Skip to main content

Tag: contributi inps

Sanatoria Inps, pagamento entro il 31 dicembre 2023 per la PA: ecco chi otterrà l’accredito dei contributi

Scade il 31 dicembre 2023 il pagamento per la sanatoria dei contributi Inps per gli enti della PA che non abbiano provveduto ai versamenti dovuti. Si tratta dell’ultima chiamata dell’Istituto di previdenza che invita al versamento, entro la fine di quest’anno, gli enti locali come comuni, province e regioni, oltre ad università, aziende sanitarie locali (Asl) e altre amministrazioni pubbliche.

L’Inps fornisce chiarimenti nella circolare numero 92 del 2023 recante i termini di prescrizione delle contribuzioni di previdenza e di assistenza sociale obbligatoria dovute dalle pubblica amministrazione alla Gestione dipendenti pubblici per i periodi retributivi fino al 31 dicembre 2018 e delle contribuzioni di previdenza e assistenza sociale obbligatoria dovute dalle amministrazione pubbliche alla Gestione separata.

Sanatoria Inps, pagamento entro il 31 dicembre 2023 per la PA: ecco chi otterrà l’accredito dei contributi

Scadrà il 31 dicembre 2023 la possibilità di aderire alla sanatoria dei contributi dell’Inps per comuni, province e regioni, oltre ad università, aziende sanitarie locali (Asl) e altre amministrazioni pubbliche in merito ai versamenti non effettuati entro il 31 dicembre 2018 a favore dei dipendenti pubblici (ex Inpdap) e quelli dovuti alla Gestione separata Inps a decorrere da aprile 1996 e per gli ultimi 27 anni, fino ad oggi. Quest’ultima tipologia di versamenti andrà a vantaggio di chi abbia lavorato con contratto di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.), lavoratori autonomi, dottorandi, sindaci, amministratori, e così via.

La sanatoria, pertanto, offre vari effetti positivi. Innanzitutto per i lavoratori, qualunque sia stato il loro rapporto di lavoro nei confronti degli enti sopra indicati, perché si consente di recuperare i contributi spettanti per i periodi lavorati. Tale contribuzione, senza la sanatoria, andrebbe perduta, considerando il termine di prescrizione fissato in cinque anni.

Vantaggi per lavoratori, precari e PA nel pagamento dei versamenti

Anche le Amministrazioni pubbliche ricevono dei vantaggi dalla sanatoria del versamento dei contributi previdenziali da effettuare entro la fine di quest’anno. Infatti, per gli enti si determina l’inapplicabilità delle sanzioni dovute per mancata contribuzione ma, in modo specifico, si elimina il rischio di dover rimborsare all’Istituto di previdenza gli oneri relativi al pagamento di pensioni e trattamenti di fine rapporto (o di fine servizio) nel caso di prescrizione della contribuzione e di denuncia da parte dei lavoratori interessati.

Sanatoria Inps contributi 2023, ecco gli enti ammessi

Ammesse alla sanatoria per il pagamento dei contributi dei dipendenti, sono nell’ordine:

  • le amministrazioni dello Stato, comprese le scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, le Accademie e i Conservatori;
  • le aziende e le amministrazioni dello Stato a ordinamento autonomo;
  • i Comuni, le Province, le Regioni, le Unioni di Comuni, le Comunità montane e i loro consorzi e associazioni;
  • le università;
  • gli Istituti delle case popolari;
  • le Camere di commercio;
  • gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali;
  • le Asl;
  • l’Aran;
  • la Banca d’Italia, la Consob;
  • le Università non statali, gli Istituti pubblici di assistenza e beneficenza (Ipab) e le agenzie elencate dal decreto legislativo numero 300 del 30 luglio 1999.

Come funziona la sanatoria della contribuzione?

La scadenza del 31 dicembre 2023 per i pagamento dei contributi non versati rappresenta una sanatoria in deroga alle norme dei contributi la cui prescrizione avviene nei cinque anni. Il versamento di quanto dovuto, dunque, consente alle amministrazioni pubbliche di dichiarare e di adempiere agli obblighi contributivi, senza l’addebito di sanzioni.

