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Tag: detrazioni fiscali

Detrazioni fiscali 2025: novità, limiti e chi sarà penalizzato dalla Legge di Bilancio

Le detrazioni fiscali hanno l’obiettivo di alleggerire il carico fiscale dei cittadini, riducendo l’IRPEF sulla base delle spese sostenute durante il periodo fiscale di riferimento.

Quelle più importanti, oltre che più utilizzate sono relative alla salute, alla famiglia e all’istruzione. Nonostante la loro notevole importanza, la Legge di Bilancio del 2025, almeno nel suo disegno di legge, va a modificare proprio questo sistema, introducendo limiti e paletti. La revisione avrà un impatto significativo, tutt’altro che positivo.

Cosa cambia? Perché i contribuenti ci andranno a perdere?

Come cambiano le detrazioni fiscali

Uno degli obiettivi della Legge di Bilancio del 2025 è quello di modificare il regime delle detrazioni fiscali. Si sta valutando, infatti, di arginare gli sgravi fiscali per risanare i conti. La spesa pubblica è molto alta e si devono trovare soluzioni per risparmiare. Ed ecco che, allora, ci vanno di mezzo le detrazioni fiscali.

Sono state avanzate diverse ipotesi, ma le vittime del taglio saranno le detrazioni e le deduzioni fiscali. Non dobbiamo prenderla come una rivoluzione dell’ultima ora, in quanto la stessa decisione era stata già presa in passato.

Dal 2020 al 2023, le detrazioni hanno subito diversi tagli e ci siamo già dovuti abituare a paletti e restrizioni. Tuttavia, già allora si è trattato di soluzioni che non hanno portato a casa i risultati sperati. Il risparmio non è mancato, ma è stato davvero esiguo.

Quindi, le detrazioni cambieranno, ma per chi? In prima battuta, come spiegheremo meglio tra pochissimo, ci rimetteranno i redditi alti. L’obiettivo è quello di salvaguardare e sostenere il ceto medio.
Accanto al taglio delle detrazioni, però, non dobbiamo dimenticare che l’obiettivo del contenimento dei costi doveva muoversi anche revisionando il sistema dei crediti d’imposta e delle garanzie pubbliche.

Soffermandoci prevalentemente sulle detrazioni, nel Disegno di Legge di Bilancio del 2025 è stato introdotto l’articolo 16-bis del Tuir. Con questo articolo si pone un limite alle spese detraibili, calcolato sulla base del:

Verso la riduzione dei benefici fiscali

Le detrazioni fiscali subiranno un brusco freno, ma non tutte le spese saranno incluse. Le novità si applicheranno solo sui costi che verranno sostenuti dal 2025, con le seguenti esclusioni:

  • Spese sanitarie;
  • Interessi passivi sui mutui contratti fino al 31 dicembre 2024;
  • Rate delle spese sono state sostenute entro il 31 dicembre 2024.

Per quanto riguarda, invece, altre spese si deve fare un’attenta valutazione.

Chi ci perderà?

I contribuenti che avranno un impatto negativo dalle modifiche alle detrazioni fiscali sono quelli con i redditi più alti. La Legge di Bilancio 2025, infatti, taglia nettamente le detrazioni in base al reddito e al numero dei figli. Accanto a chi ha redditi alti, ci perderanno anche i nuclei familiari poco numerosi.

Chi ha un reddito compreso tra i 120.001 euro e i 240.000 euro deve, quindi, mettere in conto la riduzione progressiva delle detrazioni fiscali. Infatti, man mano che il reddito aumenta, le detrazioni diminuiscono fino ad arrivare al loro azzeramento quando si raggiunge il tetto dei 240.000 euro.

I nuovi limiti sono una grande novità. In alcuni casi, percepita considerevolmente. Per esempio, già i cittadini con reddito superiore a 75.000 euro andranno incontro a nuovi e un conseguente incremento significativo dell’IRPEF da pagare.

Ricapitolando, in linea di massima, la revisione avrà un impatto per i contribuenti con un reddito superiore a 75.000 euro, con il risultato di un impatto fiscale decisamente maggiore, rispetto a oggi.

Qual è il motivo delle novità? L’obiettivo da perseguire è quello di ridurre la progressività del sistema fiscale, favorendo, principalmente, le fasce con reddito medio-basso.

