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Tag: Ciclismo

Amstel Gold Race 2024: percorso, favoriti e diretta tv

Con l’Amstel Gold Race 2024 si passa nella seconda parte delle classiche del nord, quelle che si disputano sulle Ardenne. Saranno tre gli appuntamenti fondamentali, tutti concentrati nel giro di otto giorni, che riguarderanno sia uomini che donne. Si inizia domani, domenica 14 aprile, con l’Amstel Gold Race, per poi proseguire mercoledì con la Freccia Vallone e domenica prossima la Liegi-Bastogne-Liegi.

Amstel Gold Race 2024, tutti contro van der Poel

Le corse sui pavé sono alle spalle con il dominio assoluto di Mathieu van der Poel, vincitore sia del Giro delle Fiandre che della Parigi-Roubaix. Il campione del mondo in carica sarà ancora una volta il favorito numero uno per la classica olandese, già vinta da lui nel 2019, ma non sarà l’unico pretendente al successo, visto che il parterre di corridori sarà molto diverso rispetto alle classiche che si sono svolte fino ad oggi.

Dopo questa edizione, Flanders Classics diventerà il nuovo comitato organizzatore dell’Amstel Gold Race. L’attuale organizzatore, Leo van Vliet, rimarrà attivo come direttore di corsa e per affrontare questioni organizzative per i prossimi due anni. Il percorso è più o meno quello dell’anno scorso, ma c’è una modifica importante rispetto agli anni precedenti.

Il percorso dell’Amstel Gold Race 2024

Il percorso dell’Amstel Gold Race 2024 non vivrà più la propria partenza da Vrijthof quest’anno, ma dalla piazza del mercato di Maastricht. La gara parte dalla capitale del Limburgo dal 1998: per anni è iniziata dal Markt, ma dal 2019 in poi i ciclisti si erano sempre radunati a Vrijthof per la presentazione delle squadre. Da domani, la cerimonia di presentazione avverrà nuovamente dal Markt. I ciclisti si dirigono verso nord dopo la partenza, fino a Sittard. Lungo il percorso, incontrano il Maasberg – una breve salita in pavé – primo ostacolo della giornata. Seguono la solita serie di strade molto strette e di cotes, salite brevi ma molto ripide, come Adsteeg, Bergseweg e Korenweg. Niente Cauberg nella fase iniziale: la famosa salita di Valkenburg deve essere affrontata due volte, con il primo passaggio dopo 172 chilometri, quando i ciclisti hanno già affrontato diverse salite.

Il finale inizia a quarantacinque chilometri dal traguardo con tante salite che precedono l’ultima scalata del Cauberg, posta a sedici chilometri dal traguardo. Qui il Geulhemmerberg e il Bemelerberg, già affrontati in precedenza, saranno decisivi. La cima del Bemelerberg si trova a sette chilometri dal traguardo. Una volta in cima, i ciclisti svoltano a sinistra, in direzione del vicino Terblijt. Il traguardo è sulla Rijksweg, dopo 253,6 km. La partenza è prevista alle 10.45 e l’arrivo tra le 16.45 e le 17.00.

I favoriti

Dopo la vittoria di Tadej Pogacar dello scorso anno, in questo 2024 le attenzioni per l’Amstel Gold Race sono tutte su Mathieu van der Poel, che sta vivendo una primavera eccezionale. La grande domanda è quanto possa essere ancora in forma il leader dell’Alpecin-Deceuninck dopo una primavera già ricca di successo ma anche molto faticosa. Van der Poel ha disputato solo cinque corse su strada quest’anno, ma ha ottenuto già i successi al Giro delle Fiandre e alla Parigi-Roubaix. Lo sfidante principale dell’olandese dovrebbe essere Tom Pidcock, che è già stato sul podio della corsa. La condizione del il britannico è un punto interrogativo, in quanto ha avuto a che fare con dei problemi all’anca. La Ineos-Grenadiers punterà quindi anche su Michal Kwiatkowski, che ha vinto due volte l’Amstel Gold Race. Il fatto che il polacco non abbia avuto una stagione brillante finora non significa molto: anche nel 2022 è partito a fari spenti e invece si è imposto per la seconda volta.

Gli italiani

Dopo il piazzamento dello scorso anno, Ben Healy si presenterà alla partenza dell’Amstel Gold Race con grandi ambizioni. Il campione irlandese dell’EF Education-EasyPost è arrivato secondo lo scorso anno, come è successo in passato anche a Benoit Cosnefroy. Nell’edizione dello scorso anno, Healy è stato l’unico a poter mettere un po’ di pressione a Tadej Pogacar. Non è stata una coincidenza, visto che Healy si è rivelato una delle rivelazioni della scorsa stagione. Attenzione anche al danese Mattias Skjelmose, a Tiesj Benoot e a Michaerl Matthews. Sorvegliato speciale anche Juan Ayuso, che veste i panni di leader in una classica. L’Italia può contare sul campione del mondo Simone Velasco, Lorenzo Rota e Andrea Bagioli.

La corsa in tv

L’Amstel Gold Race 2024 sarà trasmessa in diretta tv a partire dalle 14:35 sia in chiaro su RaiSport (con passaggio su Rai Due dalle 15:00) che su Eurosport, oltre che in diretta streaminggrazie a RaiPlay, Discovery+, Eurosport.it, Dazn, Sky Go e Now.

Amstel Gold Race 2024, van der Poel fiducioso di poter fare ancora bene

Mathieu van der Poel è il favorito numero uno per il successo all’Amstel Gold Race 2024. Il campione del mondo in carica prenderà parte alla corsa più importante che si svolge nella sua nazione con la maglia di campione del mondo e dopo i due trionfi al Giro delle Fiandre e alla Parigi-Roubaix. L’olandese si è imposto in questa corsa di un giorno dopo aver già trionfato nel 2019, e dopo aver ottenuto un quarto posto nell’edizione 2022. Per domenica, insomma, l’Amstel Gold Race potrebbe trasformarsi in una sorta di vera e propria festa nazionale, con van der Poel indicato da tutti come favorito principale per trionfare domenica.

Amstel Gold Race, nuovo obiettivo per van der Poel

Per Mathieu van der Poel, l‘Amstel Gold Race 2024 sarà un banco di prova molto importante. L’olandese, per questa stagione, si è posto davanti una sfida molto importante, quella di provare a vincere la Liegi-Bastogne-Liegi, la classica monumento che sulla carta meno si adatta alle sue caratteristiche. Prima di questo appuntamento e della nuova sfida con Tadej Pogacar, il campione del mondo deve confermarsi in casa, da profeta in patria, nella corsa più prestigiosa che si svolge sul suolo olandese.

Van der Poel guarda con fiducia all’Amstel

L’edizione 2024 dell’Amstel Gold Race, che si svolgerà con la presenza di van der Poel in maglia iridata, passerà alla storia per essere l’ultima della vecchia gestione organizzativa. Flanders Classics, dal prossimo anno, prenderà il timone della gara, mentre l’attuale organizzatore, Leo van Vliet, rimarrà attivo per Flanders Classics come direttore di gara e per questioni organizzative per i prossimi due anni. Il percorso è più o meno lo stesso degli anni passati: la partenza sarà sempre da Maastricht, ma dalla piazza del Mercato. La gara parte dal capoluogo del Limburgo dal 1998. Il Markt ha ospitato la partenza fino al 2019, ma da quell’anno il foglio firma era posizionato al Vrijthof. Anche se non è più inserito nel finale, un ruolo chiave della corsa sarà giocato dalla salita del Cauberg.

Le dichiarazioni

Mathieu van der Poel, tuttavia, non si fa intimidire da nulla. E’ consapevole della propria forza e della propria abilità in una corsa da lui già vinta. Importanti le sue parole rilasciate in conferenza stampa.

“La vittoria nel 2019 è un momento della mia carriera che non dimenticherò mai. E’ stata la mia prima grande vittoria su strada. Sono momenti che si conservano. Il fatto di aver chiuso quarto nel 2022 dimostra che il percorso nel Limburgo olandese mi si addice particolarmente bene. È un po’ come un mini Giro delle Fiandre, con molte curve e salite ripide, ma senza pavè. Nelle ultime settimane tutto è andato eccezionalmente bene, con le vittorie Alla E3 Harelbeke, al Giro delle Fiandre e alla Parigi-Roubaix. È fantastico vincere queste classiche monumento, specialmente con la maglia iridata. Ora si tratta di mantenere questa forma per altri dieci giorni. Ho fatto una ricognizione del percorso, non che fosse molto necessario, perché ovviamente conosco le strade nel Limburgo olandese. Ma è stato un buon ripasso e non può mai essere una cosa negativa”.

Giro d’Abruzzo 2024: a Sivakov l’ultima tappa, Lutsenko si prende la generale

Si è chiuso oggi a L’Aquila con la vittoria di Pavel Sivakov un’edizione molto interessante del Giro d’Abruzzo. La corsa, che ha preso il posto del Giro di Sicilia, sempre sotto l’organizzazione di Rcs Sport, ha visto il bellissimo trionfo di Alexey Lutsenko, il quale, dopo il successo conquistato ieri nell’arrivo in salita a Prati di Tivo, ha conservato la leadership nella classifica generale al termine dell’ultima frazione.

Giro d’Abruzzo, l’ultima tappa è di Sivakov

La tappa finale del Giro d’Abruzzo non c’era un metro di pianura. Fin dai primi chilometri dopo la partenza a Montorio al Vomano, il gruppo ha dovuto affrontare numerose salite e discese. Particolarmente impegnativo era il Gran Premio della montagna di Forca di Penne (1a categoria), seguito da Castel del Monte, con i suoi 14,2 chilometri al 4,5%, prima di un nuovo continuo saliscendi fino a L’Aquila. Ci sono voluti più di venti chilometri prima che la fuga prendesse il largo: ad avvantaggiarsi sono stati Matthew Riccitello (Israel-Premier Tech), Adrien Maire (Tour de Tietema-Unibet), Sébastien Reichenbach (Tudor Pro Cycling), Alessandro Tonelli (VF-Bardiani) e Simone Raccani (Zalf Euromobil Fior). Poco dopo, anche Jan Christen (UAE Team Emirates), decimo in classifica generale, ha agganciato gli altri attaccanti. L‘Astana Qazaqstan del leader Alexey Lutsenko è riuscita sempre a controllare la situazione senza problemi: i battistrada non hanno mai avuto più di un minuto e mezzo di vantaggio.

Giro d’Abruzzo, Sivakov si impone nello sprint a tre

Negli ultimi chilometri, solo George Bennett (Israel-Premier Tech), Pavel Sivakov (UAE Emirates) e il leader della classifica Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan) sono rimasti davanti. A sorpresa, Adam Yates ha perso contatto rispetto ai migliori. Lutsenko sapeva che questa era una situazione ideale, perché Bennett e Sivakov erano distanti più di mezzo minuto da lui. Questi tre corridori hanno affrontato la discesa finale con un vantaggio importante rispetto al gruppo. A dieci chilometri dall’arrivo, prima dello strappo verso L’Aquila, Bennett è stato il primo a cercare di sorprendere i suoi compagni di fuga. Sivakov ha poi provato fino all’imbocco della salita, ma Lutsenko ha risposto a quegli attacchi con facilità. L’ultima tappa del Giro d’Abruzzo 2024 si è quindi chiusa con uno sprint a tre, con Sivakov che è andato a imporsi davanti a Bennett. Lutsenko si è defilato, soddisfatto del successo finale al Giro d’Abruzzo.

