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Tag: Ethereum

Per gli ETF spot su Ethereum sarebbe meglio esordire a dicembre, secondo molti esperti

Se al momento l’attenzione della criptosfera è concentrata su Bitcoin, c’è un’altra vicenda che continua a fare capolino nelle varie discussioni. Il riferimento è agli ETF spot su Ethereum, che attendono il beneplacito della Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti per fare il loro sbarco sul mercato.

Se sino a qualche settimana fa prevaleva un atteggiamento ottimistico, al loro riguardo, nel corso degli ultimi giorni sembra il pessimismo a prendere slancio. Tanto che ormai sono in molti a prevedere uno slittamento del lasciapassare della SEC, il quale potrebbe arrivare a dicembre.

Al tempo stesso, però, non sono pochi gli osservatori i quali sostengono che non tutto il male viene per nuocere. Nel caso degli ETF spot su Ethereum lo spostamento a dicembre della loro approvazione potrebbe infatti contribuire a preparare una solida pista di atterraggio, favorendo la riuscita dell’operazione.

Un ritardo provvidenziale

Le probabilità che emerga presto un ETF spot su Ethereum sembrano affievolirsi con il trascorrere del tempo. Alcuni noti esperti di innovazione finanziaria, però, avvertono che potrebbe trattarsi di un ritardo provvidenziale.

Il primo a rilasciare dichiarazioni in tal senso è stato Matt Hougan, CIO di Bitwise, su X, l’ex Twitter. Nella giornata di ieri ha infatti dichiarato: “Gli ETF Spot su Ethereum raccoglieranno più asset se verranno lanciati a dicembre invece che a maggio. TradFi ha bisogno di più tempo per digerire gli ETF Bitcoin.”

In pratica, secondo Hougan, in questo momento il mercato è concentrato sugli ETF spot su Bitcoin e, considerato che le risorse non sono infinite, difficilmente ci sarebbe spazio per una raccolta di eguale intensità da parte di fondi su ETH.

Da quando sono stati lanciati sul mercato statunitense il passato 11 gennaio, gli ETF Bitcoin hanno assorbito 12 miliardi di dollari. La stessa Bitwise ne gestisce uno che, al momento, detiene quasi 2 miliardi di dollari in BTC per conto dei clienti.

C’è un minore interesse per Ethereum tra i consulenti finanziari

Lo stesso Hougan ha ripetutamente sostenuto che c’è ancora ampio spazio per una maggiore adozione degli ETF Bitcoin da parte del mondo finanziario tradizionale. Mentre per quanto riguarda Ethereum, l’interesse dei consulenti finanziari sarebbe notevolmente inferiore.

A dimostrarlo è un recente sondaggio che è stato pubblicato proprio da Bitwise all’inizio del mese di gennaio. Leggendone i risultati spicca il fatto che in quel periodo il 71% dei consulenti finanziari intervistati preferiva BTC a Ethereum. Uno spostamento di opinione notevole, considerato che alla fine del 2022 le percentuali erano intorno al 50% a testa.

Una opinione che è sostanzialmente condivisa dagli analisti di Bloomberg. A testimoniarlo è quanto affermato all’inizio del mese da Eric Balchunas, secondo il quale gli ETF spot su Ethereum sarebbero di dimensioni molto più limitate rispetto a quelli basati sull’icona di Satoshi Nakamoto.

L’approvazione della SEC sembra al momento improbabile

Lo stesso Balchunas, supportato dal collega James Seyffart, ritiene che difficilmente gli Exchange Traded Funds su Ethereum riceveranno l’approvazione della SEC entro il 23 maggio. Proprio quella è la deadline che l’ente di regolamentazione dei mercati finanziari USA si è data per l’approvazione o il respingimento della prima ondata di richieste in tal senso.

A rendere improbabile l’approvazione è il fatto che la SEC non ha neanche iniziato la fase di audizione degli operatori interessati, come ricordato proprio da Siffart. Una ritrosia che potrebbe essere collegata ad alcuni punti ancora da chiarire sulla questione.

Tra i più delicati la possibilità che alcuni emittenti, a partire da Fidelity e Ark, potrebbero investire una parte del proprio fondo per lo staking su Ethereum. Occorre infatti sottolineare che lo stoccaggio dei token e le criptovalute Proof-of-Stake si trovano già all’attenzione della SEC.

