Skip to main content

Tag: agenzia delle entrate

Concordato preventivo biennale

Hai ricevuto una lettera di compliance sul concordato preventivo biennale? Ecco cosa devi sapere

Il Fisco non molla sul concordato preventivo biennale: l’Agenzia delle entrate ha inviato a numerose Partite IVA una comunicazione, nella quale si evidenzia la possibilità di rendere i propri redditi coerenti con i parametri minimi del settore di riferimento.

La PEC, però, ha subito suscitato polemiche perché dai contribuenti non è stato percepito come un puro messaggio informativo. Ciò che fa discutere non è tanto l’insistenza o i tentativi a convincere all’adesione al concordato, quanto più lo stesso linguaggio utilizzato nella comunicazione.

Nel testo, vediamo qual è il contenuto del messaggio, cosa fare e, inoltre, parliamo dei nuovi termini di adesione al concordato preventivo, che si chiuderanno tra non molto.

Cosa dice la lettera di compliance sul concordato preventivo biennale

La speranza, si sa, è sempre l’ultima a morire e anche l’Agenzia delle Entrate lo sa bene. Ecco che, a meno di una settimana dalla chiusura dei nuovi termini per l’adesione al concordato preventivo biennale, il Fisco gioca un’altra carta: l’invio delle lettere di compliance a chi non ha aderito.

Una strategia diversa dal solito, che punta più che altro a informare i contribuenti sui benefici in caso di adesione.

L’obiettivo è sempre lo stesso: convincere quante più Partite Iva possibile che non hanno stretto la mano al Fisco entro il 31 ottobre scorso. I contribuenti interessati sono circa 2,2 milioni.

La lettera di compliance è un promemoria utile a ricordare l’apertura della nuova finestra temporale per aderire entro il 12 dicembre. Una possibilità rivolta, però, solo a chi ha presentato la dichiarazione dei redditi entro il 31 ottobre 2024.

Tuttavia, il Fisco cerca di rendere quanto più appetibile possibile l’adesione, ricordando che, tra i pro, gli aderenti avranno anche l’accesso ai benefici premiali riconosciuti ai soggetti ISA.

Perché le lettere hanno fatto discutere

Forse è stato il linguaggio usato, il tono che avrebbe fatto sembrare le lettere di compliance minacciose e non informative. Il tutto ha generato preoccupazione e apprensione tra i contribuenti che le hanno ricevute.

Se le lettere di compliance sono state concepite per promuovere il corretto adempimento fiscale e incentivare alle adesioni, invece, sono state percepite come uno strumento quasi intimidatorio.

Ovviamente, queste non erano le intenzioni del Fisco, ma l’arrivo delle lettere ha causato non pochi timori tra i contribuenti che se le sono viste recapitare.

Infatti, la polemica è arrivata poche ore dopo il ricevimento delle lettere. Polemica che, più che altro, ha interessato il contenuto delle stesse, nel quale il Fisco segnala la presenza di anomalie nella dichiarazione dei redditi presentata il 31 ottobre scorso e, quindi, invita l’interessato a valutare l’ipotesi di aderire al concordato preventivo biennale.

Si tratta di un messaggio standardizzato e, quindi, non relativo alla situazione personale di ciascun contribuente. Forse è proprio questa standardizzazione che ha fatto sì che il messaggio dell’Agenzia delle entrate sia stato considerato intimidatorio. L’approccio, infatti, non ha tenuto conto delle diverse situazioni economiche in cui ogni azienda, impresa e persona fisica si trova.

Concordato preventivo biennale: adesione fino al 12 dicembre

Dopo una prima fase non troppo soddisfacente, i termini del concordato preventivo sono stati riaperti fino al 12 dicembre 2024.

La nuova possibilità riguarda solo i contribuenti che hanno presentato la dichiarazione dei redditi entro il 31 ottobre 2024 e che non hanno esercitato l’opzione di adesione al concordato.

Introdotto dal decreto legislativo n. 13/2024, il concordato preventivo biennale permette appunto di siglare un patto con il Fisco, concordando preventivamente i redditi.

Chi non ha ancora aderito e deciderà di farlo entro il 12 dicembre 2024 potrà aderire allo speciale regime di ravvedimento previsto dall’articolo 2-quater del Dl n. 113/2024.

Cosa è successo in sintesi

Sono giorni in cui, molti cittadini, si sono visti recapitare dall’Agenzia delle entrate una lettere di compliance sul concordato preventivo biennale. Cosa devi sapere in sintesi:

  1. Comunicazione dell’Agenzia delle Entrate: il Fisco ha inviato lettere di compliance, ricordando la possibilità di aderire al concordato preventivo biennale entro il 12 dicembre 2024.
  2. Contenuto e polemiche: la lettera, pur essendo un promemoria informativo, è stata percepita come intimidatoria, a causa del linguaggio utilizzato. In particolare, il Fisco segnala anomalie nelle dichiarazioni dei redditi e invita ad aderire al concordato, suscitando preoccupazione tra i destinatari.
  3. Termini di adesione e benefici: i contribuenti che non hanno aderito al concordato possono farlo entro il 12 dicembre 2024, accedendo a benefici come il regime di ravvedimento previsto dalla normativa.
Borse di studio

Borse di studio ai figli dei dipendenti: perché sono esentasse secondo l’Agenzia delle Entrate

Le borse di studio erogate ai figli dei dipendenti pubblici sono esentasse, anche senza presentare la documentazione che ne provi l’utilizzo per fini formativi. È quanto comunicato dall’Agenzia delle Entrate, con la risposta all’interpello n. 231/2024.

Tali sussidi, quindi, non concorrono alla formazione del reddito di lavoro dipendente. Come precisato dall’Agenzia delle Entrate, le borse di studio puntano a premiare solo il raggiungimento di un traguardo.
Analizziamo più a fondo la questione.

Cosa sono le borse di studio per merito

Le borse di studio sono un particolare sussidio economico per sostenere gli studenti nella formazione. Si ottengono previa iscrizione ai bandi di gara, rispettando i termini previsti dagli stessi.

Quando vengono erogate per merito, in linea di massima, non viene mai richiesta la presentazione dell’attestazione ISEE perché il fattore decisionale si basa unicamente sulla meritocrazia, ovvero sui risultati scolastici o universitari raggiunti dallo studente.

Ci sono, poi, anche le borse erogate per reddito: in questo caso, si tratta di un aiuto rivolto principalmente agli studenti meritevoli, ma che versano in situazioni economiche più disagiate. Per questa tipologia di borsa, la graduatoria si basa principalmente sull’ISEE.

Per esempio, le borse di studio universitarie erogate nel 2024 arrivano fino a 7000 euro: per ottenerle, però, occorre possedere alcuni requisiti.

Perché le borse di studio sono esentasse

Le borse di studio concesse ai figli dei lavoratori dipendenti del settore pubblico per meriti scolastici non concorrono a formare reddito. In base all’articolo 51, comma 2, lettera f-bis del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), quindi, sono esentasse.

Il chiarimento sulla questione è arrivato direttamente dall’Agenzia delle Entrate, con la risposta n. 231 del 28 novembre 2024.

Ripercorriamo brevemente il caso specifico per comprendere le ragioni di tale chiarimento. L’istante ha chiesto all’Agenzia delle Entrate se si potessero erogare borse di studio ai figli dei dipendenti senza dover richiedere ai beneficiari di presentare giustificativi di spesa.

Perché questa domanda? L’istante aveva intenzione di applicare l’esenzione prevista proprio dall’articolo del TUIR sopra menzionato, che prevede l’esclusione delle stesse dal reddito di lavoro dipendente.

Il dubbio circa l’applicabilità della norma era sorto dalla circolare n. 238/2000 che, secondo un’errata interpretazione, sembrava subordinare l’esenzione alla presentazione di documenti comprovanti l’utilizzo delle somme erogate a titolo di borsa di studio.

Nella risposta, inoltre, l’Agenzia delle entrate fa presente che:

“L’erogazione delle borse di studio è condizionata, nel percorso scolastico, dal raggiungimento da parte dello studente di elevate valutazioni intermedie o finali mentre, per quanto riguarda il percorso universitario, dall’attestazione del superamento di tutti gli esami principali e complementari previsti dal piano di studio, con un’elevata votazione media”.

Ciò significa che sia le borse di studio scolastiche e universitarie erogate ai figli meritevoli dei lavoratori dipendenti non concorrono alla formazione di reddito.

Non serve dimostrare come vengono utilizzate le somme

L’Agenzia delle Entrate ha chiarito la questione e, nella risposta all’interpello dell’istante, non solo ha spiegato che le borse sono esentasse, ma che non è richiesta neppure la documentazione.

Presentare i documenti è obbligatorio solo per comprovare la fruizione di servizi di educazione e istruzione. Invece, per quanto riguarda le borse di studio per merito non si deve presentare alcunché.

I chiarimenti forniscono un quadro completo sulla disciplina, semplificando l’erogazione di borse di studio da parte delle aziende ai figli dei propri lavoratori dipendenti e, al contempo, eliminando l’onere di raccogliere e conservare la documentazione giustificativa.

Un’altra lettura della questione, ci fa comprendere come si tratti di un elemento che va a promuovere incentivi di questo tipo per il merito scolastico e, nello stesso tempo, sostenere le famiglie.

Concludo l’articolo, ricordando un adempimento molto importante: la compilazione della Certificazione Unica. L’importo delle borse di studio deve essere indicato al punto 465, utilizzando il codice 23 nel punto 464.

Tiriamo le somme

Le borse di studio erogate ai figli dei dipendenti pubblici per merito sono esentasse, anche senza necessità di presentare documentazione sull’utilizzo dei fondi. Questo chiarimento è stato fornito dall’Agenzia delle Entrate, che ha specificato che tali borse non concorrono al reddito di lavoro dipendente.

Non è richiesta alcuna giustificazione di spesa, a meno che non si tratti di servizi educativi. Le borse di studio premiando il merito scolastico o universitario sono una forma di incentivo che sostiene sia il rendimento che le famiglie dei dipendenti.

Concorso Agenzia delle entrate

Concorso Agenzia delle Entrate 2024: 190 posti per funzionari, come candidarsi e requisiti

Arrivano nuove opportunità di lavoro dall’Agenzia delle Entrate, grazie alla pubblicazione di un nuovo bando di concorso per il reclutamento e l’assunzione di 190 funzionari, in diversi profili professionali.

Il bando è stato pubblicato nella giornata di ieri, 19 novembre, e gli interessati avranno un mese di tempo per candidarsi.

Per partecipare si devono soddisfare requisiti e condizioni, che elencherò nel testo, così come spiegherò quali sono le prove da sostenere e le modalità di presentazione delle domande.

Concorso Agenzia delle Entrate per 190 funzionari

È online il nuovo bando di concorso dell’Agenzia delle Entrate, per l’assunzione di 190 funzionari con contratto di lavoro a tempo indeterminato, in diversi ruoli:

  • 66 per la famiglia professionale funzionario tecnico: 60 per servizi tecnici e processi di logistica e 6 per processi di analisi delle banche dati del patrimonio e del mercato immobiliare;
  • 124 per la famiglia professionale funzionario gestionale da destinare alle strutture centrali e regionali dell’Agenzia delle entrate: 49 per i processi di gestione di gare e contratti pubblici, prevenzione della corruzione e data protection, 8 per i processi di monitoraggio e analisi dei risultati del ciclo di programmazione e pianificazione degli acquisti e 67 per i processi di contabilità e bilancio, pianificazione, e controllo di gestione e auditing.

L’Agenzia delle Entrate ha in programma diverse procedure concorsuali, alcune previste per gli ultimi mesi del 2024, altre per il primo semestre del 2025.

Il concorso per funzionari è aperto ai laureati. I vincitori dovranno permanere in servizio presso la sede di prima destinazione, per un periodo non inferiore a cinque anni.

Lo stipendio annuo lordo per il profilo professionale è pari a 27.709 euro, compresa la tredicesima. Mensilmente, quindi, percepiranno circa 1600 euro netti.

Chi può partecipare al concorso

Gli interessati a ricoprire uno dei ruoli di funzionario, per partecipare al concorso, devono essere in possesso di una serie di requisiti generali e specifici.

I requisiti generali sono gli stessi per tutti i profili professionali:

  • Essere cittadini italiani;
  • Avere l’idoneità fisica allo svolgimento delle mansioni;
  • Godere dei diritti civili e politici;
  • Per i candidati di sesso maschile soggetti all’obbligo, essere in regola nei confronti degli obblighi di leva;
  • Non avere condanne penali.

Per quanto riguarda, invece, i requisiti specifici, come ho anticipato poc’anzi, è richiesto il possesso della laurea. L’indirizzo specifico dei titoli di studio varia in base al profilo per il quale si ha intenzione di presentare la propria candidatura.

