Vincenzo D’Anna, senatore di Ala, è stato ospite questa mattina di Radio Cusano Campus, nel corso del format ECG. D’Anna ha parlato di referendum, esponendo le ragioni del sì, dopo che mercoledì scorso sempre sull’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano era toccato a Danilo Toninelli e alle ragioni del no. 

Vincenzo D’Anna ha parlato di referendum: “Perché votare sì al referendum? Perché bisogna ammodernare lo stato, siamo nell’area della tecnologia spinta e della velocità, è come se noi volessimo vivere nel nostro quotidiano utilizzando ancora il telefono a gettoni. Dobbiamo mettere un governo nelle condizioni di governare una Nazione, non di inseguirla. Per farlo – continua Vincenzo D’Anna – deve avere gli strumenti legislativi. In linea teorica si poteva anche evitare di sottoporre questa riforma costituzionale a referendum. Non voglio sembrare uno che ha uno che ha uno scarso senso della democrazia, ma su alcune tematiche così complesse non tutti sono in grado di avere le specifiche conoscenze che gli potrebbero consentire di esprimere compiutamente il proprio pensiero. Molta gente – prosegue il senatore di Ala Vincenzo D’Anna – voterà sì o voterà no al referendum perché si è fatta un convincimento che niente ha a che vedere con la riforma della carta costituzionale. Qui parliamo della democrazia di massa, una testa equivale a un voto, servirebbe che tutti abbiano la testa e la volontà di interessarsi alle cose della politica. Credo, però, che questa consapevolezza ce l’abbia al massimo il 15% della popolazione”.

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Ancora a proposito di referendum, il senatore di Ala Vincenzo D’Anna ha dato la sua versione di quanto potrebbe accadere in caso di vittoria del no: ” Secondo me se dovesse vincere il no Renzi farebbe bene a dimettersi. Se vince il no ritorniamo nel pantano. Il pd non accetterà il governo tecnico di nessuno. Tutti chiederebbero di andare a votare, con un senato resuscitato. E poiché questa è una Italia tripolare, con centrodestra, centrosinistra e grillini, noi al senato non avremo una maggioranza, è già matematicamente determinato. Per questo il futuro governo dopo le elezioni dovrà essere un governo di unità nazionale. Come è accaduto con Bersani prima e Renzi poi. L’intrusione dei mercati finanziari nel tema referendum? I mercati sanno prima come vanno le cose, le vedono prima – aggiunge Vincenzo D’Anna- Se è vero lo scenario che io ho descritto davanti alla vittoria del no, con un processo destabilizzante che porti alle elezioni con conseguenza mancanza di maggioranza al senato, faremo un passo indietro di quattro anni. Questo preoccupa i mercati. Se noi non piazziamo i titoli del nostro debito pubblico, con i bot e cct, non siamo in grado di pagare le pensioni e gli stipendi. Lo sanno tutti, ma fanno in modo di non farlo capire alla gente. Per questo gli investitori internazionali guardano con sospetto a uno Stato traballante, già pieno di debiti come il nostro, che si troverebbe anche a cadere nell’incognita di elezioni anticipate con un governo senza maggioranza al Senato”.