A indicare le problematicità dello staking è anche James Butterfill, responsabile della ricerca presso CoinShares, secondo il quale una decisione della SEC sugli ETF potrebbe essere ritardata fino al terzo trimestre del 2024 o anche più tardi, proprio a causa dei problemi irrisolti sulla materia. Le sue parole sono abbastanza chiare, in merito: “Attualmente, sembra che l’incorporazione dello staking all’interno di un trust concessionario non sia fattibile”. Tanto da spingerlo a vaticinare che attendersi una decisione entro maggio potrebbe rivelarsi fonte di delusione.

Dencun è entrato in funzione, andiamo a vederne le conseguenze

L’aggiornamento Dencun era molto atteso dai sostenitori delle criptovalute, in particolare quelli che usano la Ethereum Virtual Machine per le proprie operazioni collegate alla finanza decentralizzata. Il motivo è in effetti comprensibile: con la sua implementazione, si dovrebbe verificare un aumento esponenziale in termini di efficienza e, soprattutto, un sensibile calo dei costi associati alle transazioni che avvengono sulle soluzioni layer 2 che operano al suo interno.

Naturalmente, la sua effettiva riuscita, arrivata nella giornata di mercoledì, ha spinto molti osservatori a porsi una precisa domanda: com’è andato realmente l’aggiornamento? A dirlo devono naturalmente essere i risultati. I quali, a quanto sembra, sono assolutamente all’altezza delle aspettative.

Com’è andato l’aggiornamento Dencun?

C’era grande attesa per l’aggiornamento Dencun, grazie al quale è sbarcata sulla Ethereum Virtual Machine l’attesa funzione di protodanksharding, nata due anni fa da ETHDenver. Grazie a questa innovazione, i rollup sono ora in grado di consentire l’inclusione di grandi lotti di dati delle transazioni (“blob”) su un nodo beacon. Tali blob, a loro volta, pur essendo temporaneamente memorizzati, non saranno oggetto di elaborazione sulla EVM, ma saranno rimossi in un periodo oscillante tra uno e tre mesi.

Il processo congegnato in tal modo, è destinato a tradursi in una significativa riduzione dei costi collegati all’archiviazione dei dati sulla blockchain. Una riduzione che si tramuterà in un abbattimento delle commissioni di transazione.

Se queste erano le premesse, molti nelle ore successive all’aggiornamento di sono chiesti se la realizzazione pratica si sia rivelata all’altezza delle attese. La risposta è stata data da un tracker, quello dell’analista Marcov basato su Dune. Una risposta che in effetti non sembra lasciare molti dubbi, al proposito.

I costi sono stati realmente abbattuti

Il costo medio delle transazioni sulla blockchain di Optimism è calato ad appena 4 centesimi. Per capire quanto accaduto, occorre paragonare il dato a quello pre-Dencun, quando si attestava a ad una media pari a 1,4 dollari.

Se si prende come riferimento invece il costo della commissione media su Base, la soluzione layer 2 di Coinbase, il dato si è attestato a circa tre centesimi. Un risultato quindi ancora più significativo, considerato come prima fosse di un dollaro e mezzo. E, ancora, è scesa a 40 centesimi la commissione media di transazione di Arbitrum, come del resto sono calate quelle di Zora e zkSync.

Si tratta di dati di grande rilievo, soprattutto perché destinati a incidere su un settore il quale è considerato fondamentale per il futuro dell’innovazione finanziaria, ovvero la Decentralized Finance (DeFi).

Cosa è mutato, rispetto a prima

La novità introdotta da Dencun è quella dei Binary Large Objects (BLOB), destinati a conglobare blocchi di grandi dimensioni e allegarli alle normali transazioni. I blob, in particolare, una volta archiviati i dati all’esterno della catena, diventano inaccessibili. Una differenza significativa rispetto ai dati sulle chiamate, i quali sono archiviati in maniera permanente sulla blockchain. Soprattutto in termini di costi.

Proprio ai blob possono ora fare riferimento le soluzioni basate su rollup di livello 2, una categoria che raggruppa aziende in grande spolvero, come Arbitrum, Optimism e zkSync. Sono i rollup a calcolare le transazioni al di fuori della catena principale di Ethereum, prima di raggrupparne un gran numero in una sola e inviarla al livello principale.

Stando alle previsioni che circolano, il nuovo meccanismo instaurato avrà come risultato un abbattimento del 90% dei costi di transazione, sui protocolli layer 2. In particolare, un blob di dimensioni analoghe a 125 kb di dati delle chiamate, che costano circa 238 dollari, ridurrà l’importo necessario a poco meno di 4 dollari. Dati i quali fanno ampiamente capire i motivi della grande attesa per Dencun, che può essere considerato un evento fondamentale nella storia della EVM.