Le detrazioni fiscali dal 2025 in sintesi

Dal 2025, il sistema delle detrazioni fiscali subirà importanti modifiche, determinando un impatto maggiore su alcune categorie di contribuenti. In sintesi:

  1. Modifica delle detrazioni fiscali: la Legge di Bilancio 2025 introduce nuovi limiti alle detrazioni fiscali, in particolare per i redditi elevati e le famiglie con pochi membri.
  2. Impatto sui redditi alti: i contribuenti con reddito superiore a 75.000 euro vedranno una riduzione progressiva delle detrazioni, con un aumento dell’IRPEF dovuto.
  3. Esclusioni e spese esenti: le spese sanitarie, gli interessi passivi sui mutui contratti entro fine 2024 e alcune rate non subiranno modifiche, ma altre spese saranno soggette ai nuovi limiti.

Manovra 2025, novità sul calcolo delle detrazioni fiscali con il quoziente familiare: ecco chi ci guadagna

Nella Manovra 2025, entra in scena una prima versione del quoziente familiare per il calcolo delle detrazioni fiscali. Un sistema di questo tipo, anche se nella sua veste base, dovrebbe già portare un vantaggio considerevole alle famiglie con tanti figli.

La misura, però, non può fare a meno di scatenate critiche da più parti. Il quoziente familiare avvantaggia le famiglie con figli e nel farlo manca di equità fiscale perché, dall’altra parte, penalizza le coppie senza figli e i single.

Tra i pro per alcuni e i contro per altri, vediamo subito chi ci guadagna davvero con il quoziente familiare, nel calcolo delle detrazioni. È opportuno anche sapere chi resta escluso e quali sono i possibili problemi che potrebbe comportare l’applicazione di questo nuovo sistema di calcolo.

Come funziona il calcolo delle detrazioni fiscali con il quoziente familiare

Potrebbe essere facilmente rinominata “La manovra per le famiglie con tanti figli”: la prossima Legge di Bilancio, infatti, porta con sé un bel pacchetto di misure che puntano a incentivare la natalità.

Tra le tante misure, una in particolar modo, interessa le famiglie molto numerose appartenenti a ceti medio-bassi. Il quoziente familiare entra in scena e avrà un peso sulla rimodulazione delle detrazioni fiscali.

Questo nuovo sistema di calcolo dovrebbe essere un modo per avvantaggiare le famiglie con molti figli, a scapito di molte altre che non solo vengono tagliate fuori, ma saranno addirittura penalizzate.

Come funziona il quoziente familiare nel calcolo delle detrazioni fiscali? Il quoziente familiare prevede che i redditi del nucleo familiare siano sommati e divisi per un numero di parti che risulta dall’attribuzione di un coefficiente a ciascun componente. Invece, la tassazione IRPEF si basa sul reddito del singolo.

Il nuovo meccanismo prevede un tetto di spesa basato sia sul reddito che sul numero dei figli. Tradotto: più il nucleo familiare è numeroso, maggiori saranno le detrazioni fiscali che saranno elevate fino a un reddito di 50.000 euro. Sarebbe prevista una graduale riduzione tra i 50.000 e i 100.000 euro di reddito e, poi, oltre i 100.000 euro.

Chi ci guadagna con il quoziente familiare

Il quoziente familiare, con il suo nuovo meccanismo di calcolo delle detrazioni IRPEF, avvantaggia solo i nuclei familiari medi-bassi e con molti figli.

Nel calcolo, infatti, viene considerata la somma dei redditi familiari e, poi, divisa per il numero dei componenti, considerando i coefficienti assegnati.

Il risultato è il reddito medio da tassare. Quali potrebbero essere i coefficienti?

  • 1 punto per single e per le vedove con un figlio a carico;
  • 2 per le coppie sposate o conviventi;
  • 0,5 per primo e secondo figlio;
  • 1 per ogni figlio dopo il secondo;
  • 0,5 per i genitori soli con almeno un figlio a carico;
  • 4 per il terzo figlio o per figli disabili a carico.

Tenendo in considerazione solo il reddito e il nucleo familiare, il quoziente familiare diventa più vantaggioso dell’ISEE che, invece, conteggia anche il patrimonio mobiliare e immobiliare.

Per chi saranno meno vantaggiose le detrazioni fiscali

Il nuovo meccanismo di calcolo delle detrazioni fiscali rischia di tagliare fuori le coppie senza figli e i single. Non solo taglia fuori queste categorie, ma rischia di essere, addirittura, penalizzante, non permettendo loro di recuperare pienamente le spese detraibili.

Nelle intenzioni del Governo c’è la piena volontà di concedere alle famiglie con più figli un trattamento fiscale migliore rispetto a chi non ne ha, nell’ottica che le prime affrontano spese maggiori.

D’altra parte, l’applicazione di questa misura potrebbe comportare numerose contestazioni, considerando la scarsa equità fiscale.