In linea generale, sono ammessi:

  • Laurea triennale;
  • Laurea magistrale;
  • Diploma di laurea.

Le discipline sono, in linea di massima, tecniche, economiche, giuridiche o statistiche.

Quali sono le prove per il concorso da funzionari

I candidati saranno chiamati a sostenere due prove d’esame: una prova scritta e una prova orale.

La prima prova è scritta. Il candidato dovrà risolvere una batteria di domande a risposta multipla. Le materie sono diverse in base al profilo per il quale si presenta la domanda e sono debitamente indicate nel bando per ciascun codice concorso. Sono ammessi all’orale, solo i candidati che allo scritto totalizzeranno il punteggio minimo di 21/30.

Per quanto riguarda la prova orale, anche questa diversa in base al profilo, ha come obiettivo principale quello di valutare la preparazione professionale dei candidati. Sarà valutata, altresì, l’attitudine e la motivazione, anche avvalendosi di personale esperto nella selezione del personale.

Durante la prova orale, per tutti i profili, la Commissione accerterà che i candidati conoscano la lingua inglese e che sappiano utilizzare le applicazioni informatiche più diffuse. Per superare la prova orale, è necessario totalizzare il punteggio minimo di 21/30.

Come presentare la domanda

La domanda deve essere presentata entro le ore 23:59 del 19 dicembre 2024, solo tramite la procedura telematica sul portale InPA. Per accedere al portale occorre aver effettuato l’inscrizione e l’autenticazione con le credenziali digitali SPID, CIE o CNS.

Una volta compilata la domanda e allegando gli eventuali documenti richiesti, si deve effettuare il versamento della quota di partecipazione di importo pari a 10 euro.

Concorso dell’Agenzia delle Entrate in sintesi

Online il bando di concorso dell’Agenzia delle Entrate, per l’assunzione di 190 funzionari. In sintesi, ecco cosa devi sapere:

  1. Opportunità di lavoro: il nuovo concorso dell’Agenzia delle Entrate recluta 190 funzionari a tempo indeterminato in diversi profili professionali, con un stipendio di circa 1600 euro netti al mese.
  2. Requisiti e prove: possono partecipare laureati in discipline tecniche, economiche, giuridiche o statistiche. Il concorso prevede una prova scritta e una orale, con un punteggio minimo di 21/30 per accedere alla seconda fase.
  3. Scadenza e modalità di candidatura: le domande devono essere inviate entro il 19 dicembre 2024 tramite il portale InPA, con una quota di partecipazione di 10 euro.

Modelli F24: proroga di 10 giorni a causa di malfunzionamenti

Con la pubblicazione del provvedimento 402623/2024, l’Agenzia delle entrate ha comunicato la proroga di 10 giorni per pagamenti dei Modelli F24 che sono scaduti al 31 ottobre, a causa di un’anomalia che si è verificata proprio nel sistema di acquisizione.

Il malfunzionamento è stato riscontrato proprio a ridosso della scadenza, tra il 29 e il 30 ottobre. La conseguenza è stato lo scarto improprio delle deleghe di pagamento.

Proroga invio Modelli F24

L’Agenzia delle entrate ha disposto la proroga dei termini dei pagamenti con i Modelli F24 in scadenza a fine ottobre a causa di un malfunzionamento del Sistema F24 telematico, gestito da Sogei.

La proroga è stata annunciata con il provvedimento numero 402623/2024, seguita da un comunicato stampa che contiene proprio la comunicazione della proroga di 10 giorni per i pagamenti dei Modelli F24 scaduti il 31 ottobre 2024.

In particolar modo, Sogei ha comunicato che dalle ore 12.48 del 29 ottobre 2024 alle ore 9.56 del 30 ottobre 2024 si è verificata un’anomalia nel proprio sistema di acquisizione dei modelli F24 telematici.

Il malfunzionamento ha comportato lo scarto delle deleghe di pagamento con la motivazione: Squadratura contabile sezione erario. D’altra parte, sempre Sogei ha comunicato che non è stata registrata alcuna problematica su tutti gli altri servizi online dell’Agenzia delle entrate. Questi hanno continuato a funzionare correttamente come, per esempio, l’invio delle domande di concordato preventivo biennale, il cui termine si è chiuso il 31 ottobre.

Proprio per via delle anomalie comunicate da Sogei, l’Agenzia delle entrate si è subito attivata emanando il provvedimento di irregolare funzionamento delle attività in questione.

In definitiva, i termini sono stati nuovamente aperti e lo resteranno per 10 giorni: quindi, tutti i contribuenti che sono stati coinvolti nelle anomalie potranno procedere a trasmettere nuovamente le deleghe fino alla nuova scadenza del 10 novembre 2024.

Chi sono gli interessati alla proroga

I contribuenti interessati alla proroga disposta dall’Agenzia delle entrate sono tutti quelli per cui sono state scartate le deleghe durante il disservizio.

Tutti questi contribuenti potranno inviare nuovamente i modelli, per pagare le imposte in scadenza il 31 ottobre, senza incorrere in penalità o sanzioni. D’altronde, si è trattato di un problema che esula i contribuenti di qualsiasi responsabilità.

In ogni caso, si consiglia ai contribuenti interessati di verificare lo stato delle operazioni di pagamento. Eventualmente, procedere con gli adempimenti necessari entro la nuova scadenza. La questione è molto semplice: considerato il malfunzionamento e i nuovi tempi, è bene prestare attenzione onde evitare possibili disguidi.

Se vuoi sapere anche come si compila il Modello F24, per evitare problemi a causa di errori, ti consigliamo di leggere il seguente articolo “Compilazione F24: come funziona? Le istruzioni caso per caso“. Adesso torniamo subito al tema del testo.

L’iniziativa dell’Agenzia delle entrate di prorogare i termini è stata pensata e attuata nell’ottica di salvaguardare tutti i contribuenti che, a causa di un malfunzionamento del sistema degli ultimi giorni del mese di ottobre, si sono visti scartare impropriamente le deleghe di pagamento. Questi contribuenti hanno seriamente rischiato di non poter adempiere agli obblighi fiscali entro i termini stabiliti dalla legge.

La proroga ha lo scopo di garantire maggiore flessibilità a tutti coloro che hanno subito ritardi a causa delle anomalie sulla piattaforma telematica.

Cosa fare per evitare le anomalie e i malfunzionamenti

Quello successo qualche giorno fa è un disservizio causato da un’anomalia tecnica nella gestione del sistema di acquisizione.

I disservizi possono avvenire, certo, ma sicuramente si rende necessario intervenire effettuando un monitoraggio continuo e una maggiore e, forse, più funzionale integrazione tra le diverse piattaforme telematiche. L’obiettivo finale è quello di evitare sempre più il verificarsi di malfunzionamenti o, quanto meno, minimizzare l’impatto di anomalie sui contribuenti.

Simili episodi potranno essere evitati solo continuando a migliorare la gestione dei sistemi. Un modo per assicurare ai contribuenti un’esperienza d’uso migliore delle piattaforme telematiche e minori rischi di possibili disservizi.

Per riassumere la proroga dell’invio Modelli F24

Ecco una sintesi dell’articolo in tre punti:

  1. Proroga dei pagamenti F24: l’Agenzia delle Entrate ha annunciato una proroga di 10 giorni per i pagamenti dei modelli F24 scaduti il 31 ottobre 2024, a causa di un malfunzionamento del sistema di acquisizione.
  2. Cause dell’anomalia: l’anomalia si è verificata tra il 29 e il 30 ottobre, portando allo scarto improprio delle deleghe di pagamento. Questo problema ha colpito solo il sistema F24 telematico, mentre altri servizi dell’Agenzia hanno continuato a funzionare normalmente.
  3. Raccomandazioni per i contribuenti: i contribuenti che hanno subito disagi possono inviare nuovamente le deleghe entro il 10 novembre senza penalità. Si consiglia di verificare lo stato dei pagamenti e di prestare attenzione per evitare futuri disguidi.

Dichiarazione dei redditi: scadenza finale per il Modello Redditi PF

Ultima chiamata per la presentazione della dichiarazione dei redditi con il Modello Redditi PF. I termini di invio del modello si chiuderanno definitivamente il 31 ottobre 2024, decretando la conclusione del periodo dichiarativo di quest’anno.

Inizialmente, la data era fissata al 15 ottobre, ma con il decreto correttivo della riforma fiscale è stata spostata in avanti di altri 15 giorni. Ma ecco, adesso, siamo arrivati definitivamente alle battute finali.

Sono rimasti pochissimi giorni ed è sempre utile fare un breve riassunto delle istruzioni e delle scadenze a chi, ancora, non ha provveduto a inviare il modello.

Chi deve presentare la dichiarazione dei redditi con il Modello Redditi PF

La dichiarazione dei redditi con il Modello redditi PF, in linea generale, riguarda le persone fisiche che non inviano il modello 730.

I soggetti tenuti al suo invio, devono presentare il modello, per dichiarare i redditi del 2023. Chi sono i contribuenti tenuti alla presentazione? Devono utilizzare il modello tutti coloro che, nel 2023, hanno percepito i seguenti redditi:

  • D’impresa, anche in forma di partecipazione;
  • Di lavoro autonomo e diversi;
  • Plusvalenze derivanti dalla cessione di partecipazioni qualificate e non qualificate;
  • Provenienti da “trust”;
  • Fondiari derivanti da terreni e fabbricati posseduti in Italia;
  • Di capitale;
  • Di lavoro dipendente e i redditi di pensione.

Quindi, in linea di massima si tratta di un modello aperto a tutti i contribuenti, anche ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, per i quali, però, è possibile optare per il Modello 730. Infatti, il Modello Redditi (ex Unico) è conosciuto essere la dichiarazione dei redditi delle Partite Iva e dei lavoratori autonomi.

In aggiunta, il Modello redditi deve essere presentato anche dai non residenti che hanno prodotto redditi in Italia e dagli eredi che presentano la dichiarazione per conto di un deceduto.

A partire dal 30 aprile, è stata messa a disposizione dall’Agenzia delle entrate anche la sua versione precompilata.

Scadenza invio Modello Redditi entro il 31 ottobre

Mancano pochissimi giorni alla scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi, con il Modello redditi PF. Entro il 31 ottobre, tutti i cittadini che utilizzano questo modello devono procedere alla trasmissione, per evitare di rischiare sanzioni.

Inizialmente, la data di scadenza era fissata al 15 ottobre, ma una modifica prevista dal decreto correttivo della riforma fiscale, ha voluto spostare la scadenza al 31 ottobre, concedendo due settimane di tempo in più ai contribuenti.

Di tempo ce n’è stato abbastanza, considerando che il periodo dichiarativo è cominciato in primavera. Allora è meglio non adagiarsi ancora sugli allori e procedere all’invio del Modello redditi.

Per non incorrere in errori, anche considerando l’eventuale fretta dell’ultimo minuto, è bene fare qualche piccolo chiarimento. Se il modello viene presentato telematicamente, allora la dichiarazione si considera trasmessa nel giorno in cui è conclusa la ricezione dei dati da parte dell’Agenzia delle entrate. Il sistema rilascia un messaggio di avvenuta ricezione del file e, solo in un secondo momento, l’esito dell’elaborazione. In assenza di errori nel modello, viene confermata anche l’avvenuta presentazione.

A cosa serve il Modello correttivo da presentare entro il 31 ottobre

La proroga dei termini di presentazione ha avuto qualche ripercussione anche sulla scadenza relativa all’invio del modello Redditi correttivo.

A cosa serve? Si tratta di un modello il cui invio è necessario solo se è stata presentata la dichiarazione dei redditi con il Modello 730, ma dopo la trasmissione il contribuente si è reso conto di avere omesso alcuni dati oppure di averli indicati in modo errato.

Il Modello redditi correttivo, allora, può essere presentato per correggere le omissioni o gli errori, ma entro il 31 ottobre 2024. Superati i termini, il contribuente ha un’altra possibilità: presentare il solo modello Redditi integrativo.

Riassunto in 3 punti

  • Scadenza imminente: la scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi con il Modello Redditi PF è fissata al 31 ottobre 2024, dopo una proroga dal 15 ottobre;
  • Chi deve presentare: sono tenuti a presentare il Modello Redditi PF tutti coloro che nel 2023 hanno percepito redditi d’impresa, lavoro autonomo, plusvalenze, redditi da capitale e altri, inclusi i non residenti con redditi in Italia;
  • Correzioni e modifiche: se è stata presentata una dichiarazione con il Modello 730 e si sono commessi errori, è possibile inviare un Modello correttivo entro il 31 ottobre; oltre tale data, si può presentare un Modello Redditi integrativo.

Concorsi Agenzia delle entrate in arrivo: ecco a chi si rivolgono i nuovi bandi in uscita nel 2024 e nel 2025

Nuovi concorsi dell’Agenzia delle entrate sono in arrivo per la fine del 2024 e nel primo semestre del 2025, per l’assunzione complessiva di 340 funzionari. L’annuncio del nuovo piano di assunzioni è arrivato dalla stessa Agenzia delle entrate con la pubblicazione di un avviso.