Ethereum sopra i 4mila dollari per la prima volta dal 2021

Non c’è soltanto Bitcoin all’offensiva, sul mercato delle criptovalute. Il prezzo di Ethereum, infatti, proprio nella giornata di ieri ha superato i 4mila dollari, toccando una quota che non si verificava dal 2021. Una tendenza che conferma le previsioni formulate da molti analisti in occasione dell’implementazione dell’aggiornamento Dencun. Un aggiornamento reputato fondamentale nell’ottica di aiutare la Ethereum Virtual Machine a conservare e consolidare la sua posizione centrale nell’ambito della finanza decentralizzata (DeFi).

Ethereum: cosa sta accadendo

Il mercato rialzista delle criptovalute ha esercitato la sua attrazione anche nei confronti del prezzo di Ethereum. La grande rivale di Bitcoin, infatti, ha varcato la soglia dei 4mila dollari, prima di ripiegare, conservando comunque un valore superiore ai 3900.

Il tutto mentre BTC ha addirittura conseguito un nuovo picco storico, oltrepassando la soglia del 70mila dollari, almeno stando ai dati diffusi da Coinbase. Un evento di sapore simbolico il quale sembra confermare la sensazione dell’avvenuta fine del crypto winter.

La crescita generalizzata del mercato sta avvantaggiando molti token, in particolare le meme coin e le valute virtuali basate sull’intelligenza artificiale. Oltre a facilitare i debutti dei nuovi progetti, i quali possono contare sull’ottimismo degli investitori. I trader, in questo particolare ambito, stanno premiando non solo le nuove meme, a partire da Bonk, ma anche i protocolli layer 2 che si propongono di facilitare la finanza decentralizzata.

Un trend in fase di rafforzamento

ETH è stato scambiato sopra i 3.900 dollari sin dalle prime ore del mattino di venerdì, prima di raggiungere esattamente i 4mila dollari, mettendo a segno un aumento del 4,20% nelle ultime 24 ore, sempre su Coinbase e retrocedere a 3.943 dollari.

Occorre comunque sottolineare come quest’ultima impennata ha avuto inizio in concomitanza con l’inizio di febbraio. Dai 2.300 dollari che valeva in quel momento, sono bastate tre settimane per infrangere la soglia psicologica dei 3mila dollari.

Se il traguardo dei 4mila dollari è da salutare con grande entusiasmo, da parte dei mercati, va anche rilevato come a differenza di Bitcoin il massimo storico sia ancora abbastanza lontano. Il 15 novembre del 2021, infatti, la creazione di Vitalik Buterin aveva raggiunto i 4.891 dollari dollari. Al momento, quindi, si trova al 20% in meno rispetto al suo picco storico.

Quali i motivi di questa nuova crescita di Ethereum?

Nel corso degli ultimi due anni, Ethereum ha dato vita ad una intensa trasformazione tecnologica. Il primo atto in tal senso è stato il Merge, con l’adozione di un meccanismo di consenso Proof-of-Stake al posto dell’originario Proof-of-Work. L’evento, avvenuto nel settembre del 2022, ha immerso la EVM nello staking, ponendo le basi per maggiori livelli di sicurezza e transazioni più veloci e convenienti.

L’altro evento che, secondo gli analisti, sta trascinando il prezzo di Ethereum, è l’aggiornamento Dencun. Annunciato il primo giorno del mese, avverrà il 13 marzo e traghetterà la blockchain nel proto-danksharding (EIP-4844). Ovvero quella che è considerata un’innovazione fondamentale nell’ottica di riuscire a conseguire un deciso miglioramento in termini di scalabilità. A renderlo possibile la possibilità conferita ai rollup di includere grandi lotti di dati delle transazioni (“blob”) su un nodo beacon.

Una volta che sarà completato, l’aggiornamento ridurrà i tempi e i costi delle transazioni sulle reti scalabili di Ethereum. Un evento che è stato salutato con grande entusiasmo dai trader, i quali hanno vi hanno ravvisato le basi per un futuro sempre più radioso del protocollo.

Il tutto in attesa che la SEC decida sugli ETF proposti da BlackRock. Grayscale, VanEck e Franklin Templeton. La decisione al proposito è stata rinviata lunedì e ancora non è chiaro quando il nodo sarà sciolto. Nel passato mese di gennaio, Standard Chartered aveva previsto che gli ETF spot sull’Ethereum avrebbero spinto il prezzo dell’ETH a 4mila dollari. Non ce n’è stato bisogno, ma proprio questo dimostra la forza dell’azienda, il cui valore di mercato è ora pari a oltre 471 miliardi di dollari.