La sanatoria stessa metterà fine, inoltre, ai tanti ricorsi che i lavoratori hanno messo in atto per vedersi riconoscere i contributi per il lavoro svolto negli enti ammessi al pagamento entro la fine dell’anno. In tal senso, le amministrazioni possono regolarizzare le posizioni contributive dei dipendenti in relazione ai periodi per i quali sia stato svolto servizio, anche se nel frattempo sia intervenuta la prescrizione. Rimangono fuori dalla possibilità di sanatoria solo le situazioni per le quali ci sia già stata una decisione del giudice.

Contributi Inps artigiani e commercianti, in arrivo avvisi bonari per mancato versamento: ecco come pagare

Contributi Inps di artigiani e commercianti, sono in arrivo gli avvisi bonari per il mancato versamento di quanto dovuto per le scadenze di maggio e agosto di quest’anno. A precisarlo è lo stesso Istituto di previdenza che detta anche le condizioni per mettersi in regola con i pagamenti.

L’emissione degli avvisi bonari da parte dell’Inps sui contributi delle due categorie dei lavoratori autonomi è stata anticipata nel messaggio numero 4051 recante proprio il recupero dei crediti dell gestione degli artigiani e dei commercianti, con emissione degli avvisi bonari sulle rate dovute con scadenza a maggio ed agosto del 2023. Secondo quanto specifica l’Inps, sono in corso le elaborazioni per l’emissione degli avvisi bonari che, dunque, arriveranno agli interessati nei prossimi giorni.

Contributi Inps artigiani e commercianti, in arrivo avvisi bonari per mancato versamento: come mettersi in regola

L’Inps ha emesso la comunicazione mediante la quale informa che gli artigiani e i commercianti riceveranno gli avvisi bonari sui contributi previdenziali non versati a maggio e ad agosto del 2023. L’informazione è contenuta nel messaggio numero 4051 mediante il quale l’Istituto di previdenza informa che intende recuperare i crediti sulle rate delle due scadenze del 2023. A tal proposito, le categorie interessate riceveranno gli avvisi bonari nei prossimi giorni al fine di procedere con il versamento di quanto dovuto.

Contributi Inps artigiani commercianti maggio e agosto 2023, chi deve pagarli?

Gli artigiani e i commercianti che non hanno versato i contributi spettanti potranno prendere visione degli avvisi bonari direttamente all’interno del Cassetto previdenziale della propria posizione Inps. Sono esclusi dagli avvisi i commercianti e gli artigiani che abbiano presentato domanda di sospensione degli adempimenti e dei versamenti dei contributi in scadenza tra il 1° maggio e il 31 agosto 2023 perché residenti nelle zone alluvionate delle regioni dell’Emilia Romagna, la Toscana e le Marche.

Per effetto di quanto prevede il decreto legge numero 61 del 2023, la sospensione dei versamenti dei contributi riguarda gli artigiani e i commercianti dei Comuni rientranti nell’elenco predisposto dal decreto “Alluvioni” (Dl 61 del 2023). Chi era residente in questi Comuni alla data del 1° maggio 2023 ha beneficiato della sospensione dei versamenti contributivi al pari di altri pagamenti verso il Fisco.

Come visualizzare l’avviso bonario?

Gli avvisi bonari emessi dall’Inps per i pagamento dei contributi non effettuati dagli artigiani e dai commercianti possono essere visualizzati direttamente sul portale dell’Inps. Nel dettaglio, accedendo sul sito Inps, è necessario navigare sul proprio “Cassetto previdenziale per artigiani e commercianti”, per poi cliccare su “Posizione assicurativa” e, infine, su “Avvisi bonari”.

Contestualmente, informa l’Inps, gli interessati riceveranno anche un messaggio email per avvisare del mancato pagamento entro le scadenze sopra descritte. Tale messaggio lo riceveranno anche gli eventuali intermediari nel caso in cui commercianti e artigiani abbiano fornito, mediante il Cassetto previdenziale, l’indirizzo di posta elettronica.