Nello stesso periodo sarà bandito anche un concorso per il reclutamento di 20 dirigenti di seconda fascia da destinare agli uffici per la gestione delle risorse umane. I nuovi concorsi fanno parte del quadro di misure volte a migliorare l’efficienza delle Entrate.

Chi può partecipare ai concorsi per funzionari? Quali sono i profili ricercati?

Concorsi dell’Agenzia delle entrate in uscita nel 2024 e nel 2025

L’Agenzia delle entrate (AdE) ha pubblicato un avviso sul suo sito web con il quale ha annunciato che presto saranno indetti concorsi pubblici per il reclutamento di 340 funzionari in possesso della laurea.

Si tratta di nuove procedure, che saranno bandite tra la fine di quest’anno e il primo semestre del 2025, e che vanno ad aggiungersi a quelle già in corso. Ricordiamo che, attualmente, le procedure in corso di svolgimento sono tre.

Le selezioni sono rivolte esclusivamente ai laureati, trattandosi di profili di funzionari.

I 340 posti riguardano i seguenti profili:

  • 150 lavoratori da assegnare alle attività di adempimento collaborativo e di fiscalità internazionale;
  • 60 funzionari tecnici per i servizi tecnici e processi di logistica;
  • 6 funzionari tecnici per i processi di analisi delle banche dati del patrimonio e del mercato immobiliare – Osservatorio del mercato immobiliare;
  • 49 funzionari gestionali, per processi di gestione di gare e contratti pubblici, prevenzione della corruzione e data protection;
  • 8 funzionari gestionali, per processi di monitoraggio e analisi dei risultati del ciclo di programmazione e pianificazione degli acquisti;
  • 67 funzionari gestionali, per i processi di contabilità, bilancio, pianificazione e controllo di gestione, auditing.

Chi può partecipare ai concorsi per funzionari dell’Agenzia delle entrate

Chi intende partecipare ai concorsi dell’Agenzia delle entrate deve essere in possesso dei requisiti genericamente previsti per la partecipazione ai concorsi pubblici.

Per ogni profilo è previsto il possesso della laurea, in un indirizzo specifico in base al settore di attività. Questi sono anticipati nell’avviso pubblicato dall’Agenzia delle entrate sul sito web, con accanto le materie delle prove d’esame.

Si consiglia comunque la lettura dei bandi di concorso, in quanto, come precisato sul comunicato, l’AdE si riserva la possibilità di modificare il contenuto dello stesso. Tuttavia, consultarlo può essere un ottimo modo per orientarsi sulle discipline d’esame eventualmente previste e sapere se si è in possesso del requisito di studio per parteciparvi.

A chi è rivolto il concorso dell’AdE per 20 dirigenti di seconda fascia

Sempre tra la fine del 2024 e i primi sei mesi del 2025, l’Agenzia delle entrate bandirà un altro concorso rivolto alla selezione di 20 dirigenti di seconda fascia. In questo caso, i dirigenti saranno destinati agli uffici preposti alla gestione delle risorse umane. Sempre nell’area delle risorse umane l’Agenzia delle entrate aveva pubblicato un bando di concorso, qualche mese fa.

I requisiti di partecipazione, in questo caso, sono di gran lunga più stringenti. È richiesto, innanzitutto, il diploma di laurea, conseguito secondo il vecchio l’ordinamento di studi o titolo equipollente per legge o laurea specialistica o magistrale.

In aggiunta, i candidati devono essere, in alternativa:

  • Cittadini italiani con titolo di studio universitario e che hanno maturato esperienze lavorative in funzioni apicali, per almeno 4 anni continuativi;
  • Laureati che hanno ricoperto incarichi dirigenziali in amministrazioni per un periodo non inferiore a 5 anni;
  • Laureati in possesso della qualifica di dirigente in enti e strutture pubbliche per almeno due anni;
  • Laureati dipendenti di pubbliche amministrazioni con almeno cinque anni di servizio.

Delega unica intermediari: le istruzioni dell’Agenzia delle Entrate per l’utilizzo dei servizi online

Delega unica intermediari: con la pubblicazione del provvedimento n. 0375356 del 2 ottobre 2024 da parte del Direttore dell’Agenzia delle Entrate, l’amministrazione finanziaria stessa ha fornito le istruzioni per ciò che concerne il modello unico di delega agli intermediari ai fini dell’utilizzo dei servizi online.

Il suddetto provvedimento dell’AdE, in particolare, fa riferimento alle seguenti disposizioni legislative:

  • il decreto del Presidente della Repubblica n. 322 del 22 luglio 1998, relativo al “Regolamento recante modalità per la presentazione delle dichiarazioni relative alle imposte sui redditi, all’imposta regionale sulle attività produttive e all’imposta sul valore aggiunto, ai sensi dell’articolo 3, comma 136, della legge 23 dicembre 1996, n. 662”, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 208 del 7 settembre 1998;
  • il decreto dirigenziale del 31 luglio 1998, recante “Modalità tecniche di trasmissione telematica delle dichiarazioni e dei contratti di locazione e di affitto da sottoporre a registrazione, nonché di esecuzione telematica dei pagamenti”, il quale è stato redatto dal Ministero delle Finanze ed il quale è stato successivamente pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 187 del 12 agosto 1998;
  • il decreto legislativo n. 196 del 30 giugno 2003 (c.d. Codice in materia di protezione dei dati personali), il quale è stato successivamente pubblicato all’interno del Supplemento Ordinario n. 123 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 174 del 29 luglio 2003;
  • il decreto legislativo n. 82 del 7 marzo 2005 (c.d. Codice dell’amministrazione digitale), il quale è stato successivamente pubblicato all’interno del Supplemento Ordinario n. 93 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 112 del 16 maggio 2005;
  • il regolamento (UE) 2016/679 del 27 aprile 2016 (c.d. Regolamento generale sulla protezione dei dati – GDPR).
  • il decreto legislativo n. 1 dell’8 gennaio 2024, recante “Razionalizzazione e semplificazione delle norme in materia di adempimenti tributari”, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 9 del 12 gennaio 2024.

Il provvedimento in oggetto, inoltre, si riferisce anche a quanto è stato disposto in precedenza sempre da parte dell’amministrazione finanziaria stessa tramite la pubblicazione all’interno del proprio sito web ufficiale dei seguenti atti:

  • il provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate n. 92558 del 29 luglio 2013, recante “Modalità di utilizzo del servizio di consultazione del Cassetto fiscale delegato da parte degli intermediari, di cui all’articolo 3, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 322”;
  • il provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate n. 102807 del 30 giugno 2016, recante “Definizione delle informazioni, delle regole tecniche, degli strumenti e dei termini per la memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica dei dati dei corrispettivi giornalieri derivanti dall’utilizzo di distributori automatici, ai sensi dell’articolo 2, commi 2 e 4, del decreto legislativo 5 agosto 2015, n. 127”;
  • il provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate n. 291241 del 5 novembre 2018, recante “Modalità di conferimento/revoca delle deleghe per l’utilizzo dei servizi di Fatturazione Elettronica”;
  • il provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate n. 433608 del 24 novembre 2022, recante “Regole tecniche per l’emissione e la ricezione delle fatture elettroniche per le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate tra soggetti residenti o stabiliti nel territorio dello Stato e per le relative variazioni, utilizzando il Sistema di Interscambio, nonché per la trasmissione telematica dei dati delle operazioni di cessione di beni e prestazioni di servizi transfrontaliere e per l’attuazione delle ulteriori disposizioni di cui all’articolo 1 del decreto legislativo 5 agosto 2015, n. 127”.

Delega unica intermediari: ecco quali servizi online possono essere utilizzati

Come abbiamo già accennato anche durante il corso del precedente paragrafo, in base a quanto viene previsto dall’art. 21 del sopra citato decreto legislativo n. 1 del 2024, l’Agenzia delle Entrate ha fornito le disposizioni attuative in merito al modello unico di delega agli intermediari.

Quest’ultimo, nello specifico, è necessario ai fini dell’accesso ai servizi online che vengono messi a disposizione da parte di:

  • l’Agenzia delle Entrate;
  • l’Agenzia delle Entrate – Riscossione.

La delega può essere effettuata per i seguenti servizi:

  • la consultazione del Cassetto fiscale delegato;
  • alcune funzionalità relative alla Fatturazione elettronica e ai corrispettivi telematici;
  • l’acquisizione dei dati relativi a ISA e concordato preventivo biennale;
  • le funzionalità disponibili nell’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione.

Processi verbali Agenzia Entrate: le istruzioni per la sottoscrizione digitale

Processi verbali Agenzia Entrate: con a pubblicazione del provvedimento n. 372380 del 30 settembre 2024 da parte del Direttore dell’Agenzia delle Entrate, l’amministrazione finanziaria stessa ha comunicato quelle che sono le modalità operative per ciò che concerne la sottoscrizione digitale dei processi verbali redatti dal personale dell’Agenzia delle Entrate durante o in seguito allo svolgimento delle attività amministrative di controllo fiscale.

Il suddetto provvedimento dell’AdE, in particolare, fa riferimento alle seguenti disposizioni legislative:

  • la legge n. 4 del 7 gennaio 1929, recante “Norme generali per la repressione delle violazioni delle leggi finanziarie”, la quale è stata successivamente pubblicata all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 11 del 14 gennaio 1929;
  • il decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 26 ottobre 1972, recante “Istituzione e disciplina dell’imposta sul valore aggiunto”, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno del Supplemento Ordinario n. 1 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 292 dell’11 novembre 1972;
  • il decreto del Presidente della Repubblica n. 600 del 29 settembre 1973, recante “Disposizioni comuni in materia di accertamento delle imposte sui redditi”, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno del Supplemento Ordinario n. 1 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 268 del 16 ottobre 1973;
  • il decreto del Presidente della Repubblica n. 602 del 29 settembre 1973, recante “Disposizioni sulla riscossione delle imposte sui redditi”, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno del Supplemento Ordinario n. 2 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 268 del 16 ottobre 1973;
  • il decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 22 dicembre 1986 (c.d. Testo unico delle imposte sui redditi), il quale è stato successivamente pubblicato all’interno del Supplemento Ordinario n. 126 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 302 del 31 dicembre 1986;
  • il decreto legislativo n. 241 del 9 luglio 1997, recante “Norme di semplificazione degli adempimenti dei contribuenti in sede di dichiarazione dei redditi e dell’imposta sul valore aggiunto, nonché di modernizzazione del sistema di gestione delle dichiarazioni”, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 174 del 28 luglio 1997;
  • il decreto legislativo n. 446 del 15 dicembre 1997, recante “Istituzione dell’imposta regionale sulle attività produttive e istituzione di una addizionale regionale all’imposta sul reddito delle persone fisiche”, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno del Supplemento Ordinario n. 252 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 298 del 23 dicembre 1997;
  • la legge n. 212 del 27 luglio 2000, recante “Disposizioni in materia di statuto dei diritti del contribuente”, la quale è stata successivamente pubblicata all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 177 del 31 luglio 2000;
  • il decreto legislativo n. 196 del 30 giugno 2003 (c.d. Codice in materia di protezione dei dati personali), il quale è stato successivamente pubblicato all’interno del Supplemento Ordinario n. 123 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 174 del 29 luglio 2003;
  • il decreto legislativo n. 82 del 7 marzo 2005 (c.d. Codice dell’Amministrazione Digitale), il quale è stato successivamente pubblicato all’interno del Supplemento Ordinario n. 93 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 112 del 16 maggio 2005;
  • il decreto legge n. 16 del 2 marzo 2012, recante “Disposizioni urgenti in materia di semplificazioni tributarie, di efficientamento e potenziamento delle procedure di accertamento”, il quale è stato pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 52 del 2 marzo 2012, ed il quale convertito, con modificazioni, dalla legge n. 44 del 26 aprile 2012;
  • il regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016 (c.d. Regolamento generale sulla protezione dei dati);
  • il decreto legislativo n. 13 del 12 febbraio 2024, recante “Disposizioni in materia di accertamento tributario e di concordato preventivo biennale”, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 43 del 21 febbraio 2024.

Processi verbali Agenzia Entrate: le modalità per la sottoscrizione del contribuente

I processi verbali che vengono redatti dal personale dell’Agenzia delle Entrate possono essere sottoscritti attraverso l’utilizzo di una delle seguenti modalità:

  • la firma digitale, nel caso in cui il contribuente ne sia dotato;
  • la firma autografa.

Con la sottoscrizione digitale il processo verbale viene inviato all’indirizzo di posta elettronica ordinaria (email) del contribuente.

Con la modalità analogica, invece, il processo verbale deve essere stampato e consegnato nelle mani proprie del destinatario.