Dencun: annunciata la data dell’aggiornamento più atteso di Ethereum

La Fondazione Ethereum ha annunciato che l’aggiornamento della rete Dencun è stato implementato con successo su tutte le testnet. L’attesa funzione di protodanksharding, nata due anni fa da ETHDenver, è finalmente pronta ad entrare in funzione sulla mainnet di Ethereum. L’attivazione dell’aggiornamento è prevista per il 13 marzo all’epoca 269568, corrispondente alle 13:55 UTC o alle 8:55 ET.

Naturalmente l’annuncio è stato accolto con grande interesse, proprio in considerazione del fatto che, almeno stando alle attese, si tratta di una pietra miliare nella vita della seconda blockchain più importante, dopo quella di Bitcoin.

Dencun, l’aggiornamento della rete Ethereum avrà luogo il 13 marzo

È quindi il 13 marzo il giorno tanto atteso per Dencun. Il lancio sulla mainnet avviene dopo le prove condotte sulla testnet Holešky e a quelli precedenti che avevano interessato le testnet Goerli e Sepolia.

L’importanza dell’evento è derivante dal fatto che gran parte degli aggiornamenti che hanno interessato la Ethereum Virtual Machine sono stati hard fork concentrati su parti specifiche della stessa.

Stavolta, l’aggiornamento teso a risolvere i problemi di scalabilità, efficienza e sicurezza della EVM rappresenta qualcosa di più. L’aggiornamento di Ethereum Cancun-Deneb, noto anche come Dencun, si incarica infatti di andare a migliorare la capacità di trasmissione e ridurre i costi delle transazioni. A trarne il maggior vantaggio saranno le tante catene layer 2 della rete.

La Fondazione Ethereum, nello stesso comunicato, ha ricordato agli staker che, al fine di assicurare un funzionamento regolare dopo l’aggiornamento, si consiglia di aggiornare i nodi beacon e i client validatori.

Dencun: perché è così importante?

L’aggiornamento in questione fonda la sua importanza sull’introduzione del proto-danksharding (EIP-4844). Ovvero quella che è considerata un’innovazione chiave al fine di conseguire un deciso miglioramento in termini di scalabilità di Ethereum, permettendo ai rollup l’inclusione di grandi lotti di dati delle transazioni (“blob”) su un nodo beacon.

I blob in questione, pur essendo temporaneamente memorizzati, non saranno elaborati dalla EVM, venendo poi rimossi del tutto in un arco temporale che va da uno a tre mesi. Il processo ideato si traduce in una significativa riduzione dei costi collegati all’archiviazione dei dati sulla blockchain, con conseguente abbattimento delle commissioni di transazione.

Gli aggiornamenti di Cancun e Dencun andranno a completarsi a vicenda: mentre Cancun si incaricherà di migliorare il livello di esecuzione di Ethereum, Deneb riserverà le sue cure al livello di consenso.

Oltre al Proto-danksharding, l’aggiornamento Cancun-Deneb (Dencun) andrà a comprendere anche diverse proposte di miglioramento di Ethereum (EIP). Ognuna di esse è naturalmente stata stilata con il preciso obiettivo di innalzare la capacità della rete.

Con l’aggiornamento Dencun, in particolare, gli sviluppatori si propongono di ottimizzare il livello di esecuzione della EVM. Si tratta di un passo propedeutico all’implementazione di uno sharding completo dei dati nella rete. Tanto da poter essere indicato come parte fondamentale della strategia di sviluppo tecnico a lungo termine di Ethereum.

Come reagiranno i mercati?

Naturalmente, molti osservatori si chiedono quali potranno essere le reazioni dei mercati di fronte all’aggiornamento Dencun. Solitamente gli investitori reagiscono positivamente a queste innovazioni e, di conseguenza, per Ethereum dovrebbe essere la stessa cosa.

I suoi effetti sulla quotazione della grande rivale di Bitcoin potrebbero quindi innescare un vero e proprio rally del prezzo di Ether. Anche perché si andrebbero a saldare all’attesa per la decisione della Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti, a proposito di un ETF sul token.