Ulissi migliore degli italiani

Il migliore degli italiani è stato Diego Ulissi. Il corridore della UAE Team Emirates ha infatti ottenuto il quarto posto nella frazione odierna e il sesto nella classifica generale. Un’ottima prestazione per l’azzurro, che conferma di essere ormai pronto per affrontare il Giro d’Italia. Ancora in evidenza la formazione giapponese del JCL Team UKYO, con Giovanni Carboni che ha ottenuto la settima piazza finale.

Le parole di Sivakov

Al Giro d’Abruzzo Pavel Sivakov, dopo l’infortunio subito a inizio stagione, ha dimostrato che sta pian piano ritrovando il giusto colpo di pedale. La vittoria di oggi e il piazzamento di ieri ne sono dimostrazione.

“È una bella sensazione vincere. La nostra tattica era quella di mettere in difficoltà l’Astana nella salita principale di oggi. Ho attaccato lì e sono stato ripreso da George Bennett, così ho iniziato a risparmiare le energie pensando al finale. È stato ciò che mi ha permesso di vincere. Nel corso degli anni ho ottenuto diversi successi in Italia. Sono nato in questo Paese. C’è un legame speciale. Ho iniziato la stagione con un infortunio, questa vittoria mi dà fiducia”.

Niente classiche delle Ardenne 2024 per Primoz Roglic

Primoz Roglic sarà costretto, per la stagione 2024, a saltare tutte le classiche delle Ardenne. A darne annuncio è stata la sua squadra, la Bora-hansgrohe, attraverso un post pubblicato sui social network. Il vincitore del Giro d’Italia 2024 è stato una delle vittime della caduta al Giro die Paesi Baschi, quando, nel corso della quarta frazione, è finito a terra insieme a altri undici atleti, tra i quali Jay Vine, Remco Evenepoel e Jonas Vingegaard. Tra i tanti corridori che sono rimasti infortunati nella quarta tappa della corsa iberica, Roglic è stato il corridore che, tutto sommato, è uscito senza troppi problemi: ha avuto moltissime contusioni, con il corpo quasi completamente pieno di cerotti, ma perlomeno non ha subito fratture.

Niente classiche delle Ardenne per Roglic

Nel comunicato della Bora-hansgrohe, si legge che la situazione di Primoz Roglic prevede un recupero per la prossima settimana, anche se non del tutto completo: “Primoz continuerà a concentrarsi sulla guarigione dagli infortuni riportati nei giorni scorsi al Giro dei Paesi Baschi. Ha intenzione di riprendere l’allenamento in bici la prossima settimana. I due giorni di gara alla Flèche Vallonne e alla Liegi-Bastogne-Liegi sono stati quindi rimossi dal suo programma”.

Salta il duello con Pogacar e van der Poel

Sarà un peccato non poter vedere Primoz Roglic al via della Liegi-Bastogne-Liegi, prevista per domenica 21 aprile 2024. Il corridore sloveno era infatti uno degli uomini più attesi al via: vincitore dell’edizione 2020, Roglic si sarebbe potuto misurare con Tadej Pogacar e Mathieu van der Poel. Complice anche l’assenza di Remco Evenepoel, Per la quarta classica monumento della stagione si prevede quindi principalmente un duello tra il corridore della UAE Team Emirates e il campione del mondo della Alpecin-Deceuninck per la vittoria finale.

Il Tour de France

Con l’assenza delle classiche delle Ardenne nel programma di Primoz Roglic, non è difficile immaginare che il prossimo impegno del corridore sloveno, anche se non è stato ufficializzato dalla Bora-hansgrohe, sarà il Giro del Delfinato, che prenderà il via il prossimo 2 giugno. Il Delfinato è la prova generale del Tour de France, appuntamento quasi imprescindibile per chi ambisce a vestire la maglia gialla alla Grande Boucle.

Roglic costretto a saltare le Ardenne

La stagione di Roglic, vista l’assenza dalle Ardenne, fino ad oggi lo ha visto al via della Parigi Nizza e del Giro dei Paesi Baschi. Nonostante la caduta, nella corsa iberica ha avuto dei buoni riscontri, in quanto, al momento dell’incidente, era il leader della classifica generale. Bisogna sottolineare che per Roglic queste poche corse messe nelle gambe non dovrebbero essere un problema: nella sua carriera, infatti, lo sloveno non ha mai affrontato tante corse prima di un grande obiettivo. Nel 2023, prima di vincere il Giro d’Italia, aveva preso parte solo alla Tirreno-Adriatico e alla Volta Catalunya. Dopo il Giro, ha affrontato solo la Vuelta a Burgos prima della Vuelta a Espana, conclusa sul podio: storicamente, quindi, Roglic non ha mai avuto bisogno di mettere tante corse nelle gambe per raggiungere un obiettivo.

A rimetterci è senza dubbio lo spettacolo: vedere un duello a tre tra Roglic, Pogacar e van der Poel alla Liegi-Bastogne-Liegi sarebbe stato davvero interessante, anche perchè i due sloveni dovevano vedersela con il più grande specialista al mondo nelle classiche, il corridore olandese, che veste la maglia di campione del mondo. Il duello si riduce quindi a Pogacar e van der Poel, che torneranno. sfidarsi dopo il duello che ha caratterizzato l’ultima edizione della Milano-Sanremo.

Ciclismo, Ballan: “van der Poel impressionante, solo Pogacar può batterlo alla Liegi”

Mathieu van der Poel è stato l’autentico mattatore di questo avvio di stagione ciclistica. Il corridore olandese ha esordito alla Milano-Sanremo 2024, lavorando in appoggio al suo compagno di squadra Jasper Philipsen, che ha conquistato la vittoria. Ha poi vinto per la terza volta in carriera il Giro delle Fiandre e per il secondo anno consecutivo la Parigi-Roubaix. L’olandese vuole ora provare a dire la sua anche sulle Ardenne: domenica è atteso all’Amstel Gold Race, la corsa più importante che si svolge nei Paesi Bassi, e sembra tutto pronto per una grandissima festa neerlandese. Domenica prossima, invece, ci sarà l’ultima classica monumento di questa parte iniziale della stagione, la Liegi-Bastogne-Liegi, dove vedremo un nuovo scontro tra van der Poel e Tadej Pogacar, come alla Milano-Sanremo.

Ballan: “van der Poel sarà protagonista anche alla Liegi”

Alessandro Ballan è stato l’ultimo campione del mondo in linea per l’Italia. Il veneto ha vinto il mondiale di Varese nel 2009 e, in carriera, si è aggiudicato anche un Giro delle Fiandre ed è salito per due volte sul podio della Parigi-Roubaix. Erano gli anni nei quali Tom Boonen e Fabian Cancellara si spartivano le classiche del pavè, ma l’ex corridore azzurro è riuscito sempre a ritagliarsi un ruolo da protagonista a quelle latitudini. Per commentare questo avvio di stagione, lo abbiamo intervistato in esclusiva per Tag24.it.

Si aspettava un van der Poel a questo livello?

“Mi aspettavo che facesse un grande avvio di stagione, ma è stato davvero superiore alle aspettative, tenendo anche in considerazione il fatto che non c’erano avversari al suo livello. Non sappiamo come sarebbe andata se Wout van Aert avesse preso parte alle classiche, ma possiamo giudicare quello che abbiamo visto: al Giro delle Fiandre l’olandese è stato impeccabile, staccando tutti sul Koppenberg. E’ stato uno dei pochi che è riuscito a salire su in bici mentre tutti gli altri mettevano piede a terra. E’ il suo terzo trionfo, è stato davvero impressionante. Alla Parigi-Roubaix, invece, mi sembra che tutti gli avversari siano partiti un po’ battuti. Mathieu ha attaccato a circa 60 km dall’arrivo, ma dietro non sono riusciti ad organizzarsi. Quando si corre contro un atleta che ha tutti i favori del pronostico bisogna fare solo una cosa: rimanere incollati alla sua ruota e seguirlo come un’ombra. Mas sembra che quando lui ha accelerato, gli altri si siano un po’ rassegnati”.

Merito anche della Alpecin-Deceuninck, che dietro ha lavorato bene mentre Mathieu van der Poel era in fuga?

“Sicuramente il fatto che c’erano due compagni di van der Poel nel gruppo principale ha scoraggiato un po’ gli altri: la squadra ha corso davvero molto bene, sono stati intelligenti a rompere i cambi e questo non ha aiutato Mads Pedersen e gli altri concorrenti. Però mi sembra che nel finale non abbiano corso nemmeno per il terzo posto: con un corridore come Jasper Philipsen, bisognava cercare di attaccare per isolarlo, invece non ci sono riusciti. E’ normale che poi allo sprint sia riuscito a superare sia Pedersen che Nils Politt”.

E’ possibile disputare una buona Liegi-Bastogne-Liegi dopo aver corso tutte e tre le prime classiche monumento della stagione?

“van der Poel deve provare l’assalto alla Liegi perchè è in una condizione di forma davvero eccezionale. Questo può essere l’anno buono per lui per fare un’impresa importante. Personalmente, nel 2006 ho chiuso nei primi 20 la Liegi dopo aver corso davvero tanto a inizio stagione: con la sua forma può davvero fare qualcosa di grande. E’ anche vero, però, che lì dovrà confrontarsi con Tadej Pogacar: credo che ad oggi lo sloveno sia l’unico corridore in grado di poter battere Mathieu van der Poel. Non ci è riuscito alla Sanremo, ma ha comunque corso da protagonista: ci è riuscito lo scorso anno al Fiandre. Credo che sarà un bel duello in vista della Liegi. Certo, se Mathieu dovesse riuscire a vincere la Liegi, nei prossimi anni deve mettere in conto di preparare con calma Il Lombardia per provare a vincere tutte le monumento”.

Per l’Amstel Gold Race di domenica Mathieu van der Poel correrà ancora da favorito numero uno?

“Sì, non credo che in questo momento ci possano essere avversari in grado di batterlo. La squadra deve essere però molto attenta perchè quella olandese è una corsa molto impegnativa e soprattutto arriveranno forze fresche in campo, perchè dopo il pavè ci saranno corridori che avranno preparato nel dettaglio le classiche delle Ardenne. Van der Poel all’Amstel, come alla Liegi, sarà quindi il favorito numero uno ma sarà anche un banco di prova importante”.

Giro d’Italia 2024, Wout van Aert non ci sarà: al suo posto Laporte

Wout van Aert non sarà al via del Giro d’Italia 2024. Il corridore belga della Visma – Lease a Bike ha reso noto, attraverso un video pubblicato sui social network della squadra, che non potrà prendere parte alla prossima edizione della corsa rosa in quanto ha ancora problemi ad allenarsi in bici in seguito ai postumi della caduta alla Dwars door Vlaanderen. Per van Aert sarebbe stata la sua prima partecipazione in carriera al Giro d’Italia: la corsa a tappe perde così un possibile protagonista, soprattutto per ciò che riguarda i successi parziali. Van Aert, infatti, non avrebbe preso parte al Giro d’Italia 2024 con ambizioni di classifica, ma con l’obiettivo di vincere le tappe.