Strutture ricettive: nuove modalità per l’invio dei dati delle persone alloggiate

Strutture ricettive: con la pubblicazione del provvedimento n. 367923 del 25 settembre 2024 da parte del Direttore dell’Agenzia delle Entrate, l’amministrazione finanziaria stessa ha comunicato quelli che sono i nuovi criteri, i termini e le modalità per ciò che concerne la trasmissione dei dati relativi alle persone alloggiate.

Il suddetto provvedimento dell’AdE, in particolare, fa riferimento alle seguenti disposizioni legislative:

  • il decreto interministeriale dell’11 novembre 2020, recante “Fornitura dei dati concernenti le locazioni brevi, l’imposta di soggiorno e il contributo di soggiorno di Roma Capitale”, il quale è stato redatto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, di concerto con il Ministero dell’Interno, ed il quale è stato successivamente pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 299 del 2 dicembre 2020;
  • l’art. 13 quater del decreto legge del 30 aprile 2019, recante “Misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi”, il quale è stato pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 100 del 30 aprile 2019, ed il quale è stato successivamente convertito, con modificazioni, dalla legge n. 58 del 28 giugno 2019;
  • l’art. 109, comma 3, del regio decreto n. 773 del 18 giugno 1931 (c.d. Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza), il quale è stato pubblicato all’interno del Supplemento Ordinario n. 146 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 146 del 26 giugno 1931;
  • l’art. 19 bis del decreto legge n. 113 del 4 ottobre 2018, recante “Disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonché misure per la funzionalità del Ministero dell’interno e l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata”, il quale è stato pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 231 del 4 ottobre 2018, ed il quale è stato successivamente convertito, con modificazioni, dalla legge n. 132 del 1° dicembre 2018;
  • il decreto del Ministero dell’Interno del 7 gennaio 2013, recante “Disposizioni concernenti la comunicazione alle autorità di pubblica sicurezza dell’arrivo di persone alloggiate in strutture ricettive”, il quale è stato pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 14 del 17 gennaio 2013;
  • l’art. 14, comma 16, del decreto legge n. 78 del 31 maggio 2010, recante “Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica”, il quale è stato pubblicato all’interno del Supplemento Ordinario n. 114 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 125 del 31 maggio 2010, ed il quale è stato successivamente convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 30 luglio 2010;
  • il decreto legislativo n. 23 del 14 marzo 2011, recante “Disposizioni in materia di federalismo Fiscale Municipale”, il quale è stato pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 67 del 23 marzo 2011;
  • l’art. 4 del decreto legge n. 50 del 24 aprile 2017, recante “Disposizioni urgenti in materia finanziaria, iniziative a favore degli enti territoriali, ulteriori interventi per le zone colpite da eventi sismici e misure per lo sviluppo”, il quale è stato pubblicato all’interno del Supplemento Ordinario n. 20 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 95 del 24 aprile 2017;
  • l’art. 8 del decreto legislativo n. 281 del 28 agosto 1997, recante “Definizione ed ampliamento delle attribuzioni della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano ed unificazione, per le materie ed i compiti di interesse comune delle regioni, delle province e dei comuni, con la Conferenza Stato – città ed autonomie locali”, il quale è stato pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 202 del 30 agosto 1997;
  • il decreto legislativo n. 196 del 30 giugno 2003 (c.d. Codice in materia di protezione dei dati personali), il quale è stato pubblicato all’interno del Supplemento Ordinario n. 123 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 174 del 29 luglio 2003;
  • il regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016.

Strutture ricettive: ecco i nuovi termini e le modalità per l’invio dei dati relativi alle persone alloggiate

Come abbiamo già accennato anche durante il corso del precedente paragrafo, in base alle normative sopra richiamate, l’Agenzia delle Entrate ha comunicato di aver aggiornato l’Allegato A del decreto interministeriale dell’11 novembre 2020.

A tal proposito, pertanto, dovranno essere osservati i nuovi criteri, i termini e le modalità per la fornitura da parte del Ministero dell’Interno dei dati relativi alle comunicazioni dei seguenti soggetti:

  • i gestori di strutture ricettive;
  • i proprietari o i gestori di case e appartamenti.

Scadenze fiscali ottobre 2024: il calendario completo

Scadenze fiscali ottobre 2024: il calendario completo con tutti gli adempimenti che dovranno essere effettuati da parte dei dipendenti, da parte dei pensionati e da parte dei soggetti titolati di partita IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) durante il corso del prossimo mese.

Scadenze fiscali ottobre 2024: ecco il calendario completo con tutti gli adempimenti da rispettare il prossimo mese

Ecco qui sotto il calendario completo di tutte le scadenze fiscali che sono state comunicate da parte dell’Agenzia delle Entrate all’interno del proprio sito web ufficiale e che i contribuenti interessati dovranno osservare durante il corso del prossimo mese dell’anno attuale.

Scadenza il 16 ottobre 2024:

  • versamento dell’acconto IRPEF sui redditi soggetti a tassazione separata da indicare in dichiarazione e non soggetti a ritenuta alla fonte;
  • versamento dell’IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) risultante dalle dichiarazioni annuali, a titolo di saldo per l’anno 2023 e di primo acconto per l’anno 2024;
  • versamento dell’addizionale regionale all’IRPEF risultante dalle dichiarazioni annuali;
  • versamento dell’addizionale comunale all’IRPEF risultante dalle dichiarazioni annuali;
  • versamento della c.d. Tassa Etica, ovvero sulla produzione e vendita di materiale pornografico o di incitamento alla violenza;
  • liquidazione e versamento dell’IVA relativa al mese precedente;
  • liquidazione e versamento dell’IVA relativa al secondo mese precedente;
  • versamento dell’8° rata del saldo IVA relativa al periodo di imposta 2023 risultante dalla dichiarazione IVA annuale, con la maggiorazione del 2,31% a titolo di interessi;
  • versamento dell’IVA dovuta dalle pubbliche amministrazioni non soggetti passivi IVA a seguito di “scissione dei pagamenti” (c.d. Split payment) ai sensi dell’art. 17 ter del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 26 ottobre 1972;
  • versamento dell’IRES (Imposta sul Reddito delle Società);
  • versamento dell’IRAP (Imposta sul Reddito delle Attività Produttive);
  • versamento della cedolare secca;
  • versamento delle ritenute alla fonte operate nel mese precedente su:
    • interessi e redditi di capitale vari corrisposti o maturati nel mese precedente;
    • redditi derivanti da perdita di avviamento commerciale corrisposti nel mese precedente;
    • redditi derivanti da riscatti di polizze vita corrisposti nel mese precedente;
    • premi e vincite corrisposti o maturati nel mese precedente;
    • cessione titoli e valute corrisposti o maturati nel mese precedente;
    • redditi di capitale diversi corrisposti o maturati nel mese precedente;
    • rendite AVS corrisposte nel mese precedente;
    • compensi a titolo di bonus e stock options trattenuta dal sostituto d’imposta;
    • pignoramenti presso terzi;
    • redditi di lavoro dipendente e assimilati;
  • versamento della rata relativa al Canone Rai trattenuta ai pensionati;
  • versamento dell’imposta sugli intrattenimenti relativi alle attività che sono state svolte con carattere di continuità nel mese precedente;
  • versamento dell’imposta sulle transazioni finanziarie (c.d. Tobin Tax) dovuta su:
    • le operazioni su strumenti finanziari derivati e su valori mobiliari effettuate nel mese precedente;
    • i trasferimenti della proprietà di azioni e di altri strumenti finanziari partecipativi nonché di titoli rappresentativi dei predetti strumenti effettuati nel mese precedente.

Scadenza il 25 ottobre 2024:

  • presentazione del modello 730 integrativo ad un Centro di Assistenza Fiscale (CAF) o ad un professionista abilitato, anche in caso di assistenza prestata dal sostituto d’imposta, qualora nella precedente siano presenti errori che non incidono sulla determinazione dell’imposta o che se corretti porterebbero un maggiore credito o un minor debito al contribuente.

Scadenza il 31 ottobre 2024:

  • presentazione a intermediari abilitati della busta contenente la scheda per la scelta della destinazione dell’otto, del cinque e del due per mille dell’IRPEF;
  • versamento dell’imposta di registro sui contratti di locazione e affitto stipulati in data 1° ottobre 2024 o rinnovati tacitamente con decorrenza dal 1° ottobre 2024;
  • liquidazione e versamento dell’IVA relativa agli acquisti intracomunitari registrati nel mese precedente;
  • versamento della 4° rata trimestrale del Canone TV;
  • presentazione del modello Redditi PF 2024;
  • presentazione del modello Redditi SP 2024;
  • presentazione della dichiarazione dei redditi del contribuente deceduto da parte degli eredi;
  • presentazione del modello Redditi SC 2024;
  • presentazione della dichiarazione IRAP 2024;
  • dichiarazione mensile degli acquisti di beni e servizi da soggetti non stabiliti nel territorio dello Stato effettuati dagli enti non soggetti passivi IVA e dagli agricoltori esonerati (modello INTRA 12);
  • presentazione del modello CNM 2024;
  • presentazione del modello Redditi ENC 2024;
  • presentazione del modello 770/2024 e del modello Redditi 2024;
  • presentazione della richiesta di rimborso o utilizzo in compensazione del credito Iva trimestrale (Modello IVA TR).

Concordato preventivo biennale: online i codici tributo per i versamenti con modello F24

Concordato preventivo biennale: con la pubblicazione della risoluzione n. 48/E del 19 settembre 2024 da parte dell’Agenzia delle Entrate, l’amministrazione finanziaria stessa ha comunicato l’istituzione di nuovi codici tributo al fine di effettuare i versamenti delle somme di denaro che sono dovute in relazione al Concordato preventivo biennale (CPB).

Tale pagamento, nello specifico, può essere effettuato tramite l’utilizzo del modello di pagamento F24 da parte dei contribuenti interessati.

La suddetta risoluzione dell’AdE, in particolare, che è stata redatta dalla Divisione Servizi – Direzione Centrale Servizi Istituzionali e di Riscossione, fa riferimento alle seguenti disposizioni legislative:

  • il Titolo II del decreto legislativo n. 13 del 12 febbraio 2024, recante “Disposizioni in materia di accertamento tributario e di concordato preventivo biennale”, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 43 del 21 febbraio 2024;
  • il decreto legislativo n. 108 del 5 agosto 2024, recante “Disposizioni integrative e correttive in materia di regime di adempimento collaborativo, razionalizzazione e semplificazione degli adempimenti tributari e concordato preventivo biennale”, il quale è stato pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 182 del 5 agosto 2024.

Concordato preventivo biennale: l’Agenzia delle Entrate ha istituito dei nuovi codici tributo da inserire nel modello F24 per i versamenti dovuti

Come abbiamo già accennato anche durante il corso del precedente paragrafo, in base a quanto è stato disposto dal sopra citato Titolo II del decreto legislativo n. 13 del 2024, così come modificato dal successivo decreto legislativo n. 108 del 2024 sopra richiamato, l’Agenzia delle Entrate ha istituito dei nuovi codici tributo al fine di effettuare i versamenti delle somme di denaro che sono dovute da parte dei seguenti soggetti che hanno aderito al Concordato preventivo biennale:

  • i soggetti che applicano gli indici sintetici di affidabilità fiscale;
  • i soggetti che aderiscono al regime forfetario.

Il pagamento delle somme dovute, nello specifico, può essere effettuato seguendo le indicazioni che abbiamo fornito durante il corso di un precedente articolo di approfondimento in materia relativo alle modalità di pagamento in maniera fisica oppure online del modello F24, che abbiamo pubblicato sempre qui sul sito di Tag24.

A tal proposito, dunque, per ciò che concerne il versamento delle somme di denaro in oggetto attraverso l’utilizzo del modello F24, la presente risoluzione dell’Agenzia delle Entrate ha introdotto i seguenti nuovi codici tributo:

  • il codice tributo 4068, il quale si riferisce al pagamento della maggiorazione sull’acconto delle imposte sui redditi in relazione al CPB da parte dei soggetti ISA persone fisiche (art. 20, comma 2, lett. a), del decreto legislativo n. 13 del 12 febbraio 2024);
  • il codice tributo 4069, il quale si riferisce al pagamento della maggiorazione sull’acconto delle imposte sui redditi in relazione al CPB da parte dei soggetti ISA diversi dalle persone fisiche (art. 20, comma 2, lett. a), del decreto legislativo n. 13 del 12 febbraio 2024);
  • il codice tributo 4070, il quale si riferisce al pagamento della maggiorazione sull’acconto IRAP in relazione al CPB da parte dei soggetti ISA (art. 20, comma 2, lett. b), del decreto legislativo n. 13 del 12 febbraio 2024);
  • il codice tributo 4071, il quale si riferisce al pagamento dell’imposta sostitutiva in relazione al CPB da parte dei soggetti ISA (art. 20 bis, comma 1, del decreto legislativo n. 13 del 12 febbraio 2024);
  • il codice tributo 4072, il quale si riferisce al pagamento della maggiorazione sull’acconto delle imposte sui redditi in relazione al CPB da parte dei soggetti forfetari (art. 31, comma 2, lett. a), del decreto legislativo n. 13 del 12 febbraio 2024);
  • il codice tributo 4073, il quale si riferisce al pagamento dell’imposta sostitutiva in relazione al CPB da parte dei soggetti forfetari (art. 31 bis del decreto legislativo n. 13 del 12 febbraio 2024).