A proposito di questo ETF, secondo alcuni osservatori è però improbabile che l’autorità di controllo dei mercati finanziari statunitensi decida realmente nel prossimo maggio, come sperato da molti. In particolare, gli analisti di JPMorgan ritengono che le possibilità di approvazione a maggio siano nell’ordine del 50%. Intanto, però, l’attesa sta sospingendo il prezzo di Ether e potrebbe continuare a farlo per alcune settimane.

Gli investitori istituzionali preferiscono Ethereum a Bitcoin: per quale motivo?

Anche in questi giorni le cronache e le discussioni sul mondo delle criptovalute vedono un assoluto predominio di Bitcoin. La regina delle criptovalute è ormai da anni un punto di riferimento ineludibile quando si parla di asset virtuali. Gli eventi di cui è stata al centro nel corso degli ultimi mesi hanno rafforzato questo predominio sul resto del settore. E con l’approssimarsi del quarto halving la tendenza è destinata a proseguire ancora per molto.

Sorprendentemente, però, c’è una graduatoria in cui BTC deve lasciare il passo al suo grande avversario, Ethereum. È proprio la creatura di Vitalik Buterin, infatti, ad attrarre il maggior numero di capitali istituzionali. Un primato il quale è ormai datato, ma che è proseguito anche nel corso degli ultimi giorni, nonostante il rally di cui è stato protagonista Bitcoin, capace di infrangere, anche se soltanto temporaneamente, la barriera dei 64mila dollari.

Ethereum attrae gli investitori istituzionali più di Bitcoin

Ethereum attrae maggiori capitali istituzionali rispetto a Bitcoin. A mettere nero su bianco questo dato apparentemente sorprendente è un rapporto pubblicato dagli analisti di Bybit, un noto scambio di criptovalute.

Il documento ha messo al centro della sua analisi i movimenti che sono stati effettuati sulla Ethereum Virtual Machine nel lasso di tempo racchiuso tra il luglio del 2023 e il gennaio di quest’anno. In questo semestre, appunto, la principale opzione degli investitori istituzionali è risultata Ethereum.

Secondo lo studio di Bybit, lo spostamento dei capitali in direzione della EVM ha iniziato a manifestarsi già nel mese di settembre dello scorso anno. Un trend che si è via via consolidato sino a fare di ETH la maggiore valuta virtuale detenuta dalle istituzioni sull’exchange.

A facilitare il compito della più grande tra le Altcoin è stato un trend concomitante, quello che ha visto scemare l’interesse degli investitori istituzionali nei confronti di BTC. Una tendenza che ha iniziato a manifestarsi in concomitanza con l’approvazione da parte della Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti nei confronti degli ETF spot su Bitcoin.

Alla base della crescita di interesse verso Ethereum c’è Dencun

Il rapporto di Bybit, inoltre, afferma che alla base del grande interesse per Ethereum ci sarebbero le aspettative generate dall’approssimarsi di Dencun. Si tratta dell’aggiornamento previsto per questo mese, al quale è stato demandato il compito di risolvere in via pressoché definitiva due notevoli problemi della Ethereum Virtual Machine, la scarsa scalabilità e capacità di elaborazione, e i costi ancora troppo elevati delle transazioni che avvengono al suo interno.

Minore, invece, secondo gli analisti di Bybit, dovrebbe essere l’impatto sul comportamento degli investitori istituzionali delle voci sull’ETF spot su Ether. In effetti le indiscrezioni al riguardo circolano ormai da mesi, ma non sembrano avere riflessi importanti come quelli derivanti dall’approssimarsi di Dencun.

Proprio la risoluzione dei problemi menzionati, infatti, dovrebbe consentire alla creazione di Vitalik Buterin di rafforzare la propria centralità in ambito DeFi (Decentralized Finance). La maggior parte dei progetti che fanno riferimento al settore della finanza decentralizzata, infatti, girano sulla EVM. Nel corso degli ultimi anni, però, sono state varate soluzioni che potrebbero cercare di scalzarla dalla sua posizione di forza. A partire da Solana, del resto in grande spolvero negli ultimi mesi. Il rafforzamento in termini di scalabilità e convenienza servirà a Ethereum proprio per allontanare la minaccia. Un rafforzamento che è stato evidentemente gradito dagli investitori istituzionali.

Meno forte, invece, sembra essere per il momento l’impatto della prevista approvazione dell’ETF spot. Un evento il quale, peraltro, non sembra più tanto sicuro, perlomeno nelle tempistiche di cui si parlava. Se molti osservatori avevano indicato il prossimo maggio per l’approvazione della SEC, secondo gli analisti di JPMorgan sono soltanto al 50% le probabilità che avvenga realmente.