Niente Giro d’Italia per van Aert: il video

Nel video postato sui social network, Wout van Aert ha reso noto che le fratture alle costole non gli permettono di allenarsi bene in bicicletta. Il corridore belga ha dato i suoi primi colpi di pedale dopo la terribile caduta, ma non può svolgere dei veri e propri allenamenti. La Visma – Lease a Bike, attraverso i suoi direttori sportivi, aveva già reso noto che van Aert avrebbe preso parte al Giro solo se fosse stato competitivo al 100%: dato che manca meno di un mese al via da Venaria Reale, per il belga si chiudono le possibilità di prendere parte alla corsa rosa. Al suo posto ci sarà il francese Christophe Laporte, campione europeo in carica.

La stagione del belga: Giochi Olimpici in vista?

Resta da capire, a questo punto, come evolverà la stagione di Wout van Aert. Un obiettivo possibile può essere quello dei Giochi Olimpici di Parigi 2024, ricordando che nel 2021 a Tokyo il belga conquistò la medaglia d’argento piazzandosi alle spalle di Richard Carapaz e davanti a Tadej Pogacar. Resta tuttavia da definire quale può essere la sua marcia di avvicinamento all’appuntamento olimpico: il grande interrogativo diventa la partecipazione al Tour de France, dove, ad oggi, in casa Visma – Lease a Bike è in forse anche la partecipazione di Jonas Vingegaard, vincitore delle ultime due edizioni. Non è da escludere, dato che alla Grande Boucle ci sarà anche una tappa con lo sterrato, che van Aert possa correre in Francia. Molti corridori che in passato hanno vinto la prova olimpica sono proprio usciti dal Tour de France, nonostante le due gare siano molto vicine: nel 2016, Greg van Avermaet si impose a Rio dopo aver disputato il Tour. Anche Bradley Wiggins e Alexandre Vinokourov, campioni olimpici rispettivamente a cronometro e in linea a Londra 2012, avevano corso in Francia prima dell’appuntamento a cinque cerchi.

L’Astana Qazaqstan si impone al Giro d’Abruzzo

Mentre la Visma – Lease a Bike annunciava l’assenza di Wout van Aert al Giro d’Italia 2024, l’Astana Qazaqstan ha potuto esultare per la vittoria di Alexey Lutsenko nella terza tappa del Giro d’Abruzzo. il corridore kazako si è imposto davanti a Diego Ulissi e ad Adam Yates, duo della UAE Team Emirates, al termine della salita di Prati di Tivo, che sarà affrontata anche durante la prossima edizione della corsa rosa. Grazie a questo successo, Lutsenko è andato a prendersi anche la maglia di leader della classifica generale del Giro d’Abruzzo. La frazione odierna si è svolta da Pratola Peligna a Prati di Tivo, per 163 km complessivi: un arrivo in salita. Domani si svolgerà la Montorio al Vomano – L’Aquila, frazione che farà calare il sipario su questa edizione della gara abruzzese, che ha sostituito in calendario il Giro di Sicilia.

Vingegaard, è mistero sulla sua salute. Il padre: “Non riusciamo a parlare con lui”

Nel mondo del ciclismo, un velo di mistero avvolge le condizioni di salute di Jonas Vingegaard dopo la terribile caduta al Giro dei Paesi Baschi. E’ trascorsa una settimana da quando il corridore danese, vincitore delle ultime due edizioni della Grande Boucle, è finito a terra lungo l’ultima discesa della quarta frazione in programma.

La salute di Vingegaard è un mistero

Se il Team Visma – Lease a Bike ha comunicato che il plurivincitore del Tour de France è stato sottoposto a un intervento chirurgico per ridurre una frattura alla clavicola, rimane poco chiaro il quadro completo della sua salute, specialmente per quanto riguarda lo pneumotorace riscontrato durante gli esami clinici presso l’ospedale di Txagorritxu a Vitoria.

La preoccupazione del papà di Jonas

Le notizie provenienti dalla Spagna sono contraddittorie, e anche i familiari del ciclista, ancora in Danimarca, sono nell’oscurità. La situazione è preoccupante, specialmente considerando che i medici hanno chiesto alla famiglia di rimanere nel loro paese in attesa di ulteriori sviluppi. Claus Vingegaard, padre di Jonas, ha lui stesso pochissime informazioni sul figlio, tutte provenienti dalla moglie di suo figlio, che si trova lì in Spagna. In una dichiarazione al giornale danese Ekstra Bladet, Claus Vingegaard si è lasciato andare alla sua frustrazione.

“Quello che sappiamo lo apprendiamo dai giornali o dai siti web. Non siamo riusciti a contattarlo direttamente, e le informazioni essenziali ci giungono tramite sua moglie Trine. Questa situazione è molto frustrante, ma non abbiamo preso noi la decisione di non condividere molti dettagli con il pubblico. La squadra non ci tiene informati, quindi non ci rimane che cercare notizie qua e là e sapere dagli aggiornamenti di Trine se ci sono miglioramenti giorno per giorno. Non abbiamo nemmeno considerato l’opzione di recarci in Spagna, poiché credo che in questo momento Jonas non possa ricevere visite. Aspettiamo e vediamo come si evolverà la situazione.”

In merito alle voci provenienti dalla penisola iberica, risulta particolarmente inquietante la ricostruzione riportata da El Pais, secondo la quale Vingegaard sarebbe monitorato nel reparto di terapia intensiva, dove viene controllato un tubo inserito nel torace per liberare il polmone dall’aria, senza danneggiare il tessuto circostante.

Mistero sulla salute di Jonas Vingegaard

La Visma – Lease a Bike, anche attraverso le dichiarazioni rilasciare dai direttori sportivi, ha sempre dichiarato che la priorità assoluta, in questo momento, è il pieno recupero, sia per Jonas Vingegaard che per Wout Van Aert. Su quest’ultimo, però, anche se non sono chiari i tempi di recupero, ci sono informazioni di prima mano: proprio il corridore belga, in più occasioni, ha portato delle foto sui social e ha addirittura caricato una passeggiata sul social network Strava, molto utilizzato da chi pratica ciclismo e altre attività di endurance, per far vedere che sta cercando di allenarsi nonostante non possa ancora sforzare la clavicola.

Gli altri corridori

Sulla salute di Jonas Vingegaard, invece, rimane un alone di mistero. Dopo la caduta, abbiamo anche saputo che Primoz Roglic e Remco Evenepoel sono a casa. Jay Vine è sempre ricoverato in ospedale, perchè i danni subiti alle vertebre non gli consentono ancora di muoversi. Sul corridore danese, invece, non ci sono notizie di prima mano, in quanto sembra davvero essere calato il silenzio assoluto intorno a lui.

Giro d’Abruzzo 2024, Christen conquista la seconda tappa

Jan Christen, classe 2004, ha conquistato la tappa odierna e la prestigiosa maglia azzurra di leader della classifica generale del Giro d’Abruzzo. Il giovane corridore svizzero ha dimostrato il suo valore durante la tappa, aggiudicandosi la vittoria in solitaria con un’azione audace negli ultimi 4 km fino al traguardo di Magliano de’ Marsi.

Christen, prima vittoria al Giro d’Abruzzo

Questo successo è stato il coronamento di una strategia impeccabile orchestrata dalla UAE Team Emirates, che ha preso il controllo della corsa sull’ultima salita di Santa Iona-Forme, sfaldando il gruppo principale e costringendo l’ex maglia azzurra Enrico Zanoncello a perdere contatto. Nonostante un tentativo di attacco respinto inizialmente da Alexey Lutsenko, Christen è stato abile nel sfruttare la superiorità numerica del suo team nella discesa successiva, trionfando con 16″ di vantaggio sul campione nazionale kazako, che ha conquistato la volata per il secondo posto davanti a Thomas Pesenti e Yannis Voisard.

Christen alla prima da professionista al Giro d’Abruzzo

La seconda tappa del Giro d’Abruzzo ha presentato un profilo ben diverso rispetto alla frazione inaugurale, tutt’altro che pianeggiante. Sebbene potesse ancora verificarsi uno sprint, ci si aspettava un piccolo gruppo capace di giocarsi il successo in volata. A meno di quindici chilometri dal traguardo di Magliano de’ Marsi erano infatti posti una salita e una discesa prima del gran finale.

A muoversi per prima è stata la squadra Tour de Tietema-Unibet, con il belga Abram Stockman che ha preso l’iniziativa di portare via una fuga fuga. Con lui c’erano gli italiani Diego Bracalente (MBH Bank Colpack Ballan), Alessandro Tonelli (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè) e Andrea Guerra (Zalf Euromobil Fior). Hanno accumulato un vantaggio di oltre quattro minuti su UAE Team Emirates, Astana Qazaqstan e Tudor Pro Cycling, ma queste squadre hanno rapidamente recuperato il divario prima della fase finale.

Il lavoro della UAE Team Emirates

La UAE Team Emirates ha ripreso Stockman 23 chilometri dal traguardo, riassorbendo pian piano tutti gli altri fuggitivi. Il ritmo sull’ultima salita è stato molto forte: anche George Bennett (Israel-Premier Tech) era in difficoltà. Il ritmo elevato ha causato la rottura del gruppo in salita, con la formazione di un gruppo di testa. In questo contesto, la UAE Team Emirates ha dimostrato di avere una marcia in più, giocando un ruolo perfetto.

Domani l’arrivo a Prati di Tivo

Jan Christen ha trovato lo spazio sei chilometri prima del traguardo, mentre i suoi compagni di squadra Adam Yates e Pavel Sivakov hanno fermato l’inseguimento di altri concorrenti. Il diciannovenne Christen ha guadagnato un vantaggio di 20 secondi, mantenendolo fino alla fine per aggiudicarsi la sua prima vittoria da professionista. Lo sprint degli inseguitori è stato vinto dal campione kazako Alexey Lutsenko.

La prossima tappa vedrà l’unico arrivo in salita del Giro d’Abruzzo, con il traguardo situato ai 1450 metri di altitudine a Prati di Tivo. Christen, attualmente leader del Giro d’Abruzzo e in possesso anche della maglia ciclamino e della maglia bianca, partirà con un vantaggio di 20″ su Lutsenko, 22″ su Pesenti e 26″ sugli altri contendenti nella generale, tra cui il suo compagno di squadra Adam Yates.

Freccia del Brabante 2024, Longo Borghini vince ancora!

Elisa Longo Borghini non si ferma più: dopo la vittoria al Giro delle Fiandre, l’azzurra ha conquistato anche la Freccia del Brabante 2024 grazie a un’azione solitaria. Si tratta del terzo successo stagionale per Elisa Longo Borghini, il secondo consecutivo dopo quello ottenuto nella classica monumento belga. Ricordiamo che la campionessa d’Italia ha saltato la Paris-Roubaix Femmes di sabato scorso, in quanto la gara non era stata inserita nel suo calendario di gare e ha preferito non aggiungere altri impegni, nonostante l’infortunio e la conseguente assenza della sua compagna di squadra Lizzie Deignan.

