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Tag: Do Kwon

Do Kwon, una vicenda piena di sorprese: il premier montenegrino è un investitore di Terraform Labs

La vicenda relativa a Do Kwon sembra tutt’altro che lontana dalla sua conclusione. E, soprattutto, promette di riservare nuove e continue sorprese, alla stregua del classico cappello del prestigiatore.

L’ultima in ordine temporale è addirittura clamorosa: il primo ministro del Montenegro, Milojko Spajić, è stato identificato come uno dei primi investitori in Terraform Labs. Una rivelazione tale da far comprendere come a questo punto l’estradizione del fondatore di Terra (LUNA) sia una vicenda da considerare tutto meno che scontata.

Il Premier montenegrino è un investitore di Terraform Labs: ennesima sorpresa della vicenda legata a Do Kwon

Milojko Spajić, primo ministro montenegrino, è uno dei primi investitori in Terraform Labs. A rivelarlo sono i documenti della Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti. I documenti giudiziari in questione, rivelano che Spajić ha investito 75mila dollari nell’aprile 2018, acquisendo 750mila token Luna, che nel loro momento di maggior fulgore erano valutati 90 milioni di dollari.

I documenti indicano che Spajić è stato il 16° investitore nel corso della Initial Coin Offering (ICO) di Terraform Labs. Il suo investimento, in particolare, è avvenuto quindi in un momento in cui l’azienda stava raccogliendo capitali per lo sviluppo del suo progetto di criptovaluta. Ovvero quella stablecoin che ha condotto la società al dissesto e ad un crac epocale. Testimoniato dalla pratica perdita di oltre 40 miliardi di dollari, quelli degli investitori di ogni parte del globo che avevano creduto alle promesse di una crescita infinita.

La ricostruzione della SEC è molto accurata. Tanto da affermare che Spajić ha stipulato un contratto con Terraform Labs il primo giorno di raccolta fondi. In tal modo ha potuto acquisire i token Luna ad un prezzo significativamente basso, pari a dieci centesimi ciascuno. Quella di offrire monete virtuali a prezzi così bassi è una consuetudine delle ICO, che ripagano in tal modo il rischio che gli investitori corrono aderendo ad un progetto ancora in fase di sviluppo.

In questa prima fase, furono raccolti circa 13,75 milioni di dollari, apportati da 14 persone e 10 società. Fondi che sono poi confluiti nei lavori tesi allo sviluppo di Terraform Labs e al lancio di Terra (LUNA).

La posizione di Spajić

Il crollo del token di Terraform è avvenuto nella primavera del 2022, quando il suo valore è crollato da un picco di 119 dollari a zero, o quasi. Un crollo che ha rovinato un gran numero di investitori, portando alla fuga di Do Kwon.

Una fuga terminata in Montenegro, ove l’imprenditore sudcoreano è stato bloccato a causa di un passaporto falso. Dopo aver trascorso un congruo periodo di detenzione, Do Kwon è quindi diventato il protagonista di una vicenda quasi surreale. Originata dal fatto che a pretenderne l’estradizione sono sia il suo Paese natale che gli Stati Uniti.

Per quanto concerne Spajić, il premier montenegrino ha sostenuto che è stato il suo datore di lavoro, e non lui personalmente, a essere defraudato dell’investimento. Gli esperti finanziari intervistati al proposito da “Vijesti”, sembrano dargli ragione su questo aspetto molto importante. Nel caso in cui Spajić avesse mantenuto i suoi token durante il picco del mercato all’inizio del 2022, avrebbe comunque dovuto affrontare perdite vicine ai 90 milioni di dollari a causa del crollo del valore dei token.

Spajić, inoltre, non ha denunciato il possesso dei token all’Agenzia per la prevenzione della corruzione. Nei suoi rapporti del 2020 e del 2021, ha infatti dichiarato di possedere Bitcoin per un valore di circa 150mila euro. Mentre nei rapporti successivi ha elencato varie criptovalute senza specificarne il valore.