Va fatta, infine, un’ulteriore considerazione. Il quoziente familiare potrebbe, in qualche modo, incentivare il coniuge che guadagna meno a non lavorare, considerando che il suo reddito viene tassato con un’unica aliquota.

Si possono recuperare le detrazioni fiscali dimenticate? È possibile, ma solo fino a una certa data

Quando si presenta la dichiarazione dei redditi può capitare di non indicare alcune detrazioni fiscali e, allora, ci si chiede se sia possibile recuperare quelle dimenticate.

A quanti sarà capitato non inserire una spesa per la quale spetta il beneficio fiscale. Può sembrare tutto perduto, ma in realtà, c’è ancora una possibilità di recuperare quanto spetta.

Non bisogna pensare di poter recuperare detrazioni vecchie di molti anni, ma fino ad una certa data qualcosa si può fare.

Vediamo subito fino a quando è possibile ottenere le agevolazioni dimenticate e, soprattutto, come fare.

Quali detrazioni fiscali dimenticate si possono recuperare

Nel momento in cui si presenta la dichiarazione dei redditi può capitare di non inserire una spesa effettuata e dimenticare di poter fruire delle detrazioni fiscali, per poi sperare di poterle recuperare.

Sicuramente, le più frequentemente dimenticate sono le spese mediche. Se portate in dichiarazione permettono di beneficiare di detrazioni anche di importi piuttosto elevati. Ciò vale anche per le spese di ristrutturazione oppure per eventuali bonus omessi.

Sappiamo bene che è possibile, entro un certo termine, modificare o integrare una dichiarazione già presentata. Non si può solo rimediare ad errori come, per esempio, l’omissione di redditi percepiti, ma anche inserire eventuali detrazioni fiscali dimenticate.

Anche se il Fisco concede la possibilità di rimediare, non bisogna adagiarsi sugli allori. Non tutte le detrazioni dimenticate possono essere recuperate tramite la presentazione di una dichiarazione integrativa. Il motivo è molto semplice: la dichiarazione integrativa può essere presentata solo entro il quinto anno successivo a quello di scadenza della presentazione della dichiarazione dei redditi.

Per capire meglio quanto detto, ovviamente, rifacciamoci alle dichiarazioni dei redditi 2024. Entro il 31 dicembre di quest’anno possono essere recuperate le spese per le quali spettano le detrazioni nel 2018, ovvero quelle che i contribuenti avrebbero dovuto inserire nei modelli dichiarativi del 2019.

Come fare a recuperare le detrazioni fiscali

È possibile, come abbiamo visto, recuperare alle proprie dimenticanze, presentando una dichiarazione integrativa. Non è possibile recuperare le detrazioni fiscali spettanti risalenti a una ventina di anni fa, ma entro cinque anni dalla presentazione della dichiarazione dei redditi sì.

La dichiarazione integrativa, nel caso specifico, sarà a favore del contribuente. Cosa indicare? Nel modello integrativo si dovrà indicare, oltre a tutte le spese, anche quella dimenticata. Questa spesa, sommata alle altre, andrà ad abbattere l’imposta dovuta e, se spettante, sarà riconosciuto un rimborso o un credito d’imposta.

I passaggi per recuperare le vecchie detrazioni spettanti

Come abbiamo anche spiegato, non si può rimediare a tutte le dimenticanze. Ribadiamo, ancora una volta, che la dichiarazione integrativa deve essere presentata entro il quinto anno successivo a quello di scadenza della presentazione del modello dichiarativo.

Solitamente, il modello integrativo si utilizza qualora le integrazioni comportino un maggior credito o un minor debito d’imposta: classico esempio sono le detrazioni fiscali dimenticate e omesse nel modello originariamente presentato.

Vediamo, quindi, quali sono i passaggi da seguire. Quando il contribuente abbia intenzione di rettificare una dichiarazione presentata gli anni precedenti, come abbiamo visto, deve presentare una nuova dichiarazione completa.

La nuova dichiarazione, completa in tutte le sue parti, deve contenere anche gli eventuali oneri detraibili non indicati nel modello precedentemente trasmesso.

I termini per integrare una dichiarazione devono essere gli stessi previsti per l’accertamento, notificati entro il 31 dicembre del quinto anno successivo. Se non si rispettano tali scadenze, si rischia la decadenza dalla possibilità di recuperare quanto perso.

È bene far presente, infine, che la dichiarazione integrativa non interrompe le procedure di addebito o accredito Irpef già avviate dall’Agenzia delle entrate in base alla dichiarazione già trasmessa.

