Skip to main content

Tag: donald trump

Elezioni Usa 2024, primarie repubblicane in New Hampshire: sfida scontata tra Trump e Haley

Dopo la schiacciante vittoria di Trump al caucus dell’Iowa, si avvicinano le primarie repubblicane in New Hampshire. Secondo il nuovo sondaggio, Donald Trump e Nikki Haley sono in parità, entrambi al 40 per cento, nelle primarie dello Stato.

Primarie repubblicane in New Hampshire: Trump e Haley pareggiano nel sondaggio

Il 23 gennaio 2024 si terranno le primarie in New Hampshire. I candidati repubblicani Donald Trump, Nikki Haley e Ron DeSantis affronteranno maltempo e neve per attirare gli elettori agli eventi. Questi tre candidati si sfideranno dopo la schiacciante vittoria dell’ex presidente degli Trump in Iowa, ottenendo oltre il 50 per cento dei voti.

Haley ha bisogno di una vittoria in questo stato dopo la sconfitta in Iowa. Nel primo caucus tenuto in Iowa, il governatore della Florida, Ron DeSantis, ha superato Haley, posizionandosi al secondo posto dopo Trump.

Secondo il sondaggio dell’American Research Group Inc., Trump e Haley sono in pareggio al 40 per cento ciascuno. Anche la stessa Haley afferma che questo incontro rappresenterà una sfida tra lei e l’ex presidente.

La politica in New Hampshire

Il New Hampshire si distingue dall’Iowa per essere uno stato meno orientato verso estremismi politici ed evangelici. È prevalentemente caratterizzato da una popolazione di colletti bianchi e da un livello di istruzione più elevato. Gli elettori dello Stato sono prevalentemente indipendenti: 343 mila gli indipendenti iscritti nelle liste elettorali, contro 268 mila conservatori.

Le primarie di questo stato sono cruciali per mantenere Haley in gara nelle primarie di febbraio nella Carolina del Sud, dove lei è stata governatrice.

Usa, Nikki Haley e Ron DeSantis si sfidano in vista delle primarie repubblicane: scontro senza Trump

Nikki Haley e Ron DeSantis, due dei tre candidati ufficiali alle primarie repubblicane per le elezioni presidenziali statunitensi del 2024, si sono dati battaglia ieiri in Iowa durante il quinto dibattito della stagione politica. Uno scontro a due, in assenza di Donald Trump, “sospeso” fino alla decisione dei giudici sulla sua elegibilità, Chris Christie, ritiratosi nella notte dalla corsa alla Casa Bianca, e Vivek Ramaswamy, escluso dal dibattito perché indietro nei sondaggi.

Duello televisivo tra Nikki Haley e Ron DeSantis: Trump è il grande assente dalle primarie

Il confronto organizzato dalla CNN prevedeva che a salire sul palco sarebbero stati i candidati che avevano raggiunto la soglia del 10% delle preferenze in almeno tre sondaggi nazionali o nel solo Iowa. In tre erano riusciti a raggiungere il requisito richiesto dall’emittente americana: Nikki Haley, Ron DeSan e Donald Trump. Mentre il tycoon non molla la presa e fa dichiarazioni di varia natura a Fox news sui vantaggi della sua rielezione, i due candidati repubblicani non gli risparmiano aspre critiche.

Nikki Haley già da tempo è convinta di avere la vittoria in pugno. Il suo unico, vero avversario sarebbe Donald Trump, che però ha buone probabilità di non riuscire ad accedere alla corsa alle primarie. “Mi piacerebbe che Trump fosse qui, perché io corro contro di lui” ha dichiarato l’ex governatrice del South Carolina, mortificando di fatto il candidato sul palco, Ron DeSantis. L’avversario è già sotto attacco attraverso il sito desantislies.com, realizzato dallo staff della Haley per elencare agli elettori tutte le bugie che il governatore della Florida avrebbe propinato.

Eppure, i sondaggi dicono che DeSantis corre per le primarie repubblicane con il 12,5% delle preferenze, mentre Haley segue con l’11,5%. Il super favorito resta l’ex presidente Donald Trump con oltre il 60% dei voti. Peccato che non possa, al momento, benifeciarne. E i due contendenti ammessi sul palco dell’utlimo dibattito prima delle primarie se ne approfittano, ricordando agli elettori repubblicani tutti gli errori commessi durante la sua presidenza. In particolare, Trump è stato criticato per la politica sull’immigrazione, i rapporti con la Cina e la gestione della Pandemia.