Longo Borghini si prende la Freccia del Brabante

La piemontese, bronzo olimpico a Rio 2016 e a Tokyo 2020, sta dimostrando una condizione di forma eccezionale in questo avvio di stagione. Dopo il secondo posto alla Strade Bianche e il successo al Trofeo Oro in Euro, Longo Borghini può godersi il doppio successo in terra belga, il primo alla Freccia del Brabante. Longo Borghini si è imposta al termine di un’azione solitaria, che l’ha vista trionfare nientemeno che su Demi Vollering, la vincitrice del Tour de France Femmes 2023 e mattatrice, sempre lo scorso anno, delle classiche delle Ardenne. L’olandese si è infatti imposta all’Amstel Gold Race, alla Freccia Vallone e alla Liegi-Bastogne-Liegi 365 giorni fa, mettendo a segno una storica tripletta nel Belgio vallone. Il terzo gradino del podio è stato conquistato da Alexandra Manly, australiana della Jayco-AlUla.

Freccia del Brabante, Longo Borghini festeggia

La Freccia del Brabante 2024, culminata con la vittoria di Elisa Longo Borghini, si è svolta sul percorso da Sint-Kwintens-Lennik a Overijse per 134,9 km. Tra le azzurre in gara è da segnalare anche l’ottimo settimo posto di Eleonora Ciabocco, ventenne portacolori del Team dsm-firmenich PostNL. Due biglietti da visita importante per il ciclismo femminile, quello della piemontese e della marchigiana: domenica ci sarà anche per loro l’Amstel Gold Race da affrontare, la prima classica della settimana delle Ardenne.

Cosnefroy vince la gara maschile

Nella gara maschile della Freccia del Brabante 2024 la vittoria è stata francese: Benoit Cosnefroy si è imposto sul percorso da Leuven a Overijse per 195 km totali. La corsa si è risolta con uno sprint di un piccolo gruppo: il francese ha superato il belga Dylan Teuns, in grande condizione dopo aver disputato un grande Giro delle Fiandre, e Tim Wellens, corridore della UAE Team Emirates, ancora sul podio dopo il terzo posto alla E3 Saxo Classic. Poca gloria per l’Italia nella corsa di oggi: il migliore degli azzurri è stato Nicolò Buratti, portacolori della Bahrain-Victorious, che ha chiuso in diciottesima posizione.

Per Cosnefroy si tratta dell’ennesimo successo in un avvio di stagione davvero molto buono: il corridore della Decathlon-Ag2r La Mondiale ha infatti vinto il Tour des Alpes Maritimes, la Paris-Camembert e, oggi, la Freccia del Brabante. Il francese sarà capitano della propria squadra durante tutti gli impegni sulle Ardenne, quindi all’Amstel Gold Race, alla Freccia Vallone e alla Liegi-Bastogne-Liegi. Sarà senza dubbio uno degli uomini da tenere d’occhio tra i tanti possibili protagonisti di una settimana nella quale le attenzioni saranno ancora rivolte soprattutto su Mathieu van der Poel, che cercherà di mettere a segno di conquistare la Liegi, la corsa di un giorno che meno si addice alle sue caratteristiche.

Giro d’Abruzzo 2024, la prima tappa è di Zanoncello

La prima tappa del Giro d’Abruzzo ha visto Enrico Zanoncello aggiudicarsi la vittoria allo sprint. Il corridore italiano di 26 anni, in forza al team VF Group-Bardiani CSF-Faizanè diretto da Bruno e Roberto Reverberi, si è giocato il successo al termine della prima tappa ed è servito il fotofinish per decretare il vincitore finale della Vasto-Pescara di 161 km. Molto tirata è stata infatti la volata con Matteo Malucelli, che si è dovuto accontentare della seconda piazza.

Zanoncello festeggia al Giro d’Abruzzo

Il Giro d’Abruzzo è una delle novità della stagione 2024 nel calendario ciclistico internazionale. La corsa ha rimpiazzato il Giro di Sicilia, sempre sotto l’organizzazione di Rcs Sport: a causa delle difficoltà che si sono presentate nel riproporre la corsa siciliana, il comitato organizzatore ha trovato terreno fertile in Abruzzo, regione che sta investendo tantissimo sul ciclismo grazie anche alla partenza del Giro d’Italia dello scorso anno dalla Costa dei Trabocchi. I corridori, in questo modo, non hanno potuto perdere una delle corse più importanti in vista dell’avvicinamento al Giro d’Italia.

La prima tappa

Un gruppo di otto corridori è presto riuscito ad andare in fuga nei primi chilometri di gara. Nicola Rossi (Beltrami TSA-Tre Colli), Tomasso Dati (Biesse-Carrera), Gergo Orosz (Epronex-Hungary), Matteo Spreafico (Mg.K Vis-Colors for Peace), Bernardo Suaza (Petrolike), Diego Bracalente (MBH Bank Colpack Ballan), Nicholas Tonioli (UM Tools Caffé Mokambo) e Andrea Guerra (Zalf Euromobil Fior) sono andati in avanscoperta, accumulando un vantaggio massimo di poco più di cinque minuti.

Lo sprint

Man mano che la corsa andava avanti, il vantaggio gruppo di testa si riduceva. Sei corridori hanno mantenuto il ritmo, mentre gli altri sono stati progressivamente assorbiti dal gruppo principale. A venti chilometri dal traguardo, i tre battistrada rimanenti, Dati, Bracalente e Guerra, sono stati raggiunti dal gruppo. In questo modo si è capito che la corsa sarebbe terminata in volata. Nell’ultimo tratto di tappa, diversi tentativi di attacco sono stati riassorbiti, ad eccezione di quello portato avanti da un gruppo di quattro atleti, che sono stati ripresi immediatamente prima del traguardo.

Giro d’Abruzzo, Zanoncello supera Malucelli al fotofinish

A 250 metri dalla conclusione, Max Kanter ha lanciato lo sprint, ma è stato superato da Matteo Malucelli. Sembrava che l’italiano del JCL Team UKYO stesse per vincere, ma è stato sorpassato a sua volta da Enrico Zanoncello. La differenza tra i due è stata così minima che è stato necessario il foto finish per determinare il vincitore. Con questa vittoria, Zanoncello è anche il primo leader del Giro d’Abruzzo: lo spagnolo Manuel Peñalver, in forza al Team Polti Kometa, chiude il podio di giornata.

Il Giro d’Abruzzo riprenderà domani con la seconda tappa, la Alanno – Magliano de’ Marsi di 162 km. Un finale nervoso attende i corridori, con la salita di Santa Iona nel finale prima della discesa e dell’arrivo a Magliano de’ Marsi. L’unica vera salita impegnativa è posizionata dopo pochi chilometri dalla partenza, quella di Monte Urano: molto probabilmente sarà il terreno perfetto per i corridori che cercheranno di portare via la fuga.

Parigi-Roubaix 2024, la persona che ha lanciato il cappello a Van der Poel si costituirà

Ha suscitato molta indignazione domenica scorsa, durante la Parigi-Roubaix, il lancio del cappello a Mathieu Van der Poel mentre era tutto solo al comando della classica delle pietre. Sul tratto in pavè di Mérignies à Avelin, una donna – a giudicare dalle immagini – ha lanciato un berretto verso la ruota del leader della Alpecin-Deceuninck. L’episodio avrebbe potuto innescare una caduta molto grave, ma per fortuna tutto si è risolto con un nulla di fatto. Van der Poel è sembrato quasi non accorgersi di nulla e ha proseguito la sua marcia verso la vittoria.

Un cappello lanciato verso Van der Poel

La donna era presente domenica su invito di una compagnia in una delle zone vip, quindi dove si paga un biglietto per avere un trattamento che permette di seguire la corsa in più punti. L’organizzatore della zona vip ha reso noto che, dopo aver parlato con la signora, ha annunciato che si sarebbe costituita da sola alla polizia. Dopo l’episodio, infatti, il sindacato dei corridori ha sporto una denuncia verso di lei.

L’episodio

Secondo quanto riferito, la donna sarebbe una fan di Van der Poel. Ciò potrebbe indicare che non ha lanciato il cappello di proposito. Resta comunque il gesto tutt’altro che felice: come già riferito, il cappello avrebbe potuto portare ad una serie di problemi, in primis quello di un guasto meccanico, ma tutto sarebbe potuto finire anche peggio, con una rovinosa caduta del campione del mondo.

L’UNCP (Union Nationale des Cyclistes Professionnels), sindacato francese dei ciclisti affiliato alla CPA,ha già adottato delle misure facendo una denuncia, un po’ come fatto da Flanders Classics dopo il Giro delle Fiandre. In quella circostanza, il comitato organizzatore della classica monumento fiamminga ha deciso di sporgere denuncia contro ignoti dopo che uno spettatore aveva lanciato della birra addosso all’olandese, che anche in quel caso era da solo in testa alla corsa. In due domeniche, Van der Poel si è visto tirare addosso birra e un cappello: per fortuna sono episodi isolati nel mondo del ciclismo, ma è giusto intervenire per evitare che la cosa possa dilagare.

Cappello verso Van der Poel, i precedenti

Durante le corse ciclistiche, infatti, non sussiste il divieto di vendita delle bevande alcoliche: di conseguenza, in Belgio e in Francia, arrivano a bordo strada molte persone che hanno alzato il gomito e che perdono facilmente il controllo. L’episodio del cappello a Van der Poel è solo l’ultimo di una serie di problematiche che sono state affrontate recentemente: lo stesso corridore olandese, a dicembre, è stato vittima di un lancio di urina da parte di alcune persone che stavano seguendo una gara di ciclocross. In passato, un episodio simile ha coinvolto Chris Froome in una tappa del Tour de France: restano episodi isolati, ma purtroppo ci sono e bisogna fronteggiarli.

Resta da capire se le autorità belghe e francesi possano decidere di introdurre una sorta di daspo, quindi di divieto a partecipare agli eventi sportivi, a queste due persone. La festa del Giro delle Fiandre e quella della Parigi-Roubaix, per fortuna, non è stata rovinata da due casi isolati: domenica prossima si correrà in Olanda, all’Amstel Gold Race, quindi il pubblico dovrebbe essere tutto a favore di Mathieu Van der Poel. La speranza, al di là del tifo, è che la situazione possa essere nuovamente tranquilla, per vivere una giornata di sport senza problematiche.

Elia Viviani torna in pista dopo la caduta alla Roubaix 2024

Solo tanto spavento per Elia Viviani. Il corridore veronese, campione olimpico su pista a Rio 2016 nell’Omnium, è stato vittima di una brutta caduta domenica scorsa alla Parigi-Roubaix 2024. La caduta è occorsa nelle fasi iniziali: a terra, insieme a Viviani, è finito anche Jonathan Milan, corridore che si sta distinguendo per la propria abilità nelle volate, in particolare dopo i successi ottenuti lo scorso anno al Giro d’Italia e quest’anno alla Tirreno-Adriatico.