ETF spot Ethereum, la SEC apre ai commenti pubblici. Cosa sta accadendo?

La Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti ha deciso di rinviare l’attesa decisione sull’approvazione o meno di un ETF spot su Ethereum. La domanda in questione è stata presentata da Grayscale Investments e anche in questo caso ha destato enorme aspettativa tra i trader interessati.

Nel farlo, la SEC ha deciso intanto di aprire la fase riservata ai commenti del pubblico. Chi è intenzionato a farlo, quindi, potrà presentare le sue argomentazioni, dati e opinioni per iscritto. L’avviso dell’ente di vigilanza dei mercati finanziari degli Stati Uniti è stato pubblicato il passato 25 gennaio e, naturalmente, è stato oggetto di grande attenzione, considerata la rilevanza della questione.

ETF Ethereum spot: cosa sta accadendo, precisamente?

L’avviso pubblicato dalla SEC il 25 gennaio era stato largamente previsto dagli osservatori. In pratica la questione relativa all’ETF spot sulla seconda criptovaluta in termini di capitalizzazione di mercato sta ripercorrendo lo stesso cammino di quelli su Bitcoin.

La questione è stata originata nel passato mese di ottobre, quando Grayscale ha presentato alla SEC la richiesta di convertire le azioni del suo Grayscale Ethereum Trust in un ETF Ether spot. Naturalmente, in molti hanno associato la questione a quella relativa agli ETF spot su Bitcoin, approvati il passato 10 gennaio.

Il pronostico che continua a girare in queste ore è abbastanza consolidato e prevede l’approvazione da parte della SEC per il prossimo mese di maggio. Un pronostico il quale tiene in conto proprio i tempi che hanno contrassegnato l’approvazione dell’ETF spot su BTC.

Il rapporto di JPMorgan

La questione dell’ETF spot su Ethereum è stata affrontata di recente anche dagli analisti della banca d’affari JPMorgan. Il risultato del loro lavoro si è concretizzato in un rapporto in cui il giudizio è rimasto praticamente in sospeso. Secondo loro, infatti, le probabilità di un’approvazione da parte della SEC sono intorno al 50%.

È stato il Managing Director di JPMorgan, Nikolaos Panigirtzoglou, ad affermare al proposito che la SEC starebbe mantenendo la sua posizione originaria sulle criptovalute. In pratica, secondo l’autorità di vigilanza, solo Bitcoin sarebbe da considerare tale, mentre tutte le altre sarebbero titoli non registrati.

Un giudizio che ha spinto qualcuno a riconsiderare le parole di Gary Gensler in occasione della recente approvazione dell’ETF spot su Bitcoin: “Quello che abbiamo fatto questa settimana, è stato approvare un prodotto spot su questo asset chiamato Bitcoin, che non è un titolo, ma una commodity, così come in passato abbiamo avuto prodotti spot basati su oro e argento.”

Un no all’ETF spot Ethereum sarebbe contraddittorio

Se quelli di JPMorgan non si sbilanciano più di tanto, più positivo è però l’atteggiamento degli esperti ETF di Bloomberg. Secondo James Seyffart ed Eric Balchunas, gli ETF Spot su ETH hanno il 70% di possibilità di essere approvati entro maggio.

In particolare, secondo Seyffart la SEC ha implicitamente accettato gli ETF Futures su Ethereum come dei Futures su materie prime. Nel caso in cui definisse Ethereum alla stregua di titolo, l’autorità non andrebbe solo contro l’industria delle criptovalute, ma anche contro la CFTC. Proprio per questo motivo, non si dovrebbero avere sorprese negative sugli ETF spot riservati a Ethereum.

Un giudizio a supporto del quale è poi sopraggiunto Balchunas. Proprio lui, infatti, ha affermato che stando ad informazioni da lui ricevute, i lavori dietro le quinte sembrano preludere ad una felice risoluzione della questione.

Occorre ricordare che oltre a Grayscale, anche altri giganti finanziari hanno deciso di impegnarsi negli ETF spot su Ethereum. A partire da BlackRock e Ark Investment. Quest’ultima, in particolare, ha dato vita ad una collaborazione con 21 Shares, sfociata nell’ARK 21Shares Ethereum ETF. Considerati gli interessi in gioco, non stupisce quindi l’attenzione dell’opinione pubblica verso la vicenda in atto.