Dibattito televisivo senza esclusione di colpi

Dopo essersi assicurati di aver messo in cattiva luce l’ex presidente repubblicano, i due contendenti sono passati al reciproco attacco, senza esclusione di colpi. DeSantis ha invitato gli elettori a non fidarsi di Haley in materia di immigrazione: “È come avere la volpe che sorveglia il pollaio”. L’avversario ha fatto leva sulle critiche dell’ex ambasciatrice Onu verso chi chiama i migranti “criminali”. Un nervo scoperto per la Halley, figlia di immigrati dallo stato del Punjab in India. Il suo nome da nubile è infatti Nimrata Randhawa. In campagna elettorale ha preferito il soprannome Nikki e il cognome del marito.

Altro tema incandescente durante il dibattito è stato il sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina contro l’invasione russa. Al momento, i finanziamenti a Kiev sono osteggiati all’interno del Congresso americano proprio dall’ala destra dei Repubblicani. La Halley si è sempre detta a favore degli aiuti mentre DeSantis accusa la rivale di tenere più all’Ucraina che al controllo del confine con il Messico.

Usa, Trump avverte: “I mercati crolleranno se non vinco le elezioni | Biden? È lui il caos”.

Donald Trump non ha dubbi. La sua rielezione potrebbe risollevare l’America dallo stallo economico. La prova? Secondo il tycoon “La Borsa sta salendo perché sono in testa a Joe Biden in tutti i sondaggi”. In caso contrario, gli americani andranno incontro al disastro economico. A chi gli ricorda la sua dichiarazione sulla minaccia di seminare il caos se non avesse ottenuto l’immunità nel processo sulle presunte ingerenze per ribaltare l’esito del voto del 2020, Trump ribatte attaccando Biden: “Il caos è lui, non io”.

Trump contro Biden: “Quando ero presidente, la Cina mi temeva”

In un costante gioco di rimandi, citazioni e autocitazioni, Trump rimpasta una dichiarazione del premier ungherese Viktor Urban secondo la quale, quando il tycoon era al potere, “Il mondo lo temeva”, e restringe il campo affermando “Quando ero presidente la Cina mi temeva”. Poi ricorda anche i suoi buoni rapporti con il leader nordcoreano Kim Jong Un. Insomma, eletto lui l’equilibrio politico mondiale potrebbe assestarsi.

Il tycoon inoltre ribalta la dichiarazione nella quale minacciava “il caos” se non avesse ottenuto l’immunità nel caso federale, restituendo a Biden la responsabilità di generare il caos, oltre a paure infondate. Soprattutto denuncia la situazione “terribile” in cui versa l’economia statunitense. L’antidoto al crack finanziario degli Stai Uniti? Essere rieletto.

La conferma della bontà dell’equazione Trump alla Casa Bianca uguale rinascita economica sarebbe, a suo dire, la risalita della Borsa americana dopo l’esito dei sondaggi che lo vedono davanti al suo avversario. Lo afferma imperterrito ai microfoni dell’emittente americana Fox news, in Iowa, dove ha tenuto un discorso ai suoi elettori.

Nikki Haley attacca Trump: “Con lui altri quattro anni di caos”

Ieri, mercoledì 10 gennaio, in Iowa si è tenuto il quinto dibattito tra i principali candidati alle primarie repubblicane per le elezioni presidenziali statunitensi del 2024. Sul palco del confronto politico erano presenti i due candidati rimasti, il governatore della Florida, Ron DeSantis, e l’ex governatrice della South Carolina ed ex ambasciatrice alle Nazioni Unite, Nikki Haley.

Proprio Haley ha fatto rimbalzare ancora una volta la parola ‘caos‘, rispedendola al mittente. Se rieletto, il tycoon porterebbe solo conquiste di segno negativo, lasciando l’America, per l’appunto, nel caos. “Non possiamo permettercelo” ha concluso la candidata repubblicana, convinta di essere in testa nei sondaggi rispetto all’ex presidente.

Quando ero presidente la Cina mi temeva. Non voglio essere temito ma andavo d’accordo anche con Kim Jomng un

Biden? Il caos è lui, non io

Penso che i mercati crolleranno se non vinco le elezioni. L’economia è in una situazione terribile, ma la Borsa sta salendo perché sono in testa a Joe Biden in tutti i sondaggi

Trump ha fatto pressioni per non certificare i voti, nuovo audio ri…

Il Detroit News ha rivelato una chiamata di Trump ai funzionari elettorali repubblicani, durante la quale ha fatto pressioni per impedire la firma sul certificato delle elezioni del 2020 in una contea del Michigan.

Pressioni di Trump per non certificare i voti delle elezioni 2020 in Michigan

Il quotidiano di Detroit ha rivelato per la prima volta i contenuti di un audio dell’allora presidente Donald Trump. La notizia viene pochi giorni dopo il verdetto della Corte Suprema del Colorado che ha dichiarato Trump ineleggibile nel paese.