Viviani torna in pista dopo la Roubaix

Agghiacciante è stato il racconto di Elia Viviani riguardo la caduta alla Roubaix 2024: il veronese ha infatti spiegato che il casco si è rotto in più parti dopo l’impatto, ed è stato fondamentale per far sì che non ci fossero problemi ben più gravi delle tante escoriazioni rimediate. Viviani si è sottoposto a degli accertamenti in seguito al ritiro dalla Parigi-Roubaix, e altri esami sono stati fatti nella giornata di ieri, in accordo con il Team Ineos-Grenadiers. A parte le botte, Viviani non ha subito altri problemi, quindi è libero di poter tornare a gareggiare su pista, come il suo calendario prevedeva fin da inizio stagione.

Viviani: “Il casco mi ha salvato la vita”

Sui social, Elia Viviani ha scritto che c’è una lesione del muscolo del gluteo sinistro ed un grosso ematoma, oltre alle varie abrasioni sul corpo, ma per fortuna la testa non ha subito traumi dopo la caduta. In un altro post, il veronese ha detto apertamente che il casco gli ha salvato la vita, rompendosi in mille pezzi ma impedendo al cranio di prendere un colpo che avrebbe avuto conseguenze molto gravi. Viviani ha quindi deciso di partire per il Canada, dove si cimenterà, nel fine settimana, nelle gare di Coppa del Mondo su pista a Milton. Ovviamente, si tratta di una prova molto importante in vista dei Giochi Olimpici di Parigi 2024, dove Elia Viviani insegue la terza medaglia consecutiva dopo l’oro conquistato a Rio 2016 e il bronzo a Tokyo nel 2021, entrambi nell’Omnium.

Nulla di rotto per Viviani dopo la caduta alla Roubaix

In Canada, il corridore della Ineos-Grenadiers sarà seguito dal fisioterapista della nazionale azzurra Fred Morini, che si occuperà anche di fare da tramite con la squadra per rendere conto delle condizioni di salute del corridore. Sarà quindi un modo per essere monitorati ulteriormente dopo che la Parigi-Roubaix 2024, per Viviani, è terminata per via della caduta ben prima del previsto. L’azzurro, su strada, ha preso parte fino ad oggi a due classiche monumento, saltando la Milano-Sanremo, la corsa che, sulla carta, maggiormente si addice alle sue caratteristiche. Viviani ha infatti gareggiato sia al Giro delle Fiandre che alla Parigi-Roubaix dopo un avvio di stagione molto intenso che è iniziato con le prime gare che si sono svolte in Australia. Ad oggi, il suo miglior piazzamento è il secondo posto alla Surf Classic, corsa di un giorno che si è svolta in Australia tra il Tour Down Under e la Cadel Evans Great Ocean Road Race.

Parigi-Roubaix, Chiappucci: “Van der Poel e Alpecin a una velocità impossibile. Sicurezza? Serve equilibrio con la tecnologia”

La Parigi-Roubaix non delude come al solito e regala spettacolo. Mathieu Van der Poel, già campione del mondo, si conferma un fenomeno impressionante, irraggiungibile e vince con distacco. Il gigante olandese aveva un solo obiettivo, tagliare il traguardo per primo, e ci è riuscito sin dalla prima pedalata. Un evento unico, una gara, ritenuta la più difficile in assoluto dagli esperti, che ha tenuto incollati allo schermo tutti gli appassionati di questo sport. Per commentare la stagione di ciclismo che è entrata nel vivo, ripartendo dalla Parigi-Roubaix, Chiappucci, soprannominato El Diablo, che nella sua carriera vinse, tra le altre, tre tappe al Tour de France e una al Giro d’Italia, è intervenuto in esclusiva a Tag24. 

Parigi-Roubaix, Chiappucci a Tag24

Grazie a un’impresa senza precedenti, Mathieu Van der Poel vince la Parigi-Roubaix per la seconda volta consecutiva. Una fuga fuga cominciata sul tratto di pavé d’Orchies, quando mancavano ancora 60 km al traguardo. L’idea che potesse non reggere quel ritmo ce l’avevano tutti, ma si sbagliavano. Velocità da record, 47,8 km/h e una potenza senza precedenti. Il campione del mondo, con il numero 1 sulle spalle, aveva già vinto la Roubaix un anno fa e questa volta è stato capace di annientare i rivali, arrivati al traguardo con tre minuti di distacco. E pensare che stiamo parlando della corsa più impegnativa e difficile del mondo. Pesante caduta per Viviani, trasportato in ambulanza in ospedale, dopo l’ennesima caduta di gruppo. La stagione ciclistica entra nel vivo e per commentare il risultato della Parigi-Roubaix, Chiappucci, ex Ciclista professionista, è intervenuto in esclusiva a Tag24. 

Si è conclusa ieri la Parigi-Roubaix con la vittoria meritatissima di Van der Poel. Ti aspettavi questo risultato?

“Diciamo che è più che il singolo, di Van der Poel mi ha impressionato tutta la squadra. Della Alpecin alla fine ne sono arrivati tre tra i primi sei e questo è un risultato che non si può dimenticare. L’olandese ha fatto anche la media elevata con gli ultimi 60 km. Praticamente andava con una velocità impossibile per gli altri e che ne avesse di più si è visto sin dalla partenza. Gli altri ciclisti sono rimasti quasi a guardare, perché non hanno la forza né per inseguirlo, né per seguirlo. Addirittura con la Roubaix hanno perso ancora e il tempo di distacco è stato in aumento fino alla fine. Lui è stato impressionante, e rispetto alle altre squadre c’è proprio un divario notevole, loro hanno fatto una corsa a senso unico”.

Prima dell’avvio della Roubaix c’era stata la polemica rispetto all’inserimento della chicane. Tu che ne pensi?

“Per quello che ho visto in gara non ha cambiato un granché. Tra l’altro a quella chicane ci sono arrivati anche in pochi, ma non sarebbe cambiato nulla anche ci fossero arrivati in tanti. È stato un inserimento che ha fatto più polemiche che altro. Con la novità arrivano sempre anche le polemiche. Resta il fatto che quelli davanti erano assolutamente più forti, non è cambiato niente”.

Brutta caduta di gruppo che ha coinvolto anche Elia Viviani. Con le maggiori velocità e la nuova tecnologia, dal secondo te un problema legato alla sicurezza?

“Questo è un argomento su cui ci sarebbe tanto da dire tanto di cui parlare. Attualmente però vedo pochi fatti che potrebbero risolvere questa situazione. Da tempo dico di non condividere l’utilizzo degli auricolari, perché a mio avviso distoglie l’attenzione e distacca dai rumori. Qualcosa bisognerà rivedere per fermare questa tecnologia così esagerata, che come in tutte le cose migliora sotto alcuni aspetti e peggiora sotto altri. Bisognerà fare in modo di fermare questa esasperazione e trovare il giusto equilibrio”.

Che momento è per il ciclismo italiano?

“Purtroppo in questo momento siamo reduci dalle europee, in cui da parte degli italiani non abbiamo visto niente. La situazione è critica e il primo degli italiani è davvero lontano. Viviamo delle fasi altalenanti sui corridori, che a volte ci sono e altri no. Ci manca sicuramente l’uomo classifica e stiamo vivendo un momento di stasi. Dobbiamo fermarci un attimo per capire quali potrebbero essere le soluzioni. Non è certo il massimo dei momenti a cui noi italiani possiamo ambire. Poi, qualche risultato arriva, ma manca continuità e manca una stella, l’uomo in grado di darci sicurezza sempre”.

Birra addosso a van der Poel, la polizia identifica il colpevole

La polizia belga ha identificato la persona che, nel corso del Giro delle Fiandre 2024, ha lanciato della birra addosso a Mathieu van der Poel mentre era da solo in testa alla corsa che si è svolta nel giorno di Pasqua. Non è stato reso noto di chi si tratta, ma è ormai sicuro che verrà preso un provvedimento serio contro questa persona, che ha in parte rovinato la grande festa di una corsa come il Giro delle Fiandre.

Birra addosso a van der Poel, trovato il colpevole

La classica monumento belga, secondo quanto riportato da varie testate, viene seguita a bordo strada da oltre un milione di persone. Numeri impressionati per una corsa ciclistica, soprattutto se si pensa al fatto che, nel corso della Ronde Van Vlaanderen, vengono allestite delle aree vip dove è possibile seguire la gara pagando un biglietto e si viene portati da una parte all’altra del percorso per seguire più volte il passaggio dei corridori.

van der Poel vittima di un lancio di birra

Ci si rende quindi conto che è difficile, davanti a così tante persone, fare caso ad episodi che, per fortuna, sono solo sporadici. Durante le gare ciclistiche, molti spettatori fanno consumo di bevande alcoliche, di conseguenza alcuni di loro possono perdere il controllo. E’ bene però ribadire che sono episodi sporadici, come quello della spettatrice che ieri ha lanciato un cappellino verso la ruota posteriore di Mathieu van der Poel mentre era in testa alla Parigi-Roubaix. Non è successo nulla, ma il corridore olandese sarebbe potuto rimanere vittima di un pesante guasto meccanico.

La denuncia

La polizia belga è voluta andare fino in fondo alla faccenda, soprattutto perchè il Giro delle Fiandre è una vera e propria corsa sacra per il popolo fiammingo e quello che è successo non porta ad un ritorno d’immagine positivo per la corsa. I fatti sono avvenuto sulla salita dell’Oude Kwaremont, salita in pavè che viene affrontata per ben tre volte dal gruppo. Flanders Classics, comitato organizzatore della gara, ha sporto denuncia per ciò che è accaduto e la polizia ha trovato il colpevole. E’ difficile dire se sarà data una sorta di daspo, ovvero un divieto a partecipare ad altri eventi sportivi in futuro: durante il Giro delle Fiandre, a causa dell’elevato numero di persone, ci sono dei controlli per entrare e per uscire dalle zone circostanti la corsa. Sicuramente ci sarà una sanzione molto pesante, che sarà resa nota ufficialmente nei prossimi giorni. Non è da escludere che possa arrivare una sanzione anche per la donna che ha lanciato il cappello nella ruota di Mathieu van der Poel: chi ha lanciato la birra, invece, è già stato punito.

Il precedente

Ricordiamo che Mathieu van der Poel è stato vittima di uno spiacevole episodio simile anche lo scorso anno nel corso della gara di ciclocross che si è svolta nei Paesi Bassi lo scorso 30 dicembre, quando diversi spettatori gli hanno addirittura lanciato dell’urina addosso. nel corso dell’ultimo giro, il campione del mondo si è avvicinato a loro mentre urlavano contro di lui e ha lanciato loro uno sputo.

Vingegaard, recupero più lungo del previsto dopo la caduta ai Paesi Baschi 2024

Dopo la caduta al Giro dei Paesi Baschi 2024, si complica il cammino di Jonas Vingegaard verso il Tour de France. Anche se manca ancora molto al 29 giugno, giorno in cui la Grande Boucle prenderà il via da Firenze, il corridore danese continua a rimanere in ospedale, dove è stato raggiunto da sua moglie e sua figlia. Dopo che le radiografie avevano evidenziato la frattura della clavicola e la rottura di diverse costole, per il corridore danese è giunta anche la notizia della diagnosi di pneumotorace, il che allunga non di poco i tempi di recupero.