Versamento contributi ENPAIA: nuove istruzioni sulla compilazione del modello F24

Versamento contributi ENPAIA: con la pubblicazione della risoluzione n. 46/E del 18 settembre 2024 da parte dell’Agenzia delle Entrate, l’amministrazione finanziaria stessa ha fornito delle nuove istruzioni per ciò che concerne la compilazione del campo “codice posizione” del modello di pagamento F24 ai fini del versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali che sono di pertinenza dell’Ente Nazionale di Previdenza per gli Addetti e per gli Impiegati in Agricoltura – Gestione Separata Agrotecnici (c.d. ENPAIA).

La suddetta risoluzione dell’AdE, in particolare, che è stata redatta dalla Divisione ServiziDirezione Centrale Servizi Istituzionali e di Riscossione, fa riferimento alle seguenti disposizioni legislative:

  • il decreto del 10 gennaio 2014, recante “Applicazione del sistema dei versamenti unitari e della compensazione agli Enti previdenziali, di cui ai decreti legislativi n. 509/1994 e n. 103/1996, ai sensi dell’articolo 28 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241”, il quale è stato redatto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), di concerto con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (MLPS), ed il quale è stato successivamente pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 16 del 21 gennaio 2014;
  • la convenzione del 19 aprile 2014, la quale è stata sottoscritta tra l’Agenzia delle Entrate e l’Ente Nazionale di Previdenza per gli Addetti e per gli Impiegati in Agricoltura (ENPAIA).
  • la nota dell’11 luglio 2024, pubblicata da parte dell’ENPAIA.

La risoluzione in oggetto, inoltre, si riferisce anche a quanto è stato comunicato in precedenza sempre da parte dell’amministrazione finanziaria stessa tramite la pubblicazione all’interno del proprio sito web ufficiale all’interno della recente risoluzione n. 43/E del 30 luglio 2024, con la quale l’Agenzia delle Entrate ha istituito le causali contributo per il pagamento dei contributi ENPAIA dovuti.

Versamento contributi ENPAIA: l’Agenzia delle Entrate fornisce nuove istruzioni per la compilazione del “codice posizione” del modello F24

Come abbiamo già accennato anche durante il corso del precedente paragrafo, in base a quanto è stato comunicato dalla sopra citata risoluzione n. 43/E del 30 luglio 2024, l’Agenzia delle Entrate ha istituito cinque nuove causali contributo ai fini del versamento tramite l’utilizzo del modello F24 dei contributi previdenziali ed assistenziali di pertinenza dell’ENPAIA.

Dopodiché, mediante la pubblicazione della risoluzione in oggetto, invece, l’amministrazione finanziaria ha fornito delle nuove istruzioni in merito alla compilazione del campo “codice posizione” del modello di pagamento F24, comunicando che quest’ultimo debba essere compilato nel seguente modo:

  • con il codice univoco composto da caratteri numerici, fino a 9 cifre, comunicato dall’ENPAIA;
  • con il valore “0”, nel caso in cui il codice in questione non sia stato comunicato dell’ENPAIA.

Per tutti gli altri campi del modello di pagamento F24 che devono essere compilati, infine, l’AdE specifica che restano valide le stesse modalità che sono state indicate nella precedente risoluzione.

Le causali contributo da inserire nel modello F24

Per ciò che concerne le causali contributo che devono essere indicate all’interno del modello di pagamento F24 ai fini del versamento dei contributi ENPAIA dovuti, con la risoluzione n. 43/E del 30 luglio 2024 l’Agenzia delle Entrate ha comunicato l’istituzione di cinque causali contributo, ovvero:

  • la causale contributo E130, che fa riferimento al versamento dell’acconto e del saldo dei contributi annuali che devono essere corrisposti da parte dei soggetti che sono iscritti all’ENPAIA;
  • la causale contributo E131, che fa riferimento al riscatto dei periodi contributivi da parte dei soggetti che sono iscritti all’ENPAIA;
  • la causale contributo E132, che fa riferimento alla ricostruzione dei periodi contributivi anteriori al 1° gennaio 1996 da parte dei soggetti che sono iscritti all’ENPAIA;
  • la causale contributo E133, che fa riferimento al versamento degli importi che devono essere corrisposti per gli estratti conti annuali da parte dei soggetti che sono iscritti all’ENPAIA;
  • la causale contributo E134, che fa riferimento alla corresponsione di versamenti generici da parte dei soggetti che sono iscritti all’ENPAIA.

Contributo Superbonus 2024: online il modello per la domanda

Contributo Superbonus 2024: con la pubblicazione del provvedimento n. 360503 del 18 settembre 2024 da parte del Direttore dell’Agenzia delle Entrate, l’amministrazione finanziaria stessa ha messo a disposizione il modello con le relative istruzioni per ciò che concerne le modalità e i termini di presentazione della domanda ai fini del riconoscimento del contributo a fondo perduto in oggetto.

Il suddetto provvedimento dell’AdE, in particolare, fa riferimento alle seguenti disposizioni legislative:

  • il decreto del Presidente della Repubblica n. 600 del 29 settembre 1973, recante “Disposizioni comuni in materia di accertamento delle imposte sui redditi”, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno del Supplemento Ordinario n. 1 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 268 del 16 ottobre 1973;
  • il decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 22 dicembre 1986, recante “Approvazione del testo unico delle imposte sui redditi”, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno del Supplemento Ordinario n. 126 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 302 del 31 dicembre 1986;
  • il decreto del Presidente della Repubblica n. 322 del 22 luglio 1998, relativo al “Regolamento recante modalità per la presentazione delle dichiarazioni relative alle imposte sui redditi, all’imposta regionale sulle attività produttive e all’imposta sul valore aggiunto, ai sensi dell’articolo 3, comma 136, della legge 23 dicembre 1996, n. 662”, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 208 del 7 settembre 1998;
  • il decreto legislativo n. 196 del 30 giugno 2003 (c.d. Codice in materia di protezione dei dati personali), il quale è stato successivamente pubblicato all’interno del Supplemento Ordinario n. 123 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 174 del 29 luglio 2003;
  • il regolamento UE n. 679 del 27 aprile 2016 (c.d. Regolamento generale sulla protezione dei datiGDPR);
  • il decreto legge n. 34 del 19 maggio 2020, recante “Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19”, il quale è stato pubblicato all’interno del Supplemento Ordinario n. 21 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 128 del 19 maggio 2020, ed il quale è stato successivamente convertito, con modificazioni, dalla legge n. 77 de 17 luglio 2020;
  • il decreto legge n. 176 del 18 novembre 2022, recante “Misure urgenti di sostegno nel settore energetico e di finanza pubblica”, il quale è stato pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 270 del 18 novembre 2022, ed il quale è stato successivamente convertito, con modificazioni, dalla legge n. 6 del 13 gennaio 2023;
  • il decreto legge n. 212 del 29 dicembre 2023, recante “Misure urgenti relative alle agevolazioni fiscali di cui agli articoli 119, 119-ter e 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77”, il quale è stato pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 302 del 29 dicembre 2023, ed il quale è stato successivamente convertito dalla legge n. 17 del 22 febbraio 2024;
  • il decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) del 6 agosto 2024, recante “Definizione dei criteri e delle modalità per l’erogazione del contributo relativo alle spese sostenute nell’anno 2024 per gli interventi di efficienza energetica, sisma bonus, fotovoltaico e colonnine di ricarica di veicoli elettrici”, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 208 del 5 settembre 2024.

Il provvedimento in oggetto, inoltre, si riferisce anche a quanto è stato disposto in precedenza sempre da parte dell’amministrazione finanziaria stessa tramite la pubblicazione all’interno del proprio sito web ufficiale dei seguenti atti:

  • il provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate n. 92558 del 29 luglio 2013;
  • la circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 15/E del 5 marzo 2003;
  • la circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 24/E del 10 giugno 2004;
  • la circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 18/E del 6 maggio 2016;
  • la circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 13/E del 13 giugno 2023;

Contributo Superbonus 2024: come e quando fare domanda?

L’Agenzia delle Entrate ha approvato il modello denominato “Istanza per il riconoscimento del contributo a fondo perduto sugli interventi edilizi 2024 detraibili al 70%” con le relative istruzioni ai fini della presentazione della domanda per il contributo a fondo perduto di cui al sopra citato decreto legge n. 212 del 2023, e successive modificazioni.

L’istanza potrà essere inviata direttamente dal soggetto richiedente oppure tramite l’ausilio di un intermediario abilitato.

Il termine ultimo per la trasmissione è fissato per il 31 ottobre 2024.

Concordato preventivo biennale per forfettari e soggetti ISA: istruzioni del Fisco su come aderire entro il 31 ottobre 2024

Concordato preventivo biennale per forfettari e soggetti ISA: con la pubblicazione del comunicato stampa del 17 settembre 2024 da parte dell’Agenzia delle Entrate, l’amministrazione finanziaria stessa ha fornito le istruzioni per ciò che concerne le linee guida generali e le regole specifiche per i lavoratori autonomi che aderiscono al regime forfettario e per i contribuenti che applicano gli Indici Sintetici di Affidabilità (ISA).

Il suddetto comunicato stampa dell’AdE, inoltre, ricorda che la scadenza relativa alla presentazione della domanda per aderire al Concordato preventivo biennale (Cpb) si sta avvicinando e che la medesima è fissata al 31 ottobre 2024.

Il comunicato in oggetto, in particolare, fa riferimento alla circolare n. 18/E del 17 settembre 2024, redatta dalla Divisione Contribuenti e firmata digitalmente dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, e alle seguenti disposizioni legislative:

  • il decreto del Presidente della Repubblica n. 600 del 29 settembre 1973, recante “Disposizioni comuni in materia di accertamento delle imposte sui redditi”, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno del Supplemento Ordinario n. 1 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 268 del 16 ottobre 1973;
  • il decreto legislativo n. 74 del 10 marzo 2000, recante “Nuova disciplina dei reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto, a norma dell’articolo 9 della legge 25 giugno 1999, n. 205”, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 76 del 31 marzo 2000;
  • la legge n. 111 del 9 agosto 2023, recante “Delega al Governo per la riforma fiscale”, la quale è stata successivamente pubblicata all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 189 del 14 agosto 2023;
  • il decreto legislativo n. 13 del 12 febbraio 2024, recante “Disposizioni in materia di accertamento tributario e di concordato preventivo biennale”, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 43 del 21 febbraio 2024;
  • il decreto del 14 giugno 2024, recante “Approvazione della metodologia relativa al concordato preventivo biennale”, il quale è stato redatto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ed il quale è stato successivamente pubblicato all’interno del Supplemento Ordinario n. 24 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 139 del 15 giugno 2024;
  • il decreto del 15 luglio 2024, recante “Approvazione della metodologia relativa al concordato preventivo biennale destinata ai contribuenti che aderiscono al regime forfettario”, il quale è stato redatto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ed il quale è stato successivamente pubblicato all’interno del Supplemento Ordinario n. 29 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 167 del 18 luglio 2024;
  • il decreto legislativo n. 108 del 5 agosto 2024, recante “Disposizioni integrative e correttive in materia di regime di adempimento collaborativo, razionalizzazione e semplificazione degli adempimenti tributari e concordato preventivo biennale”, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 182 del 5 agosto 2024;
  • l’art. 2621 del codice civile;
  • gli artt. 648 bis, 648 ter e 648 ter 1 del codice penale.

Concordato preventivo biennale per forfettari e soggetti ISA: adesione entro il 31 ottobre 2024, le istruzioni dell’Agenzia delle Entrate

Come abbiamo già accennato anche durante il corso del precedente paragrafo, tramite la sopra citata circolare n. 18/E l’Agenzia delle Entrate ha comunicato i seguenti aspetti relativi al Concordato preventivo biennale (Cpb):

  • i soggetti beneficiari;
  • i benefici fiscali;
  • le condizioni, le modalità e le tempistiche per l’adesione;
  • le cause di cessazione e decadenza;
  • le risposte ad alcuni dubbi in materia.