Al momento non è dato sapere se il premier abbia chiesto a Do Kwon di restituire il suo investimento o di compensare i profitti persi e, in tal caso, quale importo sia stato recuperato. Così come non è chiaro se abbia citato in giudizio Terraform Labs e Kwon per frode, in quanto ha preferito trincerarsi dietro il massimo riserbo.

Intanto i primi verdetti sono arrivati

Do Kwon è ancora confinato all’interno del Montenegro, in attesa di conoscere il suo destino. Negli Stati Uniti, però, la macchina giudiziaria va avanti anche senza di lui. Sia lui che Terraform Labs, infatti, sono stati ritenuti responsabili di aver frodato gli investitori.

La SEC ha strappato un accordo che richiedeva alla società di pagare 4,37 miliardi di dollari in multe e interessi e a Kwon di contribuire con 200 milioni di dollari a un fondo di compensazione degli investitori. Una sentenza che ha peraltro indotto Ripple Labs a protestare per i due miliardi chiesti come sanzione per la vendita di titoli non autorizzati. Ma questa è un’altra storia.

Terraform Labs e Do Kwon accettano di versare 4,5 miliardi di dollari alla SEC per chiudere il caso Terra

La Securities and Exchange Commission (SEC) ha annunciato che Terraform Labs e il suo ex CEO Do Kwon hanno accettato di pagare circa 4,5 miliardi di dollari come parte di una transazione tesa a risolvere, almeno dal punto di vista finanziario, il crac di Terra (LUNA). I documenti al proposito sarebbero stati depositati nella giornata di ieri.

Si tratta però soltanto di una piccola parte delle risorse inghiottite nel fallimento della stablecoin, risalente al 2022. Una vicenda caratterizzata dalla frode, come è del resto stato riconosciuto da una giuria di Manhattan, nel corso del mese passato.

Terra: Terraform Labs e Do Kwon verseranno 4,5 miliardi di dollari alla SEC

Terraform Labs e Do Kwon, il fondatore della stablecoin Terra, verseranno 4,5 miliardi di dollari alla Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti. I documenti relativi all’accordo transattivo tra le parti sono stati depositati nella giornata di ieri.

L’accordo conseguito prevede che oltre ai 4,5 miliardi di dollari, Do Kwon e Terraform Labs pagheranno anche 420 milioni di dollari sotto forma di sanzione civile. Inoltre, non potranno più impegnarsi, da ora in avanti, nelle transazioni di titoli in criptovaluta.

Come al solito, in questi casi, occorre cercare di capire se si tratti del classico bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Occorre infatti sottolineare che nel clamoroso fallimento della stablecoin Terra (LUNA), siano scomparsi non meno di 40 miliardi di dollari. Tanto valeva la creazione di Do Kwon al momento in cui perse il suo ancoraggio, senza più riuscire a recuperarlo.

Nelle pieghe del processo andato in scena a Manhattan, è stato peraltro appurato come sia il CEO che la società da lui guidata abbiano messo in pratica una serie di manovre, tese a ingannare gli investitori, prima che avvenisse il crollo. Il processo in sede civile è andato in scena senza la presenza di Do Kwon, per il quale si attende ancora l’epilogo della vicenda collegata alla sua estradizione.

Do Kwon dovrà affrontare la giustizia sudcoreana o quella statunitense?

L’imprenditore sudcoreano, infatti, è ancora in attesa di conoscere la sua prossima destinazione. Ancora bloccato in Montenegro, la parte dell’accordo sottoscritto con l’autorità di regolamentazione dei mercati finanziari statunitensi prevede il versamento, da parte sua, di 204 milioni di dollari. Un importo che, a detta della stessa agenzia, dovrebbe inviare un “inconfondibile messaggio deterrente”. La somma in questione, infatti, rappresenta quasi tutto il risarcimento richiesto contro Kwon per la sua cattiva condotta.