Vingegaard dopo la caduta al Giro dei Paesi Baschi 2024

In una dichiarazione pubblica, la moglie di Jonas Vingegaard ha sottolineato come la cosa più importante sia il pieno recupero. Per ora c’è solo questo nella mente di Vingegaard: una volta che si sarà ripreso dall’infortunio, potrà finalmente riprogrammare la stagione. Tuttavia, sarà difficile poterlo vedere al 100% al via del prossimo Tour de France, dove il danese insegue una storica tripletta consecutiva.

La caduta di Jonas Vingegaard al Giro dei Paesi Baschi 2024 è stata terribile per l’intero mondo del ciclismo: il corridore della Visma-Lease a Bike, insieme a Primoz Roglic e a Remco Evenepoel, sono caduti a terra nel corso della quarta frazione terminando la loro scivolata a bordo strada, dove erano presenti un canale di scolo dell’acqua e diversi massi. Sui social network sono ben visibili le immagini di Roglic, che ha il corpo quasi completamente incerottato dopo la brutta caduta, anche se non ha rimediato fratture. Buone notizie arrivano invece da Remco Evenepoel: il belga ha lasciato l’ospedale di Herentals dopo l’operazione alla clavicola e ora è a casa.

Le condizioni di salute di Vingegaard dopo i Paesi Baschi

In casa Visma-Lease a Bike, invece, la stagione rischia di essere funestata non solo dalla caduta di Vingegaard al Giro dei Paesi Baschi 2024, ma anche da quella di Wout van Aert, che ha dovuto saltare sia il Giro delle Fiandre che la Parigi-Roubaix per colpa della caduta alla Dwars door Vlaanderen, ultimo appuntamento prima delle due classiche del pavè. il corridore belga è a casa e sta recuperando, ma c’è poco tempo per poter preparare il Giro d’Italia, la corsa che, sulla carta, doveva essere uno dei suoi principali obiettivi stagionali.

Wout van Aert è tornato a casa, ma il Giro d’Italia è ancora a rischio

Alla luce di queste cadute, Richard Plugge, team manager della Visma-Lease a Bike, ha spiegato che la situazione è ancora tutta in divenire, e che per ora la priorità deve essere il recupero fisico al 100% dio entrambi i leader. Dall’altra parte, però, le istituzioni del mondo del ciclismo devono fare un’attenta riflessione sulla sicurezza dei corridori, in quanto sono sempre maggiori gli incidenti nell’ultimo periodo. Plugge ha anche accolto positivamente la chicane inserita prima della Foresta di Arenberg alla Parigi-Roubaix 2024. Il direttore sportivo Merijn Zeeman, dal canto suo, ha evidenziato la linea che intende seguire la squadra: Van Aert e Vingegaard saranno al via rispettivamente del Giro d’Italia e del Tour de France solo se saranno al 100% della propria condizione, altrimenti la squadra farà scelte differenti.

Anche Elia Viviani a terra

Nel frattempo, nel corso della Parigi-Roubaix di ieri, anche Elia Viviani è finito a terra. Il corridore veronese ha spiegato che il casco si è rotto subito dopo, ma non ha subito alcuna frattura. E’ incerta la sua partecipazione all’ultima gara su pista prima dei Giochi Olimpici di Parigi 2024: una decisione definitiva sarà presa entro mercoledì, dopo ulteriori analisi.

Parigi-Roubaix 2024, Pedersen: “van der Poel ha giocato con noi”

Nella Parigi-Roubaix 2024 e al Giro delle Fiandre della scorsa settimana, Mads Pedersen si è ritrovato a vestire il ruolo di principale sfidante di Mathieu van der Poel. Il corridore danese, campione del mondo nel 2019, è stato però lapidario nell’intervista post-gara, dopo il terzo posto nel velodromo di Roubaix: “Oggi Mathieu ha quasi giocato con noi”.

Parigi-Roubaix 2024, Pedersen terzo al traguardo

La marcia di avvicinamento di Mads Pedersen al Giro delle Fiandre e alla Parigi-Roubaix non è stato ottimale: il portacolori della Lidl-Trek è caduto alla Dwars door Vlaanderen, quattro giorni prima del Fiandre. Nella classica belga ha tentato un attacco da lontano che non ha avuto successo, mentre oggi alla Parigi-Roubaix ha avuto il merito di non mollare mai fino alla fine, nemmeno nel momento in cui tutto sembrava ormai perduto. Anche quest’oggi la fortuna non ha sorriso alla Lidl-Trek, visto che la squadra ha perso un componente importante come Jonathan Milan per una caduta nelle fasi iniziali. Nella caduta è è finito anche Elia Viviani, che sta bene dopo un po’ di paura nei primi concitati momenti. Il veronese non ha alcuna frattura, ma ha solo rimediato una brutta botta alla schiena.

Le parole di Pedersen dopo la Roubaix 2024

Mads Pedersen, ad oggi, è comunque l’unico corridore che è riuscito a battere Mathieu van der Poel nella sfida uno contro uno. Il danese si è infatti imposto alla Gand-Wevelgem, corsa che non gode dello status di classica monumento, ma è comunque una corsa molto importante e difficile per il chilometraggio superiore ai 250 km.

I due sfidanti

Le considerazioni di Mads Pedersen dopo la Parigi-Roubaix 2024 sono degne di nota, anche perchè fanno capire come il gruppo ha vissuto l’attacco decisivo di Mathieu van der Poel e i momenti immediatamente seguenti.

“Oggi Mathieu è stato fortissimo, ha quasi giocato con noi. Bisogna fargli solo i complimenti. Quando ha attaccato ho cercato un modo per riportarmi alla sua ruota, ma non era possibile. Poi abbiamo cercato di organizzare il gruppo in modo da poterlo riprendere, ma ha guadagnato sempre più tempo, quindi abbiamo corso per il secondo posto. Philipsen è un velocista, quindi non dovrebbe sorprendere nessuno che abbia vinto lo sprint dei battuti. Inoltre, è stato in grado di rimanere sempre con noi lungo tutta la corsa. Ha collaborato per gli ultimi quindici chilometri, ma è un velocista di grande valore, quindi non ha sorpreso nessuno di noi che sia arrivato secondo. Con questa Parigi-Roubaix si è chiusa la prima parte della mia stagione, adesso è il momento di rilassarmi. E’ da gennaio che non sono a casa, da quando abbiamo iniziato il primo training camp dell’anno in Spagna. Non vedo l’ora di tornare un po’ da mia moglie”.

Parigi-Roubaix 2024, van der Poel: “Più forti dello scorso anno”

Mathieu van der Poel si è aggiudicato la sua sesta classica monumento della carriera, la Parigi-Roubaix 2024. Un palmares che, nel giro di pochi anni, è diventato davvero incredibile: una Milano-Sanremo, tre giri delle Fiandre, due Parigi-Roubaix, un mondiale in linea per contare solo la strada: se aggiungiamo anche il ciclocross, l’elenco diventa davvero lunghissimo.

Parigi-Roubaix 2024, van der Poel vince in maglia iridata

Il campione del mondo in carica sembra non soffrire della sindrome che affligge molti corridori che in passato hanno vestito la maglia arcobaleno, definita come “la maledizione della maglia iridata”. Spesso, tanti corridori, nell’anno in cui indossano quel simbolo, non riescono a vincere. Ma non è il caso di Mathieu Van der Poel, che non è stato sfiorato nemmeno dal cappellino che un’incauta spettatrice gli ha lanciato nella ruota posteriore, cosa che avrebbe potuto costargli un grave incidente meccanico. La scorsa settimana, invece, è stato più forte dei lanci di birra: episodi che, per fortuna, nel ciclismo sono dei casi isolati. Il tifo al Giro delle Fiandre e alla Parigi-Roubaix è sempre qualcosa di unico ed è un peccato che episodi sporadici possano rovinare quelle che sono delle grandi feste.

Parigi-Roubaix 2024, una doppietta per van der Poel

Per il secondo anno consecutivo, sui primi due gradini del podio troviamo due corridori della Alpecin-Deceuninck: Mathieu van der Poel primo e Jasper Philipsen secondo. I due si sono aggiudicati le prime tre grandi classiche monumento della stagione, con Philipsen che si è preso la Sanremo e van der Poel che ha conquistato il suo terzo Fiandre consecutivo e la sua seconda Roubaix consecutiva. Era dal 2013 che un corridore non riusciva a vincere Fiandre e Roubaix nello stesso anno: in quella circostanza fu Fabian Cancellara a trionfare in entrambe le corse delle pietre.

Le parole dell’olandese

Mentre Mathieu van der Poel è ora atteso in patria per l‘Amstel Gold Race di domenica prossima prima della grande sfida alla Liegi-Bastogne-Liegi, la classica che meno si adatta alle sue caratteristiche, è giusto prendersi del tempo per celebrare una storica vittoria per il corridore olandese e per tutta la squadra. Quasi senza avversari, senza timori e solo con l’ambizione di vincere, di portare a casa l’ennesima vittoria in una classica monumento. Queste le parole di van der Poel in conferenza dopo la vittoria alla Parigi-Roubaix 2024.

“Con la squadra, siamo stati ancora più forti dell’anno scorso. Sono molto orgoglioso dei ragazzi e molto felice di concretizzare il loro lavoro. Oggi mi sono sentito super bene. Quando ho avuto una possibilità, ho cercato di sfruttarla fino alla fine. Ho avuto una giornata molto buona. Certo, alla Roubaix non puoi mai dire di aver vinto fino a che non hai tagliato il traguardo: una gomma a terra può sempre capitare, ma è anche vero che avevo un gran bel vantaggio rispetto agli avversari. Nel finale ho potuto davvero godermi il momento, più della scorsa settimana al Fiandre, perchè domenica scorsa ero davvero al mio limite, ma oggi mi sono sentito davvero incredibile. Vincere con la maglia di campione del mondo è bellissimo, non avrei avuto nemmeno il coraggio di sognarlo da bambino. Ero super motivato per quest’anno, ma sono andato al di là delle aspettative”.

Parigi-Roubaix 2024, van der Poel realizza la doppietta

Mathieu van der Poel ha scritto un’altra pagina gloriosa nella storia del ciclismo vincendo la Parigi-Roubaix 2024 dopo un’audace fuga solitaria che si è protratta per 59 chilometri. Per il campione olandese, già detentore della maglia iridata, questa vittoria rappresenta il secondo trionfo consecutivo alla Parigi-Roubaix e un’impresa ancora più significativa: la doppietta Giro delle Fiandre – Parigi-Roubaix nello stesso anno. L’ultimo a riuscirci è stato lo svizzero Fabian Cancellara nel 2013. La volata dei battuti è stata regolata da Jasper Philipsen, secondo per il secondo anno consecutivo: per la prima volta nella storia della Roubaix, ritroviamo i primi due classificati in prima e in seconda posizione per due anni consecutivi. Chiude terzo Mads Pedersen davanti al tedesco Nils Politt.