Il percorso telematico descritto dall’Inps sul proprio sito internet per pagare i contributi non versati precedentemente, potrebbe riguardare anche i lavoratori che abbiano già effettuato il pagamento. Se l’artigiano o il commerciante ha già versato i contributi dovrà comunicarlo andando su “Cassetto previdenziale per Artigiani e Commercianti”, quindi nella sezione “Comunicazione bidirezionale”, proseguendo per “Comunicazioni” e, infine, su “Invio quietanza di versamento”.

Contributi e le sanzioni, entro quando pagarli?

Diversamente, il pagamento può essere effettuato entro 30 giorni dal ricevimento dell’avviso bonario dell’Inps. Per il pagamento, il commerciante o l’artigiano deve utilizzare il modello F24. Pagando entro i 30 giorni, si ottiene lo sconto sulle sanzioni per un importo pari a un terzo. Si può anche richiedere di pagare i contributi previdenziali arretrati mediante un piano di rate.

In caso di mancato pagamento, l’importo dovuto sarà richiesto mediante avviso di addebito con valore di titolo esecutivo. Di norma, il versamento deve essere effettuato entro 60 giorni dalla ricezione, insieme alle sanzioni amministrative previste. La presentazione della domanda all’Inps è stata recentemente prorogata all’11 dicembre 2023.

Crediti Inps, meno tempo a commercianti, artigiani e professionisti per la compensazione F24 dal 1° gennaio 2024

Meno tempo a disposizione di commercianti, artigiani e professionisti della Gestione separata dell’Inps dal 1° gennaio 2024 per la compensazione mediante modello F24 dei crediti dell’Istituto di previdenza. A prevederlo è la bozza della legge di Bilancio del prossimo anno, attualmente in discussione al Senato in vista dell’approvazione definitiva.

I crediti Inps potranno essere generati mediante il quadro RR del modello dei Redditi delle persone fisiche (PF). Per tutte le categorie interessate, è necessaria l’attesa di dieci giorni successivi all’invio del modello di dichiarazione, dal quale emergono i crediti stessi, per procedere con la compensazione. Sono tre le categorie che, dal prossimo anno, potranno effettuare la compensazione dei crediti contributivi secondo quanto previsto dalla bozza della legge di Bilancio 202. Si tratta di commercianti, artigiani e professionisti della Gestione separata Inps, dei datori di lavoro, agricoli e non agricoli.

Crediti Inps, meno tempo a commercianti, artigiani e professionisti per la compensazione F24 dal 1° gennaio 2024

Ci sarà meno tempo dal 1° gennaio 2024 per i commercianti, gli artigiani e i professionisti della Gestione separata dell’Inps dal 1° gennaio 2024 per la compensazione mediante modello F24 dei crediti Inps. Lo prevede la bozza della Manovra 2024 in base alla quale le categorie interessate dovranno attendere il decimo giorno successivo alla trasmissione del modello di dichiarazione dei redditi, dal quale emergano questi crediti, per procedere con la compensazione.

Nel dettaglio, secondo quanto prevede la bozza del disegno di legge di Bilancio, attualmente, al Senato, nel caso degli artigiani e commercianti, iscritti alla Gestione separata dell’Inps, e dei liberi professionisti, solo dal 10° giorno susseguente a quello della trasmissione della dichiarazione dei redditi il soggetto interessato può procedere con la compensazione F24.

Dalla dichiarazione dei redditi deve emergere il credito contributivo Inps, come già avviene per i crediti relativi all’Irpef, all’Ires e alle relative addizionali, alla cedolare secca, all’Ivie, all’Ivafe, e così via. Le ritenute alla fonte derivano, invece, dal modello 770 ma solamente per importi eccedenti i 5.000 euro all’anno.