I fondi verrebbero trasferiti da Kwon alla massa fallimentare di Terraform Labs, in base a quanto concordato. L’accordo deve ancora essere approvato dal giudice Jed Rakoff del tribunale per il distretto meridionale degli Stati Uniti di New York, ma non si prevedono sorprese.

Si tratta dell’ennesima tappa di una questione che è considerata alla base del crypto winter da poco terminato. Il crollo di UST e LUNA nel 2022, infatti, ha scatenato un’ondata di fallimenti, culminando nel crollo di FTX, altro esempio di un modo al minimo opinabile di operare con gli asset digitali.

In particolare, UST è considerato il degno rappresentante di quelle stablecoin algoritmiche indicate come pericolosissime dagli esperti. Il loro ancoraggio non è su base paritaria con asset reali, ma viene mantenuto da un programma informatico. Almeno fino a quando è possibile. Nel caso di UST, e non solo, il legame è presto saltato rivelando le magagne del progetto.

Arrestato in Montenegro, per aver utilizzato un documento falso, Kwon è ora protagonista di una vicenda kafkiana. Stati Uniti e Corea del Sud se lo stanno infatti contendendo per sottoporlo a processo. Nel Paese asiatico, però, non sono poche le vittime che preferirebbero fosse consegnato agli USA, non fidandosi della giustizia locale.

Do Kwon, la multa proposta dalla SEC è da record: 5,3 miliardi di dollari

Il palese “inganno dei risparmiatori” di cui sono stati protagonisti la piattaforma Terraform Labs e il suo co-fondatore, Do Kwon, potrebbero costare molto caro ai suoi promotori, dal punto di vista finanziario. La Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti sembra infatti pronta a notificargli una multa colossale.

Ammonterebbe a 5,3 miliardi di dollari, il conto che l’autorità di regolamentazione dei mercati finanziari a stelle e strisce ha quantificato per le vicende culminate nel crac della stablecoin Terra (LUNA). Nel caso in cui la multa fosse effettivamente applicata, impallidirebbe anche la recente sanzione di 4,3 miliardi di dollari comminata a Binance. Un record non proprio positivo, che la criptosfera si augura di non vedere mai infranto, ovviamente.

Do Kwon: cosa sta accadendo

La multa che si prospetta per Do Kwon e Terraform Labs è da record: 5,3 miliardi di dollari. Questa è la prospettiva che si apre dopo l’emissione del verdetto da parte di una giuria del tribunale civile di New York il 5 aprile. Il deposito dei documenti in cui la SEC chiede al tribunale di applicare le multe risale invece al 19 aprile. La multa comprende 4,7 miliardi di dollari di restituzione e interessi anticipati, oltre a sanzioni civili per un totale di 520 milioni di dollari, da suddividere tra Terraform Labs e Kwon.

“Gli emittenti di UST hanno ingannato gli investitori in merito alla sicurezza e all’utilità della loro stablecoin algoritmica Terra USD (UST), causando significative perdite finanziarie e influenzando il mercato nel processo”: questo è quanto affermato dalla SEC in un comunicato, a supporto della multa proposta.

A giustificare quanto richiesto è proprio la necessità di impedire il ripetersi di altri episodi analoghi. Per riuscirci occorrono nuovi standard e regole. Ecco quanto dichiarato al proposito dalla commissione: “Il tribunale deve inviare un messaggio inequivocabile: questo tipo di condotta sfacciata e il tentativo degli imputati di giustificare la loro condotta sviluppando nuove regole e standard di condotta per i mercati delle criptovalute, in violazione delle leggi federali sui titoli […] non saranno tollerati”.

La SEC è all’offensiva su tutto il fronte

È stato poi il direttore della Division of Enforcement della SEC, Gurbir S. Grewal, a sottolineare l’inganno messo in atto dagli imputati. Ha infatti affermato: “Terraform Labs e il suo ex CEO, Do Kwon, hanno ingannato gli investitori sulla stabilità della sicurezza degli asset crittografici e della cosiddetta stablecoin algoritmica Terra USD (UST) […] Attraverso questi inganni, gli imputati hanno causato perdite devastanti agli investitori e hanno spazzato via decine di miliardi di dollari di valore di mercato quasi da un giorno all’altro”.