Parigi-Roubaix 2024, la doppietta di van der Poel

La gara è iniziata con un incidente drammatico pochi chilometri dopo la partenza, che ha visto coinvolte diverse vittime, tra i quali Elia Viviani e Jonathan Milan, costretti al ritiro. La squadra Alpecin-Deceuninck ha subito preso il controllo, imponendo un ritmo vertiginoso sin dalle prime battute, con una media superiore ai 51 km/h nella fase iniziale. La selezione naturale operata dal ritmo incalzante della Alpecin-Deceuninck ha portato il gruppo ad affrontare la temibile Foresta di Arenberg in maniera frammentata. Nel settore di pavé, Mads Pedersen ha tentato un’azione, ma Mathieu van der Poel e Jasper Philipsen sono rimasti saldamente al suo fianco nonostante le forature.

Parigi-Roubaix 2024, van der Poel in fuga per 59 km

Dopo alcuni tentativi di fuga, van der Poel ha deciso di lanciare l’attacco decisivo nel settore di pavé di Orchies, a circa 59 km dal traguardo. La tattica della Alpecin-Deceuninck si è dimostrata ancora una volta impeccabile, con Vermeersch e Philipsen che hanno impedito alle controparti di organizzarsi efficacemente. Da quel momento in poi, la vittoria di van der Poel è stata praticamente una formalità. Con circa due minuti di vantaggio sugli avversari a 35 km dal traguardo, il campione del mondo ha dominato il pavé con una superiorità impressionante, presentandosi da solo al velodromo di Roubaix e siglando la sua seconda vittoria consecutiva in questa classica. La media finale è stata altissima, 47,89 km/h:

Il ruolo del team

Grande merito bisogna darlo alla squadra di Mathieu van der Poel, che negli anni passati, in alcune circostanze, era stato l’unico tallone d’Achille: tutti i corridori della Alpecin-Deceuninck, nel corso degli ultimi anni, sono cresciuti molto. In particolare, una nota di merito è da dare a Gianni Veermersch, che ha corso da gregario alla vecchia maniera, andando a chiudere su ogni tentativo di contrattacco. Anche Jasper Philipsen, che avrebbe potuto correre come capitano, ha sostanzialmente restituito il favore che Mathieu van der Poel gli ha fatto alla Milano-Sanremo, quando ha corso in suo appoggio per permettergli la vittoria. La Alpecin-Deceuninck ha messo a segno anche un importante primato come squadra, visto che è riuscita a vincere le prime tre classiche monumento della stagione. Una bella risposta alla Visma-Lease a Bike, che lo scorso anno, con la denominazione di Team Jumbo-Visma, ha vinto tutti e tre i grandi giri, ma nessuna classica monumento.

La stagione

La stagione di Mathieu van der Poel, dopo la Parigi-Roubaix 2024, è tutt’altro che finita: il prossimo appuntamento è l’Amstel Gold Race, atteso sulla terra di casa. Inoltre, il campione olandese ha annunciato la sua partecipazione anche alla Liegi-Bastogne-Liegi, una classica che potrebbe non essere adatta alle sue caratteristiche, ma che con la sua forma attuale potrebbe rappresentare un’altra grande sfida.

Giro dei Paesi Baschi 2024, ribaltone finale: Ayuso vince la generale

Il Giro dei Paesi Baschi 2024 ha vissuto un sorprendente ribaltone nella classifica finale, grazie alla tappa conclusiva che ha visto Juan Ayuso prendersi la leadership nel giorno del trionfo di Carlos Rodriguez. L’emozionante giornata ha visto Carlos Rodriguez e Juan Ayuso staccare tutti gli altri sulla difficile salita finale, arrivando con un ampio margine sul terzo classificato Mattias Skjelmose. Questo risultato non solo ha consegnato la maglia di leader ad Ayuso, ma ha anche cambiato le posizioni sul podio, con Marc Soler che ha superato Skjelmose e si è assicurato il secondo posto.

Giro dei Paesi Baschi, Ayuso si prende la generale

La tappa finale a Eibar, lunga 137 km, è partita con un ritmo sostenuto, con il gruppo che rimaneva compatto nonostante i vari tentativi di attacco. Tuttavia, ben presto si è formato un gruppo di fuggitivi, con Xabier Mikel Azparren, Sjoerd Bax, Harold Martin Lopez, Jimmy Janssens, Alessandro Verre e Kévin Vauquelin. Anche se questo tentativo è stato annullato dal gruppo principale, sono seguiti altri attacchi che hanno portato alla formazione di un gruppo di testa più consistente.

Ayuso leader ai Paesi Baschi, ultima tappa a Rodriguez

Il gruppo di testa è stato composto da diversi corridori di spicco, inclusi Steven Kruijswijk, Milan Vader (Team Visma | Lease A Bike), Gregor Mühlberger (Movistar Team), Matteo Sobrero (Bora-hansgrohe), James Shaw (EF Education EasyPost), Lucas Hamilton, Christopher Juul Jensen, Mauro Schmid (Team Jayco AlUla), Gorka Izagirre (Cofidis), Igor Arrieta, Sjoerd Bax (UAE Team Emirates), Rein Taaramäe (Intermarché Wanty), Fabien Doubey (TotalEnergies), Romain Combaud, Oscar Onley, Martijn Tusveld (Team dsm-firmenich PostNL), Brandon Rivera (INEOS Grenadiers), Jimmy Janssens (Alpecin-Deceuninck) e David De La Cruz (Q36.5 Pro Cycling Team), sul quale poco dopo rientrano anche Sepp Kuss (Team Visma | Lease A Bike), Esteban Chaves (EF Education EasyPost), Bauke Mollema (Lidl-Trek) e Jasha Sütterlin (Bahrain Victorious). Questo gruppo è stato in grado di mantenere un vantaggio di circa 3 minuti e mezzo sul gruppo principale.

La tappa

Durante la salita successiva, la situazione è rimasta stabile, con il gruppo di testa che ha controllato il vantaggio sulla fuga. Tuttavia, la situazione è cambiata durante la salita successiva, quando Esteban Chaves ha attaccato, seguito da altri corridori di spicco come Sepp Kuss e Bauke Mollema. Nel frattempo, la UAE Team Emirates ha spinto Marc Soler a lanciarsi in un attacco da lontano, costringendo la Lidl-Trek a iniziare la caccia. Quando Soler è riuscito a raggiungere il gruppo di testa, il vantaggio dei fuggitivi è aumentato a più di un minuto. Successivamente, Soler ha continuato a incrementare il suo vantaggio sul gruppo principale, mentre dietro di lui si sono verificati numerosi attacchi e cambi di posizione.

Gran finale di una corsa tormentata

Nel finale di gara, Juan Ayuso e Carlos Rodriguez sono riusciti a staccare gli altri corridori sulle ultime salite, guadagnando un vantaggio significativo. Rodriguez ha sfruttato questa opportunità per attaccare e superare Ayuso sulla linea del traguardo, aggiudicandosi così la vittoria di tappa. Questo risultato ha consentito ad Ayuso di conquistare la maglia di leader della classifica generale, mentre Rodriguez si è assicurato il secondo posto. Nel frattempo, Mattias Skjelmose ha perso terreno rispetto ai due spagnoli e si è dovuto accontentare del terzo posto nella classifica generale, superato anche da Marc Soler sulla linea del traguardo. Si conclude così un’edizione travagliata del Giro dei Paesi Baschi 2024, con Ayuso che vince una gara caratterizzata da tante cadute gravi occorse nei giorni scorsi.

Paris Roubaix Femmes 2024, una grande Balsamo si inchina solo a Kopecky

La Paris-Roubaix Femmes 2024 si conclude con l’urlo di gioia di Lotte Kopecky, che può finalmente esultare sul traguardo del velodromo di Roubaix, ed Elisa Balsamo, che dopo il secondo posto fatica a trattenere le lacrime. L’azzurra è stata combattiva fino alla fine, anche quando le cose non avevano preso una piega ideale: eppure, Balsamo ha dimostrato di essere una vera campionessa, rientrando sul gruppo delle migliori dopo aver perso terreno al Carrefour de l’Arbre. Con uno sforzo incredibile l’azzurra si è riportata sulle migliori, ma in volata ha dovuto cedere il passo alla campionessa del mondo.

Paris-Roubaix Femmes, trionfo di Kopecky

Più che giustificata è la grande esultanza di Lotte Kopecky. Lei e tutta la sua squadra, la corazzata della SD Worx Protime, non erano ancora mai riuscite ad imporsi nelle prime tre edizioni di questa classica monumento che da poco ha aperto le porte anche alle donne. Kopecky ha ottenuto la vittoria con uno scatto potente all’ultima curva, dimostrando grande forza e determinazione. Questa edizione segna il quarto anno consecutivo in cui la Roubaix femminile è stata disputata, con precedenti vincitrici come l’inglese LizzieDeignan nel 2021, la piemontese Longo Borghini nel 2022 e la canadese Alison Jackson nel 2023. Adesso troviamo anche la SD Worx con Lotte Kopecky, nell’unica classica che mancava a questa formazione.

Kopecky si impone alla Paris-Roubaix Femmes

La corsa si è svolta in condizioni prevalentemente asciutte, con solo brevi tratti bagnati e poco fango. L’azione decisiva si è verificata a circa venti chilometri dal traguardo, durante il tratto di pavé di Camphin en Pévèle. Grazie agli sforzi di Ellen Van Dijk, compagna di squadra della Balsamo, si è formato un piccolo gruppo di sei cicliste in testa alla gara, con l’azzurra impegnata ma temporaneamente staccata nel Carrefour de l’Arbre a causa di un presunto problema meccanico. Tuttavia, è stata riportata nel gruppo principale grazie all’azione della britannica Pfeiffer Georgi, che Elisa è riuscita a seguire. Da quel momento in poi, le sei atlete si sono alternate al comando della corsa per evitare il recupero del gruppo principale, con l’apporto di Lorena Wiebes, che ha fatto un grandissimo lavoro. Alla fine, la volata ha visto Lotte Kopecky trionfare alla Paris-Roubaix Femmes davanti a Elisa Balsamo, con Georgi al terzo posto, seguita dall’olandese Marianne Vos al quarto, e dalle sue connazionali Kraak e Van Dijk al quinto e sesto posto. La sorpresa della giornata è stata la decima posizione ottenuta da Kimberley Le Court Pienaar, la cui nazionalità è delle Isole Mauritius.

Le parole di Elisa Balsamo

Al termine della gara, Elisa Balsamo ha faticato a trattenere le lacrime, ma la sua condotta di gara è stata davvero perfetta e non ha niente da rimproverarsi. Una corsa come la Roubaix si può decidere nel giro di pochi secondi, proprio come è accaduto a lei, che ha dovuto cedere il passo in volata.