Crediti Inps compensazione 2024, datori di lavoro agricoli e non

I datori di lavoro di settori non agricoli, invece, dovranno attendere il 15esimo giorno susseguente a quello della scadenza mensile per l’invio telematico dei dati retributivi. Si fa riferimento, in particolare, ai dati Uniemens, con scadenza alla fine del mese susseguente a quello delle retribuzioni inerenti. Il termine del 15esimo giorno può essere calcolato anche dal giorno successivo alla presentazione dei dati retributivi se avvenuta con ritardo.

Infine, per i datori di lavoro del settore agricolo, con contribuzione unificata relativa alla manodopera agricola, la compensazione si può effettuare solamente dal giorno di scadenza del pagamento inerente la dichiarazione di manodopera agricola, contenente il dato sul credito contributivo.

Come effettuare l’operazione con il modello F24

Tra gli altri adempimenti in tema di compensazione mediante modello F24, il disegno di legge del Bilancio richiede, per il prossimo anno, il visto di conformità, come avviene anche tutt’oggi. La misura del rinvio della compensazione dal prossimo anno va a incidere notevolmente sulle categorie dei contribuenti interessati (artigiani, commercianti, liberi professionisti datori di lavoro agricoli e non).

Infatti, queste categorie spesso concludono la dichiarazione dei redditi con un credito Inps, derivanti essenzialmente dagli alti importi pagati a titolo di acconto. Il versamento di questi ultimi avviene con il metodo storico, senza che si possa ridurli mediante il meccanismo previsionale, reputato troppo rischioso nella determinazione preventiva del reddito.

Pagamenti imposte, ritenute e contributi Emilia Romagna, Toscana e Marche: scadenza fissata al 20 novembre 2023 

C’è tempo fino al 20 novembre 2023 per i pagamenti di imposte, ritenute e contributi previdenziali e assistenziali dei cittadini residenti nelle regioni alluvionate, ovvero l’Emilia Romagna, la Toscana e le Marche. La tregua fiscale riguarda i pagamenti non effettuati del periodo a decorrere dal 1° maggio e fino al 31 agosto 2023 per effetto di quanto prevede il decreto “Alluvioni” (Dl 61 del 2023). 

Allo stesso modo, riprendono anche i pagamenti relativi agli adempimenti tributari e di lavoro che erano scaduti nello stesso periodo di tempo per l’emergenza maltempo. Questi adempimenti si trasmettono all’Agenzia delle entrate entro lunedì prossimo, 20 novembre 2023. 

Pagamenti imposte, ritenute e contributi Emilia Romagna, Toscana e Marche: scadenza fissata al 20 novembre 2023 

Riprende il termine dei pagamenti di imposte, ritenute e contributi previdenziali e assistenziali per i cittadini delle regioni danneggiate dal maltempo di maggio scorso, ovvero l’Emilia Romagna, la Toscana e le Marche. Il decreto varato dal governo (Dl “Alluvioni”) ha sospeso i pagamenti tra il 1° maggio e il 31 agosto 2023, quest’ultima data relativa alla cessazione degli effetti del decreto legge 61 del 2023. 

La tregua fiscale riguarda tutti i cittadini che, alla data del 1° maggio 2023, avevano la residenza nei Comuni delle tre regioni colpite dal maltempo. Per quanto riguarda le imprese, il requisito richiesto per la sospensione dei pagamenti è l’avere la sede legale od operativa. 

Pagamenti imposte 20 novembre 2023, quali versamenti fare? 

La sospensione riguarda svariati pagamenti tributari, contributivi (previdenziali e assistenziali) e premi di assicurazione obbligatoria. Inoltre, rientrano nell’elenco dei pagamenti posticipati anche le ritenute alla fonte previsti dagli articoli 23 e 24 del decreto del Presidente della Repubblica numero 600 del 1973, le trattenute inerenti le addizionali regionali e comunali dell’Irpef. 