A fronte di quanto richiesto dalla SEC, suona abbastanza beffarda la risposta fornita sul tema da Terraform Labs e Do Kwon. L’azienda ha infatti proposto una multa pari a 3,5 milioni di dollari, mentre il suo fondatore ha indicato 800mila dollari. Considerate le decine di miliardi polverizzate nell’ambito del crollo della piattaforma, sembra difficile che l’entità finale della multa si attesti a livelli così irrisori.

intanto, la SEC sta anche cercando di fare terra bruciata intorno a Do Kwon, chiedendo il divieto di lavorare nel settore finanziario e la completa divulgazione dei suoi conti bancari e dei suoi beni. Anche se al momento sembra difficile pensare che qualcuno possa ancora fidarsi dell’imprenditore sudcoreano, dopo il crollo di Terra.

La SEC sta comunque giocando all’attacco su tutto il fronte criptovalutario. Se la vicenda di Terra sembra avviarsi verso l’epilogo, l’ente ha già pronte alcune cause contro aziende operanti nel settore della blockchain. In particolare, sono già stati recapitati avvisi Wells alla Ethereum Foundation, a Consensys, a Uniswap e a Justin Sun.

Una vera e propria sventagliata di cause che sta preoccupando non poco il settore, che però sembra intenzionato a restituire colpo su colpo. Come sta facendo Consensys, che ha fatto a sua volta causa alla SEC, affermando che starebbe esondando dalle sue funzioni.

Do Kwon, ora la decisione sull’estradizione passa al governo del Montenegro

La saga che coinvolge Do Kwon sembra destinata a non finire mai. Lo dimostra l’ennesima direzione presa dalla questione relativa all’estradizione del fondatore di Terra (LUNA), la stablecoin crollata fragorosamente inasprendo il crypto winter, nel 2022.

Dopo il balletto che ha visto coinvolte alcune delle maggiori istanze giudiziarie del Montenegro, chiamate a decidere se l’imprenditore sudocoreano debba essere consegnato al suo Paese natale o agli Stati Uniti, ora la questione è stata infatti affidata al Ministro della Giustizia montenegrino, Andrej Milovic.

La questione, quindi da giudiziaria si è trasformata in politica, proprio ciò che avrebbe dovuto essere evitato. A questo punto, di conseguenza, più che le motivazioni di carattere puramente giuridico, a contare saranno le considerazioni geopolitiche.

Do Kwon: la palla passa alla politica

La questione dell’estradizione che coinvolge Do Kwon, co-fondatore di Terraform Labs, non riguarda più il sistema giudiziario del Montenegro. Una recente sentenza dell’Alta Corte di Podgorica, infatti, ha posto le basi affinché sia il Ministro della Giustizia Andrej Milovic a prendere faccia la decisione finale sulla vicenda.

È stata Marija Rakovic, in rappresentanza dell’Alta Corte di Podgorica, a confermare l’improvvisa svolta nella vicenda che riguarda Do Kwon. La sentenza emessa dalla Corte ha sottolineato come i requisiti legali per l’estradizione, sia verso la Corea del Sud che in direzione degli Stati Uniti, siano stati soddisfatti. Ne consegue il rilascio dell’onere relativo alla decisione finale nelle mani del governo locale.

Si tratta di uno sviluppo che fa da logico corollario all’intervento della Corte Suprema del Montenegro, la quale ha deciso di cassare una precedente decisione di estradizione per motivi di superamento della giurisdizione. Dopo che la Corte Suprema ha posto particolare enfasi sulle prerogative del ministro in materia di estradizione, l’Alta Corte di Podgorica ha dovuto soltanto prendere atto del nuovo quadro. Decidendo infine di accodarsi a questa interpretazione.