Ethereum: come potrebbe andare nel 2024

Se nel corso degli ultimi mesi l’attenzione dell’opinione pubblica si è nuovamente concentrata su Bitcoin, c’è anche un altro progetto crypto che promette scintille nel corso del prossimo anno. Stiamo parlando di Ethereum, il grande rivale dell’icona attribuita a Satoshi Nakamoto, che è nel pieno di una serie di mutamenti estremamente importanti.

Se il Merge ha traghettato la blockchain di Vitalik Buterin verso il meccanismo di consenso Proof-of-Stake, per l’inizio del 2024 è atteso un nuovo aggiornamento considerato fondamentale da molti esperti. Stiamo parlando di Cancun/Deneb (Dencun), per effetto del quale sono attesi ulteriori miglioramenti in termini di scalabilità del sistema.

Un evento destinato naturalmente a riflettersi con forza sulla quotazione di ETH, che secondo alcuni potrebbe letteralmente schizzare alle stelle. Si tratta di previsioni realistiche? Proviamo a caprilo.

Ethereum: la previsione di JPMorgan

Ethereum avrà una performance migliore di Bitcoin nel corso del 2024. A lanciare questa mirabolante previsione non è il solito istrione alla ricerca di notorietà, ma Nikolaos Panigirtzoglou, analista di uno dei più grandi istituti bancari a livello globale, ovvero JPMorgan.

Secondo lui, a porre le basi per una grande crescita di Ethereum sarebbe Proto-Danksharding, uno dei corollari dell’aggiornamento Cancun/Deneb. Grazie alla sua implementazione, infatti, la blockchain si potrebbe avvalere dello sharding, ovvero la tecnica che consente l’elaborazione in parallelo delle transazioni.

Lo sharding utilizza grandi porzioni di dati note come blob al fine di migliorare il throughput delle transazioni. Un approccio di questo genere è in grado di rivelarsi fondamentale per i protocolli incentrati sul rollup layer 2, in quanto garantisce spazio dati aggiuntivo per i blob. In tal modo è possibile non solo evitare o attenuare lo stato di congestione della blockchain, ma anche ridurre i costi di transazione.

Grazie a questo ulteriore aggiornamento, quindi, Ethereum dovrebbe assumere un ruolo sempre più centrale in ambito DeFi. E, soprattutto, respingere gli assalti sempre più decisi dei cosiddetti Ethereum Killer, un novero di progetti che si propongono essenzialmente di prenderne il posto, a partire da Solana.

Ethereum: il 2024 si prospetta come un grande anno

Nikolaos Panigirtzoglou non è naturalmente il solo analista di spicco a credere in una grande crescita di Ethereum nel corso del prossimo anno. Anche Michaël van de Poppe ha espresso lo stesso convincimento in un recente post su X. Originato dal prevedibile effetto di trascinamento che il quarto halving di Bitcoin sembra destinato a produrre sull’intero settore.

Un effetto che dovrebbe spazzare via definitivamente il crypto winter dell’ultimo biennio e spingere molti investitori a tornare sul mercato. A giovarsene saranno naturalmente i progetti più noti, quindi anche ETH, che farà molto parlare di sé con l’aggiornamento in calendario.

L’unica domanda che sembra lecito porsi, a questo punto, è la seguente: Ethereum potrebbe realmente insidiare la supremazia di Bitcoin, nel corso del prossimi anno? Quella che sembrava un’eresia agli occhi degli evangelisti di BTC sembra in effetti prendere un aspetto sempre più concreto.

Una parte fondamentale del Web3

Al di là delle previsioni degli analisti, ci sono alcuni dati di fatto che andrebbero tenuti presenti se si intende fare previsioni fondate su Ethereum. Il primo dei quali è rappresentato proprio dal fatto di essere la base per la finanza decentralizzata.

Il suo ecosistema, infatti, è popolato da un gran numero di applicazioni decentralizzate. Una conseguenza della funzione rivestita dagli smart contract in questo ambito. Una presenza che si rafforza continuamente, in quanto chi intende lanciare progetti nella finanza decentralizzata difficilmente può ignorare Ethereum.

A differenza di Bitcoin, quindi, non siamo in presenza di un semplice sistema di pagamento, ma di una parte fondamentale del Web3. Ovvero di quella che è considerata la nuova frontiera di Internet, in cui la finanza decentralizzata potrà esaltare le proprie caratteristiche e proporsi ancora di più come alternativa a quella tradizionale.

Proprio per questo motivo la curiosità per il 2024 non è tanto sull’ipotesi che la quotazione di ETH possa crescere, quanto sul ritmo che assumerà tale crescita.