A tal proposito, nello specifico, possono aderire al Cpb i titolari di reddito d’impresa e di lavoro autonomo che aderiscono al regime forfettario o che sono tenuti all’applicazione degli ISA, a patto che non si trovino nelle seguenti condizioni:

  • avere debiti con l’Agenzia delle Entrate o debiti contributivi;
  • non aver presentato la dichiarazione dei redditi nei tre anni che precedono l’adesione;
  • essere stati condannati per i reati previsti dalle normative sopra richiamate.

Per aderire al Cpb:

Registro Elettronico degli Indirizzi: dal 16 settembre nuovo servizio per gli utenti obbligati alla comunicazione al REI

Registro Elettronico degli Indirizzi: con la pubblicazione di un apposito avviso all’interno del proprio sito web ufficiale in data 13 settembre 2024 l’Agenzia delle Entrate ha comunicato di aver messo a disposizione dei soggetti interessati un apposito servizio online che consente di visualizzare i dati che si riferiscono alle comunicazioni al c.d. Registro Elettronico degli Indirizzi (REI).

Senza perderci troppo in chiacchiere, dunque, andiamo subito a vedere insieme tutto ciò che riguarda l’avviso che è stato pubblicato dall’Agenzia delle Entrate lo scorso 13 settembre, le informazioni che possono essere consultate accedendo all’interno del servizio telematico in oggetto, nonché quali sono i soggetti che sono obbligati ad inviare le apposite comunicazioni al REI.

Registro Elettronico degli Indirizzi: ecco i dati consultabili dal 16 settembre 2024 con il nuovo servizio online

Come abbiamo già accennato anche durante il corso del precedente paragrafo, mediante la pubblicazione del sopra citato avviso del 13 settembre 2024, l’Agenzia delle Entrate ha comunicato che a partire dalla giornata di ieri, lunedì 16 settembre 2024, gli utenti obbligati alla comunicazione al Registro Elettronico degli Indirizzi (REI) possono prendere visione delle seguenti informazioni accedendo all’interno della propria area riservata:

  • le strutture accentrate possono consultare i dati relativi a tutti gli operatori finanziari per i quali ha trasmesso le comunicazioni;
  • gli operatori finanziari possono consultare solamente i dati di propria competenza.

Soggetti obbligati alla comunicazione al REI

Nell’Allegato n. 3 al provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate di modifica ed integrazione ai precedenti atti del 22 dicembre 2005, del 12 novembre 2007 e del 20 giugno 2012 sono specificati tutti i soggetti obbligati alla comunicazione al Registro Elettronico degli Indirizzi.

In particolare, ecco i “Codice soggetto obbligato” per coloro che operano nell’ambito delle Indagini finanziarie:

  • 01 Banche
  • 02 Poste italiane S.p.A.
  • 03 Soggetti iscritti (art. 106 T.U.B.)
  • 04 Società di cartolarizzazione
  • 05 Holding e altre società finanziarie che non operano nei confronti del pubblico
  • 06 Consorzi e cooperative di garanzia collettiva di fidi
  • 07 Cambiavalute
  • 08 Casse peota
  • 09 Agenti in attività finanziaria
  • 10 Addetti al commercio in oro
  • 11 Istituti di moneta elettronica (IMEL)
  • 12 Imprese di investimento (SIM)
  • 13 Organismi di investimento collettivo del risparmio (O.I.C.R. – Fondi di investimento – SICAV)
  • 14 Società di gestione del risparmio (SGR)
  • 15 Società fiduciarie
  • 16 Altri intermediari (codice residuale)
  • 17 Soggetti operanti nel settore del microcredito
  • 18 Agenzie di prestito su pegno
  • 19 Società ed Enti di assicurazione
  • 20 Istituti di Pagamento

Ecco, invece, quali sono i “Codice soggetto obbligato” per coloro che operano nell’ambito del Monitoraggio fiscale:

  • 01 Banche
  • 02 Poste italiane S.p.A.
  • 03 Soggetti iscritti (art. 106 T.U.B.)
  • 04 Società di cartolarizzazione
  • 06 Consorzi e cooperative di garanzia collettiva di fidi
  • 07 Cambiavalute
  • 11 Istituti di moneta elettronica (IMEL)
  • 12 Imprese di investimento (SIM)
  • 13 Organismi di investimento collettivo del risparmio (O.I.C.R. – Fondi di investimento – SICAV)
  • 14 Società di gestione del risparmio (SGR)
  • 15 Società fiduciarie
  • 16 Altri intermediari (codice residuale)
  • 18 Agenzie di prestito su pegno
  • 19 Società ed Enti di assicurazione
  • 20 Istituti di Pagamento
  • 21 Società che svolgono il servizio di riscossione dei tributi
  • 22 Cassa Depositi e Prestiti
  • 23 Professionisti
  • 24 Revisori contabili
  • 25 Soggetti ex art. 14 del decreto legislativo n. 231 del 2007
  • 26 Altri soggetti di cui all’art. 11 del decreto legislativo n. 231 del 2007

Infine, ecco quali sono i “Codice soggetto obbligato” per coloro che operano nell’ambito dei Flussi di scambio internazionali (FATCA CRS):

  • 01 Banche
  • 02 Poste italiane S.p.A.
  • 03 Soggetti iscritti (art. 106 T.U.B.)
  • 04 Società di cartolarizzazione
  • 05 Holding e altre società finanziarie che non operano nei confronti del pubblico
  • 11 Istituti di moneta elettronica (IMEL)
  • 12 Imprese di investimento (SIM)
  • 13 Organismi di investimento collettivo del risparmio (O.I.C.R. – Fondi di investimento – SICAV)
  • 14 Società di gestione del risparmio (SGR)
  • 15 Società fiduciarie
  • 16 Altri intermediari (codice residuale)
  • 19 Società ed Enti di assicurazione
  • 20 Istituti di Pagamento
  • 27 Società di gestione accentrata di strumenti finanziari
  • 28 Trust
  • 29 Holding la cui attività principale consiste nella detenzione, diretta o indiretta, di tutte o parte delle quote o azioni di uno o più membri del proprio Expanded Affiliated Group
  • 30 Forme pensionistiche complementari
  • 31 Centri di tesoreria

Al via l’adempimento collaborativo con il Fisco: ecco come funziona

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto ministeriale del Ministero dell’Economia e delle Finanze n.136, che dà il via all’adempimento collaborativo con il Fisco. Il decreto, però, andrà in vigore solo a partire dal 25 settembre.

Il decreto indica la procedura con cui gli aderenti al regime di cooperative compliance possono regolarizzare le violazioni in maniera agevolata.

Chi sono gli ammessi? Possono sfruttare l’adempimento collaborativo i contribuenti che si accorgono di aver commesso omissioni o irregolarità nel pagamento delle somme dovute all’Agenzia delle entrate oppure che abbiano intenzione di regolarizzare la propria posizione aderendo alle indicazioni fornite. La posizione può essere sanata spontaneamente ricorrendo all’istituto del ravvedimento operoso.

Di seguito, le istruzioni.

Come funziona l’adempimento collaborativo con il Fisco

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto del MEF n. 131 del 31 luglio, parte l’adempimento collaborativo con il Fisco. Il decreto, nello specifico, indica la procedura che devono seguire gli aderenti al regime di cooperative compliance per regolarizzare, in maniera agevolata, le violazioni.

Il programma di cooperative compliance è stato istituito con il Decreto n. 128/2015 e, nel 2023, la misura è stata potenziata, grazie all’introduzione di numerose novità entrate in vigore dal mese di gennaio 2024.

In sostanza, stiamo parlando del regime di adempimento collaborativo che, tra i tanti, ha l’obiettivo cardine di instaurare un rapporto di fiducia e collaborazione tra Fisco e contribuenti.

I contribuenti ammessi possono sanare la propria posizione spontaneamente, avvalendosi dello strumento del ravvedimento operoso. Attraverso questo regime, le imprese che si accorgono di aver commesso errori e/o omissioni nelle dichiarazioni fiscali possono regolarizzare la propria posizione, riducendo le sanzioni.

Ricordiamo, a tal proposito, che l’istituto del ravvedimento operoso consente di sanare spontaneamente le violazioni fiscali. Grazie alla riforma fiscale, è possibile utilizzarlo anche in fase di adesione.

La procedura è consentita per i periodi di applicazione del regime di adempimento collaborativo e partirà il 25 settembre. I contribuenti interessati possono presentare all’Ufficio competente dell’Agenzia delle entrate una comunicazione contenente tutti gli elementi informativi per permettere la disamina esaustiva del caso e per poter calcolare le imposte, le sanzioni e gli interessi correlati alla violazione.
Entro quando? Il limite è di 9 mesi dalla scadenza del termine di accertamento.

Quali sono le modalità di invio della comunicazione al Fisco

Come specificato, la comunicazione deve essere redatta e sottoscritta in carta libera. Deve essere presentata, come abbiamo spiegato prima, all’Ufficio competente dell’Agenzia delle entrate.

Come inviarla? La comunicazione può essere:

  • Consegnata a mano;
  • Spedita con raccomandata con A/R;
  • Inviata via PEC.

L’Agenzia delle entrate, entro 90 giorni dal ricevimento della comunicazione, provvede a notificare al contribuente uno schema di ricalcolo con l’ammontare delle maggiori imposte, sanzioni e interessi dovuti. Inoltre, l’ente assegna un termine non inferiore a 60 giorni per altre eventuali osservazioni sulla situazione.

Trascorsi i 60 giorni, vengono valutate dall’Ufficio le osservazioni eventualmente fatte dal contribuente. Provvede, altresì, a notificare un atto di ricalcolo con l’indicazione dell’ammontare delle maggiori imposte, sanzioni e interessi.

Infine, l’Ufficio comunica la data entro cui il contribuente dovrà provvedere a effettuare il versamento. La data non deve essere inferiore a 15 giorni.

Come concludere l’adempimento collaborativo

Una volta concluse le prime fasi della procedura, il contribuente la porta a termine versando gli importi dovuti, in base al ricalcolo. Ove sia necessario, inoltre, deve provvedere anche alla presentazione della dichiarazione integrativa.

La conclusione della procedura può essere anche anticipata, tramite il pagamento delle maggiori imposte, sanzioni e interessi.

La procedura agevola il dialogo tra il Fisco e le imprese, permettendo alle seconde di risolvere in maniera agevolata e tempestivamente le irregolarità fiscali. Chi volesse approfondire la procedura può consultare il DM n. 126/2024.

Valute estere: il cambio di agosto 2024

Valute estere cambio agosto 2024: con la pubblicazione del provvedimento n. 354880 del 13 settembre 2024 da parte dell’Agenzia delle Entrate, l’amministrazione finanziaria stessa ha annunciato quelle che sono le medie dei cambi delle valute estere relative al mese di agosto 2024.

Il suddetto provvedimento che è stato adottato da parte del Capo Divisione Contribuenti dell’AdE, in particolare, fa riferimento alle seguenti disposizioni legislative:

  • il decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 22 dicembre 1986 (c.d. Testo unico delle imposte sui redditi – TUIR), il quale è stato successivamente pubblicato all’interno del Supplemento Ordinario n. 126 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 302 del 31 dicembre 1986;
  • l’art. 1 della legge n. 80 del 7 aprile 2003, recante “Delega al Governo per la riforma del sistema fiscale statale”, la quale è stata successivamente pubblicata all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 91 del 18 aprile 2003;
  • il decreto legislativo n. 344 del 12 dicembre 2003, recante “Riforma dell’imposizione sul reddito delle società, a norma dell’articolo 4 della legge 7 aprile 2003, n. 80”, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno del Supplemento Ordinario n. 190 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 291 del 16 dicembre 2003;
  • l’art. 56, comma 1, e l’art. 110, comma 9, del TUIR sopra richiamato;
  • il decreto del Presidente della Repubblica del 28 dicembre 2000, recante “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa”, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno del Supplemento Ordinario n. 30 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 42 del 20 febbraio 2001.

Senza indugiare ulteriormente, quindi, andiamo subito a vedere insieme un estratto dell’elenco delle medie dei cambi di agosto 2024, il quale è stato pubblicato da parte dell’Agenzia delle Entrate durante il corso della giornata di ieri, venerdì 13 settembre 2024, ed il quale contiene al suo interno alcune delle monete maggiormente importanti.

Valute estere cambio agosto 2024: l’elenco pubblicato dall’Agenzia delle Entrate

In base a quanto viene stabilito dal sopra citato decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986, così come modificato dal successivo decreto legislativo n. 344 del 12 dicembre 2003, ecco qui di seguito un estratto dell’elenco pubblicato dall’Agenzia delle Entrate per ciò che concerne il cambio valute estere relativo al mese di agosto 2024.

cambi medi delle valute estere, nello specifico, sono stati calcolati da parte della Banca d’Italia a seconda delle quotazioni di mercato.