Detrazioni familiari a carico 2024: dichiarazione entro il 12 febbraio per i pensionati all’estero

Detrazioni familiari a carico 2024: con la pubblicazione del messaggio n. 245 del 18 gennaio 2024 l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha fornito le istruzioni operative per quanto riguarda l’attribuzione e la revoca delle detrazioni fiscali per carichi di famiglia relative ai pensionati che hanno la propria residenza all’interno di uno Stato estero.

Il suddetto messaggio INPS, in particolare, che è stata redatta dalla Direzione Centrale Pensioni, dalla Direzione Centrale Bilanci, Contabilità e Servizi Fiscali, e dalla Direzione Centrale Tecnologia, Informatica e Innovazione, fa riferimento agli Stati che fanno parte dell’Unione Europea (UE) oppure agli Stati che hanno sottoscritto l’Accordo sullo Spazio economico europeo (SEE), a patto che questi ultimi forniscano tutte le informazioni che sono necessarie.

Detrazioni familiari a carico 2024: le istruzioni dell’INPS relative alla compilazione della dichiarazione sostitutiva di atto notorio da parte dei pensionati residenti all’estero

In base alle disposizioni legislative che sono contenute all’interno dell’art. 24, comma 3 bis, del decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 22 dicembre 1986 (c.d. Testo Unico delle Imposte sui Redditi – TUIR), nonché da quanto viene disposto dall’art. 2 del decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) del 21 settembre 2015, ecco qui di seguito che cosa deve essere inserito all’interno dell’apposita dichiarazione sostitutiva di atto notorio utile per beneficiare delle detrazioni fiscali in oggetto:

  • lo Stato in cui il pensionato all’estero interessato ha la propria residenza fiscale;
  • il percepimento di almeno il 75% del proprio reddito complessivo in Italia;
  • il mancato godimento di benefici fiscali simili alle detrazioni fiscali che vengono richiese in Italia nel proprio Paese di residenza o in qualunque altro Stato estero;
  • i dati anagrafici e il grado di parentela del proprio familiare a carico per il quale si richiedono le detrazioni, nonché i mesi in cui si sono presentati i requisiti in merito all’attribuzione e alla cessazione del beneficio economico;
  • il familiare per cui viene inviata la dichiarazione per beneficiare delle detrazioni fiscali deve avere un reddito complessivo, al loro degli oneri deducibili e comprendendo anche i redditi che sono stati conseguiti al di fuori del rispettivo Paese di residenza, di importo pari o inferiore a:
    • 4.000,00 euro, in caso di figli di età pari o inferiore a 24 anni ma comunque non inferiore a 21 anni;
    • 2.840,51 euro, in tutti gli altri casi.

Come e quando inviare la dichiarazione all’INPS?

Per poter beneficiare delle detrazioni fiscali loro spettanti relative al periodo di imposta 2024, dunque, i pensionati residenti all’estero interessati devono necessariamente inviare all’INPS la dichiarazione che abbiamo specificato durante il corso del precedente paragrafo attraverso una delle seguenti modalità:

  • tramite l’apposito servizio online denominato “Applicazione delle detrazioni fiscali per pensionati residenti all’estero”, il quale è disponibile all’interno del sito web ufficiale dell’INPS previa autenticazione mediante l’utilizzo delle proprie credenziali digitali SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) almeno di livello 2, CIE (Carta di Identità Elettronica) 3.0, CNS (Carta Nazionale dei Servizi) o eIDAS (sistema di accesso tramite l’identità digitale fornita da un altro paese europeo);
  • tramite gli appositi servizi gratuiti che vengono messi a disposizione da parte degli Istituti di Patronato, i quali devono accedere sempre all’interno del sopra citato servizio online dell’Istituto all’interno del rispettivo sito web, seguendo il seguente percorso: “Pensione e Previdenza > Benefici previdenziali e detrazioni > Applicazione delle detrazioni fiscali per pensionati residenti all’estero > Accesso ai servizi per patronati > Servizi ai Patronati”.

Per quanto riguarda le tempistiche in merito alla presentazione della dichiarazione in oggetto, invece, l’INPS specifica che l’invio da parte dei pensionati all’estero interessati deve avvenire entro il termine ultimo del 12 febbraio 2024.

A tal proposito, l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale invierà ai soggetti interessati un’apposita comunicazione all’interno della sezione “MyINPS” per ricordare la scadenza per beneficiare delle detrazioni per i familiari a carico per il 2024.

Bonus montascale 2024: come funziona e chi può richiederlo? Panoramica sulle agevolazioni fiscali

Il bonus montascale rientra tra le agevolazioni destinate a coloro che effettuano interventi per eliminare le barriere architettoniche. L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che il beneficio fiscale può essere richiesto per gli interventi effettuati nel 2024 e fino al 31 dicembre 2025. Vediamo insieme come funziona il bonus montascale.