I pagamenti sono da farsi entro il 20 novembre prossimo (di recente la scadenza è slittata all’11 dicembre 2023) per non incorrere in alcuna sanzione e interessi. La tipologia di versamento prevista è unicamente in un’unica soluzione. La sospensione dei pagamenti riguarda anche i pagamenti delle cartelle tributarie e non tributarie, emesse dagli agenti della riscossione nel periodo di riferimento dal 1° maggio al 31 agosto 2023. Rientrano in questi versamenti anche gli avvisi di accertamento esecutivo e gli avvisi di addebito. 

Risultavano sospesi, nel periodo da maggio ad agosto, anche le rate inerenti provvedimenti in essere, tra i quali la Rottamazione ter (di cui alla definizione agevolata prevista dagli articoli 3 e 5 del decreto legge 119 del 2018). Riguardo alle cartelle, gli avvisi di addebito e l’accertamento, i termini di versamento sono ripresi a decorrere dal 1° settembre 2023. 

Versamenti per rapporti di lavoro nelle regioni alluvionate 

Hanno scadenza al 20 novembre 2023 anche i pagamenti, già congelati, relativi agli adempimenti dei rapporti di lavoro verso la Pubblica amministrazione da parte dei datori di lavoro, dei professionisti, dei Centri di assistenza fiscale (Caf) e dei consulenti. I relativi pagamenti comprendono anche i versamenti per conto di imprese e contribuenti che non operano nei comuni delle regioni danneggiate dal maltempo. 

Rottamazione quater, dopo la domanda di definizione agevolata si attende la risposta dell’Agenzia delle entrate 

Spostata in avanti anche la domanda di definizione agevolata della Rottamazione quater per le cartelle verso il Fisco, i cui pagamenti sono previsti per il 2023 e negli anni seguenti. Si tratta delle cartelle affidate all’Agenzia delle entrate – Riscossione del periodo dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022.

Rispetto a tutto il resto d’Italia, nelle tre regioni alluvionate, i termini sono stati spostati in avanti di tre mesi. Pertanto, la domanda di definizione agevolata andava presentata entro la fine di settembre scorso mentre l’esito dell’Agenzia delle entrate arriverà entro il 31 dicembre 2023. La scadenza della prima rata è fissata al 1° gennaio 2024, mentre la seconda scade meno di un mese dopo, il 29 febbraio 2024.

Contributi INPS non pagati? Ecco le nuove regole per pagare i debiti previdenziali

Contributi INPS non pagati? In futuro, sarà più facile regolarizzare i debiti previdenziali ai fini della pensione. Finalmente arrivano buone notizie per i contribuenti con anomalie, errori e omissioni contributive.

Le novità riguardano l’introduzione dell’adempimento spontaneo con rateizzazione delle somme dovute, le lettere di compliance sulle irregolarità, sugli accertamenti d’ufficio con sanzioni ridotte e molte altre. Vediamo insieme quali sono.

Contributi INPS non pagati

Calendario alla mano, manca davvero poco per l’introduzione delle ultime novità sul fronte contributivo. Il DDL lavoro ha ripreso l’iter parlamentare e tra le novità contenute nel testo troviamo nuove indicazioni per l’INPS in merito all’omissione dei contributi previdenziali, prevedendo dei canali agevolativi per coloro che intendono regolarizzare la propria posizione ai fini previdenziali.

In futuro, il sistema previdenziale sarà maggiormente accessibile e con modalità di semplificazioni innovative in materia contributiva.

Inoltre, sarà concesso più tempo per regolarizzare la propria posizione con l‘applicazione di sanzioni ridotte, a condizione che si rispettino i criteri normativi. Viene premiata la formula spontanea di coloro che decidono di pagare le pendenze contributive.

Come si possono pagare i contributi INPS arretrati?

 L’INPS permette di costituire la propria rendita vitalizia al fine di sanare gli anni contributivi non pagati. Attraverso la costituzione della rendita vitalizia, è possibile correggere un’omissione contributiva ai fini del perfezionamento dei requisiti per l’accesso alla pensione di invalidità, la pensione di vecchiaia e al trattamento superstiti correlati a prescrizione. Questa opzione si basa sull’inadempimento del versamento contributivo obbligatorio da parte di colui chiamato a regolarizzare la posizione contributiva.