A tal proposito, dunque, ecco quali sono i cambi di alcune delle monete più importanti:

  • STATI UNITI Dollaro USA USD 001 1.1012
  • GIAPPONE Yen Giapponese JPY 071 161.0555
  • REGNO UNITO Sterlina Gran Bretagna GBP 002 0.8515
  • AUSTRALIA Dollaro Australiano AUD 109 1.6559
  • CANADA Dollaro Canadese CAD 012 1.5049
  • SVIZZERA Franco Svizzero CHF 003 0.945
  • NUOVA ZELANDA Dollaro Neozelandese NZD 113 1.8112
  • RUSSIA Rublo Russia RUB 244 0
  • THAILANDIA Baht THB 073 38.263
  • CECA (Repubblica) Corona Ceca CZK 223 25.1788
  • DANIMARCA Corona Danese DKK 007 7.4614
  • ISLANDA Corona Islanda ISK 062 151.84
  • NORVEGIA Corona Norvegese NOK 008 11.7895
  • SVEZIA Corona Svedese SEK 009 11.4557
  • ALGERIA Dinaro Algerino DZD 106 147.8301
  • MACEDONIA Dinaro Macedonia MKD 236 61.6287
  • SERBIA Dinaro Serbo RSD 274 117.0174
  • TUNISIA Dinaro Tunisino TND 080 3.3763
  • EMIRATI ARABI UNITI Dirham Emirati Arabi AED 187 4.0442
  • MAROCCO Dirham Marocco MAD 084 10.756
  • HONG KONG (Cina) Dollaro Hong Kong HKD 103 8.5849
  • SINGAPORE Dollaro Singapore SGD 124 1.4488
  • TAIWAN Dollaro Taiwan TWD 143 35.5327
  • VIETNAM Dong VND 145 27569
  • UNGHERIA Forint Ungherese HUF 153 394.6955
  • SENEGAL Franco CFA XOF 209 655.957
  • CONGO (Repubblica Democratica) Franco Congolese CDF 261 3125.5822
  • UCRAINA Hryvnia UAH 241 45.383
  • GEORGIA Lari GEL 230 2.971
  • ALBANIA Lek ALL 047 99.97
  • EGITTO Lira Egiziana EGP 070 53.8846
  • SIRIA Lira Siriana SYP 036 13834.0534
  • TURCHIA Lira Turchia (nuova) TRY 267 37.1098
  • BOSNIA ERZEGOVINA Marco Convertibile BAM 240 1.95583
  • ROMANIA Nuovo Leu RON 270 4.9766
  • BULGARIA Nuovo Lev Bulgaria BGN 262 1.9558
  • ARGENTINA Peso Argentina ARS 216 1035.9773
  • MESSICO Peso Messicano MXN 222 21.0823
  • URUGUAY Peso Uruguaiano UYU 053 44.4129
  • SUD AFRICA Rand ZAR 082 19.8651
  • BRASILE Real BRL 234 6.1193
  • CINA Renminbi(Yuan) CNY 144 7.8736
  • IRAN Rial Iraniano IRR 057 492312
  • QATAR Riyal Qatar QAR 189 4.0084
  • ARABIA SAUDITA Riyal Saudita SAR 075 4.1296
  • BIELORUSSIA Rublo Bielorussia (nuovo) BYN 280 0
  • INDIA Rupia Indiana INR 031 92.4062
  • INDONESIA Rupia Indonesiana IDR 123 17347.75
  • MAURITIUS Rupia Mauritius MUR 170 51.0017
  • SEYCHELLES Rupia Seychelles SCR 185 16.1832
  • ISRAELE Shekel ILS 203 4.1079
  • COREA DEL NORD Won Nord KPW 182 2.4227
  • COREA DEL SUD Won Sud KRW 119 1488.61
  • POLONIA Zloty PLN 237 4.2917

Investimenti nella ZES Unica: online il modello di comunicazione integrativa, cosa fare per non perdere il beneficio

Investimenti nella ZES Unica: con la pubblicazione del provvedimento n. 350036 del 9 settembre 2024 da parte del Direttore dell’Agenzia delle Entrate, l’amministrazione finanziaria stessa ha comunicato di aver approvato il modello di comunicazione integrativa e di averlo messo a disposizione all’interno del proprio sito web ufficiale, insieme alle relative istruzioni per la compilazione e per l’invio del medesimo, con lo scopo di informare l’avvenuta realizzazione degli investimenti in oggetto entro il termine ultimo del 15 novembre 2024 per non perdere il diritto di beneficiare del credito d’imposta.

Il suddetto provvedimento dell’AdE, in particolare, fa riferimento alle seguenti disposizioni legislative:

  • l’art. 3, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica n. 322 del 22 luglio 1998, relativo al “Regolamento recante modalità per la presentazione delle dichiarazioni relative alle imposte sui redditi, all’imposta regionale sulle attività produttive e all’imposta sul valore aggiunto, ai sensi dell’articolo 3, comma 136, della legge 23 dicembre 1996, n. 662”, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 208 del 7 settembre 1998;
  • il decreto legislativo n. 196 del 30 giugno 2003 (c.d. Codice in materia di protezione dei dati personali), il quale è stato successivamente pubblicato all’interno del Supplemento Ordinario n. 123 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 174 del 29 luglio 2003;
  • il decreto legislativo n. 159 del 6 settembre 2011, recante “Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 13 agosto 2010, n. 136”, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno del Supplemento Ordinario n. 214 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 226 del 28 settembre 2011;
  • il regolamento UE n. 651 del 17 giugno 2014, il quale è stato redatto dalla Commissione Europea ed il quale è stato successivamente pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie L, n. 187 del 26 giugno 2014;
  • il regolamento UE n. 697 del 27 aprile 2016, il quale è stato redatto dal Parlamento Europeo e dal Consiglio ed il quale è stato successivamente pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie L, n. 119 del 4 maggio 2016;
  • l’art. 16 del decreto legge n. 124 del 19 settembre 2023, recante “Disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione, per il rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonché in materia di immigrazione”, il quale è stato pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 219 del 19 settembre 2023, ed il quale è stato successivamente convertito, con modificazioni, dalla legge n. 162 del 13 novembre 2023;
  • il decreto del 17 maggio 2024, recante “Modalità di accesso al credito d’imposta per investimenti nella ZES unica, nonché criteri e modalità di applicazione e di fruizione del beneficio e dei relativi controlli”, il quale è stato redatto dal Ministero per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ed il quale è stato successivamente pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 117 del 21 maggio 2024;
  • l’art. 1 del decreto legge n. 113 del 9 agosto 2024, recante “Misure urgenti di carattere fiscale, proroghe di termini normativi ed interventi di carattere economico”, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 186 del 9 agosto 2024.

L’atto in questione, inoltre, si riferisce anche a quanto è stato disposto in precedenza sempre da parte dell’amministrazione finanziaria stessa tramite la pubblicazione all’interno del proprio sito web ufficiale del provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate n. 262747 dell’11 giugno 2024.

Investimenti nella ZES Unica: l’Agenzia delle Entrate approva il modello di comunicazione integrativa

Come abbiamo già accennato anche durante il corso del precedente paragrafo, con il provvedimento in oggetto l’Agenzia delle Entrate ha comunicato di aver approvato il modello di comunicazione integrativa e di averlo messo online con l’obiettivo di consentire ai soggetti che hanno effettuato e che effettueranno degli investimenti nella ZES Unica entro il 15 novembre 2024 di comunicare l’avvenuta realizzazione dei medesimi.

Tale comunicazione integrativa, nello specifico, deve essere obbligatoriamente inviata all’amministrazione finanziaria nel periodo compreso tra il 18 novembre 2024 e il 2 dicembre 2024 per non perdere il diritto di beneficiare del credito d’imposta in questione.

Il modello è disponibile sul sito web ufficiale dell’Agenzia delle Entrate e può essere presentato direttamente dal beneficiario oppure da un soggetto delegato.

Sequestro preventivo: gli obblighi fiscali e dichiarativi dell’amministratore giudiziale

Sequestro preventivo: con la pubblicazione della risoluzione n. 45 del 2 settembre 2024 da parte dell’Agenzia delle Entrate, l’amministrazione finanziaria stessa ha comunicato quelli che sono gli obblighi fiscali e dichiarativi che deve rispettare l’amministratore giudiziale, in seguito alle modifiche che sono state apportate alla normativa in materia di sequestro preventivo in ambito penale.

La suddetta risoluzione dell’AdE, in particolare, che è stata redatta dalla Divisione Contribuenti, fa riferimento alle seguenti disposizioni legislative:

  • l’ex art. 321 del codice di procedura penale (c.p.p.), recante “Oggetto del sequestro preventivo”;
  • l’ex art. 92 delle disposizioni di attuazione del codice di procedura penale (disp. att. c.p.p.), recante “Trasmissione dell’ordinanza che dispone la misura cautelare”;
  • l’ex art. 104 delle disposizioni di attuazione del codice di procedura penale (disp. att. c.p.p.), recante “Esecuzione del sequestro preventivo”;
  • il decreto del Presidente della Repubblica n. 642 del 26 ottobre 1972, recante “Disciplina dell’imposta di bollo”, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno del Supplemento Ordinario n. 3 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 292 dell’11 novembre 1972;
  • il decreto del Presidente della Repubblica n. 131 del 26 aprile 1986, recante “Approvazione del testo unico delle disposizioni concernenti l’imposta di registro”, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno del Supplemento Ordinario n. 34 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 99 del 30 aprile 1986;
  • il decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 22 dicembre 1986 (c.d. TUIR), il quale è stato successivamente pubblicato all’interno del Supplemento Ordinario n. 126 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 302 del 31 dicembre 1986;
  • il decreto legislativo n. 347 del 31 ottobre 1990, recante “Approvazione del testo unico delle disposizioni concernenti le imposte ipotecaria e catastale”, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno del Supplemento Ordinario n. 75 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 277 del 27 novembre 1990;
  • l’art. 5 ter del decreto del Presidente della Repubblica n. 322 del 22 luglio 1998, relativo al “Regolamento recante modalità per la presentazione delle dichiarazioni relative alle imposte sui redditi, all’imposta regionale sulle attività produttive e all’imposta sul valore aggiunto, ai sensi dell’articolo 3, comma 136, della legge 23 dicembre 1996, n. 662”, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 208 del 7 settembre 1998;
  • l’art. 61, comma 23, del decreto legge n. 112 del 25 giugno 2008, recante “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione Tributaria”, il quale è stato pubblicato all’interno del Supplemento Ordinario n. 152 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 147 del 25 giugno 2008, ed il quale è stato successivamente convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 6 agosto 2008;
  • il decreto legislativo n. 159 del 6 settembre 2011 (c.d. codice leggi antimafia), il quale è stato pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 226 del 28 settembre 2011, ed il quale è stato successivamente convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 6 agosto 2008;
  • il decreto legislativo n. 150 del 10 ottobre 2022, recante “Attuazione della legge 27 settembre 2021, n. 134, recante delega al Governo per l’efficienza del processo penale, nonché in materia di giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari”, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno del Supplemento Ordinario n. 38 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 243 del 17 ottobre 2022;
  • l’art. 6, comma 1, del decreto legge n. 162 del 31 ottobre 2022, il quale è stato pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 255 del 31 ottobre 2022, ed il quale è stato successivamente convertito, con modificazioni, dalla legge n. 199 del 30 dicembre 2022.

La risoluzione in oggetto, inoltre, si riferisce anche a quanto è stato disposto in precedenza sempre da parte dell’amministrazione finanziaria stessa attraverso la pubblicazione dei seguenti atti:

  • la circolare n. 31/E del 30 dicembre 2014;
  • la risoluzione n. 70/E del 29 ottobre 2020;
  • la risposta n. 276 del 21 aprile 2021;
  • la risposta n. 496 del 21 luglio 2021.

Sequestro preventivo: l’Agenzia delle Entrate chiarisce le novità relative agli adempimenti fiscali e dichiarativi dell’amministratore giudiziario

Come abbiamo già accennato anche durante il corso del precedente paragrafo, l’Agenzia delle Entrate comunica che per quanto riguarda il sequestro preventivo di cui agli artt. 321 del c.p.p., 92 e 104 delle disp. att. c.p.p., continuano a valere le disposizioni previste dal Codice delle leggi antimafia.

Nello specifico, per ciò che concerne la nomina del giudice che dispone il sequestro dei beni dell’amministratore giudiziario, nonché le responsabilità dell’incaricato, sono ancora valide le disposizioni di cui all’art. 51 del decreto legislativo n. 159 del 2011.

Infine, quando la confisca viene revocata l’amministratore giudiziario deve darne comunicare affinché si proceda con la liquidazione di imposte, tasse e tributi.

Scadenze fiscali settembre 2024: il calendario completo

Scadenze fiscali settembre 2024: il calendario completo con tutti gli adempimenti che dovranno essere effettuati da parte dei dipendenti, da parte dei pensionati e da parte dei soggetti titolati di partita IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) durante il corso del prossimo mese.