Trump ha personalmente chiamato i due funzionari elettoriali della contea di Wayne, Monica Palmer e William Hartmann, e ha detto che avrebbero fatto una figura “terribile” se avessero firmato per sostenere la sua sconfitta nello stato cruciale. Durante la conversazione ha anche affermato: “Dobbiamo lottare per il nostro Paese. Non possiamo lasciare che queste persone ci portino via il nostro Paese”.

Nella chiamata che risale al 17 novembre 2020 era presente anche Ronna McDaniel, originario del Michigan e leader del Partito repubblicano a livello nazionale. Anche lei, riferendosi al certificato, ha detto: “Se puoi tornare a casa stasera, non firmarlo… Ti troveremo degli avvocati”. Trump poi ha aggiunto: “Ci penseremo noi”.

Il giorno successivo, Palmer e Hartmann tentarono senza successo di revocare i loro voti a favore della certificazione. La vittoria di Biden nella contea è stata certificata in giornata.

La posizione di Trump

Le registrazioni hanno confermato in modo più approfondito che, in qualità di presidente in carica, Trump è stato direttamente coinvolto con i funzionari repubblicani del Michigan nel tentativo di ostacolare la vittoria di Biden.

Il portavoce della campagna di Trump per le elezioni del 2024, Steven Cheung, ha affermato che le azioni dell’ex presidente “sono state intraprese in adempimento del suo dovere di presidente degli Stati Uniti di prendersi cura fedelmente delle leggi e garantire l’integrità elettorale, compresa l’indagine sulle elezioni presidenziali del 2020 truccate e rubate”.

Donald Trump verrà processato il 4 marzo sugli eventi accaduti durante la sua presidenza.

Elezioni presidenziali Usa 2024, Trump è ineleggibile secondo la Co…

La Corte Suprema dello stato del Colorado ha stabilito che Donald Trump non è idoneo alla presidenza degli Stati Uniti in base alla clausaola di insurrezione della Costituzione americana. La Corte ha annunciato la decisione storica in vista delle elezioni presidenziali Usa che si terranno a novembre 2024. La portavoce della campagna di Trump ha annunciato che sarà presentato un ricorso.

Elezioni presidenziali Usa 2024, Trump non è idoneo alla presidenza americana

Mentre Donald Trump si sta preparando per ricandidarsi alle elezioni presidenziali americane del 2024, martedì 19 dicembre, la Corte Costituzionale del Colorado si è pronunciata sull’ex presidente definendolo non idoneo a ricoprire il ruolo in base alla clausola di insurrezione.

La decisione è basata sul coinvolgimento di Donald Trump nell’insurrezione del 6 gennaio 2021. Trump è stato incriminato per l’assalto del Campidoglio nel tentativo di ribaltare il risultato dopo aver perso le elezioni americane nel 2020.

Una votazione di 4 a 3, la Corte ha preso una decisione storica. Per la prima volta nella storia degli Stati Uniti viene escluso dalle elezioni un candidato presidente in base alla sezione 3 del 14esimo emendamento:

Poiché non è legittimato sarebbe un errore inserirlo come candidato alle primarie presidenziali. Noi non abbiamo raggiunto queste conclusioni con leggerezza. Siamo consapevoli della magnitudine e del peso delle questioni che ci troviamo di fronte. Siamo, tuttavia, consci del nostro solenne dovere di applicare la legge, senza paura o favoritismi, e senza farsi influenzare dalla reazione pubblica alla decisione a cui siamo giunti”.

Il pronunciamento prevede un probabile intervento della più alta corte. La Corte Suprema degli Stati Uniti può decidere se l’attacco del 6 gennaio equivale ad un’insurrezione e se il coinvolgimento di Trump potrebbe portare alla squalifica dalla candidatura. Se la Corte Suprema federale dovesse decidere sulla qualificazione di Donald Trump alle elezioni di novembre 2024, tutti gli stati sarebbero tenuti ad inserirlo nelle liste dei candidati.

Casi simili in Minnesota e New Hampshire sono stati archiviati. In Michigan, un giudice ha dichiarato che la questione era di natura politica e non rientrava nella sua competenza decidere, mentre una corte d’appello ha stabilito che Trump non doveva essere escluso dalla corsa.

Trump farà appello alla Corte Suprema degli Stati Uniti

Il portavoce della campagna di Trump, Steven Cheung, ha definito la decisione “completamente errata” e ha annunciato che faranno un ricorso alla Corte Suprema federale per la sospensione della decisione “profondamente antidemocratica”.

  • 1
  • 2