“Questa corsa non è tra le mie preferite, ma è comunque mia intenzione tornare per fare meglio. Se me l’avessero detto all’inizio che avrei chiuso sul podio, non ci avrei creduto. Il secondo posto porta sempre una certa delusione in una gara come questa: anche se ho sempre dichiarato di non amare questa corsa in modo particolare, oggi mi sentivo in forma e ho capito che posso fare qualcosa di importante. Ho faticato sul pavé di Camphin en Pevele e ho avuto difficoltà nel Carrefour de l’Arbre, ma sono riuscita a restare al passo con le grandi campionesse ed è stato fantastico. Ellen ha fatto un grande lavoro e avrei voluto poterla ricompensare con un successo”.

Parigi-Roubaix 2024, Pedersen: “La gara si addice alle mie caratteristiche”

Mads Pedersen è davvero fiducioso di poter fare bene domani alla Parigi-Roubaix 2024. Alla vigilia dell’appuntamento con la classica del pavè, il corridore danese della Lidl-Trek ha tenuto una conferenza stampa nel corso della quale ha reso noto che i dolori seguenti alla caduta alla Dwars door Vlaanderen sono ancora molto forti, ma è anche vero che la Parigi-Roubaix verrà affrontata con un piglio differente rispetto a come ha affrontato il Giro delle Fiandre.

Pedersen fiducioso per la Parigi-Roubaix 2024

Il corridore danese è diventato campione del mondo nel 2019 ma in carriera non è ancora riuscito a vincere una classica monumento. Lo scorso anno chiude terzo al Fiandre e quarto alla Roubaix, i migliori risultati di sempre mai ottenuti in una classica da questo ragazzo che ci è sempre andato vicino, ma non è ancora mai riuscito a conquistare l’obiettivo. Nell’uno contro uno, Pedersen è stato però, fino ad oggi, l’unico corridore del gruppo capace di battere Mathieu van der Poel: dopo un lungo duello alla Gand-Wevelgem, il danese ha superato il campione del mondo nello sprint a due. E’ vero che la Gand-Wevelgem non ha lo status di classica monumento, ma si tratta pur sempre di una gara di oltre 250 km con molte insidie da affrontare.

Pedersen sfida van der Poel alla Parigi-Roubaix 2024

La Parigi-Roubaix, secondo Pedersen, si affronta in maniera diversa rispetto al Giro delle Fiandre. Proprio il corridore danese, sui social, si era un po’ autocriticato dopo la Ronde Van Vlaanderen: la sua azione, nata a circa 100 km dal traguardo, non è stata seguita da nessuno. Pedersen ha così perso energie inutili, con van der Poel che invece è salito in cattedra dopo diversi chilometri, andandosi a prendere il terzo successo in carriera. Il capitano della Lidl-Trek, che sarà ancora una volta affiancato dall’italiano Jonathan Milan, è però fiducioso di poter fare bene, anche se è consapevole del fatto che sarà più difficile battere la Alpecin-Deceuninck con la presenza di Jasper Philipsen. Inoltre, la Visma-Lease a Bike ha ritrovato il vincitore della Roubaix nel 2022, Dylan Van Baarle, che sarà affiancato da Cristophe Laporte: sulla carta, quindi, il team olandese potrebbe essere ancora più competitivo di quanto lo sia stato al Fiandre.

La conferenza stampa

Le parole di Mads Pedersen in conferenza stampa alla vigilia della Parigi-Roubaix 2024.

“Non riesco ancora a riposare molto bene la notte, i postumi della caduta alla Dwars door Vlaanderen si fanno ancora sentire. Tuttavia, sono fiducioso per domenica. Credo che sia una gara molto diversa dalla Sanremo e dal Fiandre: la Roubaix è la corsa che più di tutte si addice alle mie caratteristiche. Alla Classicissima si sta per ore ed ore a controllare e nel finale si va per un’ora a tutta: al Fiandre c’è il pavè, ma è distribuito su molte salite. La Roubaix è la corsa perfetta per me, ed è per questo motivo che la affronterò con un approccio differente. Spero di non dovermela vedere in volata con Philipsen, sarà un avversario ostico. Van der Poel parte sicuramente da favorito, ma noi saremo lì e cercheremo di giocarcela: la Roubaix è una gara dura, credo che tutti i settori di pavè siano molto rischiosi, non solo la Foresta di Arenberg, ma sinceramente non so esprimermi sul fatto che sia stata inserita questa chicane, non so se possa essere una soluzione per far fronte alla pericolosità di questo tratto. Lo scorso anno, con quel quarto posto, ho cercato di capire come posso migliorarmi: domenica cercherò di giocarmi al meglio tutte le mie carte”.

Parigi-Roubaix 2024: percorso, favoriti e diretta tv

Torna l’appuntamento con l’Inferno del Nord. La Parigi-Roubaix 2024 si prepara a dipingere un altro affascinante capitolo nella sua storia ciclistica. Con il percorso che si snoda per 259 chilometri tra Compiègne e Roubaix, e una serie di tratti in pavé che caratterizzano l’intera competizione, l’evento promette emozioni senza pari per i partecipanti e gli spettatori.

Parigi-Roubaix 2024, il percorso

Il tratto iniziale della gara offre ai corridori l’opportunità di stabilire un ritmo solido sui primi 96,3 chilometri di asfalto, con la possibilità di tentare azioni audaci in un ambiente relativamente controllato. Tuttavia, la corsa potrebbe già accendersi in questa fase se il vento laterale dovesse presentarsi, mettendo alla prova la capacità tattica dei ciclisti.

Ma è con l’ingresso nei primi tratti di pavé che la vera sfida della Parigi-Roubaix inizia a emergere. A Troisville, i corridori affronteranno il primo settore di pavé, il numero 29, un preludio di ciò che li aspetta. Questo tratto, lungo 2200 metri, offre un assaggio delle difficoltà che caratterizzeranno la giornata, con le pietre spietate che testano la resistenza delle biciclette e la precisione dei ciclisti.

Parigi-Roubaix 2024, la chicane della discordia

E’ la Foresta di Arenberg, uno dei tratti più temuti e celebrati della corsa, che attira l’attenzione di tutti gli appassionati di ciclismo. Questo settore, lungo 2300 metri, rappresenta una delle prime prove decisive della giornata. La sua fama deriva dalle pietre irregolari e dalla natura impervia del percorso, che mette a dura prova la destrezza e la resistenza dei corridori. Quest’anno, l’introduzione di una chicane all’imbocco del tratto aggiunge un nuovo elemento di sfida, con i corridori costretti a rallentare improvvisamente prima di affrontare le difficoltà della Foresta.

La classica del pavè

Ma la sfida non finisce qui. Lungo i successivi chilometri, i corridori affronteranno una serie di tratti in pavé che mettono a dura prova la loro determinazione e resistenza. Settori come Haveluy-Wallers e Mons-en-Pévèle richiedono concentrazione assoluta e una perfetta padronanza della bicicletta, con curve insidiose e terreno sconnesso che possono causare problemi anche ai ciclisti più esperti. Mentre la gara si avvicina alla sua conclusione, i corridori affronteranno gli ultimi tratti in pavé prima di entrare nel mitico Velodromo di Roubaix. Tratti come Carrefour de l’Arbre e Camphin-en-Pévèle, caratterizzati da pietre irregolari e curve pericolose, rappresentano le ultime sfide prima della tanto agognata linea del traguardo.

Ma non è solo la competizione contro gli altri corridori che rende la Parigi-Roubaix così affascinante. È anche la lotta contro se stessi, contro la fatica e il dolore, che rende questa gara così iconica. Ogni corridore che attraversa il traguardo ha superato sfide che vanno oltre la semplice competizione, dimostrando una determinazione e una forza di volontà straordinarie.

Parigi-Roubaix 2024, i favoriti

Il favorito numero uno per il successo finale alla Parigi-Roubaix 2024 è ancora una volta Mathieu van der Poel. Il corridore olandese potrà contare sull’appoggio di Jasper Philipsen, secondo lo scorso anno. Tra gli avversari del duo della Alpecin-Deceuninck c’è senza dubbio la Lidl-Trek, con Mads Pedersen che vuole rifarsi dopo un Giro delle Fiandre corso all’attacco, ma che non è andato nel migliore dei modi. Tra gli italiani, occhi aperti su Luca Mozzato: secondo al Giro delle Fiandre, il corridore veneto potrebbe provare a dire la sua in una corsa dove parte a fari spenti, e quindi con meno pressione rispetto agli altri. Attenzione anche alla Visma-Lease a Bike, ancora orfana di Wout van Aert per infortunio, ma ritrova Cristophe Laporte e, soprattutto, Dylan Van Baarle, vincitore della classica del pavè nel 2022.

La corsa in tv

La corsa sarà trasmessa dalle ore 13:20 alle ore 15 su Rai Sport HD con le fasi finali che andranno in onda come di consueto su Rai 2, fino alle 18. Diretta integrale su Eurosport 1 e sulla piattaforma digitale Eurosport.it dalle ore 10:30 alle ore 17:45.

55,7 km in pavè, tutti i settori

29: Troisvilles in Inchy (km 96 – 2,2 km) ***

28: Viesly in Quiévy (km 102,5 – 1,8 km) ***

27: Quiévy in Saint-Python (km 105,1 – 3,7 km) ****

26: Viesly in Briastre (km 111,3 – 3 km) ***

25: Vertain in Saint-Martin-sur-Ecaillon (km 122,6 – 2,3 km) ***

24: Capelle in Ruesnes (km 129,3 – 1,7 km) ***

23: Artres in Quérénaing (km 138,3 – 1,3 km) **

22: Quérénaing in Maing (km 140,1 – 2,5 km) ***

21: Maing in Monchaux-sur-Ecaillon (km 143,2 – 1,6 km) ***

20: Haveluy in Wallers (km 156,2 – 2,5 km) ****

19: Trouée d’Arenberg (km 164,4 – 2,3 km) *****

18: Wallers in Hélesmes (km 170,4 – 1,6 km) ***

17: Hornaing in Wandignies (km 177,2 – 3,7 km) ****

16: Warlaing in Brillon (km 184,7 – 2,4 km) ***

15: Tilloy in Sars-et-Rosières (km 188,2 – 2,4 km) ****

14: Beuvry in Orchies (km 194,5 – 1,4 km) ***

13: Orchies (km 199,5 – 1,7 km) ***

12: Auchy in Bersée (km 205,6 – 2,7 km) ****

11: Mons-en-Pévèle (km 211,1 – 3 km) *****

10: Mérignies in Avelin (km 217,1 – 0,7 km) **

9: Pont-Thibault in Ennevelin (km 220,5 – 1,4 km) ***

8: Templeuve – L’Epinette (km 225,9 – 0,2 km) *

8: Templeuve – Moulin-de-Vertain (km 226,4 – 0,5 km) **

7: Cysoing in Bourghelles (km 232,8 – 1,3 km) ***

6: Bourghelles in Wannehain (km 235,3 – 1,1 km) ***

5: Camphin-en-Pévèle (km 239,8 – 1,8 km) ****

4: Carrefour de l’Arbre (km 242,5 – 2,1 km) *****

3: Gruson (km 244,8 – 1,1 km) **

2: Willems in Hem (km 251,5 – 1,4 km) **

1: Roubaix (km 258,3 – 0,3 km) *