Scadenze fiscali settembre 2024: ecco il calendario completo con tutti gli adempimenti da rispettare il prossimo mese

Ecco qui di seguito il calendario completo di tutte le scadenze fiscali che sono state comunicate da parte dell’Agenzia delle Entrate all’interno del proprio sito web ufficiale e che i contribuenti interessati dovranno rispettare durante il corso del prossimo mese dell’anno in corso:

Scadenza il 16 settembre 2024:

  • versamento dei redditi sottoposti a tassazione separata da indicare in dichiarazione e non soggetti a ritenuta alla fonte;
  • versamento dell’IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) risultante dalle dichiarazioni annuali, a titolo di saldo per l’anno 2023 e di primo acconto per l’anno 2024;
  • versamento dell’addizionale regionale all’IRPEF risultante dalle dichiarazioni annuali;
  • versamento dell’addizionale comunale all’IRPEF risultante dalle dichiarazioni annuali;
  • liquidazione e versamento dell’IVA relativa al mese precedente;
  • liquidazione e versamento dell’IVA relativa al 2° trimestre;
  • versamento della 7° rata del saldo IVA relativa al periodo di imposta 2023 risultante dalla dichiarazione IVA annuale, con la maggiorazione dell’1,98% a titolo di interessi;
  • versamento dell’IVA dovuta dalle pubbliche amministrazioni non soggetti passivi IVA a seguito di “scissione dei pagamenti” (c.d. Split payment) ai sensi dell’art. 17 ter del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 26 ottobre 1972;
  • versamento dell’IRES (Imposta sul Reddito delle Società);
  • versamento dell’IRAP (Imposta sul Reddito delle Attività Produttive);
  • versamento della cedolare secca;
  • versamento delle ritenute alla fonte operate nel mese precedente su:
    • interessi e redditi di capitale vari corrisposti o maturati nel mese precedente;
    • redditi derivanti da perdita di avviamento commerciale corrisposti nel mese precedente;
    • redditi derivanti da riscatti di polizze vita corrisposti nel mese precedente;
    • premi e vincite corrisposti o maturati nel mese precedente;
    • cessione titoli e valute corrisposti o maturati nel mese precedente;
    • redditi di capitale diversi corrisposti o maturati nel mese precedente;
    • rendite AVS corrisposte nel mese precedente;
  • versamento della rata relativa al Canone Rai trattenuta ai pensionati;
  • versamento dell’imposta sugli intrattenimenti relativi alle attività che sono state svolte con carattere di continuità nel mese precedente;
  • versamento dell’imposta sulle transazioni finanziarie (c.d. Tobin Tax) dovuta su:
    • le operazioni su strumenti finanziari derivati e su valori mobiliari effettuate nel mese precedente;
    • i trasferimenti della proprietà di azioni e di altri strumenti finanziari partecipativi nonché di titoli rappresentativi dei predetti strumenti effettuati nel mese precedente.

Scadenza il 20 settembre 2024:

  • comunicazione all’Agenzia delle Entrate dei dati di dettaglio relativi al canone TV addebitato, accreditato, riscosso e riversato nel mese precedente.

Scadenza il 30 settembre 2024:

  • pagamento tasse automobilistiche (bollo auto);
  • pagamento dell’addizionale erariale alla tassa automobilistica (c.d. superbollo);
  • liquidazione e versamento dell’IVA relativa agli acquisti intracomunitari registrati nel mese precedente;
  • presentazione cartacea tardiva del modello Redditi PF 2024;
  • dichiarazione mensile degli acquisti di beni e servizi da soggetti non stabiliti nel territorio dello Stato effettuati dagli enti non soggetti passivi IVA e dagli agricoltori esonerati (modello INTRA 12);
  • presentazione della Dichiarazione per la costituzione del Gruppo IVA”;
  • comunicazione dei dati delle liquidazioni periodiche IVA effettuate nel secondo trimestre solare del 2024;
  • comunicazione delle cessioni di beni e prestazione di servizi effettuate e ricevute verso e da soggetti non stabiliti nel territorio dello Stato relative al mese precedente;
  • trasmissione al Sistema Tessera Sanitaria dei dati delle spese sanitarie sostenute dalle persone fisiche nel primo semestre 2024;
  • riparto della quota del cinque per mille dell’IRPEF per l’esercizio finanziario 2024;
  • presentazione istanza per il rimborso dell’IVA assolta in un altro Stato membro in relazione a beni e servizi ivi acquistati o importati, assolta nello Stato italiano in relazione a beni e servizi ivi acquistati e importati da parte dei soggetti stabiliti in altri Stati Membri, oppure assolta nello Stato italiano in relazione a beni e servizi ivi acquistati e importati.

Reverse charge energia: chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate sull’applicazione

Reverse charge energia: con la pubblicazione all’interno del proprio sito web ufficiale del principio di diritto n. 2 del 2024 da parte dell’Agenzia delle Entrate, l’amministrazione finanziaria stessa ha fornito dei chiarimenti per ciò che concerne le nuove modalità di fatturazione che devono essere osservate in seguito all’introduzione e alla relativa eventuale applicazione del regime di inversione contabile (c.d. “reverse charge”).

Il suddetto principio di diritto dell’AdE, in particolare, che è stato redatto dalla Divisione Contribuenti, fa riferimento alle seguenti disposizioni legislative:

  • il decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 26 ottobre 1972 (c.d. decreto IVA), recante “Istituzione e disciplina dell’imposta sul valore aggiunto”, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 292 dell’11 novembre 1972;
  • l’art. 1, comma 629, della legge n. 190 del 23 dicembre 2014 (c.d. Legge di Bilancio 2015), recante “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015)”, la quale è stata successivamente pubblicata all’interno del Supplemento Ordinario n. 99 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 300 del 29 dicembre 2014;
  • la direttiva UE n. 890 del 3 giugno 2022, recante “Modifica della direttiva 2006/112/CE per quanto riguarda la proroga del periodo di applicazione del meccanismo facoltativo di inversione contabile relativo alla cessione di determinati beni e alla prestazione di determinati servizi a rischio di frodi e del meccanismo di reazione rapida contro le frodi in materia di IVA”, la quale è stata redatta dal Consiglio dell’Unione Europea e la quale è stata successivamente pubblicata all’interno della Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, 2° Serie speciale, n. 58 del 4 agosto 2022;
  • il decreto ­legge n. 73 del 21 giugno 2022, recante “Misure urgenti in materia di semplificazioni fiscali e di rilascio del nulla osta al lavoro, Tesoreria dello Stato e ulteriori disposizioni finanziarie e sociali”, il quale è stato pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 143 del 21 giugno 2022, ed il quale è stato successivamente convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 4 agosto 2022.

Il principio di diritto in questione, nello specifico, si riferisce anche a quanto è stato disposto in precedenza sempre da parte dell’amministrazione finanziaria stessa tramite la pubblicazione all’interno del proprio sito web ufficiale della risoluzione dell’Agenzia delle Entrate n. 36/E del 31 marzo 2011, recante “Consulenza giuridica – Reverse charge cessione di telefoni cellulari e dispositivi a circuito integrato”.

Reverse charge energia: l’Agenzia delle Entrate chiarisce le modalità di applicazione del regime di inversione contabile

Come abbiamo già accennato anche durante il corso del precedente paragrafo, in base a quanto viene previsto dall’art. 17, comma 6, lett. d quater, del sopra citato decreto IVA, il quale è stato introdotto dall’art. 1, comma 629, della Legge di Bilancio 2015, a partire dall’anno 2015 l’IVA relativa alle cessioni di gas e di energia elettrica ad un soggetto passivo (rivenditore) viene applicata attraverso il meccanismo dell’inversione contabile (c.d. “reverse charge”).

A tal proposito, in particolare, il successivo art. 7 bis, comma 3, del decreto IVA stabilisce che le cessioni di gas mediante un sistema o una rete connessa ad un sistema di gas naturale situato all’interno del territorio dell’Unione Europea, le cessioni di energia elettrica, nonché le cessioni di calore o di freddo attraverso rispettivamente le reti di riscaldamento o di raffreddamento, vengono considerate come effettuate in Italia nelle seguenti circostanze:

  • nel caso in cui il cessionario è soggetto passivo (rivenditore) situato in Italia;
  • nel caso in cui il cessionario è un soggetto diverso rispetto al rivenditore, ma esclusivamente qualora i beni sono usati oppure consumati in Italia.

Pertanto, gli obblighi in merito all’applicazione dell’IVA devono essere rispettati da parte del soggetto passivo cessionario o committente, in luogo del cedente o del prestatore.

Infine, l’Agenzia delle Entrate specifica che il regime di reverse charge nel settore del gas e dell’energia elettrica non si applica alle note di credito relative alle fatture che sono state emesse prima dell’introduzione del regime in oggetto.

Navi e unità da diporto: modalità e termini per l’invio dei dati all’anagrafe tributaria

Navi e unità da diporto: con la pubblicazione del provvedimento n. 320231 del 31 luglio 2024 da parte del Direttore dell’Agenzia delle Entrate, l’amministrazione finanziaria stessa ha comunicato quelle che sono le modalità e i termini per ciò che concerne la comunicazione all’anagrafe tributaria dei dati e delle notizie relativi alle domande di iscrizione e alle note di trascrizione di atti costitutivi, traslativi o estintivi della proprietà o di altri diritti reali di godimento, nonché alle dichiarazioni di armatore, concernenti navi, galleggianti ed unità da diporto.

Il suddetto provvedimento dell’AdE, in particolare, fa riferimento alle seguenti disposizioni legislative:

  • il regio decreto n. 327 del 30 marzo 1942 (c.d. Codice della navigazione), il quale è stato successivamente pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 93 del 18 aprile 1942;
  • il decreto del Presidente della Repubblica n. 605 del 29 settembre 1973, recante “Disposizioni relative all’anagrafe tributaria e al codice fiscale dei contribuenti”, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno del Supplemento Ordinario n. 2 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 268 del 16 ottobre 1973;
  • il decreto ministeriale del 21 ottobre 1999, recante “Comunicazione all’anagrafe tributaria, da parte degli uffici marittimi e degli uffici della motorizzazione civile-sezione nautica, di dati e di notizie relativi alle iscrizioni ed alle note di trascrizione di atti costitutivi, traslativi o estintivi della proprietà o di altri diritti reali di godimento, nonché alle dichiarazioni di armatore, concernenti navi, galleggianti ed unità da diporto, o quote di essi”, il quale è stato redatto da parte del Ministero delle Finanze ed il quale è stato successivamente pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 268 del 15 novembre 1999;
  • il decreto del Presidente della Repubblica n. 152 del 14 dicembre 2018, recante “Regolamento recante norme per l’attuazione del sistema telematico centrale della nautica da diporto”, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 49 del 27 febbraio 2019.

Navi e unità da diporto: l’Agenzia delle Entrate comunica le modalità e i termini per l’invio delle comunicazioni all’anagrafe tributaria

Come abbiamo già accennato anche durante il corso del precedente paragrafo, in base a quanto è stato disposto dalle normative sopra richiamate, l’Agenzia delle Entrate ha specificato quelle che sono le modalità e i termini in merito all’invio dei dati necessari all’anagrafe tributaria da parte degli Uffici marittimi e degli Uffici della Motorizzazione Civile – Sezione Nautica.

Sono esclusi dall’obbligo di trasmissione all’anagrafe tributaria dei dati di cui all’art. 6, comma 1, lett. f), del decreto del Presidente della Repubblica n. 605 del 1973, le unità da diporto, dal momento che questi ultimi vengono acquisiti in maniera automatica da parte dell’amministrazione finanziaria, grazie all’apposito Archivio telematico centrale delle unità da diporto (ATCN) gestito dal Dipartimento per la Mobilità Sostenibile del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT).

Tutti gli altri soggetti, invece, ovvero le navi maggiori e i galleggianti, hanno l’obbligo di inviare i dati all’anagrafe tributaria con modalità telematiche, tramite l’utilizzo dell’apposito servizio online Entratel o Fisconline, previa autenticazione mediante l’utilizzo delle proprie credenziali digitali SPID (Sistema Pubblico di Idoneità Digitale) almeno di livello 2, CIE (Carta di Identità Elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi).

La trasmissione telematica delle dichiarazioni può avvenire attraverso i software di controllo che vengono messi a disposizione da parte dell’Agenzia delle Entrate stessa, anche tramite l’ausilio degli intermediari abilitati.

Per quanto riguarda quelli che sono i termini relativi all’invio delle comunicazioni all’anagrafe tributaria, infine, l’AdE specifica che queste ultime devono pervenire necessariamente entro il 30 aprile dell’anno successivo.

Mentre, per ciò che concerne i dati relativi al 2024, l’invio dei medesimi deve essere effettuato entro il termine ultimo del 30 giugno 2025.