Etherscan: cos’è e a cosa serve

Capire la blockhain è importante, in particolare nel caso di Ethereum, che è al momento quella dominante per le applicazioni di finanza decentralizzata. Le interazioni che avvengono ogni giorno sulla rete creata da Vitalik Buterin possono rivelarsi in effetti preziose per chi fa trading di asset virtuali, fornendo indicazioni preziose in tal senso.

Lo strumento per avere informazioni su di essa è rappresentato da Etherscan, un blockchain explorer che permette ai suoi utenti di rintracciare dati su aspetti chiave come le transazioni, i blocchi, gli smart contract e molti altri dati on-chain. Il tutto senza dover pagare nulla. Non stupisce, quindi, la sua grande popolarità.

Etherscan: di cosa si tratta?

Etherscan è un block explorer che rende possibile ai suoi utenti la visualizzazione dei dati pubblici relativi alla rete di Ethereum. Basta inserire nella casella di ricerca un ID di transazione per avere una rapida panoramica di tutto ciò che lo riguarda. Nel caso non si abbia questo dato, si può facilmente rimediare tramite l’inserimento di uno dei due indirizzi di portafoglio coinvolti in una determinata transazione

Per poterne usufruire non è necessaria alcuna registrazione. Se, però, si desidera avere funzionalità aggiuntive da poter sfruttare per le proprie ricerche, è possibile creare il proprio account. In tal modo si possono avere data feed, notifiche sulle transazioni in arrivo e altro ancora.

Occorre al tempo stesso sottolineare che non è uno strumento di trading, bensì strutturato in modo da aiutare gli investitori ad avere le informazioni giuste per muoversi alla meglio sui mercati. Come tale va quindi interpretato, senza affidargli compiti che non gli sono propri.

Ad esempio, è possibile sapere tutto sugli airdrop in arrivo, e verificare la propria idoneità alla partecipazione, ma non certo chiedere a Etherscan di individuare quelli che possono essere una semplice truffa.

I vantaggi di usare Etherscan

Come abbiamo già sottolineato, Etherscan non è stato concepito come uno strumento di trading. Può però risultare estremamente prezioso per chi investe quotidianamente sui vari token. Il mercato criptovalutario, infatti, è caratterizzato da grande instabilità, addirittura più marcata di quella dei tradizionali mercati finanziari.

Basta in effetti una semplice notizia per provocare la clamorosa crescita o la rovinosa caduta di una quotazione. Inoltre, risponde a logiche ben precise. Ad esempio, anche nel suo caso sono i grandi investitori, le cosiddette “balene” (whale in inglese), a dettare legge coi loro movimenti. Sapere come si stanno muovendo queste balene può aiutare il piccolo trader ad anticipare la formazione di un trend e orientare il proprio investimento, assecondando la prevista direzionalità.

Così come può rivelarsi fondamentale sapere cosa stanno facendo coi propri token coloro che hanno fondato e lanciato un progetto. Se, ad esempio, stanno rivendendoli in grandi quantità, non è azzardato pensare che stiano imbastendo una vera e propria truffa e restarne al largo.

E, ancora, Etherscan può rivelarsi utilissimo per capire l’opportunità di investire su un token di cui si prevede una grande crescita o spacciato per il nuovo grande progetto del futuro. Utilizzando lo strumento è possibile infatti sapere un dato realmente importante come quello rappresentato dal numero delle transazioni. Se, infatti, le stesse sono poche e il mercato è poco liquido, si rischia di non poter più vendere il token in questione nel momento in cui si intende realizzare o evitare un bagno finanziario.

Conclusioni

Il mercato delle criptovalute è molto complesso e difficile da affrontare. Può rivelarsi meno pericoloso avendo molte notizie, quelle che consentono di capire le effettive dinamiche che lo caratterizzano, giorno dopo giorno.

Etherscan è uno strumento fondamentale, almeno per quanto riguarda la blockchain di Ethereum. Consente di avere un gran numero di dati fondamentali e con la massima semplicità. Il suo funzionamento è infatti simile a quello di Google Explorer: basta immettere i termini di ricerca nell’apposita casella per avere una panoramica completa.

Per poterlo utilizzare non occorre pagare e neanche effettuare una registrazione. Se, però, si vogliono avere strumenti più performanti e funzionalità aggiuntive, si può aprire il proprio account sul sito. Proprio per questo motivo Etherscan è estremamente popolare, anche se non è uno strumento di trading.

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