Bonus montascale 2024

L’acquisto di un montascale o servoscala rappresenta uno strumento essenziale per coloro che vivono con mobilità ridotta. Il montascale rientra pienamente tra gli strumenti o meccanismi necessari per migliorare la qualità di vita delle persone disabili. Pertanto, è possibile ottenere detrazioni fiscali, come previsto dalla legge, per l‘acquisto, l’installazione e il montaggio del montascale.

Nello specifico, per i lavori eseguiti nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2022 e fino al 31 dicembre 2025, su immobili già esistenti, è possibile richiedere una detrazione IRPEF, suddividibile in almeno 5 quote annuali del medesimo importo.

Il bonus montascale corrisponde al 75% delle spese sostenute su un importo che oscilla, da 30mila a 50mila euro, in base alla tipologia degli interventi e a seconda dell’edificio.

Per i condomini, è necessario che le delibere vengano approvate dalla maggioranza dei partecipanti all’assemblea che rappresenti 1/3 del valore millesimale dell’edificio oggetto di interventi.

Inoltre, è importante considerare che a questa agevolazione, è possibile agganciare la detrazione IRPEF per gli interventi di ristrutturazione edilizia e il la detrazione del Superbonus 110% sugli interventi “trainanti”, se rientrano nelle disposizioni normative.

Chi ha diritto al bonus montascale?

 I contribuenti con persone disabili fiscalmente a carico possono beneficiare dell’agevolazione fiscale. Tale beneficio può essere richiesto dai condomini nei quali risiedono le categorie di beneficiari.

Inoltre, i centri o istituti residenziali possono richiedere l’agevolazione per i propri immobili destinati all’assistenza di persone con disabilità.

Quando scade bonus barriere architettoniche?

 Il bonus montascale è una misura attiva anche per il 2024 e rappresenta un beneficio correlato al bonus per l’eliminazione delle barriere architettoniche.

Di conseguenza, i contribuenti possono ottenere una detrazione del 75% sulle spese sostenute per l’eliminazione di ostacoli alla mobilità.”

Come si detrae il montascale?

 In breve, per le opere destinate alla ristrutturazione edilizia sugli immobili, è possibile ottenere una detrazione del 50%, con un tetto di spesa massimo di 96.000 euro, a condizione che la spesa sia realizzata entro il 31 dicembre 2024.

Successivamente, la detrazione scende al 36%, con un tetto di spesa massimo di 48.000 euro, per gli interventi effettuati a partire dal 1° gennaio 2025.

Gli interventi inclusi nell’agevolazione riguardano:

  • quelli effettuati per l’eliminazione delle barriere architettoniche (per esempio, ascensori e montacarichi)
  • i lavori eseguiti per la realizzazione di strumenti che, attraverso la comunicazione, la robotica e ogni altro mezzo tecnologico, siano idonei a favorire la mobilità interna ed esterna delle persone portatrici di handicap grave, ai sensi dell’art. 3, comma 3, della legge n. 104 del 1992.

 È importante evidenziare che non è possibile ottenere contemporaneamente la detrazione del 50% (o 36%) prevista per le spese di ristrutturazione edilizia e quella del 19% dedicata alle spese sanitarie relative ai mezzi necessari al sollevamento della persona con disabilità.

Conformemente alla normativa, la detrazione è concessa solo per gli interventi sugli immobili volti a favorire la mobilità interna ed esterna della persona con disabilità.

La detrazione non si applica all’acquisto di strumenti o beni mobili, anche se migliorano la qualità di vita della persona con disabilità.

Di conseguenza, tali acquisti rientrano nelle agevolazioni previste dalla legge 104, che si applica invece all’acquisto di computer, telefoni e altri dispositivi.

Per tali acquisti, è già possibile ottenere una detrazione IRPEF pari al 19%, destinata alla categoria dei sussidi tecnici e informatici.

Nell’elenco degli interventi detraibili rientrano:

  • la realizzazione di un elevatore esterno all’abitazione
  • la sostituzione di gradini con rampe, sia negli edifici che nelle singole unità immobiliari, se conforme alle prescrizioni tecniche previste dalla legge sull’abbattimento delle barriere architettoniche.

 Per ulteriori dettagli sulla corretta fruizione delle detrazioni a cui si ha diritto, si consiglia di consultare la guida “Ristrutturazioni edilizie: le agevolazioni fiscali”, disponibile sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate, nella sezione “L’Agenzia informa”.