Le implicazioni politiche

Come abbiamo già ricordato, la questione a questo punto non è più di carattere giudiziario, bensì politico. Occorre infatti ricordare che proprio Milovic in precedenza ha sostenuto la rilevanza che gli Stati Uniti hanno in qualità di partner del Montenegro. Le implicazioni di politica estera, di conseguenza, sono destinate a giocare un ruolo chiave nella decisione finale sull’estradizione di Do Kwon.

Sembra difficile pensare che dopo un’ammissione di questo genere, Milovic non faccia seguire i fatti alle parole. Ove il fuggitivo fosse consegnato agli Stati Uniti, comunque, le recriminazioni da parte dei suoi connazionali coinvolti nel crac di Terra potrebbero non essere eccessive. Qualche settimana fa, infatti, un gruppo di loro ha pubblicamente espresso la speranza di un’estradizione di Do Kwon negli USA.

A motivare tale affermazione la scarsa fiducia nel sistema giudiziario locale. In pratica, a detta dei firmatari della dichiarazione, la permeabilità del sistema giudiziario sudcoreano prospetterebbe al fondatore della stablecoin fallita una serie di vie di fuga che potrebbero ridurne al minimo la detenzione. Cosa che negli USA sembra da scartare, alla luce di quanto accaduto di recente con Sam Bankman-Fried, condannato a 25 anni di carcere, oltre al pagamento di una sanzione pari a 11 miliardi di dollari.

Le tappe precedenti della vicenda

I problemi legali di Kwon in Montenegro hanno avuto inizio quando è stato fermato dalle forze di polizia locali. Un fermo derivante dal fatto di aver utilizzato documenti falsi durante un tentativo di lasciare il Paese. Anche se si tratta, in fondo, di accuse quasi irrilevanti rispetto a quelle pendenti sull’imprenditore sudcoreano per la vicenda di Terraform Labs.

Le accuse su tale questione hanno già condotto ad una causa civile negli Stati Uniti, conclusa con un verdetto di colpevolezza per frode. Sempre negli Stati Uniti è stato inoltre avviato il procedimento legale intentato dalla Securities and Exchange Commission (SEC). Un procedimento al quale non ha sinora presieduto proprio l’accusato principale.

A ritardare il tutto è stato proprio il balletto legale andato in onda in Montenegro, con una lunga serie di manovre legali che hanno riempito le cronache. Ora la questione potrebbe finalmente giungere all’epilogo, considerato che i legali di Do Kwon hanno solo tre giorni di tempo per appellarsi contro l’ultima sentenza. Non resta quindi che attendere per capire se la vicenda è giunta all’epilogo, almeno in Montenegro.

Do Kwon, una saga senza fine: annullata anche l’estradizione in Corea del Sud

Chi pensava ad una prossima risoluzione della vera e propria saga relativa a Do Kwon, il fondatore di Terra (LUNA), si è sbagliato, ancora una volta. Quando sembrava che l’imprenditore sudcoreano fosse in procinto di essere estradato in patria, è arrivato nuovamente un contrordine, proveniente stavolta dal Procuratore Supremo del Montenegro, Paese in cui Kwon è in custodia ormai dal marzo del 2023.

Alla base del nuovo colpo di scena,  ci sarebbe la contestazione delle procedure adottate dall’Alta Corte per imporre l’estradizione in Corea del Sud invece che negli Stati Uniti, l’altro Paese che contende a quello asiatico l’onore di ospitarlo nelle patrie galere. In particolare, l’Alta Corte avrebbe esorbitato dalle proprie prerogative adottando procedimenti abbreviati. Da qui alla ricusazione della decisione presa, il passo è stato breve.

Un colpo di scena chiama l’altro

L’ultima decisione arriva ad appena un giorno di distanza dal respingimento dell’appello di Do Kwon contro la sua estradizione in Corea del Sud. Tale decisione avrebbe dovuto essere definitiva e non poteva essere nuovamente contestata in tribunale dal fondatore di Terra o dagli Stati Uniti.

