chirurgia;
  • Diploma di specializzazione universitario o regolare iscrizione, per l’anno accademico 2023/2024, al penultimo o ultimo anno del corso di formazione specialistica in una delle aree mediche indicate nel bando di concorso;
  • Iscrizione all’albo dell’Ordine professionale dei medici chirurghi.

Prove selettive concorso medici

Qualora le domande pervenute fossero superiori a 3500, l’Istituto si riserva la facoltà di effettuare una preselezione dei candidati. La prova preselettiva consisterà in una serie di 50 quesiti a risposta multipla, da risolvere in un tempo massimo di 50 minuti.

I candidati saranno selezioni tramite la valutazione dei titoli e lo svolgimento di 2 prove d’esame: scritto e orale.

La prova scritta consisterà nella soluzione di quesiti a risposta multipla sulle seguenti materie:

  • Clinica e patologia medica o chirurgica;
  • Legislazione sanitaria e sociale;
  • Deontologia professionale;
  • Elementi di medicina legale generale e delle assicurazioni sociali.

La prova orale, invece, ha l’obiettivo di valutare la preparazione, la professionalità e l’attitudine del candidato.

Una volta espletate entrambe le prove, la Commissione provvede all’elaborazione, per ciascuna sede, di due distinte graduatorie:

  • Per i medici già specializzati alla data di scadenza del bando;
  • Per i medici specializzandi alla medesima data.

Le graduatorie vengono redatte in base al punteggio complessivo ottenuto, sommando i voti riportati nelle prove e nella valutazione dei titoli.

Come presentare la domanda per partecipare al concorso INPS per 1069 medici

Gli interessati al concorso devono presentare la domanda entro il 4 novembre 2024, solo ed esclusivamente per via telematica, sul Portale di reclutamento InPA.

Al portale, ricordiamo che si accede previa autenticazione con le credenziali digitali: SPID, CIE, CNS o eIDAS. I candidati devono essere in possesso di un indirizzo di Posta elettronica certificata (PEC) personale.