Monica Cirinnà, senatrice del Partito Democratico, è intervenuta stamattina su Radio Cusano Campus per parlare del ricorso ‘anti-Raggi’. Ecco cosa ha detto la senatrice dem Monica Cirinnà durante ECG a proposito del ricorso ‘Anti-Raggi’ bocciato ieri.
MONICA CIRINNA’ E IL RICORSO ANTI-RAGGI. CLICCA QUI PER L’INTERVISTA INTEGRALE
La senatrice Monica Cirinnà è tornata sul “ricorso” Anti-Raggi: “Intanto diciamo come stanno davvero le cose. Il ricorso non era mio, era di un cittadino elettore che lo ha depositato nel tribunale civile di Roma nel luglio dello scorso anno quando io neanche lo conoscevo. Entrando in contatto con lui, con l’avvocato Monello, sono venuta a sapere di questo ricorso e gli ho dato il mio appoggio e la mia solidarietà politica. Il risultato uscito dal tribunale civile di Roma è un’ordinanza di tutto rispetto, le ordinanze non si commentano mai in modo negativo, io dico solo che rigettare per inammissibilità il secondo quesito sul contratto vuol dire non essere entrati nel merito. Sul codice di condotta che lega la Raggi a Grillo e a Casaleggio nessuno è entrato nel merito. Noi abbiamo la Costituzione, che qualcuno ha difeso anche dalla riforma recentemente tentata, con l’Articolo 49, 51, 3 e 67, bisogna attuarla questa Costituzione. E quindi bisogna fare la legge sui partiti, la legge che garantisca la democrazia interna all’interno dei partiti. La Camera ha chiuso un testo che è già in qui in Senato e bisognerebbe rapidamente attuarlo. Escludo che quella di M5s sia una pratica di democrazia interna. La Raggi si sta mettendo fuori gioco da sola, la garanzia interna dei partiti è una garanzia per la libertà degli eletti. I cittadini romani hanno votato la Raggi, non Grillo e Casaleggio”.
Sugli “stupri virtuali”, ultima folle moda di Facebook, l’opinione di Monica Cirinnà è la seguente: “Sicuramente l’esplosione della vita virtuale sul web va monitorata dando delle regole. Io escludo che i giganti del web tipo Facebook possano essere avulsi da regole di civiltà e rispetto che invece esistono in altri contesti. Anche io ho ricevuto decine di minacce, dove la parola cagna è stata l’espressione più gentile, ho fatto segnalazioni ma molti testi non sono stati tolti e sono ancora lì. Gli accordi internazionali che stiamo facendo su tanti temi vanno estesi anche a questi fenomeni. Il problema dei femminicidi è legato anche ad un dato culturale e anche il web entra tra i soggetti che fanno cultura”.