A fare le loro veci e a fermare di nuovo il congegno della giustizia è stato quindi il Procuratore Supremo, con una decisione che apre le porte ad un nuovo dibattimento nelle aule di giustizia. Resta naturalmente da capire quando e come avverrà l’atto finale di questa saga che sta assumendo i toni della pochade.

Do Kwon e il suo socio in affari, Chang-joon Han, sono stati arrestati in uno scalo montenegrino nel marzo dello scorso anno, mentre tentavano di viaggiare su un aereo privato per Dubai con un passaporto costaricano falso. Entrambi gli interessati hanno naturalmente affermato di non sapere che i passaporti erano contraffatti. Sottoposti a processo, entrambi sono sono stati giudicati colpevoli e condannati  a quattro mesi di carcere per il reato, scontati nel Paese balcanico.

A febbraio, Han è stato quindi estradato in Corea del Sud, ove è stato accusato di essere coinvolto nel crac di Terra. Stando a quanto dichiarato dal Ministero della Giustizia di Seoul, l’ex direttore finanziario di Terraform Labs, ove giudicato colpevole, rischia una condanna all’ergastolo.

Cosa potrebbe accadere ora

Ormai, alla luce di quanto accaduto sin qui, formulare previsioni sulla vicenda di Do Kwon sembra un puro esercizio stilistico. Già due volte, infatti, il fondatore di Terra è riuscito a scansare l’estradizione negli Stati Uniti. Ora è toccato al governo sudcoreano saggiare le complicazioni della giustizia montenegrina e vedere annullata quell’estradizione che, pure, sembrava ormai dietro l’angolo.

Secondo l’avvocato montenegrino Goran Rodic, Do Kwon sarà probabilmente estradato in Corea del Sud dopo il 23 marzo, ma si tratta pur sempre di una previsione. Mentre la realtà si è dimostrata sin qui molto diversa, con una serie di colpi di scena destinati ad aumentare i malumori di coloro che hanno perso i loro soldi nel crac di Terra.

A tal proposito occorre ricordare come, proprio di recente, un’associazione di utenti danneggiati nella vicenda abbia pubblicato una petizione in cui si chiede di lasciare Do Kwon alla giustizia statunitense. Secondo l’associazione, infatti, quella locale darebbe troppe possibilità di farla franca al fondatore di Terra. Molto meglio, di conseguenza, lasciare l’uomo agli Stati Uniti ove, notoriamente, i reati di carattere finanziario sono perseguiti con durezza draconiana.

La vicenda di Do Kwon si intreccia con quella di Sam Bankman-Fried

A conferma di quanto affermato dagli ex utenti di Terra, negli Stati Uniti sta procedendo spedito verso l’epilogo il processo a Sam Bankman-Fried. Il fondatore di FTX, infatti, è in attesa di sapere quale sarà la sua pena, con richieste che si vanno a posizionare tra i 40 e i 50 anni di reclusione. Cui si aggiungerebbe una sanzione pecuniaria pari a undici miliardi di dollari.

Richieste che fanno capire i motivi per i quali Do Kwon non voglia essere processato negli Stati Uniti. Ad oggi, comunque, sembra che a giudicarlo sarà una corte del suo Paese natale. A questo punto, però, il quesito non è tanto su chi lo giudicherà, ma quando.

Do Kwon estradato in Corea del Sud, ma gli Stati Uniti si oppongono

Do Kwon, il fondatore della stablecoin Terra, fallita nel maggio del 2022, sarà estradato in Corea del Sud. Questa è l’ultima decisione arrivata nella vera e propria saga che si è creata intorno alla clamorosa vicenda che ha ingoiato decine di miliardi di dollari, con il crac di quello che sembrava il nuovo Bitcoin.