L‘omissione contributiva può riguardare sia il totale che il parziale inadempimento dell’obbligo assicurativo. Il periodo legato all’attività lavorativa può essere riscattato in tutto o in parte. L’INPS procede all’accredito dei contributi in seguito al pagamento dell’onere di riscatto utile ai fini pensionistici.

L’onere di riscatto viene regolamentato dalle disposizioni di legge che disciplinano la liquidazione della pensione, con il sistema retributivo o con quello contributivo, in base al periodo temporale oggetto del riscatto, inclusi i criteri di computo delle anzianità (art. 1, commi 12 e 13, legge 8 agosto 1995, n. 335). Il provvedimento di accoglimento prevede l’indicazione delle scadenze e le modalità di pagamento.

Per ulteriori dettagli, è possibile consultare il Contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164164 da rete mobile. In alternativa, è possibile avvalersi dei servizi predisposti presso gli enti di patronato e gli intermediari dell’Istituto.

Cosa succede se si pagano i contributi in ritardo?

In presenza di un mancato o ritardo pagamento dei contributi INPS, è prevista l’applicazione di una sanzione civile nella misura del 10,00% in ragione d’anno, tasso del 4,50% maggiorato di 5,5 punti.

L’INPS, nella circolare n. 44/2023, applica le nuove disposizioni sull’innalzamento dei tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento, pari al 3,75%, recependo le disposizioni promosse dalla Banca Centrale Europea.

In sintesi, le nuove disposizioni sui tassi di interesse correlati al differimento e al rateizzo dei debiti previdenziali prevedono:

  • per le richieste di rateazioni presentate dal 20 settembre 2023, viene applicato un tasso di interesse pari al 10,50%.
  • i piani di ammortamento emessi e notificati in precedenza non saranno oggetto di correttivi.
  • per le autorizzazioni alla proroga del termine di versamento dei contributi, sarà applicato un nuovo tasso a partire dalla contribuzione del mese di settembre 2023.

Contributi INPS non pagati: arrivano le nuove regole per pagare i debiti previdenziali

Come previsto dalla bozza del DDL lavoro, i contribuenti avranno più tempo per sanare le irregolarità o omissioni contributive. Nello specifico, si parla di almeno 90 giorni a partire dalla data di notifica dell’avviso di contestazione emesso dall’INPS, nel quale vengono segnalate anomalie, errori e omissioni. In alternativa, potranno aderire in forma spontanea, sanando le anomalie.

Tuttavia, affinché la regolarizzazione produca i suoi effetti, è indispensabile effettuare il pagamento dell’importo dovuto, maggiorato del 2,75% (sanzione), entro i successivi 30 giorni.

Importanti novità riguardano anche le rateizzazioni dei versamenti contributi, con maggiore flessibilità nel pagamento rateale a partire dal 2025. Ciò significa che si disporrà di più tempo per sanare la posizione contributiva, premi e accessori INPS e INAIL. In particolare, si parla di un rateizzo massimo di cinque anni, ovvero 60 rate mensili, rispetto alle attuali 24 rate.

Per gli accertamenti d’ufficio, l’INPS avrà accesso alle banche dati o ad altre pubbliche amministrazioni, nonché alla comparazione dei relativi dati, per l’individuazione della base imponibile occultata, per il godimento di benefici contributivi o agevolazioni, in tutto o in parte, erogati ma non dovuti.

Pertanto, il contribuente potrebbe essere chiamato a comparire di persona o a mezzo di rappresentanti per chiarire la propria posizione.

Nella comunicazione sarà previsto anche il termine per regolarizzare la propria posizione entro 15 giorni; dopo questo periodo, l’Ente procederà con regolare avviso di accertamento. Dalla notifica dell’avviso, il contribuente disporrà di almeno 40 giorni di tempo per sanare la propria posizione con l’applicazione delle sanzioni ridotte al 50% e potrà richiedere il rateizzo dell’importo dovuto. L’avviso sarà notificato a mezzo PEC o con raccomandata.