Il 19 dicembre 2004, il ventunenne Nicola Alfano scomparve in circostanze misteriose da Monasterace Marina, in provincia di Reggio Calabria.

Titolare di una pizzeria ben avviata, Alfano trascorse quella domenica in compagnia della fidanzata e dei suoi genitori.

Dopo un pranzo sereno, nel pomeriggio, si allontanò a bordo della Fiat Punto amaranto dei suoceri. Da quel momento, di lui non si ebbero più notizie.

L’ultimo appuntamento con la compagna era previsto per le 17: un saluto prima di separarsi per le festività natalizie, al termine delle quali sarebbe dovuto rientrare a Monasterace. Tuttavia, non si presentò mai all’incontro.

Due giorni dopo la sua sparizione, il padre e la madre, appresa la notizia, si recarono dai carabinieri per denunciare l’accaduto, sperando in un rapido ritrovamento.

Fu l’inizio di un incubo.

Un caso inquietante che lascia interrogativi aperti

Alfano, era conosciuto per il suo carattere solare e socievole. Resta ignoto il suo vestiario il giorno della sparizione, un dettaglio che avrebbe potuto rivelarsi utile nelle ricerche.

Nel tempo si era guadagnato l’affetto della comunità locale di Monasterace Marina, dove conduceva una vita tranquilla, geometrica nella sua linearità, senza legami con ambienti criminali o malavitosi.

Nei giorni successivi alla scomparsa, il cellulare del giovane continuava a squillare, una circostanza che aveva alimentato le speranze dei suoi cari. Tuttavia, dall’altro capo del telefono non rispose mai nessuno.

Perché interrompere così bruscamente i contatti e allontanarsi senza lasciare alcuna spiegazione? Cosa può aver spinto Nicola a sparire? Oppure, più tragicamente, qualcuno potrebbe averlo rapito e fatto del male?

Un sogno infranto: la pizzeria distrutta da un incendio

Nell’estate del 2004, diversi mesi prima che avesse inizio questa drammatica vicenda, la pizzeria di Nicola era un’attività ben avviata e apprezzata da numerosi clienti della zona, sita nei pressi del lungomare di Monasterace.

Per Alfano, si trattava di un investimento tutt’altro che semplice, ma con determinazione e molti sacrifici era riuscito a realizzare il suo sogno.

Tuttavia, questo venne interrotto improvvisamente a causa di un rogo, probabilmente dovuto a un cortocircuito nell’impianto elettrico.

Questo incidente, sebbene non direttamente collegato alla sua scomparsa, rappresentò un momento di grande difficoltà per il giovane imprenditore.

Nelle settimane successive all’accaduto, aveva espresso più volte il desiderio di tornare a vivere a Napoli, la città dove aveva lasciato parte delle sue radici.

Il ritrovamento dell’auto e silenzi omertosi

Il 21 gennaio 2005, a un mese dalla scomparsa, i familiari di Nicola ricevettero una segnalazione anonima: l’auto dei suoceri, la Fiat Punto color amaranto, utilizzata dal giovane il giorno della sua sparizione, era stata avvistata a Marina di Catanzaro, a circa un’ora di distanza da Monasterace.

Le forze dell’ordine si recarono immediatamente sul posto e recuperarono la vettura, ma al suo interno non vi erano tracce utili per risalire al destino di Alfano.

A distanza di vent’anni, il mistero resta irrisolto. La comunità di Monasterace, un tempo scossa dall’accaduto, sembra aver abbandonato ogni speranza, avvolta in un silenzio assordante.

Appelli e speranze

Oggi Alfano avrebbe 41 anni, e l’idea di poterlo ritrovare è ancora viva nei cuori di chi lo ha amato.

Per questo, chiunque avesse informazioni utili, è invitato a contattare le autorità, chiamando il 112 o rivolgendosi al comando dei carabinieri di Napoli o Reggio Calabria.

Questo caso rappresenta non solo un enigma irrisolto, ma anche un appello alla comunità e alle istituzioni: perché la verità emerga, è necessario rompere il muro di silenzio e avere il coraggio di farsi avanti.

Un’altra scomparsa senza risposta è quella di Pasquale Abagnale, scomparso da Gragnano in provincia di Napoli, il 3 luglio 2005.

Secondo alcune supposizioni e potenziali avvistamenti, potrebbe aver scelto una vita di strada, distaccata dagli affetti. Anche qui, come per Nicola, il silenzio e la mancanza di risposte pesano come un macigno.