Se questa è la decisione assunta dall’Alta Corte del Montenegro, non è però detto che sia quella definitiva. Gli Stati Uniti, infatti, “…continuano a chiedere l’estradizione di Kwon in conformità con gli accordi internazionali e bilaterali pertinenti e con la legge montenegrina”. Ad affermarlo è stato il Department of Justice, in una nota emanata dopo la decisione pubblicata da Bloomberg.

Si preannunciano quindi altri colpi di scena, mentre il creatore di Terra sta per concludere il suo periodo di permanenza nel carcere di Spuž. Una condanna erogata per l’utilizzo di un passaporto falso per entrare nel Paese.

Una vera e propria battaglia legale

Quella tra i pubblici ministeri di Corea del Sud e Stati Uniti è una vera propria battaglia legale. Do Kwon, infatti, deve affrontare accuse in entrambi i paesi in relazione al collasso dell’ecosistema di Terra nel 2022, quando la stablecoin algoritmica ha perso il suo ancoraggio con il dollaro statunitense. Dopo il fallimento dell’azienda, l’effetto contagio si è propagato all’interno sistema criptovalutario, innescando fallimenti a catena. Proprio dopo l’evento è iniziato il ciclo ribassista del mercato che è terminato soltanto da poco.

Nel crollo di Terra sono rimasti coinvolti un gran numero di investitori, che hanno perso miliardi di dollari. Si calcola che siano non meno di 60 quelli ingoiati nel buco creato, senza alcuna possibilità di riaverne indietro almeno una parte. Non stupisce eccessivamente, quindi, che Stati Uniti e Corea del Sud, i Paesi maggiormente colpiti dall’evento, si contendano Il maggiore protagonista della vicence.

Quali sono le accuse nei confronti di Do Kwon?

Le accuse mosse sia negli Stati Uniti che in Corea del Sud sono relative alla violazione delle regole sui mercati dei capitali. Accuse che in entrambi i Paesi sono giudicate con estrema severità e che potrebbero portare Do Kwon in cella per svariati decenni. Ad affermarlo con decisione è stato un membro dell’ufficio investigativo che si occupa di reati collegati alla criminalità finanziaria nel Paese asiatico.

Negli Stati Uniti, in particolare, il creatore di Terra si troverebbe a dover affrontare un processo penale federale a New York, e una causa intentata dalla Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti. Questo secondo procedimento andrà avanti anche in contumacia, nel caso in cui la battaglia legale tra i due Paesi dovesse veder soccombere gli Stati Uniti.

Le precedenti tappe della vicenda

La vicenda relativa a Do Kwon si sta rivelando una vera miniera di colpi di scena. L’estradizione del fondatore di Terra negli Stati Uniti è stata finora approvata due volte da un tribunale di grado inferiore, prima di essere revocata dalla corte d’appello. A motivare lo stop è stato il fatto che la corte di grado più alto ha ritenuto infondata la decisione con la quale era stata ritenuta arrivata prima la richiesta statunitense.

Un’interpretazione che è stata smantellata dall’esame della cronologia relativa all’arrivo delle comunicazioni di posta elettronica. A differenza di quanto sostenuto dall’Alta Corte di Podgorica, la Corte d’Appello ha ritenuto che la richiesta sudcoreana fosse arrivata prima.

Nel frattempo, un gruppo di investitori sudcoreani di Terra coinvolti nel fallimento di Terra ha deciso di appoggiare l’estradizione di Do Kwon negli Stati Uniti. In una  dichiarazione pubblicata online, hanno affermato che in tal modo il connazionale dovrà affrontare una “giusta punizione” negli Stati Uniti. A motivare la richiesta le elevate possibilità che la condanna inflitta in patria possa essere ridotta in un processo di appello.

Do Kwon, il fondatore di Terra riesce ancora una volta a sfuggire alla giustizia

Quella di Do Kwon è ormai una vera e propria saga. Se sembrava ormai prossima la sua estradizione negli Stati Uniti, in vista del processo sulle vicende del fallimento di Terra (LUNA), ora le carte in tavola sono mutate di nuovo.

