Tredici storie, focalizzate sui carrelli della spesa di pensionati, disoccupati e altri cittadini, che offrono uno sguardo su come sta cambiando la società e sull’importanza di restituire al cibo il suo giusto valore nel quotidiano, soprattutto in un’ottica di giustizia alimentare. E’ il focus del libro “La spesa nel carrello degli altri. L’Italia e l’impoverimento alimentare”, scritto da Andrea Segrè e Ilaria Pertot, edito da Baldini + Castoldi, con la prefazione del Cardinale Matteo Maria Zuppi.

“La spesa nel carrello degli altri”: cosa mangiano i poveri?

Il saggio “La spesa nel carrello degli altri. L’Italia e l’impoverimento alimentare”, attraverso tredici storie di vita quotidiana legate alla sopravvivenza alimentare, si propone di mettere in luce la realtà umana che si cela dietro i numeri delle statistiche sulla povertà in Italia.

L’opera mette in evidenza chi sono i “nuovi poveri”: persone con scarso potere d’acquisto che riempiono carrelli con alimenti di bassa qualità nutrizionale.

Nella prefazione, il Cardinale Matteo Maria Zuppi sottolinea l’importanza del libro, affermando che “ci aiuta a comprendere cosa mangiano i poveri, portandoci a cercare soluzioni per rispondere alla loro fame. Questo processo ci aiuta a riscoprire il valore del cibo e a migliorare la nostra esistenza, poiché nella condivisione tutti possono essere saziati, non lasciati affamati”.

Il recente aumento dei prezzi, che continua a colpire, non ha avuto lo stesso impatto su tutte le famiglie. Quelle più vulnerabili hanno visto una diminuzione del 2,5% nella spesa reale (ISTAT). Il ceto popolare è stato duramente colpito, con un previsto aumento del 235% dell’insicurezza alimentare e un aggravarsi delle disuguaglianze, specialmente al Sud (+27%) e nelle aree rurali (+65%) entro i prossimi 12 mesi (Osservatorio Waste Watcher International).

Per affrontare questa crisi, è fondamentale un impegno collettivo che coinvolga istituzioni nazionali e locali, famiglie e scuole. È necessario garantire a tutti il diritto a un’alimentazione adeguata, sicura e sostenibile – il cosiddetto ius cibi – e introdurre un’educazione alimentare solida in tutti i cicli scolastici.