Il fondatore della stablecoin fallita ha infatti vinto il ricorso presentato presso una corte d’appello montenegrina. È la seconda volta che accade, frustrando i tentativi del governo statunitense di processarlo. Tutto da rifare, quindi, con la prospettiva di nuovi colpi di scena nei prossimi mesi.

Do Kwon: cosa sta accadendo

La Corte d’Appello del Montenegro ha annullato la sentenza con cui l’Alta Corte di Podgorica aveva sancito l’estradizione del Terraform Labs negli Stati Uniti. Ad affermarlo è un comunicato ufficiale rilasciato per l’occasione.

La motivazione del verdetto è derivante dalla constatazione delle “significative violazioni delle disposizioni di procedura penale e delle leggi locali” da parte del precedente ordine dell’Alta Corte di Podgorica. Aggiungendo inoltre che “…non sussistono ragioni chiare e valide per fatti decisivi riguardanti l’ordine di arrivo della missiva di richiesta..

Si tratta in effetti di un nuovo colpo di teatro, il quale sembra avviare una nuova fase di stallo nella questione riguardante Do Kwon. Il fondatore di Terra è infatti richiesto sia dagli Stati Uniti che dal suo paese natale, la Corea del Nord. Entrambi sembrano ansiosi di poter processare il protagonista numero uno di una vicenda, il fallimento di Terra (LUNA), che ha inghiottito nel disastro non meno di 60 miliardi di dollari.

Quali i motivi della decisione?

Al di là di quanto affermato nel comunicato emesso, la sentenza della Corte d’Appello è fondata su un elemento ben preciso: la data di arrivo delle due richieste di estradizione.

Se, infatti, l’Alta Corte di Podgorica aveva fondato la sua decisione sul fatto che la richiesta statunitense era arrivata un giorno prima di quella sudcoreana, il tribunale di grado superiore ha ribaltato questa tesi. Stando ai record di posta elettronica, i pubblici ministeri asiatici avevano battuto i colleghi statunitensi di diversi giorni.

Una buona notizia per Do Kwon? Questo è ancora tutto da vedere. In Montenegro, infatti, non esistono limiti al numero di volte in cui un caso di questo genere può essere reiterato e nuovamente impugnato. Per ora il caso torna per la terza volta davanti ai tribunali di grado inferiore del Montenegro, ma resta complicato capire quale potrà essere l’epilogo.

Intanto, però, le vicende legali di Do Kwon negli Stati Uniti proseguono senza curarsi della sua presenza in aula. Il fondatore di Terraform Labs è infatti al centro di un processo penale federale a New York e di una causa legale della Securities and Exchange Commission (SEC). In entrambi i casi è sotto esame il ruolo da lui ricoperto nella vicenda del fallimento della stablecoin. In particolare, sarebbe all’esame della giustizia la sua presunta orchestrazione di uno schema di frode multimiliardario attraverso le offerte di UST e LUNA. La vertenza della SEC avrà comunque inizio alla fine di questo mese, indipendentemente dalla sua presenza in aula.

Cosa potrebbe accadere ora

Al momento è abbastanza complicato capire cosa potrebbe accadere. Il dispositivo della sentenza dell’Alta Corte montenegrina lascia trapelare un dato certo: la richiesta di estradizione della Corea del Sud è arrivata prima di quella statunitense. Da qui le gravi violazioni alla base dell’annullamento della sentenza dell’Alta Corte di Podgorica.

Sulla situazione rischia di riverberarsi anche la geopolitica. Il Montenegro, infatti, è dato nel corso degli ultimi anni in avvicinamento agli Stati Uniti e per ingraziarsi il governo di Washington ci potrebbero essere pressioni politiche tese alla consegna di Do Kwon alle forze dell’ordine federali.

In un caso o nell’altro, comunque, per l’ex numero uno di Terraform Labs si prospetta un futuro non proprio esaltante. Un dato il quale, comunque, non sembra fatto per consolare del tutto chi ha perso i propri soldi nel crac di Terra.